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Autore: Angele87    12/06/2009    19 recensioni
Dove abbiamo lasciato i nostri eroi? Il momento che stavano vivendo sembrava tranquillo e felice... Era tutto un'illusione. La lotta tra male e bene non si è mai conclusa, la partita non è ancora finita. I nostri eroi sono qui per riprendere da dove avevano lasciato. Chissà cosa li aspetterà? Io tremo per loro, voi?
Genere: Avventura, Azione, Dark, Drammatico, Generale, Mistero, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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DAAB II

.::La partita non è finita::.

Tutti i personaggi della mia ffc sono di proprietà di J.K. Rowling (a parte qualcuno), quindi, ringrazio questa grande donna per averci regalato con i suoi libri un mondo meraviglioso, quello di Harry Potter…

Io ho terminato, buona lettura.

 

Angèle

 

* le parti in corsivo (come in tutte le ffc) sono ricordi…. 

 

 

-Chapter 8: “Questo matrimonio non ha da farsi…”-

 

Ron Weasley fissava con tranquillità le bolle della sua birra bionda giocherellare tra loro. Le guardava salire verso la superficie del suo bicchiere in mirabolanti capriole che erano riuscite ad incantarlo.

Seduto ad un tavolo di un ristorante babbano al centro di Londra, aspettava Taissa che  era scomparsa dietro la porta della toilette qualche minuto prima.

Era da un po’ di tempo che usciva quasi tutte le sere con il capitano bulgaro: l’andava a prendere a casa, la portava a fare un giro in centro e poi la riaccompagnava. Si erano scambiati qualche bacio, ma nulla di più.

Ron non sentiva mai l’esigenza di starle più vicino dal punto di vista puramente fisico e questo non riusciva  a capirlo. Per lui il contatto o la vicinanza erano sempre stati importantissimi.

In realtà, immaginava il motivo della sua freddezza nei confronti di Taissa.

Non poteva certo dire che il capitano bulgaro non l’attraesse, anzi. Aveva dei lineamenti così piacevoli, quasi esotici; delle belle labbra, denti perfetti… ma ogni volta che si chinava a baciarla si sentiva un bastardo.

La vocina petulante nella sua testa- che era sempre stata molto simile a quella di Hermione- gli ripeteva cose orribili: la stai illudendo; so che non ti piace; è solo un rimpiazzo; ti stai comportando come un deficiente!

 

Quando era ancora immerso nei suoi pensieri,  Taissa finalmente riprese il suo posto dall’altra parte del tavolo.

 

-Divertito durante la mia assenza?-

 

Ron le fece un sorriso automatico, completamente privo di un sincero slancio di contentezza. Da quanto non si lasciava affiorare sulle labbra sorrisi di vera gioia?

Non lo ricordava più.

 

-Affatto…- le rispose facendole un occhiolino.

 

Taissa parve soddisfatta della risposta perché con un sorriso appagato riprese a leggere il menù.

Ron sorseggiò per qualche secondo la sua birra, prima che una voce allegra lo facesse strozzare.

 

-Ronald Billius Weasley… cosa ci fai qui?-

 

Ron tossicchiò un po’ di birra in giro, prima di riuscire a ricomporsi e guardare in faccia sua sorella Ginny, bellissima nell’elegante abito verde che la fasciava.

 

-Potrei farti la stessa domanda…- le rispose inarcando un sopraciglio.

 

Taissa aveva alzato lo sguardo sulla ragazza. La scrutò a lungo senza dire nulla.

 

Ginny le riservò solo una rapida occhiata e già era stata capace di riconoscerla. –Hermione vuole organizzare qui il mio addio al nubilato. Quindi, siamo venute a dare un’occhiata in giro.-

 

Ron allungò un po’ il collo oltre la snella figura di Ginny, riuscendo a scorgere Hermione mentre parlava con il padrone del ristorante. Era dannatamente bella quella sera: i capelli mossi erano raccolti in un morbido chignon elegante; il vestito bianco attillato sulla vita e sul seno, si apriva in un morbida gonna lunga fin sul ginocchio; un paio di orecchini  ed un trucco leggero le mettevano in risalto il volto dai lineamenti delicati.

Ron la vide muovere le mani e la bocca mentre parlava con l’uomo al di là del bancone del bar al quale Hermione era appoggiata, ed aveva capito che lei già lo teneva in pugno. Sarebbe riuscita ad ottenere qualsiasi cosa, anche la chiusura del locale ai non invitati alla festa di Ginny.

Ron rimase ad osservarla rapito. Per tutto il tempo in cui l’aveva guardata, le altre persone all’interno del locale erano scomparse. Lui era solo a quel tavolo, infinitamente felice di non riuscire a staccare gli occhi di dosso ad Hermione.

 

-Ron mi ascolti?- Ginny lo richiamò con un sorriso sornione.

 

-Scusami?-

 

Ginny trattenne a stento uno sbuffo divertito. –Ti avevo chiesto di presentarmi questa bella ragazza con la quale stai cenando…-

 

Taissa sorrise, finalmente coinvolta in quella conversazione.

 

-Oh…- disse Ron per prendere tempo e ricollegare il suo cervello. –Questa è Taissa, una mia… amica.-

 

Ginny allungò una mano. Le belle labbra truccate adornate da un sorriso. –Io sono Ginevra Weasley, sua sorella.- indicò Ron con un cenno del capo. –Gli amici, però, mi chiamano Ginny.-

 

Taissa le strinse la mano. –Felice di conoscerti.-

 

-Hai un accento particolare. Di dove sei?- le chiese fingendo di non conoscere nulla su di lei. Hermione, in realtà, le aveva fornito un quadro completo della vita della giovane per ben 5 volte.

 

-Bulgaria. Tu, invece, stai per sposarti?-

 

Ginny rise.- E’ quello che si dice.-

 

Ron fece un sorriso in realtà poco interessato ai loro convenevoli e molto attento, invece, ai sinuosi movimenti delle anche di Hermione sotto la gonna del vestito.

Continuava a guardarla intensamente e, quando lei si girò per cercare Ginny nella sala, i loro sguardi entrarono in contatto.

 

La bruna rimase paralizzata per un secondo, poco convinta su cosa sarebbe stato meglio fare. “Forse non mi ha visto…” cercò di giustificarsi, mentre desiderava diventare parte integrante dello sgabello del bar sul quale si era appena seduta.

 

Quando Ron alzò una mano per salutarla, Hermione ebbe un tuffo al cuore: l’aveva vista.

Rispose con un cenno della testa, pronta a defilarsi senza avvicinarsi al tavolo, quando si accorse che la rossa di spalle, era in realtà Ginny, amabilmente impegnata in una disquisizione con il nemico bulgaro: Taissa.

 

Hermione cercò di controllare il rossore sulle guance, mentre scivolava elegantemente verso il tavolo incriminato.

 

-Ehi, sei qui!- esclamò, toccando Ginny su una spalla. –Pensavo stessi dando un’occhiata in giro…-

 

Ginny fece un sorriso colpevole. –Beh, stavo guardando in giro, in effetti. Poi, mi sono imbattuta in Ron e sono rimasta a chiacchierare…-

 

Hermione fece una risatina di circostanza. Era tremendamente in imbarazzo e cercava di non abbassare mai lo sguardo sulla coppia seduta.

 

-Oh, ma sei Hermione…- s’intromise all’improvviso Taissa. –Non ti avevo riconosciuta così truccata…-

 

Hermione abbassò per la prima volta lo sguardo su di lei. Inarcò un sopraciglio, tentando malamente di nascondere la sua aria infastidita. “Ma senti chi parla…”

 

-E’ davvero bella questa sera…- disse Ron, intervenendo quasi a sua difesa.

 

Hermione si voltò verso di lui e rimase senza fiato. Ron aveva quello sguardo, quel particolare sguardo ammirato ed imbarazzato che aveva sempre riservato solo a lei. I suoi occhi chiari non riuscivano a distaccarsi dalla sua figura e qualsiasi movimento facesse, Hermione li sentiva sulla pelle.

 

-…in realtà, è sempre molto bella.- aggiunse il ragazzo in un soffio. Poi, come se si fosse ricordato della loro situazione abbassò lo sguardo sul menù e non aggiunse altro.

 

Ginny, rimasta in silenzio per un po’, si schiarì la voce mentre sul suo viso si disegnava un’espressione soddisfatta.

 

-Allora, Hermione vogliamo andare a cena? Io sto morendo di fame…-

 

Hermione era rimasta imbambolata, con le guance rosse. Il cappotto che pendeva dal suo braccio cadde sul pavimento con un impercettibile rumore che la fece sobbalzare.

 

-Sì!- disse chinandosi per prenderlo. Aveva un’espressione trasognante. –Andiamo…- si schiarì la voce. –Buona serata…-

 

Prese per la mano Ginny e, senza aspettare oltre, si diresse verso l’uscita del locale.

 

Fu allora, quando Ron si voltò per veder scomparire Hermione dietro la porta, che Taissa capì tutto.

 

 

 

Tamiara ascoltò con attenzione, le informazioni che uno dei suoi mangiamorte le stava dando: Harry Potter stava per convolare a nozze con Ginevra Weasley.

 

-La cerimonia sarà blindata, mia signora. Ci sarà il corpo degli auror al completo.-

 

Tamiara sorrise. Il viso tondo e regolare s’illuminò. –Quale migliore occasione, allora, per decimarli.-

 

Il mangiamorte divenne pallido. –Ma, mia signora, avremo gravi perdite anche tra i mangiamorte.-

 

Tamiara lo incenerì con lo sguardo. –Ho già preso la mia decisione. E, poi, anch’io sono parte della famiglia. Non posso mancare a questo matrimonio.- scoppiò in una risata glaciale che riecheggiò tra le mura del quartiere generale.

 

 

 

Quando Mellifluo saltò come ogni notte sul tetto della villa della famiglia Cooper non pensava di trovare la finestra della camera di Angelia sbarrata. Soprattutto, non immaginava di trovare nel letto della donna, un’altra ragazza.

 

Si sentì in un qualche bizzarro modo tradito. Ormai guardarla dormire era diventato un appuntamento fisso, al quale non riusciva a rinunciare.

Sbirciò ancora nella stanza, oltre le eleganti tende di organza. Poi, deluso, decise di andarsene. Fu proprio nel momento in cui saltò giù dal tetto che vide una finestra al piano inferiore aperta.

Per un pelo non mancò il ramo sul quale era diretto. Con un’agilità degna di un ginnasta olimpico, Mellifluo si calò giù dall’albero. Atterrò sull’erba ghiacciata con un leggero scricchiolio.

Scivolò nella notte, in silenzio, verso quella finestra aperta. Scostò la tenda da un lato e liberò la sua visuale. Finalmente, l’aveva trovata…

 

Angelia dormiva sul divano rannicchiata su un fianco. Una coperta le celava gran parte del corpo. Il respiro leggero e l’espressione rilassata.

 

Mellifluo ebbe l’istinto irrefrenabile di entrare in quella stanza; di sfiorare finalmente la pelle perlacea delle guance; carezzare i capelli scurissimi…

Prima d’ accorgersi di quello che stava facendo, Mellifluo scavalcò con un minimo sforzo il davanzale, introducendosi nell’ambiente.

La stanza era piacevolmente calda nonostante la finestra aperta. La luce soffusa prodotta da un abat-jour lambiva le superfici delle cose, addolcendo tutto.

 

Mellifluo si avvicinò ad Angelia e sentì il suo cuore accelerare bruscamente i battiti. Le mani avevano preso a sudargli e sentiva la gola secca.

Gli stava accadendo qualcosa di strano e lui nemmeno ne sapeva il motivo.

Chiaro nella sua mente era soltanto l’irrefrenabile istinto di chinarsi, di eliminare lo spazio che ancora lo separava da lei e di baciarla.

 

Mellifluo s’inginocchiò, appena tremante. Sentiva le ginocchia deboli ed il cuore continuava a correre all’impazzata. Allungò una mano verso di lei e quasi ebbe paura. Paura di poterla rovinare anche solo sfiorandola.  Strinse la mano in un pugno, indeciso sul da farsi, poi la riaprì lentamente avvertendo sul palmo il calore che emanava la pelle di Angelia a così poca distanza.

 

Era piacevole.

 

-Sei bellissima.- sussurrò, appoggiando finalmente un polpastrello su una guancia.

 

La pelle di Angelia era morbida.

Mellifluo sorrise, estasiato, mentre si chinava sulla bocca della ragazza.

Così, come la bella addormentata, Angelia ricevette un bacio dal suo principe.

 

Mellifluo teneva gli occhi chiusi e non si accorse della lacrima tonda e delicata che percorse una guancia di Angelia.

 

 

 

Draco era seduto sul divano della Tana, accanto a Ron.

Il rosso l’aveva invitato per organizzare l’addio al celibato di Harry. All’inizio, effettivamente ci avevano provato, poi, Charlie aveva acceso la tv fermandosi su una partita di basket e loro non avevano resistito.

Come due pezzi di ferro erano stati attirati dall’enorme calamita, ed in quel momento erano spaparanzati con una ciotola di pop-corn sul divano.

Charlie era momentaneamente sparito in cucina alla ricerca di altre burrobirra fresche.

 

-Muoviti, Cha’!- gridò Ron dal salotto. –Io e Draco stiamo morendo di sete.-

 

Charlie sbuffò, mentre chinato nel frigorifero cercava di recuperare qualcosa in quel disordine incredibile. Era quasi riuscito a prendere una confezione dal fondo, quando il campanello della porta suonò, facendolo sobbalzare. Batté la nuca contro un ripiano del frigorifero ed imprecò.

Il campanello continuò a suonare.

 

Sembrava che né Draco né Ron si fossero alzati per andare ad aprire.

Charlie sbuffò, affacciandosi al salotto. Non si scandalizzò più di tanto, quando ritrovò suo fratello ed il biondino nella stessa identica posizione in cui li aveva lasciati.

 

Ron lo intravide con la coda dell’occhio. –Charlie, la porta.- disse semplicemente.

 

-Ron, alza il culo.- gli rispose con stizza. –Non sono la tua balia.- e scomparve di nuovo dietro la porta della cucina.

 

Ron sbuffò.

Il campanello ormai suonava a ripetizione.

 

-Ma che palle…- bofonchiò mentre si tirava su seguito da un risolino di Draco.

Il rosso gli lanciò un’occhiata di traverso, mentre faceva pochi passi per raggiungere l’ingresso.

-Arrivo!- gridò verso i visitatori che ormai non staccavano più il dito dal campanello. Quando finalmente riuscì ad aprire la porta, si ritrovò sul porticato in legno TJ, Maggie, Joseph Harder ed il sottoufficiale Andrew.

 

-Ma quanto ci metti a percorrere 3 metri?- lo prese in giro la biondina scoccandogli un bacio sulla guancia.

 

Ron inarcò un sopraciglio. –Tu che ci fai qui?- chiese mentre gli altri entravano, seguendo Maggie. –E’ un addio al celibato... dovremmo essere tutti uomini!-

 

TJ ridacchiò, posando un braccio attorno alle spalle della sua ragazza. –Questa volta non è colpa sua, Ron.  Ginny l’ha costretta a seguirmi per tenerci d’occhio. Sa di quanto sia io che tu siamo suscettibili al suo fascino…-

 

Maggie fece un sorriso colpevole a Ron che sospirò. –Odio mia sorella.-

 

-Dai, Weasley, lasciala stare! E’ così simpatica.- intervenne Joseph mentre si toglieva il giaccone. –Piuttosto, vediamo un po’ di organizzare un addio al celibato davvero memorabile.-

 

Ron annuì facendo strada verso il soggiorno, dove Draco e Charlie continuavano a guardare la partita di Basket. 

Il biondo ebbe un sussulto nel vedere Maggie. I suoi pensieri corsero a Mary Anne e alla loro situazione. Quando si sarebbe tutto risolto? Sospirò, salutando con una mano i nuovi arrivati.

Maggie gli sorrise come al solito. Non doveva essere a conoscenza di nulla. Tipico di Mary Anne tenersi tutto il dolore per sé.

 

-Allora…- iniziò James Andrew. Era il più organizzativo ed il più efficiente di tutti e, non appena si era accomodato al tavolo di legno nel soggiorno della Tana, aveva iniziato ad organizzare la situazione. –Dobbiamo decidere innanzitutto il luogo della festa-.

 

Nessuno, però, parve ascoltarlo.

Draco e Charlie guardavano ancora la partita.

Ron, invece, mangiava i pop-corn mentre discuteva con Joseph Harder del suo trasferimento a Liverpool insieme a Lucrezia Sweeter, sua moglie.

TJ era seduto sulla poltrona con Maggie sulle gambe. Le baciava il dorso di una mano mentre guardava la partita.

L’unica che sembrava davvero interessata era Margareth che era anche l’unica a non dover essere lì.

 

James alzò la testa, inarcò un sopraciglio verso Maggie che gli sorrise. Provò a schiarirsi la voce una paio di volte ma nessuno lo ascoltò ancora. Alla fine, batté un pugno sul tavolo esplodendo in un ruggito. –SILENZIO!-

 

Immediatamente, tutti si zittirono, voltandosi a guardarlo.

 

-SPEGNETE. QUELLA. TV.- sillabò, con uno sguardo serio.

 

Charlie ubbidì.

Il gruppetto seduto sui divani dedicò finalmente l’attenzione al vero motivo di quella riunione tra amici: organizzare l’addio al celibato per l’ex bambino sopravvissuto.

 

-Bene!- esclamò James, quando ci fu silenzio. –Ora, cerchiamo di capire qualcosa. Dove possiamo organizzarla questa festa?-

 

Ron alzò timidamente una mano.

 

Maggie ridacchiò.

 

-Sì, Ron?-

 

-Possiamo organizzarla qui. In fondo, è stata anche casa di Harry per un po’.-

 

-Bene. Perfetto. – disse James appuntando qualcosa su un block notes.

 

-Chi si vuole occupare delle bevande e delle cibarie?-

 

Fu il turno di Charlie di alzare la mano. –Conosco un amico che ha aperto un ristorante…-

 

-Perfetto.- James scrisse ancora. –Ordina tutto quello che di commestibile esiste. Per le bevande non lesinare in alcolici. Queste feste si ricordano soprattutto per le sbronze…-

 

-…e le spogliarelliste…- aggiunse Draco con la sua voce profonda.

 

Tutti i presenti si voltarono a guardarlo basiti. Sembrava che il ragazzo avesse dato voce ad un pensiero generale.

 

-Che c’è? E’ vero! Nei film ci sono sempre…-

 

James si riscosse ancora incredulo dalla puntualizzazione di Malfoy. –Ok…- bofonchiò annotando ancora qualcosa sul suo blocco. –Per quanto riguarda musica e divertimento?-

 

TJ alzò una mano. –Alla musica ci penso io.-

 

-Bene e al divertimento?-

 

Joseph Harder sorrise. –Lascia fare a me.-

 

James annuì. –Lista degli ospiti?-

 

-Quella la prendo io…- disse Draco che era stranamente rosso.

 

-D’accordo…-

 

Maggie si sentiva un po’ esclusa. Se bene lei fosse una donna e volesse molto bene a Ginny la maggior parte dei suoi amici erano tutti i ragazzi seduti in quella stanza. Non poter partecipare all’organizzazione di quell’avvenimento la faceva intristire.

 

-Scusate?- chiese, all’improvviso, quando si accorse che la lista sembrava finita. –Non c’è nell’elenco decorazione e pulizia del luogo della festa?-

 

James la guardò rapito, come fosse una meravigliosa aliena intelligentissima. –Sì, giusto.-

Maggie sorrise.

 

-Chi è che se ne vuole occupare?-

 

Nessuno rispose.

Ron borbottò qualcosa. –Beh, sei tu l’unico che ancora non ha nessun compito…-

 

James Andrew lo guardò storto. Poi, disse. –Al massimo lo facciamo fare ad Harry…-

 

-Ma no!- esclamò Maggie, saltando su. –Posso farlo io…-

 

 -Tu sei una donna…-

 

-…e questo è un addio al celibato…-

 

-Fatemi occupare di questo e non dirò a Ginny che avete intenzione di chiamare una spogliarellista…-

 

Nessuno ebbe altro da obbiettare.

 

 

 

-Ginny vuoi stare un po’ ferma…-

 

Hermione dietro di lei cercava di sistemarle la benda sugli occhi. Erano appena uscite dal suo appartamento che avevano usato come salone di bellezza per tutto il giorno.

 

-Ma è proprio necessario? Tanto so dove stiamo andando.-

 

Hermione ridacchiò mentre le disponeva con grazia i capelli rossi sulle spalle.

 

-No, non lo sai.-

 

-Ma se sono venuta con te al locale.-

 

-Non tutto è come sembra.-

 

-Come?!-

 

 

Hermione rise di nuovo.

Camminarono per un paio di metri ancora, fino a raggiungere un vicolo scuro.

Ginny, attaccata alla manica del cappotto della bruna, continuava a lamentarsi.

Hermione si guardò intorno alla ricerca della passaporta -una vecchia teiera- poi, quando la individuò proprio accanto al suo piede, si chinò a raccoglierla.

Fece appoggiare a Ginny una mano sopra il manico, mentre lei sorreggeva il beccuccio.

 

-Ora, stai attenta. Mancano 5, 4, 3, 2, 1…-

 

Hermione e Ginny avvertirono immediatamente il classico strappo all’altezza dell’ombellico prima di ritrovarsi in pochi attimi a destinazione.

 

Ginny aveva ancora quella terribile benda rossa sugli occhi che non le impediva, però, di avvertire un profumo famigliare, un profumo di erba bagnata, d’inchiostro e di vecchi libri.

 

-Hermione… dimmi che non hai organizzato la mia festa di addio al nubilato in una biblioteca.- chiese disperata la futura sposa.

 

-Purtroppo no.- le rispose l’altra, dopo averle lanciato un’occhiataccia che naturalmente la rossa non riuscì a cogliere.

 

Hermione la vide barcollare con le braccia allungate davanti alla ricerca di una sua mano.

 

-Sono qui, sposa…- le disse dopo un paio di secondi e l’agguantò per una spalla, trascinandola giù per la collina, attraverso l’immenso parco verdeggiante che aveva fatto da sfondo alla loro adolescenza.

 

-Hermione, i miei tacchi stanno affondando nella terra.-

 

-Non preoccuparti.-

 

-Harry mi ucciderà. Sono scarpe da 600 sterline.-

 

-E da quando fai shopping nel mondo babbano?-

 

-Da quando Harry ha deciso di regalarmi una carta di credito per il mio compleanno.-

 

-Ha deciso? Harry?- Hermione si voltò scandalizzata verso di lei. –Non voglio immaginare quali trucchi erotici tu abbia usato per fartela regalare.-

 

Ginny le sorrise.

 

-Lasciamo perdere.-

 

Camminarono ancora un po’ fino ad arrivare all’antico castello medievale sede della più grande scuola di magia e stregoneria di tutto il mondo: Hogwarts.

 

-Sei pronta a fare un tuffo nel passato?- Hermione si era fermata sui gradini dell’ingresso della scuola. Aveva spinto Ginny in avanti, in modo che fosse lei la prima ad entrare.

 

-Ho paura di rispondere.-

 

Hermione ridacchiò, poi, con una mano adoperò la bacchetta per aprire le porte e con l’altra liberò gli occhi di Ginny dalla benda. –Bentornata ad Hogwarts.- e la spinse all’interno del castello.

 

Un boato di rumori e luce accolse Ginny appena varcò la soglia.

 

-Ma…- la rossa non riusciva a credere ai suoi occhi.

L’enorme ingresso della scuola era stato addobbato a festa: ai lati della stanza c’erano tavoli lunghissimi pieni di candele, cibi e bevande, al centro delle enormi statue di ghiaccio, dal soffitto scendevano ghirlande di fiori che emanavano un profumo delicato, migliaia di candele sospese volteggiavano al ritmo della musica e, poi, proprio di fronte a lei c’erano le sue amiche, vecchie e nuove, da Luna ad Angelia, tutte lì, in piedi, con i calici di champagne in mano, per brindare al suo futuro.

 

-Tanti auguri, Ginny!-

 

Hermione le sfiorò una spalla con gentilezza e, questo semplice gesto, fece sciogliere la festeggiata in lacrime.

 

-Hermione!- piagnucolò, gettandosi tra le braccia della bruna. –Grazie… è bellissimo!-

 

Hermione la strinse a sé socchiudendo gli occhi. –Era il minimo che potessi fare per mia sorella.-

 

Ginny a quelle parole serrò la presa attorno al collo dell’altra, aumentando i suoi singhiozzi.

 

-Ti auguro una vita piena di felicità.-

 

Semplici parole che grondavano di sincerità ed affetto per lei, Ginny, la bambina lentigginosa che aveva perso la sua famiglia quando ne aveva ancora tremendamente bisogno.

Poco a poco, tutte le invitate le scemarono intorno: qualcuna le accarezzò i capelli, altre le massaggiarono la schiena, semplicemente per farle sentire la loro presenza.

Ginny in quel momento comprese che, sebbene avesse perso alcune tra le persone più importanti della sua vita, era stata tremendamente fortunata a trovarne altre.

In quel momento, comprese che, nonostante tutto, nella sua breve vita, non era mai rimasta sola, sempre e comunque, infatti, aveva avuto una spalla su cui piangere, qualcuno a cui aggrapparsi per andare avanti.

Questa consapevolezza si tramutò in un moto di gratitudine infinito che le riempì il cuore.

 

 

 

 

Ron spinse Harry verso l’ingresso della Tana con così poca eleganza che il bambino sopravvissuto gli lanciò un’occhiataccia.

 

-Scusami… è che siamo in ritardo.- spiegò il rosso guardandosi attorno.

 

-Non è certo colpa mia…- si lamentò l’altro, salendo le scale del portico.

 

Ron ridacchiò nervoso.

Si era dovuto fermare a comprare i fuochi d’artificio per la festa di Addio al celibato di Harry insieme al festeggiato.

 

-Sai non è stato molto carino farmi vedere quanti soldi avevi speso, Ron.-

 

-Non era mia intenzione farlo. Sei tu che sbirci dovunque.- lo rimbeccò il rosso.

 

-Io non sbircio! Sei tu che avresti dovuto comprare i fuochi d’artificio prima di passarmi a prendere.-

 

-Scusami, principino, potevi anche venire da solo!-

 

-Ginny ed Hermione si sono prese la mia macchina e non avevo intenzione di sporcarmi i capelli utilizzando la metropolvere… sai com’è domani mi sposo.-

 

Ron sbuffò. –D’accordo, d’accordo. Ora, però, rilassati. Ti abbiamo preparato una festa da urlo…-

 

Harry gli tenne la busta dei fuochi, mentre Ron apriva la porta della Tana. 

Non appena il bruno varcò la soglia della sua vecchia casa, sentì un boato di risate investirlo.

C’erano così tante persone stipate nel piccolo salone che sembravano essere molto di più di quanti erano.

 

-AUGURI!- gridò una voce un po’ rauca che Harry non riconobbe, troppo frastornato da tutto quel rumore. Insieme al boato di risate, era scoppiata anche la musica e delle luci psichedeliche avevano iniziato a girare sul soffitto; su un cubo posto al centro della sala-dove prima c’era il tavolino di legno antico della signora Weasley- una ragazza molto poco vestita si muoveva seducentemente al ritmo della musica.

 

Harry sentì un paio di mani colpirgli le spalle, poi Ron gli diede uno schiaffo sul sedere.

 

-Eh?- disse il rosso, ammiccando.

 

Harry allargò gli occhi, incredulo. Chi diavolo aveva trasformato la Tana in una discoteca babbana molto squallida?

 

-Carina?- gli disse Draco, arrivandogli accanto dopo aver spostato un paio di colleghi Auror. –Si chiama Laila e sta per diventare un medimago!- gli urlò mettendogli una mano sulla spalla.

 

Laila individuò Harry tra la folla e, continuando a muoversi, gli lanciò un bacio.

Il moro sorrise tiratissimo.

Se Ginny l’avesse scoperto un giorno, molto probabilmente gli avrebbe chiesto il divorzio.

 

-Sì…- bofonchiò schiarendosi la voce e guardandosi un po’ meglio attorno. –Dove posso trovare qualcosa da bere?- domandò a Draco, alzando la voce.

 

Il biondo che sembrava brillo –Harry non l’aveva mai visto così- gli indicò un tavolo oltre la marea di uomini, suoi amici.

 

-Prendi qualcosa anche per me!- esclamò Ron.

 

Harry gli lanciò un’occhiata. Ma il festeggiato era lui?

Scotendo la testa si avviò verso il tavolo del rinfresco.

La sua ultima notte da celibe sarebbe stato un festino all’insegna dell’alcol e della musica a tutto volume.

 

Che divertimento.

 

 

 

-Ehi, fermo…- Ginny avvertì chiaramente la voce di Maggie qualche secondo prima di sentire un bacio profumato di biscotti appoggiarsi sulle sue labbra.

Aprì gli occhi chiari e si ritrovò il viso tondo e sorridente del suo bambino a pochi centimetri di distanza.

 

-Mamma!-

 

Ginny gli sfiorò il nasino. –Raggio di sole.-

 

Eddie ridacchiò mentre Maggie lo raggiungeva e lo prendeva in braccio. –Scusami, Gin. Non sono riuscita a fermarlo. Voleva venire a svegliarti già da mezz’ora…-

 

Ginny negò con la testa mentre si stiracchiava e si metteva a sedere sul letto. –Non ti preoccupare. Sei stata carinissima ad accettare di venire a tenermi Eddie.-

 

Maggie si strinse nelle spalle. –E’ solo un piacere.- diede un bacio al bambino che ridacchiò mentre si teneva un orecchio. –Vero, batuffolo?-

 

Ginny sorrise. Poi, si alzò e prese in braccio suo figlio. Lanciò un’occhiata all’orologio appoggiato sul comodino. Mancava più di  un’ora prima all’arrivo delle altre ragazze; avrebbe quindi potuto fare il bagno ad Eddie e vestirlo, per poi essere libera di dedicarsi a se stessa.

 

-Allora, Mag. Io mi occupo del bagnetto di questa peste…-

 

Maggie annuì. –Io ti preparo la colazione e sistemo il rinfresco per le ragazze.-

 

-Ti adoro, piccola.-

 

Maggie rise. –Lo so.-

 

La rossa si diresse verso il bagno con il bambino in braccio, poi si fermò un secondo. –Per quell’altro favore che ti avevo chiesto ieri?-

 

La biondina confermò con la testa. –Tutto a posto Mary Anne è già in missione.-

 

Ginny sorrise. –Perfetto.-

 

 

 

Mary Anne arrivò alla Tana alle 6 del mattino.

La sera precedente aveva promesso alla “sposa” che si sarebbe occupata del reparto uomini.

Dal racconto di Maggie sull’organizzazione dell’addio al celibato di Harry, Ginny aveva preteso che almeno il giorno delle nozze una ragazza tutelasse il suo futuro sposo e, soprattutto, la sua presenza puntuale davanti all’altare: dal papillon ai capelli, nulla doveva sfuggire a Mary Anne.

 

Essere ritenuta degna di tanta fiducia, aveva fatto sentire Mary Anne molto importante e contenta sul momento, ma, successivamente, aveva storto il naso a quel compito per due motivi principali: primo, si era dovuta preparare 5 ore prima dell’inizio della cerimonia con relativa levataccia, senza sottolineare la festa della sera prima che era durata fino a notte fonda; secondo, occupandosi del “settore uomini”, avrebbe dovuto incontrare la persona che più di tutte aveva cercato di evitare negli ultimi mesi, l’uomo che, nonostante tutto, era ancora l’unico per il quale il suo cuore battesse e le sue mani iniziassero a sudare, l’uomo dei suoi sogni, il suo migliore amico, la sua anima gemella poco convinta, Draco Malfoy.

 

Con un sospiro, si decise a bussare ma, quando stava per toccare la porta della Tana, questa si aprì da sola.

 

-Sì, ho capito, Ron…- la persona che sperava non avrebbe visto era, in quel momento, davanti a lei, alto e più bello che mai.

Mary Anne, allora, rimase in apnea per un secondo mentre Draco Malfoy si voltava, accorgendosi di lei.

Il biondo incontrò il suo sguardo e sentì, improvvisamente, il classico tuffo al cuore. Rimase in silenzio ad osservarla: i capelli alti, il trucco perfetto, i lineamenti delicati e quel buon profumo che gli era mancato da morire.

 

-Ciao…- riuscì a biascicare, mentre lei distoglieva il suo sguardo blue intenso.

 

-Ciao.- Mary Anne sentì la sua voce flebile e sottile. “Rilassati, stupida”.

 

-Come… come mai sei qui?- domandò Malfoy, schiarendosi la voce, si sentiva imbarazzato.

 

La bruna si strinse nel cappotto che indossava. –Mi manda Ginny. Vuole che mi assicuri che tutto fili liscio.-

 

-Chi è?- la voce di Ron arrivò prima di lui. –Ehi, Anne.- disse, appena riuscì ad affacciarsi sulla spalla di Draco. –Che ci fai qui?! Cos’è, mia sorella non si fida?-

 

Mary Anne sorrise, mentre sentiva gli occhi di Draco fissi sul suo viso. –In effetti…-

 

-Oh, è sempre la solita!- continuò Ron, inarcando un sopraciglio.

 

Draco silenzioso e guardingo, rendeva le guance di Mary Anne sempre più rosse.

 

-Dov’è Harry?- chiese la bruna, per allentare un po’ di quella tensione che probabilmente percepiva solo lei.

 

Ron si strinse nelle spalle. –Sta dormendo, ovviamente. Mancano ancora 5 ore alla cerimonia!-

 

Mary Anne scosse la testa. –Siete proprio uomini. Ginny è già in piedi da mezz’ora…-

 

Draco sorrise e lei sentì la testa girarle.

Ron notò il leggero imbarazzo che c’era tra di loro e si sentì improvvisamente il terzo in comodo. –Ehm, comunque, visto che sei qui perché non vai con Draco a comprare la colazione. Qui, in casa, non abbiamo nulla, ieri è finito tutto…-

 

Mary Anne alzò di scatto la testa, gli occhi allargati. –Io veramente sono venuta per controllare Harry…-

 

-Meglio che resti qui a controllare te, tuo fratello ed Harry. Io devo passare a casa per farmi una doccia.  Sarò qui in mezz’ora.- così dicendo Draco, lanciò un’occhiata prima a Ron e poi –una molto intensa- ad Anne. La superò strisciando appena il braccio contro quello di lei e poi si smaterializzò.

 

 

 

 

Hermione arrivò a casa di Ginny con il vestito della sposa sotto un braccio.

Era passata dalla boutique giusto un paio di minuti prima, perché la sarta aveva avuto da fare dei ritocchi all’abito fino all’ultimo momento.

 

-Eccomi…- disse, entrando in casa.

 

Il salone, già brulicante, profumava di caffè.

Oltrepassò l’arco d’ingresso e s’immerse nella mischia. Salutò rapidamente alcune vecchie amiche di Grifondoro, Luna che stava parlando con Eddie -buffissimo nel suo tight con papillon-, Angelia e Lily prima di arrampicarsi su per le scale diretta in camera da letto.

 

La porta della stanza di Ginny ed Harry era semi aperta. Dalla fessura, intravide Ginny stretta in una  vestaglia di seta, mentre si infilava gli orecchini.

Si soffermò a guardarla e sentì un groppo di lacrime serrarle la gola: Ginny era raggiante e bellissima. Sembrava così felice, appagata ed immediatamente Hermione pensò a Ron, alla sua proposta di matrimonio rifiutata e realizzò in quel preciso istante di essere stata una stupida: sposare la persona che si ama può portare solo gioia.

 

-Eccola.-

 

Hermione così presa a rincorrere i suoi pensieri, non si era accorta che Maggie era spuntata alle sue spalle. Sobbalzò appena, mentre si faceva coraggio ed apriva la porta della stanza.

 

-Il vestito è qui!- disse, appoggiandolo sul letto matrimoniale.

 

Ginny si girò a guardarla con un sorriso splendido.

 

-Grazie.-

 

Hermione le accarezzò il viso, mentre Maggie tirava fuori l’abito.

 

-Wow.- si sentì di sottofondo.

 

-Allora, come ti senti?- chiese la bruna alla sua migliore amica.

 

Ginny sospirò. –Bene, a parte le farfalle nello stomaco.-

 

Hermione sorrise, controllandole lo chignon perfetto in cui erano legati i suoi bei capelli ramati. –Sei bellissima.-

 

Ginny rise. –Lo spero vivamente: mi posso sposare una sola volta.-

 

Maggie dietro di loro ridacchiò. –Bene, ora, indossiamo il vestito.-

 

-Aspetta… hai tutto quello di cui hai bisogno?- chiese Hermione, lanciando un’occhiata ad entrambe.

 

-…sì.-

 

-Indossi qualcosa di regalato?-

 

Ginny mostrò gli orecchini che Harry le aveva regalato alla nascita di Eddie.

 

-Qualcosa di blue?-

 

Ginny si scostò la vestaglia per mostrare la giarrettiera sulla coscia. –Credo che Harry l’apprezzerà molto.-

 

Hermione e Maggie risero.

 

-Qualcosa di prestato?- continuò la bruna con un sorriso.

 

Ginny e Maggie si guardarono per un attimo.

 

-Quella… mi manca.- confessò la rossa.

 

-Beh, poco male, ci avevo già pensato io.- ripose Hermione prendendo dalla borsetta un cofanetto di velluto blue. All’interno, c’era un delicatissimo bracciale in oro bianco.

-Era di mia madre. Sono sicura che non avrà niente in contrario a prestartelo.-

 

Ginny sentì improvvisamente gli occhi pungerle. –Io non posso…-

 

Hermione le intimò il silenzio con uno sguardo. –Tu e gli altri siete tutta la mia famiglia, vi siete sempre presi cura di me e questo è il minimo che io possa fare.-

 

Ginny tirò su col naso. –Ma…-

 

-Niente ma. Per mia sorella questo ed altro.-

 

Ginny avvertì le lacrime vacillare nei suoi occhi e sarebbe scoppiata a piangere se Maggie, dietro di loro, non avesse singhiozzato all’improvviso. –Scusatemi non ho resistito.-

 

 -Tu non provare a piangere.- disse Hermione rivolta a Ginny, mentre le afferrava il polso per allacciarle il bracciale.

 

Ginny si morse le labbra, mentre scorgeva sul viso di Hermione un’enorme lacrima solitaria.

 

 

 

-Ma è possibile che mia sorella non si fidi di me?- chiese Ron ad Anne mentre s’infilava la giacca scura del vestito.

 

Anne si avvicinò a Ron, aiutandolo a lisciarsela addosso. –Non è che non si fidi…-

 

Ron inarcò le sopraciglia. –No… ti ha solo mandato qui per sport.-

 

La bruna ridacchiò, mentre si allontanava dal rosso per vedere il risultato. –Stai bene.- gli disse con un sorriso.

 

-Non pensare di addolcirmi con questi complimenti…-

 

Anne rise. –Non era una  lusinga. Stai bene davvero: le ragazze ti mangeranno con gli occhi e soprattutto tu-sai-chi.-

 

Ron sospirò e si girò a guardarsi nello specchio. Si tirò il bavero della giacca, poco convinto. –Lo credi davvero?-

 

-Che stai bene?-

 

-No che… Hermione mi possa mai guardare come faceva una volta.-

 

Mary Anne incrociò le braccia sul petto mentre guardava il riflesso di Ron nello specchio.

-Quando mai ha smesso? Ron, tesoro, svegliati. Quando Hermione ti guarda lo fa con un amore così intenso che alcune volte è imbarazzante.-

 

Ron si voltò a guardarla le orecchie completamente a fuoco.

 

-Forse sei un po’ tu quello che evita accuratamente di guardarla anche solo per poco.-

 

Il rosso sentì la verità assoluta di quelle parole farlo vacillare. Sospirò.

 

-Ho combinato un casino con lei…- biascicò.

 

Anne inarcò un sopraciglio. –In che senso?-

 

-Le ho fatto capire stupidamente di non amarla più…-

 

Mary Anne rimase con la bocca socchiusa. –Stai scherzando?-

 

Ron negò. –Sono un idiota.-

 

-E…e… e non hai fatto niente per recuperare?-

 

-Una sera ho provato ad andare a casa sua ma ho trovato un bulgaro tra i piedi…-

 

-Ron, non riesco a seguirti. Perché non me la racconti per bene, dal principio.- lo incoraggiò Anne.

 

-E’ una storia troppo lunga…-

 

-Oh, Harry si sta ancora facendo il bagno quindi prima che si renda presentabile per me ho molto tempo…-

 

Ron sospirò prima d’iniziare.

 

 

 

Angelia indossava un abitino turchese senza maniche quella mattina. Aveva i capelli nero corvino tirati su in uno chignon spettinato e sul bel volto truccato troneggiava un’aria tristissima.

Seduta sui gradini di legno del portico di casa di Harry e Ginny, fissava il vuoto, completamente assorta nei suoi pensieri.

 

Aveva trovato quel ritratto la settimana precedente e da allora non aveva fatto altro che pensare all’uomo che aveva perso 3 anni prima: Mellifluo.

Non c’erano dubbi.

Quel disegno l’aveva fatto lui: il tratto della sua matita pesante e preciso non poteva assolutamente confonderlo.

 

Socchiuse gli occhi mentre ritornava con la mente ad un pomeriggio assolato di tanti anni prima.

 

-Non ti muovere.- le aveva detto Mellifluo mentre aggiungeva altri tratti di matita al suo ritratto.

 

-Non l’ho fatto.-

 

Mellifluo aveva sorriso obliquamente, senza staccare gli occhi dal blocco di fogli su cui stava lavorando.

 

Angelia l’aveva fissato rapita, mentre si stringeva al petto il lenzuolo che la ricopriva.

 

-Perché dobbiamo sprecare questo tempo?-

 

Mellifluo si era morso le labbra, cancellando un segno sbagliato.

 

-Io non sto sprecando il mio tempo, principessa.-

 

-Sei seduto lì, lontano da me. Se questo non è sprecare tempo…-

 

Mellifluo si era fermato, all’improvviso, per alzare la testa dal blocco da disegno e fissarla.

 

-Sei capricciosa, sai?-

 

Angelia l’aveva guardato di sottecchi; poi aveva lasciato cadere sul letto sul quale era sdraiata, il lenzuolo che le copriva il seno nudo.

 

-Un po’.- aveva detto ammiccante.

 

Mellifluo aveva ingoiato il vuoto. –Pensi di tentarmi?-

 

-Un po’.-

 

Mellifluo aveva sorriso, mettendo finalmente da parte il suo blocco da disegno. –Continuerai a dirlo ancora per molto?-

 

Angelia aveva atteso di vederlo sedersi sul letto a pochi centimetri da lei, prima di rispondergli.

 

-Se mi baci fino a domani, la smetto.-

 

Mellifluo si era chinato su di lei e a pochi millimetri dalle sue labbra le aveva detto. –Ai tuoi ordini, principessa.-

 

  

Angelia sentì  una lacrima scenderle veloce lungo una guancia. Provò a tirare su col naso per frenare quel pianto straziante ma non ci riuscì.

Le lacrime continuarono a scendere, l’una dietro l’altra, incuranti dei suoi tentativi di bloccarle.

 

 

 

 

Mary Anne aveva lasciato la stanza di Ron dopo la loro chiacchierata e si era recata nella stanza di Harry. Nel preciso istante in cui aveva aperto la porta, aveva intravisto uno scorcio dei boxer di Harry e questo era bastato per far calare un’atmosfera imbarazzata.

 

-Harry, per favore.- disse d’un tratto Anne al ragazzo che ostinava a mantenere il suo sguardo sul pavimento mentre s’infilava la giacca. –Non sei il primo uomo nudo che vedo e ti posso assicurare che non mi sono innamorata di te dopo questo spettacolo…-

 

Harry si grattò un sopraciglio. –Ne sei sicura? Io ho un sex appeal magnetico.-

 

Anne trattenne una risatina per non offendere il suo orgoglio.

 

-Certo, certo. Su di me, però, non ha sortito alcuno effetto. Tranquillo.-

 

Harry parve rilassarsi un po’.

Mary Anne non sapeva se fosse davvero convinto delle sue parole.

Rimasero in silenzio per un paio di minuti, mentre il bruno s’infilava l’altra manica della giacca. Quando l’ebbe finalmente indossata, la ragazza gli si avvicinò per aiutarlo a lisciargliela addosso.

 

-E’ una bella stoffa.- commentò Anne, guardando la trama fitta.

 

Harry si rimirò nello specchio, appeso alla parete della vecchia stanza di George e Fred.

 

-Beh, l’ha scelta Draco. Di certe cose è un esperto.-

 

Anne a quel nome sentì il suo cuore tremare.  L’ultimo loro incontro ravvicinato risaliva ad una settimana prima; avevano finito con il litigare.

 

-Draco è esperto di molte cose.- rispose la bruna, spolverando le spalle di Harry.

 

-Sì, sì. E’ un tipo davvero in gamba; la nostra amicizia ha avuto un inizio un po’ travagliato. Ai tempi di Hogwarts ci odiavamo…-

 

Anne rise. –Tutti conoscono la storia. Eravate una leggenda a scuola.-

 

Harry annuì. –Bei tempi. Hogwarts è stata la mia prima vera casa.-

 

-Ora, non dilungarti in racconti di ricordi melensi, Capitano Potter. Dobbiamo ancora sistemare il papillon ed il fiore all’occhiello.- Anne aveva stroncato i ricordi di Harry per un buon motivo: ogni volta che il bambino sopravvissuto parlava dei tempi di Hogwarts perdeva la cognizione del tempo. Quella mattina non potevano proprio permetterselo.

 

-Esatto, Potter. Le tue storielle le conosciamo a menadito.- la voce profonda e seria di Draco Malfoy fece irruzione nella stanza, facendo tremare le gambe e le mani di Anne.

 

Harry si voltò appena per lanciargli un’occhiataccia.

 

-Sei tornato.-

 

Malfoy, elegantissimo nel suo smoking da cerimonia con tanto di fiore all’occhiello, sorrise, rimanendo appoggiato contro lo stipite della porta.

 

Anne scorse quel sorriso e, pur non volendo, si sentì terribilmente attratta da lui e dal profumo che aveva invaso la stanza al suo arrivo.

 

-Già. Qui senza di me non funziona niente. Ron vagava in casa alla ricerca di qualcosa da mangiare, l’altro Weasley si stava infilando un paio di calzini gialli… mi dovresti ringraziare per aver sfamato il tuo testimone ed evitato che un tuo futuro parente ti facesse fare una caduta di stile.-

 

Harry trattenne a stento un sorriso. –Lo sai che noi ti sopportiamo per questo.-

 

Malfoy fece una smorfia. –Lo so. Ora, infilati il papillon prima che ad Anne venga un infarto.-

 

Anne sentì le sue guance andare a fuoco, quando sentì la voce di Draco pronunciare il suo nome.

 

-Ho già provato la resistenza del suo cuore, Malfoy.-

 

Draco inarcò un sopraciglio. Il sorriso sul volto di Harry non gli piacque affatto.

 

-In che senso, Potter?-

 

Mary Anne si sentì morire quando lesse negli occhi del bruno le sue intenzioni.

 

-Mi ha visto…- iniziò a dire.

 

-Nulla d’importante, Draco.- Anne nel dirlo si frappose tra i due uomini e guardò negli occhi il biondo.

 

Improvvisamente, si perse in quelle iridi grigie e malinconiche.

Rimasero a guardarsi per un istante così intenso che Harry si sentì, ad un tratto, di troppo.

Li osservò guardingo, prima di sorridere sornione.

 

-Ohi, Malfoy, perché non la smetti di mangiarti con gli occhi la nostra Anne e non mi dai una mano col cravattino?-

 

Draco si schiarì la gola, distogliendo lo sguardo dagli occhi chiari e dolci della ragazza che fino a pochi mesi prima era stato in grado di capire con una sola occhiata e che in quel momento invece era diventata completamente incomprensibile.

 

Anne si scostò, non appena Draco fece un passo verso di lei per raggiungere il collo di Harry. Guardò le sue mani grandi ed eleganti fare in due mosse un nodo perfetto, poi non riuscì a resistere oltre.

 

-Io vado a dare un’occhiata a Ron e Charlie.- si voltò rapidamente per nascondere gli occhi un po’ lucidi.

 

Harry e Draco la guardarono andare via, impotenti.

Non appena la ragazza si fu richiusa la porta alle spalle, il bruno chiese:

 

-Ma che cazzo combini, Malfoy?-

 

 

 

 

-Aspetta ancora un secondo.- sussurrò Maggie mentre chiudeva con gentilezza l’ultimo bottone del corpetto di Ginny.

 

Hermione, seduta compostamente sul letto matrimoniale della camera da letto dei suoi amici, batté le mani, entusiasta della fine dell’opera.

 

-Finalmente.- si lamentò Ginny, tornando a respirare.

 

-Wow, stai benissimo.- si complimentò Maggie, lisciandole il velo candido che le scendeva dal diadema sul capo, fino alla vita.

Ginny si rimirò nello specchio, con un sorriso. –Grazie.-

 

Pochi secondi dopo, fece capolino dalla porta, Luna Lovegood con una macchina fotografica magica in mano.

 

-La sposa è pronta per le foto?-

 

-Sì, sì… prontissima.- rispose Hermione per tutte, mettendosi in piedi e trascinando Ginny, Maggie e Luna giù nel salone.

 

All’arrivo della sposa, tutte le donna presenti scoppiarono in un sonoro ‘oh’.

Poi, incominciò il fiume di abbracci, baci e congratulazioni che non lasciò via libera a Ginny per quasi 10 minuti.

 

Dopo 10 foto di gruppo, un paio con Eddie, qualcuna con le amiche più care, Ginny e tutte le altre furono pronte per lasciare quella casa e dirigersi in chiesa.

 

Finalmente.

 

 

 

-Emozionato?- chiese Ron ad Harry, mentre già in piedi vicino all’altare, aspettavano l’arrivo della sposa.

 

Harry guardò il suo amico d’infanzia negli occhi. –Da morire.-

 

Ron sorrise. –E’ il minimo, fratello. Stai per sposare mia sorella, meglio conosciuta come la migliore donna al mondo dopo mia madre e…- ma le parole del rosso gli morirono sulla bocca. Nonostante tutto, considerava ancora Hermione come la donna migliore del mondo.

 

-…Hermione.- concluse per lui Harry, lanciando un’occhiata a Draco, in piedi accanto a Ron. –Noi tre dobbiamo parlare.- aggiunse lapidario. –State combinando troppi guai per i miei gusti.-

 

Ron e Draco lo guardarono assenti, senza commentare.

 

-Io non combino guai.- provò, poi a dire Draco, tra i denti.

 

Harry si guardò attorno prima di replicare. –Tu combina guai anche più di questo qui.- ed indicò Ron che inarcò le sopraciglia contrariato.

 

-Ehi!-

 

-E’ la verità.- abbaiò Harry. –Quando vi deciderete a mettere la testa a posto?-

 

Draco stava quasi per replicare, quando vide spuntare Anne a pochi passi da loro.

 

-Ron la sposa è arrivata.-

 

Harry sentì lo stomaco accartocciarsi. La smorfia di dolore che gli affiorò sul viso fece sorridere tutti.

 

-Arrivo.- annunciò Ron. –Coraggio.- disse rivolto ad Harry, prima di andare via.

 

Il bruno sentì le mani completamente bagnate, si allargò un po’ il nodo del papillon e sospirò.

 

-Meno male che ci si sposa una sola volta.-

 

Draco non poté fare a meno di ridacchiare.

 

 

 

Quando la marcia nuziale iniziò con le sue tremule note d’organo a riempire la chiesa, Harry sentì il cuore arrivargli nelle orecchie.

Non poteva davvero crederci che tutto quello che aveva sempre sognato stava per avverarsi: sposare Ginny, diventare parte integrante per davvero di una famiglia e crearne una propria.

 

Harry sentì il cuore perdere un battito, traboccante di felicità.

 

Attese per un paio di secondi, fissando l’arco dell’entrata della chiesa da cui sarebbe comparsa la donna della sua vita, Ginny.

 

-Eccola…- sentì sussurrare a Draco, in piedi accanto a lui, nello stesso momento in cui Ron e sua sorella entravano in chiesa.

 

Harry ingoiò il vuoto: Ginny era bellissima nel suo abito bianco, con il viso appena coperto dal velo bianco, il bouquet di rose rosse come i suoi capelli.

 

Ron serrava con forza le dita di Ginny sul suo braccio e, nonostante fosse emozionatissimo, riuscì a non inciampare nella gonna dell’abito che, birichina, s’infilava di tanto in tanto sotto la sua scarpa.

 

Ginny sorrideva dietro il velo mentre si rendeva conto che l’uomo affascinante che l’aspettava all’altare era l’amore di una vita.

Ripensò un attimo al loro primo incontro, quando, ancora bambini, si affrettavano a raggiungere il treno al binario 9 e ¾ .

 

Quando arrivarono Ginny e Ron all’altare, Harry si fece avanti per prendere la mano della rossa che il suo migliore amico gli stava offrendo.

 

-Continua a trattarla come hai fatto fin’ora.- gli intimò Ron con un sorrisone.

 

Harry annuì.

Ginny rise.

 

 

Hermione appena entrata nella visuale di Harry- si era sporta dal suo posto in prima fila per fotografare quel momento memorabile- lo salutò con una mano.

 
Ron le lanciò un’occhiata e le sorrise...

Poi, un lampo da una finestra, un grido.

Avvenne tutto così in fretta che nessuno riuscì a vedere chiaramente quello che successe.

Ron, nel giro di pochi secondi, si ritrovò a terra vagamente confuso: sul petto gravava un peso conosciuto. Batté le palpebre un paio di volte, prima di abbassare lo sguardo e ritrovare a pochi centimetri dal suo naso la testa di Hermione.

 -Hermione…- sussurrò mentre qualcuno alle sue spalle, iniziava ad urlare straziata. Ron accarezzò confuso la nuca della bruna che non fece nessun movimento.

All’improvviso, una consapevolezza gelida.

Ron s’issò un po’ con la schiena e quando il busto di Hermione si rovesciò sulle sue gambe come fosse stato privo di vita, sentì il cuore fermarsi.

 -CI STANNO ATTACCANDO!-

to be continued

___________________________________________________________________________________

No, non state sognando. Ebbene sì, sono proprio io, sono tornata, di nuovo.
Vi avevo detto che non avrei mollato, no?
Io le promesse le mantengo, e poi, sappiate che anche se dovessi metterci 30 anni per finire questa storia lo farò.
Spero questo chap sia stato di vostro gradimento, davvero.
Vi do appuntamento al prossimo aggiornamento: "Non ci provare nemmeno..."

Adesso vi lascio ai vostri saluti.

Edvige86 TESORO! Ma che devo fare con te e con la tua dolcezza? Ti ringrazio davvero, immensamente per essermi stata vicino. L'ho apprezzato molto. Spero, beccherai questo aggiornamento e che ti piaccia. Un bacio.

FedeHermy
E se ti dicessi che anche a me Dimitri sta proprio antipatico, tu come la prenderesti? Ehehehe, ti ringrazio per la tua pazienza e gentilezza, sono davvero fortunata ad avervi. Un bacio.


Meggie Ecco, lo so che voi mi state odiando brutalmente, perché faccio soffrire i miei personaggi e per vederli felici vi sto facendo pensare, ma prometto che arriverà quel giorno. Ti ringrazio tantissimo per la tua recensione e per la tua pazienza. Un bacio.


robby Credo che dall'ultimo aggiornamento a quando forse vedrai questo, tu ti sia già laureata, come me. XDDD. Che spirito di patate...  Ok, scusa. Diciamo che tutto quello che avevi predetto nella tua recensione potrebbe avverarsi o si è già avverato... poveri Ginny ed Harry ç_ç, riusciranno ad essere felici. Dimitri e Tamiara sono nati nella mia mente per essere i terzi in comodi, povere stelle... Ma non ti preoccupare tutto si risolverà Un bacio e grazie tante per tutto.


Funkia O meglio conosciuta come pandorina! Come stai, tesoro? Spero immensamente bene... è da un pò che non ci sentiamo, sarai quasi diventata nonna nel frattempo. XDDDD. Ti ringrazio tanto per la recensione, spero di sentirti presto, baci.

Liserc *Angèle tenta di tappare la bocca a Liserc riguardo Buffy ed il ritratto**Ci sono troppi testimoni, però*...ma salve, cara, come va, come va? Spero bene... ehehe, vedrò di rimediare nel prox chap con i vari piccioncini. Ti ringrazio, un bacio e a presto.

evyn1989 Ma grazie, cara, un baciotto anche a te!

cecia granger ...Hai davvero letto tutto in un giorno DAAB? WOW, complimenti. Io non ne sarei capace. Grazie delle tue parole gentili. Spero proseguirai la lettura, un bacio.

Vale E ora non posso fare a meno di commuovermi! Ehilà, genietto come stai? Ma tu lo sai che io ancora per rilassarmi mi leggo le tue meravigliose storie? *Sospiro*, non ci posso proprio fare niente, le adoro. *_______*. Come vorrei leggere ancora qualcosa di tuo. *Sospiro*. Grazie tante della tua recensione, spero, continuerai a leggere. *e a scrivere*. Un bacioneeeeeeeeee...

Carola Grazie! Un bacio.

Debby12 Grazie anche a te, bacio.

Arya Eccoti, accontentata, ho aggiornato. Spero tu abbia gradito tutto, un bacio.

pwg Grazie, cara. Sei davvero troppo gentile, scusa per averti fatto attendere. Bacio.

Carfiore Sai che la tua recensione l'ho letta come minimo 10 volte? Sai che mi ha spronato tanto a scrivere? Hai ragione, ragionissima. Grazie mille e se vorrai continuare a leggere e commentare sarai sempre la benvenuta. Bacio.

Sarina87 Ciao Sara, io sono Angela e dal nick credo di essere tua coetanea. Mi fa tanto piacere tu abbia apprezzato così tanto la mia storia. Davvero è una soddisfazione enorme per chi scrive e, poi, quando qualcuno comunica così specificatamente la sua passione come hai fatto tu nella tua recensione, a me sembra quasi di toccare il cielo. Davvero. Ti ringrazio e spero, continuerai a leggere la mia storia. Un bacio.

Karry Eccomi, eccomi. Sono tornata. Un bacio.

Grazie a tutti per l'enorme pazienza dimostrata.
A risentirci presto!
Un bacio,
Angèle
   
 
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