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Autore: Christine_Heart    26/06/2017    1 recensioni
Acheron lo guardò stranito, come se le parole appena dette non avevano senso.
Sorrise contento e disse:
«Papà icino!» esclamò il bimbo felice, portandosi le manine sul cuore, una sopra l'altra.
Papà! Non mi ha mai chiamato Dottore o Smith o in qualsiasi altro modo. Non ha mai chiesto il mio vero nome, il mio vero essere. Da quando ha iniziato a parlare, non si è mai rivolto a me con quel nome che adotto con tutti, con quel nome che di solito per me significa tanto, per lui sono solo papà, sono il suo papà.
«Empre!!!» disse alla fine formando un piccolo arco con le braccia.
Il Dottore sorrise intenerito mentre dentro sentiva piangere per la commozione.
«Il papà ti starà vicino in ogni momento non temere.» gli sussurrò con gentilezza, accarezzandogli con affetto la guancia.
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 1, Doctor - 10, Doctor - 11, Nuovo personaggio, Sorpresa, TARDIS
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'Papà Dottore'
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Capitolo 29: Un'abbraccio dal passato (Parte 3)

 
 
Rimasero un po' senza dir niente, mentre il Dottore provava a far collaborare il Tardis.
«Vuoi una mano?» chiese Ash divertito.
«No no, ti ringrazio.» rise il Dottore
Ash sentì squillare il cellulare, lo prese dalla tasca e rispose.
«Sì.» disse semplicemente.
«Akri!!!» sentì urlare dall'altra parte.
Ash rise spostando un po' il cellulare dall'orecchio.
«Ti sei stancata?!» chiese ridendo.
«Sì, va bene.» sorrise ancora annuendo col capo.
«D'accordo, ho capito.» aggiunse dopo comprensivo.
«Arrivo subito.» disse alla fine.
Salutò, e spense la chiamata, riponendo il cellulare nella tasca dei pantaloni mentre il Dottore lo fissava con il tipico volto: “ Ma chi era a telefono?”
«Vuoi conoscere tua nipote?» gli domandò lui con un sorriso sereno.
«Mia...» farfugliò il Dottore colto alla sprovvista.
«Tu hai una figlia?!» chiese poi meravigliato.
«In un certo senso sì.» annuì Ash lieto.
«Ma...» provò a capire il Dottore scuotendo il capo.
«E' il mio famiglio.» gli spiegò Ash per non farlo impazzire.
«Ma è come una figlia per me.» aggiunse dopo con sguardo dolce.
«E perchè dovrei conoscerla?» chiese il Dottore confuso.
«Come perchè?!» disse Ash offeso ritraendosi di colpo da lui.
«Sei mio padre.» aggiunse dopo in un sussurro felice.
«Lo sai che...» iniziò a dire il Dottore.
«Eppure è qui di fronte a me.» lo interruppe Ash con un sorriso radioso.
Il Dottore addolcì il volto pur rimanendo a bocca aperta.
«Non dire così, non sono realmente tuo padre.» disse il Dottore cupo.
«Lo sei stato per molto, moltissimo tempo.» disse con affetto Ash.
«E' meglio evitare.» spiegò il Dottore con occhi tristi.
E quel gesto spezzò il cuore di Acheron. Era difficile rimanere impassibile di fronte a quello sguardo colmo di dolore, di fronte a quegli occhi lucidi da far male. In quel momento sembrava un bambino colto sul fatto dopo qualche marachella, e che sotto il rimprovero dei genitori, se ne stava lì, con il suo faccino triste, a cercare le giuste parole per chiedere scusa.
«Non ti voglio obbligare ad entrare nella sua vita, capisco perchè non vuoi, ma almeno vieni a vedere.» gli disse buono Ash.
Il Dottore sospirò con fare dubbioso, ma poi annuì. Si avvicinò alle porte del Tardis per aprirle appena e sbirciare fuori, mentre Ash si sistemava al suo fianco.
«Lei è Simi.» gli sussurrò Ash indicando davanti a loro.
Il Dottore guardò con attenzione la bella ragazza davanti a sé. Era alta e molto snella, vestita con un top grigio ornato da un leggero pizzo nero e decorato con piccole rose, guanti infradito lunghi a rete neri, leggins a strisce rossi e neri, stivali con la zeppa che gli arrivavano alle cosce e che salivano fino alla sua minigonna rossa. I suoi occhi erano messi in risalto da una alta coda nera e da alcune ciocche rosso vivo che le ricadevano lungo il collo e da un linea precisa di eye-liner nero. Le labbra erano appena colorate da un pallido rosso e al collo portava una collana dal ciondolo corto che raffigurava un sole d'oro con tre fulmini d'argento al centro.
Si guardava intorno in attesa del suo Akri.
«E' bellissima!» esclamò il Dottore meravigliato.
«Sì, ed è Charonte.» sorrise Ash.
«Se...» disse il Dottore assecondandolo annuendo, senza togliere gli occhi da Simi.
«Nella versione più comune un demone.» rise Ash.
«Allora è di una bellezza demoniaca.» scherzò il Dottore guardandolo.
«Beh, io sono blu...» disse Ash senza pensarci.
«Che sei!?» scattando su e lasciando la porta del Tardis.
Ash sorrise di gusto, soprattutto dopo la faccia stupefatta dell' uomo.
«Si vede che anche tu conosci solo la superficie di me.» annuì Ash calmo.
«E mi sta bene così.» rispose il Dottore intenerito.
«Si vede che abbiamo trovato il nostro mondo in cui vivere.» aggiunse dopo grato.
Ash annuì consapevole del fatto che il Dottore aveva davvero ragione, e non sapendo cos'altro dire si limitò a fissarlo un attimo, per poi avvicinarsi a lui, e abbracciarlo forte. Il Dottore gli gettò le braccia al collo assaporando la dolcezza di quel tocco.
«Sono fiero di te.» gli disse poi in un sussurro senza lasciarlo.
«Stammi bene!» gli augurò Ash guardandolo negli occhi
«Anche tu, ragazzo mio!» rispose il Dottore con un mezzo sorriso e una carezza.
Ash si guardò intorno un'ultima volta, poi sorrise di nuovo a suo padre e infine uscì in strada.
Appena Simi lo vide, corse da lui prendendolo per mano.
«Dov'eri?!» chiese poi imbronciata.
«Ho rincontrato un vecchio amico.» gli spiegò accarezzandole la testa.
«Un vecchissimo amico.» disse guardando verso il Tardis.
Vide suo padre appoggiato alla porta del Tardis, con un sorriso tenero il volto. Ash involontariamente ricambiò quel sorriso così puro, poi alzò una mano in segno di saluto, dimenticandosi del fatto che Simi era lì e che probabilmente non stava capendo. Il Dottore chinò appena il capo, sollevando un attimo la sua mano, e in quel momento Ash si sentì a pezzi. Sospirò affondo, era l'ultima volta che l'avrebbe visto e lo sapeva bene. Notò gli occhi lucidi del padre e sentì i suoi inumidirsi. Con il cuore in frantumi strinse le spalle di Simi e si allontanò.
Sentì una porta cigolare appena, poi un leggera ventata, dopodiché silenzio.
Per un istante le strade di New Orleans sembrarono vuote e spente, ma solo per un istante.
Poi il caos riprese, le chiacchiere, la musica, le risate tra passanti. La vita normale continuava tranquilla, e nessuno si era accorto della scomparsa di una cabina blu.
Nessuno, tranne uno.
 
 
Il Dottore fermò il Tardis. La piccola cabina blu rimase sospesa sopra la Terra, silenziosa. Con calma il Dottore si avvicinò alle sue porte per aprirle e guardare fuori. Era sempre meraviglioso perdersi in quell'infinito blu. Si mise seduto al margine del Tardis con le gambe che penzolavano del vuoto, ad osservare il panorama. Era sempre stato rilassante per lui.
«Oggi l'hai fatto apposta, non è vero?!» chiese voltandosi verso il Tardis.
«Ti sei fermata apposta, per farmi parlare con lui, non è così?!» domandò ancora ritornando sulla Terra, che sembrava ascoltarlo. Il Tardis risuonò appena quasi con voce colpevole ma divertita.
«Ti ringrazio!» sorrise con dolcezza il Dottore.
«E' stato un bel gesto.» annuì commosso.
«Ma non voglio entrar a far parte della sua vita.» spiegò alla fine.
«Sta bene e questo mi basta.» disse sereno.
Il Tardis si fece sentire di nuovo stranita da quella risposta.
«Non ha bisogno di me. I figli sanno sempre come cavarsela, non hanno mai veramente bisogno di te, siamo noi genitori che cerchiamo di proteggerli da tutto, e lo facciamo per non farli soffrire, per evitare che si facciano del male. Vederli tristi o malati...» si fermò a pensare.
«...Ti distrugge il cuore più di ogni altra cosa, ed io ne ho due.» provò a scherzare.
«Non ha più bisogno di essere tenuto per mano, ormai sa camminare da solo...e cammina ogni giorno verso il suo futuro.» concluse alla fine abbassando gli occhi.
Il Tardis riecheggiò con dolcezza.
«Sì, è straordinario vero!?» chiese il Dottore pur conoscendo la risposta.
«Continuerò a vegliarlo da lontano, consapevole del fatto che non potrò toccarlo, non potrò dargli consigli di nessun genere, non potrò stare un intera giornata con lui, non potrò accompagnarlo al cinema, non potrò incontrare la sua ragazza, non potrò ridere con lui o con i suoi figli...non potrò fare nulla.» disse alla fine con rammarico.
«Ma è vivo. Ha la sua vita, ed è giusto viverla.» terminò annuendo.
Il Dottore rimase lì a fissare la Terra con un sorriso tenero in viso.
 
Continua...
 
Note dell’autrice:
Eccoci qui, siamo letteralmente ad un passo dalla fine, il prossimo capitolo infatti sarà l'ultimo, ma non il meno importante! ;)
 
- Akri: Termine atlantideo per “signore e padrone”.
- Charonte: Il Dottore non si stupisce delle sembianze del famiglio di Ash, perchè in un certo senso ha sempre saputo chi era realmente Acheron. e con il tempo ha imparato ad apprezzare e a conoscere meglio il mondo che circonda il figlio.

 
  
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