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Autore: Razu    26/06/2017    0 recensioni
Legolas vive nel Distretto Mirkwood (il 10) ed è il figlio del sindaco Thranduil. Non si può dire che sia privilegiato rispetto agli altri, però cerca sempre di aiutare la povera gente.
Un giorno, lui e Tauriel vengono estratti per andare agli Hobbit Games, terribili giochi dove bisogna uccidere tutti gli altri per vincere.
Ma loro non vogliono uccidere, e nemmeno i loro amici.
Dovranno lottare per superare l'arena e il crudele presidente Sauron...
Genere: Angst, Drammatico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti
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La Mietitura

Apro gli occhi, svegliato dalla luce che filtra dalla tapparella.

Oggi è il giorno, il Giorno della Mietitura

Mi alzo, attento a non svegliare mio padre. Dormiamo insieme da quando ne ho memoria.

-Legolas...- mugugna lui nel sonno. Gli dò un bacio affettuoso e vado a prepararmi. Cambio idea e decido di uscire. Mi vesto velocemente e prendo arco e stivali. Prendo un po' di soldi, giusto per comprare del cibo alla povera gente.

Abito nel Distretto Mirkwood, e sono il figlio del Sindaco Thranduil. Per questo cerco di aiutare la gente come posso, come mio padre.

Esco, ma prima di cominciare il mio giro, vado a trovare la mia fidanzata, Tauriel.

La trovo davanti alla porta di casa sua, intenta a sbriciolare il pane muffito per gli uccellini. -Ciao, amore mio- lei mi sorride e mi bacia. Quando sono con lei riesco a dimenticare tutto, persino chi sono. Vedo che ha un segno rosso sulla faccia. La accarezzo e la abbraccio -ti hanno picchiata di nuovo?- lei annuisce.

Niente parole, ma dopotutto è così che preferisco. 

Attimi magici, interrotti solo dalla mia voce.

Tauriel non parla da molti anni. 

Quando a undici anni venne estratta come Tributo, sua sorella maggiore Canië si offrì al suo posto, ma morì durante i Giochi. Le ultime parole di Canië furono trasmesse in tutta Middle Earth: "sono morta invano, ho sprecato la mia vita, non fare così anche tu, sorella" 

Divenne chiusa e taciturna da allora.

Sua madre morì di dolore e suo padre in cadde da un albero rompendosi il collo qualche anno dopo.

Fu allora che Tauriel smise di parlare.

Ora vive con una famiglia adottiva, che però la disprezza e la picchia.

Vai a fare il tuo solito giro? Sembrano chiedere i suoi occhi -sì, tornerò presto, giusto in tempo per...- lo sguardo di Tauriel si intristisce e si abbassa. 

A lei non piace sentire il nome Mietitura.

Io la bacio per consolarla. Lei mi fa un sorriso.

Io vado.

Incontro una prostituta durante il mio giro, disperata come pochi. Le dò qualche moneta e un po' di cibo, dato che è piuttosto malnutrita. Non c'è molta gente per strada, salvo un bambino affamato davanti al panettiere.

Gli prendo del pane, e un paio di biscotti. Gli accarezzo la testa mentre mangia e lui mi guarda con occhi colmi di gratitudine e mi abbraccia le gambe mormorando una serie di ringraziamenti.

Controllo l'ora. È meglio che vada a prepararmi.

Trovo mio padre e mio nonno fare colazione con qualche biscotto e poco latte. 

Il fatto che siamo, per così dire, "nobili" non ci garantisce più cibo degli altri. 

-Dov'eri?- Mi chiede nonno Oropher -a fare il mio solito giro- rispondo facendo spallucce. Mio padre mi guarda con un sorriso, ma so che in realtà è preoccupato a morte.

Lui ci è stato, agli Hobbit Games, indetti dal nostro crudele e immortale Presidente Sauron per tormentare la popolazione. È il primo e unico vincitore del nostro distretto, ma non ne va fiero.

La prima volta, aveva diciassette anni, come me, ed ha vinto per mera fortuna. Ha aspettato che si scannassero fra di loro, e poi ha ucciso l'ultimo. Nonno dice che non è stato più lo stesso quando è tornato.

La seconda volta, era stato per un'Edizione della Memoria. Il Presidente Sauron aveva decretato che per questa edizione, sarebbero state scelte le coppie adulte e sposate. Trovava divertente vedere la gente soffrire per amore. 

Toccò ai miei genitori. 

Avevo sei anni quando successe.

Ricordo con precisione i miei genitori salire sul palco, mentre mio nonno gridava. Ricordo le loro lacrime, al pensiero di non vedermi più, ricordo le mille raccomandazioni che mia madre faceva a mio nonno su come prendersi cura di me. Ricordo mia madre che mi guarda negli occhi, mentre piange, che dice: -la sera gli piace farsi leggere una storia, e...e non si addormenta mai senza il bacio della buonanotte-

Ricordo che mio nonno mi spediva sempre a letto presto, perché voleva sentire i tributi morti, e non voleva farmeli vedere.

Un giorno, credeva fossi a letto, ma invece sbirciavo dalla porta. Quando avevo visto il viso della mia amata Naneth, ero entrato gridando nella stanza. Per poco non avevo distrutto la TV.

Quando mio padre era tornato, si era chiuso in sé stesso per i sensi di colpa e per il dolore. Diceva che era colpa sua se Naneth era morta, diceva che avrebbe potuto proteggerla meglio.

Da allora dormiva con me.

-Non ti offrire come tributo- mi dice mio padre -non sopporterei perdere anche te- io annuisco. Ma per Tauriel lo farò, penso.
Mio padre mi porta in bagno e comincia a pettinarmi i capelli. Mio nonno ci osserva appoggiato allo stipite della porta. -Non credi di essere un po' troppo vecchio per farti pettinare, giovanotto?- Mi chiede.

-Potrei non avere più occasioni come questa- ribatte mio padre. 

Quando ha finito mi dà un bacio sulla testa e poi mi fa le treccine.

Ricordo che Nana mi pettinava sempre quando ero piccolo. A lei piaceva tantissimo, e anche a me, perché ci mettevamo davanti al caminetto, poi, mia madre cominciava a cantare, e io e Ada ci univamo a lei. A volte anche nonno Oropher cantava, ma allora era lui il sindaco ed era impegnato.

Dopo l'ultima Edizione della Memoria, mio nonno è dovuto "andare in pensione" e mio padre è diventato sindaco al posto suo.

Dato che noi elfi siamo immortali, abbiamo una data di scadenza per queste cose. Ovviamente la decide il Presidente, anche se prima deve ottenere un mucchio di approvazioni, ma dubito che funzioni ancora così.

Io e Ada andiamo nella mia camera (anche se ci dormiamo in due) e lui mi aiuta a scegliere i vestiti, cosa non molto complessa, dato che non ho una vasta scelta.

Mi metto una camicetta azzurra e un paio di pantaloni dello stesso colore. Voglio prendere il mio arco, che Ada mi ha insegnato a maneggiare quando avevo sette anni, ma non posso. Se venissi estratto come tributo, dovrei lasciarlo qui comunque.

Io, Ada e Nonno Oropher usciamo.

La gente si sta muovendo verso la piazza. Comincio ad agitarmi. Vedo Tauriel in mezzo alla folla. Lei vede me e mi si avvicina. Mi fa un debole sorriso e mi prende per mano.

Anche lei ha una camicetta azzurra, con le maniche corte e a palloncino. Indossa dei pantaloni beige, di cotone. 

Noto che ha il braccialetto di cuoio che le ho regalato anni fa per il suo compleanno. Sopra avevo inciso i nostri nomi con la frase "uniti per sempre".

La mia agitazione si calma un po'.

Arriviamo davanti al palco con le urne.

Come vincitore degli Hobbit Games, mio padre dovrebbe essere lì sul palco come mentore, ma essendo il sindaco non può esserlo.

Sul palco c'è Melanie Hynkel. Sarebbe l'accompagnatrice dei tributi, e credo che debba insegnare regole di bon-ton, dato che i distretti coi numeri più alti non hanno abitanti molto educati.

-Allora!- Trilla con la sua vocetta acuta e fastidiosa -eccoci qua alla Mietitura! Direi...prima le signore!- Si dirige verso l'urna femminile, ma si ferma di botto a metà strada. Fa un sorriso abbastanza agghiacciante e dice: -un momento! Ma abbiamo pescato prima le ragazze l'anno scorso, perciò...cominciamo dai maschi!-

I miei battiti accelerano per l'agitazione.

Tauriel si stringe al mio braccio.

La mano di Melanie si infila nell'urna e tira fuori un biglietto.

-Helenfstain Ziesehl- il mio cuore torna a battere a una velocità normale, ma quello che grida una donna mi fa gelare il sangue nelle vene: -deceduto! Questa notte- 

Melanie pesca un altro nome.

I miei battiti raggiungono una velocità tale che mi stupisco di essere ancora vivo.

Melanie mette in quel momento tantissima suspense, tanto che mi viene da gridarle: E leggilo, porca miseria!

Finalmente apre il biglietto.

Tauriel mi stringe così forte che quasi mi fa male.

Melanie apre la bocca: -Legolas Verdefoglia Thranduilion-





 

*spazio autrice*
Per chiunque legga questa storia senza conoscere molto bene l'universo Tolkieniano, gli dico che Ada (lo so, in italiano è un nome proprio) vuol dire papà in elfico, Adar vuol dire padre, Naneth vuol dire madre e Nana vuol dire mamma.

   
 
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