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Autore: Matthw883    27/06/2017    1 recensioni
Questa storia è ambientata nel futuro. Un futuro dove Warren è ricco ma che non riesce ad avere una storia soddisfacente con una donna perchè nonostante tutto prova ancora amore per Max, nonostante lei sia scomparsa da anni.Visto che uno dei più grandi desideri di Warren è diventare padre, nonostante non trovi l'anima gemella egli decide di adottare una bambina. La storia ci concentra su questo rapporto.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Max Caulfield, Nuovo personaggio, Warren Graham
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1      UN TRISTE PRESENTE

 

 

 

-Basta Warren, basta cosi, tra noi due è finita, non ti sopporto più.  Sei impossibile, sei sempre musone, sempre apatico, sempre depresso, io ho cercato di aiutarti, di sopportarti, di darti la forza di reagire ma tu niente. Tu rimani li a non far niente, tu stai li fermo a farti compatire, e io sono stanca, stanca di darmi anima e corpo a te e non ricevere nulla in cambio. Nulla, nemmeno la più piccola e basilare manifestazione di affetto, mai un bacino, mai una premura. Io ero cosi felice quando tu mi dissi che volevi provare ad avere una storia con me, era il sogno delle mia vita, era convinta che da quel giorno in poi le cose sarebbero andate meglio, ma mi sbagliavo e il sogno è diventato un incubo e sai perché ? Perché tu ami sempre e solo lei. Anche adesso che è soltanto un cadavere, tu sei rimasto indietro,  sei rimasto a prima del tornado ma devi fartene una ragione, quell'evento ha sconvolto tutti ma sono passati dieci anni ormai, non ci sono più speranze di ritrovarla ancora viva,  lo sai vero ?-

Annuisco mestamente:

-Lo so.-

Dopo queste parole il tono della sua voce cambia, e passa da un tono arrabbiato a un tono dolce:

-Lei non avrebbe voluto vederti cosi, avrebbe voluto che tu continuassi a essere sorridente, sempre allegro e spensierato.-

-So anche questo.-

-Proprio per questo devi scordartela e ricominciare a vivere, devi farlo per lei. Solo che questo percorso dovrai farlo senza di me Warren, io non ce la faccio più, mi dispiace, ma ho anch'io i miei problemi e le mie esigenze, e non posso annullarmi totalmente per un'altra persona.-

-Certo, lo  capisco, ed è giusto cosi.-

Lei mi si avvicina e mi da un bacio sulla guancia sinistra:

-Addio Warren, spero che tu possa tornare a essere felice.-

Detto questo Brooke apre la porta e se ne và.

Non tornerà mai più, ne sono certo. Tante volte abbiamo litigato, molte volte ha minacciato di andarsene per sempre, ma alla fine lei è sempre tornata. Stavolta no, sono sicuro che non lo farà, chiunque al posto mio sarebbe disperato, triste, arrabbiato, ma io no, non è nemmeno una liberazione, è come se la cosa mi lasciasse del tutto indifferente. Lei aveva tutte le ragioni per andarsene, meritava più amore, più affetto, cose che io non sono riuscito a darle, cose che sembra io non riesca più a dare a nessuno. Non riesco più ad innamorarmi, da quando Max se n'è andata io non ci riesco più, ho provato e riprovato, ma niente, nessuna persona riesce più ad accendere il mio cuore. Ero convinto che sarei riuscito a superare la sua morte immergendomi nello studio, ancora di più di quanto non facessi già prima, ero convinto che un buon lavoro e la realizzazione professionale mi avrebbe gratificato e fatto dimenticare Max, ero convinto che sarei riuscito a trovare un'altra ragazza da amare, una con cui mi sarei sposato e avrei messo su famiglia. Mi sbagliavo,mi sbagliavo, il posto nel mio cuore sarà sempre e solo per Max, e tutti i soldi del mondo non basteranno mai a colmare il vuoto che sento dentro di me.

In quel momento sento bussare alla porta, e una voce familiare mi chiede se può entrare:

-Permesso, si può ? Sono io Warren, sono Luke.-

-Oh Luke, certo, avanti, entra.-

Luke si siede sul divano accanto a me:

-Ehi fratello è tutto a posto ? Ho visto Brooke andarsene da casa tua in lacrime.-

-Si, beh, noi ci siamo mollati.-

-Ancora ? Ma è già la terza volta questo mese.-

-Lo so.-

-Va beh, tanto poi tornerà, lo fa sempre,  tornerà qui in ginocchio a chiederti scusa.-

-No, non credo proprio che lo farà, questa volta mi ha lasciato per davvero.-

-Ma ne sei sicuro ? Non è proprio possibile ricucire il tutto.-

-No, stavolta no, e poi a dirti la verità non sono nemmeno sicuro di voler ricucire tutto.-

-Che intendi dire ?-

-Che il fatto che se ne sia andata non mi fa ne caldo ne freddo, io non l'amavo, stavo con lei solo per non rimanere solo.-

-Aspetta, aspetta, aspetta, vuoi dirmi che nemmeno lei era....-

-Esatto, nemmeno Brooke era quella giusta, non riesco più ad amare Luke. Nessuna è come lei-

Dopo queste parole Luke si alza in piedi e mi rimprovera:

-Eh si Warren, però anche tu potresti iniziare ad abbassare le tue pretese, lo so che nessuna sarà mai come lei, però insomma, guardati, sei un giovane e ricco scapolo. Hai guadagnato milioni di dollari con la vendita del brevetto della bevanda energetica "Max", insomma potresti avere qualunque donna hai tuoi piedi e tu che fai ? Stai ancora a piangere sul cadavere di Maxine ?--

-E' Max, mai Maxine. E inoltre il suo corpo non è mai stato ritrovato.-

Luke è una gran brava persona che ha fatto tanto per me. Siamo diventati grandi amici subito dopo la tempesta che devastò Arcadia Bay, mi ha stato molto vicino e mi ha aiutato ad andare avanti, abbiamo pure comprato un negozio in società , oddio in società adesso, diciamo che l'ho comprato al 90 % io, lui lo gestisce soltanto, ma aveva bisogno di un lavoro. Farei tutto per lui, ma quando fa cosi non lo sopporto:

-Ho capito Warren, ma sono passati dieci e dico dieci anni, se è ancora in vita, perchè non ha mai dato sue notizie per tutto questo tempo ? E' morta Warren, morta, forse non hanno mai trovato il suo corpo perchè il tornado l'ha portato via,  non lo so, sta di fatto che non c'è più, e dopo dieci anni devi fartene una ragione.-

-Lo so bene Luke, infatti sono consapevole che Max non ci sia più, il problema è che nonostante io voglia, nonostante io ci provi, non riesco a innamorarmi di qualcun'altro. Ormai lo so che Max è morta, e io credo che resterò single a vita, pazienza ormai ci sono abituato, non è quello il problema.-

-E qual'è il problema allora ?-

-Che in questa maniera non avrò mai figli miei, non avrò dei bambini da accudire, da crescere. Non avrò figli a cui insegnare tutto quello che so, non avrò mai la famiglia che ho sempre sognato.-

Faccio una pausa:

-Resterò solo per sempre.-

A quelle parole Luke mi sorride e mi da una pacca sulle spalle:

-E che problema c'è amico ? Se vuoi dei figli basta trovare una persona che sia disposta ad affittare il suo utero per te. Lei terrà tuo figlio per nove mesi in grembo e una volta nato te lo consegnerà, tu diventerai un papà, e poi tutti felici e contenti.-

-Non mi piacciono queste pratiche Luke, io resto ancora dell'idea che un figlio deve essere il coronamento dell'amore tra due persone, e  poi...non so, mi sembra come andare al supermercato e chiedere "mi scusi vorrei un bambino, quale utero mi consiglia ? Quanto costa ?". Un bambino non è un oggetto.-

-Non pensavo che fossi cosi retrogrado su questa faccenda, hai persino donato lo sperma anni fa, ricordi ? E poi dimmi che c'è di più bello di una persona che tieni in grembo un bambino per rendere genitori delle altre persone ?- 

-Quello me l'hanno pagato, ,e anche bene, avevo  bisogno di soldi per continuare i miei esperimenti, ero al verde e ho dovuto farlo. E poi, io non dico che sia male, dico solo che per me è cosi, a me non piace, non me la sento.-

-Allora perchè non ne adotti uno ? Sarebbe la soluzione migliore per tutti, per lui e per te, tu avresti un figlio e lui un padre.-

Sospiro:

-Non credo di essere in grado di badare a un bambino orfano, hanno bisogno del doppio di amore, del doppio delle nostre attenzioni, non sono quello che loro meritano, meritano di avere tutti e due i genitori. E poi è un casino, coi documenti, analisi, controanalisi, controlli vari, senza contare che un genitore solo ha molte più difficoltà. Con questi impedimenti vedrò mio figlio quando ormai sarà già grande,e poi credo che nessuno di loro vorrebbe venire con uno come me, loro sognano entrambi i genitori non uno solo.-

-Dai non dire cosi, sono sicuro che molti bambini preferirebbero avere un genitore solo piuttosto che nessuno.-

-Tu credi ?-

-Ma certo.-

-E se dovessi deluderlo ?-

-Non lo farai tranquillo.-

-Ah non lo so Luke io....-

-Beh fai come cazzo ti pare, basta che smetti di piangerti addosso, prometti solo che darai una svolta alla tua vita e che smetterai di essere sempre cosi depresso. Cazzo, hai qualsiasi cosa che un ragazzo desideri ma sembra che ti manchi sempre qualcosa.-

-Infatti è cosi.-

-Beh prometti però che ci penserai su, io ora devo andare,altrimenti il negozio rimane chiuso, ci vediamo domani okay ?-

-Va bene. Ciao Luke-

-Ehi stai su con la vita amico, e vedi di divertirti un pò, sei sempre chiuso qui dentro.-

Luke si rimetti il suo berretto sulla testa, mi da un cinque e poi se ne va da casa mia. 

Uff, ho la testa che mi scoppia, meglio che vada a fare un bagno, cosi oltre al corpo mi si schiarisce anche la mente. La doccia mi rilassa e mi rende più tranquillo, forse Luke ha ragione, dovrei godermele di più, dovrei spassarmela, dovrei distrarmi, ho tanti di quei soldi che mi permettono di fare qualsiasi cosa, insomma, ho la più grande collezione di videogiochi della regione,  ho una vasca idromassaggio nel bagno e una Ferrari in garage, cose che tutti mi invidierebbero. A proposito di Ferrari, quasi quasi la prendo e ci vado a fare un giro per le campagne intorno a New Arcadia Bay, certo che potevano evitare di mettere alla città un nome cosi ridicolo, non era meglio richiamarla Arcadia Bay e basta ? Bah, meglio lasciar perdere queste cose.

Esco dalla doccia, e dopo essermi asciugato mi vesto, mi metto un paio di jeans, un giacchetto in pelle nero e una delle mie vecchie magliette da nerd, look un pò fuori moda, ma chi se ne frega, io le mode non le ho mai seguite. Mentre scendo dalle scale, l'occhio mi cade su una vecchia foto fatta quando avevo 17 anni, certo  non sono cambiato tanto negli ultimi dieci anni,  di diverso c'è solo un paio di lunghe occhiaie dovute alle nottate insonni e una leggera barba ben rasata. 

 

Prendo gli occhiali da sole, scendo di sotto in garage e accendo la mia Ferrari rossa, mi allontano dalla mia villetta che si trova in periferia di Arcadia Bay  e mi getto a tutto gas per le campagne circostanti, ascoltando una compilation formata da colonne sonore di videogiochi, film e serie Tv. Mi sento già molto meglio, il paesaggio è meraviglioso e la macchina va che è un piacere.  Passo tutta la mattinata a girare per la campagna, questo almeno finchè l'orologio dell'auto non mi dice che ormai è ora di pranzo. Ormai è troppo tardi per pranzare a casa, meglio trovarsi un ristorantino o qualcosa del genere, guardo su google maps e vedo che c'è una trattoria in un paesino distante pochi chilometri da qui, bene, andrò li.

Riaccendo l'auto e mi dirigo a tutta velocità verso il paese, sono quasi arrivato, tant'è che comincio a vedere le prime case isolate, però improvvisamente sono costretto a frenare bruscamente poichè un bambino sta attraversando la strada per rincorre una palla, non appena mi vede si spaventa e rimane fermo in mezzo alla strada. Per fortuna riesco a fermarmi in tempo e di conseguenza riesco a non investirlo, una volta fermato tiro un lungo sospiro di sollievo. Che spavento che mi ha fatto prendere, ora scendo e gliene dico quattro, a lui e a quegli incoscienti dei suoi genitori:

-Ehi bambino, devi stare attento, se ti avessi visto solo un minuto dopo ti avrei preso sotto e tu saresti morto.-

-Mi-mi dispiace signore, i-io r-rincorrevo l-la palla è-è l'unica che abbiamo e non possiamo perderla.-

-Va bene, ma i tuoi genitori non ti hanno insegnato che bisogna sempre fare attenzione alla strada ? Non ti hanno mai insegnato che bisogna guardare prima a sinistra e poi a destra.-

Il bambino scuote la testa:

-No, vede signore, io non ce li ho i genitori.-

Queste parole mi stupiscono e la mia rabbia sparisce:

-Come non hai i genitori ?-

-No, sono morti quando avevo due anni, non avevo altri parenti, cosi ora io vivo li insieme ad altri bambini.-

Il bambino mi indica un edificio sulla mia sinistra, l'edificio sembra molto vecchio, sembra risalire all'inizio del secolo scorso:

-Tu vivi li ?-

-Esatto signore, è l'orfanotrofio "Sacro Cuore", ora mi scusi ma devo assolutamente riprendere il pallone e tornare dentro, altrimenti saranno guai.-

Il bambino corre nel cespuglio dove si è fermata la palla:

-Oh no che guaio, il pallone è finito in mezzo ai rovi e si è bucato, ora la signora Werstroom mi punirà.-

Il bambino inizia a piangere rumorosamente e io sentendomi in colpa decido di fare qualcosa per lui:

-Su non piangere piccolo, non ti preoccupare, comprerò un nuovo pallone per te e i tuoi compagni, dopotutto non è stata solo colpa tua. La mia auto andava parecchio forte, se fossi andato più piano ti avrei visto in tempo e non sarebbe successo nulla.-

Il bambino si asciuga le lacrime:

-Davvero ?-

-Certo.-

-L-la ringrazio signore, lei è molto buono.-

-Figurati, anzi, che ne dici se entriamo nell'orfanotrofio col mia Ferrari ? Eh che ne dici, vuoi salirci ?-

-Wow, un vera Ferrari, certo che voglio salirci, anche solo per pochi minuti.-

-D'accordo entra, come ti chiami piccolo ?-

-Joe, Joe Philips.-

-E quanti anni hai ?-

-7.-

-Bene Joe, sali in macchina.-

Joe mi sorride, ha gli occhi marrone, i capelli biondi e ha la faccia di uno che combina spesso marachelle.

Io e Joe entriamo nel cortile del suo orfanotrofio con la mia Ferrari, il rombo del motore attira tutti i suoi amichetti verso di noi, li vedo guardare la mia auto con gli occhi spalancati:

-Guardate ragazzi c'è Joe su una Ferrari.-

-Che bella.-

-Tutta rossa e lucida.-

-Oh come vorrei essere io al suo posto.-

Una volta parcheggiata l'auto i bambini si mettono a toccarla e a guardarla con ammirazione, mentre Joe racconta loro quello che gli è successo.

In quel momento però si avvicina a noi una signora che richiama i bambini all'ordine:

-Che successe bambini ? Basta con questo fracasso, fate silenzio.-

-Va bene signora Werstroom.-

I bambini si mettono tutti in riga, quasi fossero piccoli soldati:

-Bene, cosi va meglio.-

La signora avrà 60 anni o anche di più, ha i capelli grigi, occhi da uccello rapace, è piuttosto corpulenta e ha il volto molto irregolare, c'è da dire che esteticamente parlando è proprio brutta, ma sembra sicura di se e riesce a farsi rispettare.-

Una volta calmata si rivolge a me:

-Chi è lei ?-

-Mi chiamo Warren Graham, passavo di qui per caso, quando ho incrociato il piccolo Joe Philips, stava rincorrendo una palla che gli era sfuggita, sono riuscito ad evitarlo per un pelo, purtroppo il pallone si è rotto, ma non si preoccupi, lo ripagherò io.-

Dopo queste parole la donna si rivolge in tono severo verso il bambino:

-Philips, quante volte ti ho detto che non devi andare in strada ? E' pericoloso, se devi recuperare qualcosa devi chiamare un adulto, chiaro ?-

-Si signorina.-

-Non sia troppo severa con lui.-

La donna sospira:

-Okay, va bene ragazzi adesso tornate tutti nelle vostre stanze e fate i bravi.-

I bambini vanno tutti dentro l'edificio, mentre io rimango fuori con la donna: 

-Si mi scusi se ho perso la calma, io mi chiamo Elena Werstroom, sono la direttrice di quest'orfanotrofio, come capirà  non è facile gestire tutti questi bambini e quindi spesso capita di arrabbiarsi. Ma per me questi bambini sono tutto, anche se non sembra voglio a loro un mondo di bene.-

-Immagino, ora guardi, mi dica quando le devo per pallone, cosi tolgo il disturbo, si è fatto piuttosto tardi e...-

-Oh no, non se ne vada, mi dica, non le piacerebbe adottare uno dei miei bambini ?-

La sua domanda mi mette a disagio:

-Oh...ehm i-io non credo di essere adatto, sa io non ho una compagna, e-e-e poi ci vorrà un sacco di tempo prima che l'adozione venga formalizzata, s-senza contare che non so se sarò in grado.-

-Oh ma che sciocchezze, basta amare, basta fare le cose con amore e tutto andrà bene. Per quanto riguarda la presenza o no di una compagna, mi creda, i bambini le vorrebbero bene lo stesso.-

Cerco di ribattere:

-M-ma per le tempistiche...-

-Oh non si deve preoccupare, i tempi sono cambiati, e poi noi adottiamo una politica diversa. Se le volesse potrebbe diventare padre in brevissimo tempo, basterebbe pagare 6000-7000 dollari per tutti i documenti, superare l'esame psichiatrico tenuto dal nostro dottore e potrebbe portarsi a casa un bambino entro due-tre giorni. Oh naturalmente deve essere incensurato, ma questo non credo sia un problema, dico bene ?-

Nonostante sia ancora restio la sua offerta mi ha incuriosito, se non altro perchè sembra tutto troppo facile, e il prezzo per i documenti poi. Qui c'è qualcosa che mi puzza:

-Io sapevo che bisogna aspettare molto tempo, fare numerosi controlli per riuscire ad avere un bambino. Senza contare inoltre che ero convinto che ormai gli orfanotrofi, intesi in senso classico fossero ormai tutti chiusi.-

Lei mi risponde con voce calma e dolce:

-Si la maggior parte sono stati chiusi, ma non tutti, alcuni, specie in queste zone di campagna più remote sono rimasti. Per quanto riguarda il resto, mi creda ormai adottare un bambino è diventata una cosa rapida e veloce. Noi vogliamo che i nostri bambini possano andarsene al più presto da qui, vogliamo che i genitori e i bambini siano soddisfatti nel più breve tempo possibile, mi capisce non è vero ?-

-S-si, q-questo è molto lodevole m-ma e-ecco....io non lo so, guardi, n-non credo che faccia per me.-

-Lei non vorrebbe diventare padre ?-

-S-si e anche molto, p-però...-

-Oh insomma, basta con questi però, l'ho vista con Joe, sono sicura che sarebbe un padre fantastico per ciascuno dei bambini presenti qui.-

-La ringrazio ma io...-

-Senta, perchè almeno non si fa un giro per l'orfanotrofio e non rallegra la giornata ai bambini ? Sarebbe un ottima distrazione per loro, non vedono mai facce nuove.-

Credo che almeno questo posso farlo, insomma se è per i bambini va bene:

-D'accordo, resterò con loro per oggi.-

-Splendido, allora forza andiamo.-

Una volta dentro la signora Werstroom mi fa conoscere molti bambini dell'orfanotrofio, sono tutti molto allegri e felici di conoscermi, sono molto vivaci.

Forse ho malgiudicato la signora Werstroom, sembra tenerci molto ai bambini,  io trovo mi trovo molto bene con loro, ma ancora non me la sento di prendermi questa responsabilità di adottarne uno e poi non so, con nessuno di loro è scattata la scintilla, non riesco a immaginarmi padre di uno di loro.

 

Dopo un paio d'ore dico alla Werstroom:

-Beh mi scusi signorina, ma ora è veramente tardi, dovrei proprio tornare a casa.-

Elena fa una faccia delusa:

-Certo, la capisco, ma mi dica, proprio non ne vuole adottare nemmeno uno ? Non ha visto come sono belli ed educati ?-

Come mi aspettavo, in realtà il tour dell'orfanotrofio era un modo per farmi invogliare ad adottare un bambino.-

-Lo sono infatti, ascolti, io mi sono divertito molto oggi, ma un bambino non è un cane, deve essere dato a persone che sono veramente in grado di....-

Vengo interrotto da un rumore alle mie spalle, sembra quello di un tonfo, di una caduta. Mi giro per capire cosa è successo e vedo una bambina di circa 4 o 5 anni rialzarsi lentamente da terra, la guardo con attenzione e noto che ha i capelli lunghi marroni raccolti in due codini, due bellissimi occhi azzurri e un viso pieno di lentiggini. La guardo stupito, perchè realizzo che è praticamente la fotocopia della mia defunta amica e grande amore Max.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Okay, sono tornato con una nuova fanfic, cercherò di aggiornare almeno una volta a settimana. Spero che possa piacervi, in questo primo capitolo vediamo com'è la situazione di Warren in questo futuro. Che ne pensate ? Warren adotterà un bambino ? Chi sarà la bambina che assomiglia a MAx ? Lo scopriremo forse nel prossimo capitolo. Commenti e critiche sono sempre graditi (queste ultime solo se gentile e giustificate).

   
 
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