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Autore: Ipernovae    27/06/2017    3 recensioni
Un sorriso increspò le labbra del nano, mostrandolo quasi paterno mentre Bilbo lo guardava con le guancia rosse e il respiro che si accorciava, come fosse in mancanza d'aria. -Parla con lui, Bilbo. Ti ascolterà. Potrebbe essere la vostra ultima notte al mondo.- si congedò dandogli una pacca sulla spalla e un ultimo sorriso dall'ombra dolce-amara.
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bilbo, Thorin Scudodiquercia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'ultima notte al mondo


L'aria nella Montagna era fredda, Bilbo aveva dovuto imparare a conviverci in quei giorni bui, dove il più tenero raggio di sole moriva prima di incontrare anche la più piccola cavità. L'illuminazione era costituita da precarie torce, la fiamma che danzava al passaggio del vento che penetrava dall'ammasso di pietre che costituivano un altrettanto precario muro di sbarramento per i nemici. Nemici che Bilbo si rifiutava di chiamare così. Erano semplicemente uomini, elfi, persone. Buone, che mai avrebbe potuto considerare nemici. Forse era il suo animo gentile o forse il suo lato Baggins, a farglielo pensare. Pensiero accompagnato da un amaro sorriso alla consapevolezza che Thorin Scudodiquercia, era stato completamente accecato dalla malattia dell'oro. Tanto da rifiutare le promesse mantenute.
Si continuava a domandare il motivo per cui fosse andata a finire così, un'impresa che all'inizio gli era sembrata folle e imprudente, ma che con il passare del tempo aveva saputo risvegliare il suo lato Took, portandolo a riconoscere di essere sempre stato coraggioso e di aver messo a tacere quella parte di sé per paura di essere giudicato strano da quei parenti impiccioni, pronti a prendersi la sua casa al suo primo passo falso. Ripensare a quelle scaramucce lo faceva sorridere, le labbra gli si increspavano di nostalgia e gli veniva naturale pensare a quel se stesso che si preoccupava di questioni tanto frivole con tenerezza, quasi avesse davanti una versione di sé stesso completamente diversa. "Ed è così", gli suggerì una voce nella sua mente, che lo convinse maggiormente del cambiamento avvenuto.
"È grazie a Thorin", gliene suggerì un'altra, questa però lo portò ad imbarazzarsi e coprirsi il viso con le dita impolverate. Aveva sempre saputo di non essere un comune hobbit, dentro di lui scorreva il sangue dei Took, avventurieri, coraggiosi e curiosi di scoprire il mondo oltre la Contea. Sua madre, Belladonna, gli aveva sempre ripetuto che sarebbe stato destinato a grandi cose, gli carezzava le guance e dopo avergli baciato la punta del naso se lo metteva sulle gambe, predicendogli un futuro pieno di meraviglie e di un amore così grande che lo avrebbe portato oltre i confini del mondo.
Le parole della donna gli tornavano spesso in mente nelle ultime notti, rivedeva quel momento così prezioso nella memoria dei sogni e, quando ripriva gli occhi cercava di scacciare via ogni immagine, un po' per allontanarsi dalla nostalgia che gli nasceva e aggravava sul suo petto, un po' perché sapeva che sua madre, in qualche modo, gli stava suggerendo che era proprio di Thorin che parlava.
Quel nano burbero, dalla barba ispido e le dita ruvide, combattenti di innumerevoli battaglie. Il nuovo Re Sotto la Montagna, così cambiato ora, così distante dal suo tocco e dal suo cuore.
Bilbo continuava a struggersi l'animo, nelle notti in cui non riusciva a chiudere gli occhi, domandarsi perché Thorin avesse ceduto alla malattia che aveva portato suo nonno alla rovina, ad impazzire.
Sospirava molto, lo hobbit, man mano che il tempo scorreva. Passeggiava avanti e indietro, indeciso se prendere di petto la situazione o assistere passivamente alla caduta di Thorin per mano di quelli che lui si rifiutava di chiamare nemici.
-Ancora pensieroso, ragazzo?- la voce di Balin interruppe il flusso dei suoi pensieri e lo fece sussultare, impreparato alla visita di qualcuno oltre quelle voci che ogni tanto tornavano a distrarlo.
Lo accolse, comunque, con un sorriso più di cortesia che vero e sentito, ancora intrappolato nei pensieri di poco prima. Mosse le spalle, volendo rassicurare l'anziano nano che non era nulla di così importante, ciò a cui pensava.
-Siamo tutti preoccupati per Thorin- avrebbe mentito, se avesse detto che quella frase non lo aveva spiazzato. Perciò rimase in silenzio, ricambiando finalmente lo sguardo di Balin quasi con timidizza, quella che imporpora le guance dell'imbarazzo di chi è stato scoperto. -Ma qualcosa nel tuo animo è inquieto più dei nostri- il nano parlava lento, lasciava le giuste pause tra una frase e l'altra per dare la possibilità al suo interlocutore di poter intervenire, se lo desiderava e ciò aveva sempre creato in Bilbo un'ammirazione verso di lui che raramente aveva provato. -Non siamo ciechi, Mastro Baggins. Il Re non era mai stato così protettivo con altri al di fuori della sua famiglia. E molti di noi non sono così sciocchi da non aver capito cosa provate l'uno per l'altro.- un sorriso increspò le labbra del nano, mostrandolo quasi paterno mentre Bilbo lo guardava con le guancia rosse e il respiro che si accorciava, come fosse in mancanza d'aria. -Parla con lui, Bilbo. Ti ascolterà. Potrebbe essere la vostra ultima notte al mondo.- si congedò dandogli una pacca sulla spalla e un ultimo sorriso dall'ombra dolce-amara.

Non era mai stato tanto nervoso come in quel momento, Bilbo doveva prenderne atto, doveva anche ricordarsi di respirare parecchie volte, perché gli era difficile pensare ad altro se non a ciò che avrebbe detto a Thorin che, con tranquillità lo fissava, lo sguardo di chi sta aspettando che il proprio interlocutore prenda parola. Bilbo si stava torturando le mani che tremavano per il nervoso che scorreva nel suo corpo, Thorin non ci mise molto a capirlo così come molte piccole cose de lo hobbit non gli erano mai sfuggite o state indifferenti.
Scese lento dallo scranno su cui da giorni stava seduto, e con le mani grandi e ruvide circondò quelle di Bilbo che con lo sguardo saettò da quella presa agli occhi del nano in pochi secondi, nei quali il suo volto prese a colorarsi di un leggero rosso.
-T--Thorin- gli uscì come un ammonimento e il re si sentì intenerito.
-Bilbo- le sopracciglia de lo hobbit si aggrottarono con disappunto a quella presa in giro e di rimando Thorin abbandonò la stretta sulle sue mani, quasi si fosse ricordato di non poter concedersi qualcosa di così frivolo come l'amore quando fuori dalla sua Casa, schiere di usurpatori volevano impossessarsi del suo prezioso oro.
Si irrigidì e tornò serio, sedendosi sullo scranno nuovamente. Bilbo non rimase stupito da quel modo di fare, ma ne rimase comunque ferito. Il Thorin di sempre non lo avrebbe trattato così. Fu quella la scintilla che accese il suo coraggio.
-Sei cambiato- non seppe dire con quale tono gli uscirono quelle due parole, ma dall'espressione che comparve sul volto del nano, capì di aver fatto breccia, di aver colpito nel segno. -Non in meglio- continuò quindi, facendosi forza di tutto il suo lato Took. -Dichiari nemici coloro che ci hanno aiutati, diffidi della tua stessa famiglia... So che provavi dei sentimenti per me, Thorin. L'ho sentito nella pelle. L'ho sentito... nel cuore. Mi rifiuto di credere che ami più quel maledetto oro che m-- Tutti noi!- aveva cominciato a tremare, mantenendo comunque una calma che derivava dal suo lato Baggins. Voleva colpire, voleva smuovere e sapeva che doveva essere come un terremoto nel cuore del re.
-Sei come tuo nonno, Thorin. E non sei più la persona di cui mi sono innamorato. Non c'è più posto per me qui. Hai la tua terra, ma mi rifiuto di stare dalla parte di qualcuno che fa da tiranno.-
Thorin era rimasto seduto, aveva atteso che lo hobbit concludesse e poi si era alzato, la rabbia che faceva da maschera al suo volto e la forza bruta che premeva sulle sue mani per uscire.
Si fermò a pochi centimetri dal suo volto, il respiro che si infrangeva sulle labbra di Bilbo che cercava di indietreggiare. Perché non era ciò che voleva. Non era così che si era immaginato di dichiararsi, di sentire Thorin dirgli che anche lui provava lo stesso.
-Ho sempre ammirato il tuo coraggio- gli confessò il nano all'orecchio, una mano che andava ad imprigionare il mento del mezz'uomo. -E l'ho sempre contrastato, perché rischiava di metterti nei guai. L'ho sempre detto, che questo non è il tuo posto.- le gambe di Bilbo tremavano e si ritrovò con gli occhi umidi, le labbra serrate per mandare indietro le lacrime che per orgoglio si impediva di far uscire. -Questo prima che tu mi salvassi la vita, mettendo la tua in pericolo per quel coraggio che ho cercato di tenere a freno. Lo stesso che hai tirato fuori poco fa, confessandomi di essere innamorato di me- ora il viso di Bilbo sfiorava un colore che mai c'era stato su quelle guance e Thorin si premurò di accarezzarle con il dorso della mano ruvida.
Sembrava come fosse tornato se stesso, il re e lo hobbit quasi lo sentiva, lo percepiva che il despota era scomparso per far tornare Scudodiquercia. Le dita di Bilbo strinsero quelle di Thorin e lo sguardo si posò in quello color ghiaccio, rimasero in silenzio per istanti interi, rubandosi il respiro mentre gli occhi scrutavano e scavavano l'anima. Poi successe. Le labbra si toccarono e gli occhi si chiusero senza bisogno di dire nulla, le paure messe da parte e le responsabilità dimenticate, l'oro completamente assente dai pensieri del re.
-Voglio amarti, Bilbo. Solo per questa notte.- il sussurro raggiunse le orecchie de lo hobbit e gliele accarezzò, facendolo convincere che quello era il Thorin di cui si era innamorato nel corso di quel viaggio folle ed impensabile. Non poteva chiedere di più, lo sapeva e ne era consapevole. Vittoria o perdita, non avrebbe mai avuto futuro quella storia, lo sapeva meglio di chiunque altro: Thorin era un re, doveva dare degli eredi, doveva sposarsi, doveva governare e lui era un comune hobbit della Contea. Quelle differenze lo opprimevano, ma lo portavano a convincersi sempre di più che quei baci, quelle carezze su ogni parte del corpo che Thorin riusciva a raggiungere, fossero giuste. Fossero l'unica cosa reale e vera di tutto ciò che aveva vissuto fino a quel momento.
-Allora, prendimi...- anche Bilbo sussurrò, ad un soffio dalle sue labbra, così poco spazio a dividere quei punti che presto sarebbero stati ancora in contatto. Successe tutto in fretta, arretrarono fino allo scranno, poi furono solo morsi, baci carichi di foga e imbarazzo. Carezze ruvide sulla pelle impolverata e movimenti sconnessi. Thorin che affondava nel corpo dello hobbit traendo da quell'unione la forza per rimanere se stesso, dimenticare l'oro, la guerra e le responsabilità del regno su cui avrebbe regnato. E Bilbo si calava per assecondare quelle spinte, le guance sfregavano sulla barba ispida e le dita affondavano nei capelli altrettanto crespi ed ispidi.
Gli ansiti si infrangevano contro le labbra di uno e dell'altro, rubandosi il respiro per tornare a vivere insieme. L'amplesso si concluse poco dopo, presi dalla foga di possedersi e di raggiungere insieme quel piacere che avevano represso fino a quel momento.
Si strinsero, come se volessero imprimersi uno nel corpo dell'altro, possedendosi per l'ultima notte al mondo, ancora, fino all'alba.





NdA: torno a scrivere dopo una vita e su una coppia che avevo accantonato, mai apprezzato appieno. Poi l'altro giorno ho rivisto Lo Hobbit - La battaglia delle Cinque Armate e ho sentito la necessità di scrivere tutto ciò. Spero piaccia, un bacio. <3



   
 
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