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Autore: taleasoldastime    28/06/2017    2 recensioni
[Tratto dal testo]
“Io ti amo.” Le aveva sussurrato l’altro Dottore nell’orecchio. Lui l’aveva guardata con quegli stessi occhi, quegli occhi così vecchi e stanchi, pieni di sofferenza ma anche pieni di amore. Quelli occhi che abitavano un corpo così giovane ma che raccontavano le storie più antiche dell’universo. Loro sapevano molto più di quel che il Dottore in persona sapeva: loro avevano visto e vissuto, erano un pozzo di sapere, ed in quel preciso istante stavano guardando Rose.
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Storia incentrata su Rose e la meta-crisi del Dottore e su quella che secondo me è la loro vita nell'universo parallelo. I capitoli non saranno tanto lunghi ed il rating si alzerà man mano che la storia andrà avanti.
Genere: Angst, Fluff, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 10 (human), Rose Tyler
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Running.
 
 
 

Rose vide il TARDIS smaterializzarsi davanti ai suoi occhi e la sua vista si offuscò assieme alla sua immagine. Le lacrime le appannavano gli occhi mentre cercava di correre invano verso la sua unica possibilità di salvezza; ma la vide morire davanti ai suoi occhi.
Le gambe le facevano male, non smettevano di tremare e tremare, ma lei lottava come aveva sempre fatto, lottava contro la gravità per rimanere in piedi.
 
Il vento si fece più forte fin quando la macchina del tempo non fu più visibile e le sue palpebre si chiusero, permettendo a tutte le lacrime che aveva trattenuto di cadere lungo le sue guance pallide. Era tutto finito. La fine era giunta di nuovo, l’ aveva colta alla sprovvista e uccisa per una seconda volta. Cosa era rimasto di lei se non solo le povere spoglie del suo corpo? Non un alito di vita lo abitava, era solo un ammucchio di pelle ed ossa.
 
Rose Tyler? Rose Tyler era morta già da molto tempo ormai. Di lei non rimaneva nient’altro che un’eco destinata a volare lontano, a  fondersi con le acque del mare freddo di Norvegia e a scomparire nel tempo.
Nessuno avrebbe potuto salvarla, tantomeno lei stessa. Era sola in quell’Universo, era polvere in quello precedente.
 
Rimase immobile a fissare il vuoto davanti a lei, le braccia penzolanti, i capelli biondi che si spettinavano ai violenti soffi di vento che le colpivano il viso.
Le sue dita rigide accarezzavano il vuoto, bisognose di essere toccate, sfiorate, strette.
Chi avrebbe potuto più tenerle la mano? Lui non c’era, non sarebbe più tornato. Lui era sparito, smaterializzato davanti ai suoi occhi, dissolto nell’aria, pronto a viaggiare nell’Universo e a salvare vite…ma senza Rose.
 
D’altronde l’ aveva lasciata su quella spiaggia con un compito importante: lei era l’unica che avrebbe potuto aiutare l’altro lui. Il Dottore nato durante l’ultima guerra, quella a cui aveva preso parte anche Rose. Il Dottore nato in battaglia, quella stessa persona che la seguì e le afferrò la mano.
Le sue dita intrecciarono quelle di Rose senza indugio e per un momento dimenticò, dimenticò che in realtà che lui non era il suo Dottore, dimenticò che era soltanto una copia, un duplicato.
Stessi pensieri, stessi ricordi…ma non aveva davvero vissuto prima d'allora. Era un’ombra, un fantasma, invisibile ai suoi occhi. Eppure era lì con lei, reale, lo poteva toccare, sentire accanto a lei.
 
Non era un’illusione, eppure le sembrava ancora così lontano, come se si allungasse la mano verso un banco di nebbia e si cercasse di afferrare il vuoto. Si sentirebbe quello sgradevole umido sulla pelle e si muoverebbero le dita verso quella sensazione, senza rendersi conto che in realtà quello che si sta ostinando a toccare è soltanto astrazione.
 
Ecco cos’era quella versione del Dottore: una sua ombra, un ricordo rimasto intrappolato in un universo parallelo, un universo in cui il vero Dottore non esisteva. Ma lui non era un rimpiazzo. La sua meta-crisi non era nient’altro che una delle infinite tracce lasciate da Lui in uno dei tanti mondi che aveva attraversato.
 
Eppure Rose ancora si ostinava a rimanere al suo fianco, non lasciava la sua mano, come se essa fosse l’unica cosa da cui dipendesse la sua vita. Si ancorava a questa, la stringeva così come si cerca di stringersi ad un sogno per impedire al proprio corpo di svegliarsi.
 
“Io ti amo.” Le aveva sussurrato l’altro Dottore nell’orecchio. L'aveva poi guardata con quegli stessi occhi, quegli occhi così vecchi e stanchi, pieni di sofferenza ma anche pieni di amore. Quelli occhi che abitavano un corpo così giovane ma che raccontavano le storie più antiche dell’universo. Loro sapevano molto più di quel che il Dottore in persona sapeva: loro avevano visto e vissuto, erano un pozzo di sapere, ed in quel preciso istante stavano guardando Rose.
 
Lei gli si era avvicinata e l’aveva baciato, e perché? Perché aveva visto in lui quello che il Dottore era stato per lei e quello che era diventato con lei. Nel suo sguardo aveva visto la speranza, una speranza per un futuro da vivere insieme. Una speranza da condividere.
 

Ma ora che era rimasta ufficialmente sola con lui, metà umano, metà signore del tempo, la verità si era rivelata improvvisamente più difficile da affrontare.
 
“E ora?” Quelle furono le prime parole che Rose proferì dopo molto tempo che erano rimasti immobili a fissare l’orizzonte.
“Ora facciamo quello che ci riesce meglio.” Il Dottore – l’altro dottore, l’unico dottore che ora Rose aveva, spostò lo sguardo nella sua direzione. La sua voce era ridotta ad un sussurro.
La ragazza si girò verso di lui, i suoi occhi stanchi e appesantiti dalle lacrime studiavano attentamente il viso dell’altro, la fronte corrugata in un’espressione di leggera confusione.
“Che cosa?”
 
Il Dottore sorrise, rispecchiandosi nel suo sguardo. Nei suoi grandi occhi nocciola vide il riflesso di un uomo nuovo ma anche di un uomo che aveva saputo vivere in tutti quegli anni. Negli occhi di Rose non vide solo il riflesso dell’uomo che era stato, ma anche di quello che sarebbe potuto diventare se fosse rimasto al suo fianco.
 
Schiuse le labbra, il suo sguardo si perse ancora una volta oltre l’orizzonte, lì dove cielo e le onde del mare si sposavano. Così tante cose da dire, ma gli bastò solo una parola.
 
Corriamo.”
 
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PICCOLO ANGOLO DELL'AUTRICE

Hello everybody! Sono qui solo per ringraziarvi in anticipo delle recensioni (se ci saranno) e per dirvi che, come già specificato nell'intro della storia, i capitoli saranno abbastanza brevi ma intensi (promesso!).

Un bacione a tutti, spero che il prologo vi sia piaciuto. Al prossimo capitolo!

-Ella.
 
  
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