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Autore: Biceportinari03    09/07/2017    2 recensioni
Una drabble scritta senza pretese, che ho scritto all'inizio dell' anno scolastico, quando mi accorsi che questo sarebbe stato l'ultimo anno passato ai miei compagni delle medie. Ho immaginato come sarebbe stato lasciarli, e come mi sarei sentita ricordando tutte le cose che mi hanno donato. Perché diciamocelo, in fondo non saranno stati i migliori compagni di classe del mondo, ma ho imparato molto da ogni esperienza vissuta con loro, e sono grata di averli incontrati nel mio percorso di crescita.
Che altro dirvi, buona lettura ^^
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E lì, guardando quelle vecchie foto, mi tornarono alla mente tanti ricordi, tanti. Sono stati dei compagni fantastici, non potrò mai ringraziarli abbastanza di essere stati nella mia vita.

Tre anni insieme, anni di gioie, dolori, dispetti, professori simpatici, antipatici, i soprannomi strambi che davamo a questi ultimi.
I migliori amici, che spesso erano nelle classi dall'altra parte dell'istituto, e così ogni volta scappavamo dai bidelli che ci beccavano nelle aule sbagliate.
Si, i bidelli, così simpatici, che ci tenevano d'occhio quando il prof non c'era, e se facevamo "casino" non glielo diceva.
I professori, alcuni che sembravano angeli scesi in terra per aiutare i comuni esseri umani con questa classe disastrosa, altri sembravano demoni venuti dall' inferno. Ma tutti, indistintamente, in fondo ci hanno supportato e sopportato, e ci hanno aiutato anche quando meno ce lo meritavamo.
Poi, i compagni. Ce ne erano di socievoli, divertenti, antipatici, simpatici, meschini, vere e proprie "rotture di scatole", ma io li adoravo tutti, anche se alcuni di loro mi facevano proprio diventare matta.
E con i compagni i primi amori, ma forse di quelli è meglio non parlare... giusto ragazzi?
E la cosa che amavo di più, il rientro pomeridiano per orchestra... quando tutti noi, in quelle due, dimenticavamo le nostre divergenze e suonavamo insieme, felici, dimenticandoci dei nostri problemi. Era bellissimo sentirsi parte di quell' insieme, così unito e perfetto, e creare con la nostra musica come uno scudo, che ci riparasse dal mondo esterno a noi.

Guardando quelle foto scattate con il cellulare, una lacrima dispettosa venne a bagnarmi la guancia.
Sorrisi tra le lacrime.
Mi mancavano davvero tanto.
  
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