Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Horians    09/07/2017    1 recensioni
Jack, lo scapestrato spirito delle nevi, prima di essere uno spirito, una leggenda dei bambini, un simbolo dell'inverno, la raffigurazione stessa del divertimento, un tempo era stato anche lui un bambino, un figlio, un fratello.
E sopratutto era stato molto di più per una persona.
Una persona che per troppo tempo la sua memoria aveva dimenticato.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anna, Elsa, Un po' tutti
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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SECONDO RICORDO

(Jack 7 - Elsa 10)

 

La seconda volta che Jack incontrò la sua “fatina" delle nevi scoprì anche che era la sua principessa. 

 

Era la prima volta che la madre lo portava con sé giù dal monte per partecipare all’annuale parata della famiglia reale per festeggiare l’arrivo della primavera. Da generazioni la famiglia degli Overland aveva campato più che dignitosamente grazie alla locanda collocata strategicamente tra una vallata e l’altra, purtroppo però, se da un lato gli affari andavano a gonfie vele, dall’altro non permetteva ai diligenti coniugi di allontanarsi di un singolo passo da quelle quattro mura. Per dipingere la situazione possiamo dire che ogni sera era solito non trovare nemmeno una sedia libera o un boccale di birra vuota. I clienti andavano e venivano, alcuni per un pasto veloce ed altri addirittura per giorni se sfortunatamente incappavano in bufere di neve.

Tuttavia, quell’anno una categorica signora Overland aveva deciso di aver sgobbato più che abbastanza per tutto l’inverno, quindi sia lei che suo figlio si meritavano di staccare un attimo dalla frettolosa quotidianità. E quale occasione migliore avrebbe potuto trovare, se non la festa per celebrare la fine del gelo ad Arendelle. 

Non che Ellen odiasse il suo lavoro, anzi tutto il contrario. Era nata e cresciuta in quella locanda. Era la sua casa, il suo rifugio, la sua certezza, il luogo dove aveva conosciuto il suo adorato consorte e dove aveva accumulato i ricordi più preziosi della sua vita, dove il suo bambino era nato e cresciuto. Ciò nonostante non ha impedito alla donna di abbandonare il lavoro per quel giorno, trascinandosi dietro il marito e la sua copia più piccola al vivace centro del Regno.

Il piccolo Jack non stava più nella pelle dall’euforia mentre saltellava da una bancarella all’altra, evitando sempre all’ultimo di finire addosso ai passanti, stupendosi per ogni minima novità e ridendo delle risposte saccenti che i grandi gli davano per le sue curiosità. 

-Jack, veloce, sta per iniziare la parata!- lo richiamò la madre appena sentì le trombe suonare da ogni angolo delle case. 

Con difficoltà riuscirono ad avanzare tra la folla e a conquistare una postazione ottimale nella via principale, dove di lì a poco la famiglia reale si sarebbe mostrata con tanto di musicisti, ballerini,  mangiafuoco, giocolieri ecc...o così gli aveva raccontato i genitori, visto che Jack non aveva mai partecipato ad eventi del genere, quindi fissava insistentemente, pieno di aspettative, l’angolo della strada seduto sulle spalle del padre.

L’allegra musica giunse molto prima, seguita poi dai colorati abiti eccentrici dei ballerini, i quali aveva legati sulla vita uno scialle pieno di fiori, spargendoli ad ogni giravolta, creando una pioggia di petali profumati. L’entusiasmo del corteo si trasmetteva senza problemi ai cittadini che ancor prima di vederli avevano cominciato a battere le mani a ritmo dei tamburi fomentati anche dalle risate e dalle urla della folla che li precedevano.

Al seguito arrivarono una decina di cavalli misti tra pony e stalloni, trattenuti da bambini e soldati, sopra i quali erano caricate cesti di frutta fresche e dolciumi, che venivano distribuiti ai due lati della via. A metà corteo finalmente apparve la famiglia reale con a capo il re e la regina, che sorridevano apertamente ai cittadini, mentre contribuivano a distribuire fiori. 

Non appena Jack notò la figura tremendamente familiare di una bambina a seguito dei governanti, sgranò gli occhi -Emma!- urlò con grande sorpresa dei genitori. 

-Come Jack? Conosci qualcuno?- chiese la madre, che riuscì a sentire il suo urlo nonostante la musica e la confusione.

-Si! si! Madre, quella è Emma, è una mia amica.- disse concitato indicando la graziosa biondina. 

Ellen non capì all’inizio, ma seguendo la traiettoria del figlio rise divertita -Ma no tesoro, quella non è Emma, si chiama Elsa ed è la principessa di Arendelle.- 

-Principessa?- chiese confuso Jack, ma accantonò subito l’informazione considerandolo irrilevante -Elsa è una mia amica.- insistette il bambino.

-Quando hai conosciuto la principessa?- chiese sorpresa la madre.

-Credo quando il re venne quel giorno per controllare l’agibilità delle vie della vallata prima della festa dell’inverno.- ipotizzò il padre -Ricordo che terminata la chiacchierata era corso fuori credendo di aver perso la figlia.- 

-Elsaaa.- chiamò nel frattempo il piccolo morette incurante delle speculazioni dei genitori, cercando di sovrastare le trombe, i flauti e strumenti vari per attirare l’attenzione dell’amica invano.

A girarsi fu invece una bambina lentigginosa con due infantili treccine rosse, la quale trotterellò verso la più grande attirando questa volta la sua attenzione per indicare il bambino seduto sulle spalle del padre.

Jack gongolò felice quando vide il proprio nome formarsi sulle labbra della principessina, non che potesse sentirlo con tutto quel baccano, ma era sicuro che l’avesse detto. Si dimenò sulle spalle del padre per scendere con l’intenzione di correre incontro all’amica, tuttavia prima di riuscire a scavalcare le corde adornate di fiori che circoscrivevano la strada venne trattenuto dal genitore.

-Tesoro non possiamo passare ora, dobbiamo aspettare che passi il corteo prima.- spiegò ragionevolmente la madre.

-Ma devo salutare Elsa.- 

-Guarda sta venendo da questa parte.- disse il padre, non lasciando ancora la presa conoscendo l’indole imprevedibile del figlio.

-Ciao Jackson.- urlò la bambina sorridendo, quando fu abbastanza vicina. Questa volta Jack la udì perfettamente.

-Ciao Elsa! Cosa fai? Andiamo a giocare insieme.- decise afferrando di amichevolmente l’avambraccio della bambina, tirandola oltre la delimitazione. All’improvviso aveva perso interesse per il corteo e tutto ciò che fino a poco fa gli aveva fatto brillare gli occhi. La sua concentrazione si era focalizzata ormai completamente sulla minuta principessa di fronte e sui suoi poteri.

Una serie di reazioni avvennero simultaneamente. Le guardie scattarono verso di loro, i genitori di Jack si strinsero al figlio ed Ellen squittì sorpresa il suo nome, la bambina di prima corse frettolosamente verso la principessa stringendole l’altro braccio e tirandola verso di sé, mentre la folla intorno a loro trattennero il fiato.

-No! Lascia mia sorella.- minacciò la rossa con la sua migliore espressione intimidatoria, suscitando tuttavia solo una serie di risate trattenute tra il pubblico.

Elsa una volta recuperato l’equilibrio si voltò calmando le guardie,  dando un’occhiata di rimprovero alla sorellina -Anna è tutto a posto.- poi con gentilezza si liberò dalla presa sicura del bambino -Mi dispiace Jackson, ma oggi non posso proprio giocare con te. Facciamo una prossima volta.- sorrise cordiale per poi proseguire con il corteo che era stato rallentato, salutando per un ultima volta con la manina il volto deluso dell’amico.

 

Una volta tornati alla locanda, era ormai tarda sera.

-Oh tesoro, non essere triste.- cercò di consolarlo la madre vedendo il labbro inferiori pendente del moretto.

-Ma Elsa è mia amica perché non vuole più giocare con me?- chiese ferito, rimuginando ancora sull’episodio accaduto poche ore fa.

-Perché è una brava principessa, sa qual’è il suo dovere. Non poteva abbandonare il suo compito per andare a divertirsi.- spiegò la donna, ma non vedendolo convinto continuò -Quando il mio piccolo ometto aiuta la mamma a sparecchiare i tavoli, non va a giocare con Nicolai e gli altri giusto? Questo perché Jack è un bravo bambino maturo e responsabile come Elsa. E poi la principessa ti ha promesso che giocherete una prossima volta no?-

Il bambino ci pensò su, poi scrollò le spalle leggermente più sereno dopo il complimento della madre.

 -Bene ora che non hai più quel broncio, andiamo a preparare la cena. Comunque credevo che ti annoiassi a giocare con le bambine, giusto l’altro giorno hai fatto piangere Astrid perché non la volevi nel tuo gruppo.- lo prese in giro la madre.

-Ma mamma, Astrid è noiosa e pure piagnucolona. Tutte le femmine lo sono e non mi diverto con loro.-

-Però vuoi giocare con Elsa.- lo stuzzicò la donna, mentre si legava il grembiule.

-Perché lei è divertente.- affermò solo -Ma non lo sa.-

 

 

******

 

Jack si riscosse dal vortice di ricordi in cui era stato risucchiato un’altra volta. Alzò la mano rivolgendo il palmo verso l’immenso manto scuro della notte adornato solo da piccole lucine belle come il mappamondo di Nord. 

Un fiocco bianco si posò con delicatezza sulle punta delle sue dita, con la stessa eleganza e riservatezza con cui lei era entrata nella sua vita. 

Involontariamente aveva cominciato a far nevicare.

 
   
 
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