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Autore: Tigre Rossa    10/07/2017    1 recensioni
Se stessi morendo, nei tuoi ultimi secondi cosa diresti?
Ora, sai la risposta.
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Bagginshield - Storia senza pretese nata per caso e quasi necessità.
Genere: Angst, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bilbo, Thorin Scudodiquercia
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Last words

 

 

 

 

 

If you were dying, in your very last few seconds what would you say?

- Sherlock, BBC

 

 

 

Se stessi morendo, se ti stessero uccidendo, nei tuoi ultimi secondi cosa diresti?

Il piccolo scassinatore dal sorriso gentile aveva sussurrato questa esitante domanda in una fredda notte senza luna né stelle. Seduto al tuo fianco a guardare il cielo, i grandi occhi azzurri persi in quella vastità senza luce, non sorrideva, non quella volta. La sue voce era fragile ma seria, colma di tanto che non potevi comprendere, e il suo viso rifletteva una profonda tristezza.

L’avevi osservato a lungo, dopo quell’insolito quesito, scrutandolo con quel tuo sguardo che, lo sapevi bene, lo faceva tremare dentro e fuori.

“Come mai questa domanda, mastro scassinatore?” avevi mormorato, senza mai distogliere gli occhi di ghiaccio dal suo volto teso.

Si era stretto nelle spalle, quasi come se non ne sapesse nemmeno lui la ragione “Solo un pensiero.” aveva borbottato senza riuscire a incontrare il tuo sguardo “Non importa, non fa niente.”.

Tu eri rimasto a guardarlo ancora un po’, per poi rispondere con tonno basso, voltandoti di nuovo verso il cielo scuro “Non lo so. Forse tutto, forse niente. Mi piace pensare di non doverlo mai scoprire.”.

A quel punto, Bilbo si era girato verso di te, i grandi occhi azzurri spalancati che urlavano qualcosa a gran voce, mentre affermava con decisione “E io spero di non doverlo mai ascoltare.”.

Allora avevi sorriso e l’avevi stretto a caldo nel tuo mantello, facendolo arrossire. Avevi lasciato che quella conversazione scivolasse via da voi, tentando di cancellarla grazie a parole meno malinconiche e ricordi più gradevoli.

 

Eppure, ora sono proprio quelle parole che ti tornano in mente.

Adesso ripensi a quel momento, mentre ti stai lentamente spegnendo tra le sue braccia.

Risenti quelle parole esitanti, così forti da sovrastare la voce tremante del tuo scassinatore che tenta in ogni modo di tenerti ancora legato a lui.

 

Se stessi morendo, se ti stessero uccidendo, nei tuoi ultimi secondi cosa diresti?

 

Non pensavi che questo momento sarebbe mai arrivato, non davvero. Alla fine, quell’orco pallido ha raggiunto il suo scopo, perdendo la vita, ma ottenendo in cambio la tua, che ora sta scivolando via con il tuo sangue vermiglio. Non ci saranno più battaglie per te, né canzoni, né notti serene a guardare il cielo alla ricerca di una qualche luce.

Stai morendo, ferito da una lama fredda che non conosceva pietà né dolcezza. Stai morendo, stretto tra le braccia di quel piccolo uomo che ti ha donato tutto quello che era senza mai chiedere nulla in cambio.

Lo guardi negli occhi, quei grandi occhi azzurri colmi di lacrime represse che non hanno la forza di rigargli le guance, e ti rendi conto di esserne tu la causa.

Guardi le sue mani gentili, premute sulla tua ferita per tentare di impedire l’inevitabile, e vedi il tuo sangue sporcarle e privarle della loro purezza per sempre.

Guardi le sue labbra che sussurrano preghiere che non potrai esaudire, e ti rendi conto che non sorrideranno mai più, non davvero.

Guardi il tuo Bilbo, e ti rendi conto che non sei l’unico a morire, in questo momento.

 

Vorresti dire così tanto. Vorresti dirgli veramente così tanto.

Vorresti stringerlo tra le tue braccia e sussurrargli all’orecchio tutto quello che non hai avuto il coraggio o la forza di dirgli. Vorresti poter giurare promesse d’amore su quelle labbra, tra un bacio e l’altro, vorresti mormorargli giuramenti infiniti sulla sua pelle chiara, vorresti gridare la tempesta che quel piccolo hobbit ti ha scatenato dentro e che ora infuria più che mai, terribile e crudele.

Vorresti dire così tanto, ma non puoi. Non potrai mai più ormai.

Tutte quelle parole non dette, quelle cose nascoste, le porterai con te dall’altra parte, spade più taglienti di quella che ti ha attraversato il petto, figlie del rimorso e di un futuro che non sarà più tuo.

Tutto quello che avrebbe potuto essere ti farà compagnia quando ogni cosa finirà, e a te non resterà che aggrapparti al sempre più flebile riflesso di quel viso sorridente e in quegli occhi nei quali avevi finalmente trovato un po’ di pace dopo tanto tempo.

Ma non puoi andartene senza dire niente, senza anche solo tentare di buttare fuori con questi tuoi ultimi respiri qualcosa di troppo grande per restare confinato nel tuo cuore sempre più debole e stanco.

Non puoi andartene guardando negli occhi l’unico che tu abbia mai amato e che amerai sempre senza che lui sappia che cosa ti porti dentro.

Non puoi andartene con quelle parole incastrate nella gola, con la consapevolezza di star spezzando il cuore a l’unico che l’abbia mai fatto battere.

 

Se stessi morendo, nei tuoi ultimi secondi cosa diresti?

 

Ora, sai la risposta.

 

“Addio, mio Bilbo.” sussurri, sentendo il tuo corpo diventare sempre più freddo. Tutto quanto scompare sempre di più, fino a quando il suo viso non resta l’unica cosa che i tuoi occhi sempre più deboli riescono a vedere, e a te va bene, perché se devi andartene vuoi farlo con l’immagine del suo volto ad accompagnarti. “Addio, amrâlimê. Mi dispiace così tanto, così tanto...”.

Bilbo afferra la tua mano con le sue sporche di sangue, incapace di singhiozzare altro che il tuo nome mentre una piccola lacrima gli attraversa la gota, ma tu non riesci più a sentirlo, non più.

“Avrei voluto il tempo di dirti quello che mi porto dentro come meriti, almeno una volta.” mormori, il tuo cuore che rallenta sempre di più. “Avrei voluto dirtelo in un altro modo, e non così.”

È ora, e tu non hai più tempo. I tuoi ultimi secondi stanno scorrendo via, inesorabili, e tu tenti disperatamente di pronunciare quelle ultime parole che lui merita di sentire più di qualsiasi cosa.

“Bilbo, io . . . io ti . . .”

 

Il tuo cuore smette di battere, e quelle parole restano lì sulle tue labbra, in eterna attesa, prigioniere per sempre di un battito bloccato, un respiro negato, di un amore spezzato che non troverà sollievo nemmeno nella morte.

 

Parole che non saranno mai pronunciate, ma che continuerai a sussurrare per sempre alla sua anima spezzata e che non ti stancherai mai di ripetere nemmeno come pallida ombra senza memoria.

 

Io ti amo.

  
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