Serie TV > Sherlock (BBC)
Segui la storia  |       
Autore: Chelinde    21/07/2017    1 recensioni
Una piccola raccolta dei momenti che hanno creato la routine all'interno del 221b di Baker Street.
Ho cercato di ricreare nei piccoli spezzati quotidiani di questa raccolta l'ambiguità che caratterizza l'intera serie sulla relazione tra Sherlock e John.
Capitoli:
1-Di strane sorprese e di gusti assurdi
2-Di incubi e musica
Genere: Comico, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Personaggi: John Watson & Sherlock Holmers
Ambientazione: all'incirca prima e seconda stagione


1-Di strane sorprese e di gusti assurdi
 
John quella mattina si era svegliato stranamente di buon umore, si era fatto una doccia veloce, aveva indossato un'anonima camicia a scacchi ed un paio di pantaloni comodi, si era infilato le sue scarpe ed aveva inventato una colazione veloce per sé e per il suo coinquilino che ancora dormiva, recuperando le ore di sonno perse durante la risoluzione di un caso che li aveva tenuti impegnati per qualche giorno.
Mangiò con calma, gustandosi ogni morso della sua colazione, infondo aveva guadagnato abbastanza tempo da potersi godere la calma mattutina che aleggiava al 221b quando il corvino non si era ancora svegliato. Faceva strano dirlo, ma quell'appartamento, senza esperimenti sparsi per il pavimento, senza urla e senza fogli sparpagliati sembrava davvero tutta un'altra cosa.
Poggiò i piatti nel lavello lasciando apparecchiato per il giovane Holmes, quindi uscì con un sorriso sul volto.
Aveva un obiettivo e tutta l'intenzione di portarlo a termine.
Fuori il sole era alto, si beò per un attimo dei suoi raggi sulla pelle, del lieve calore che emanava già dalle prime ore della mattina, quindi si incamminò con passo deciso verso il supermercato più vicino.
Erano le otto e mezza di mattino e non incontrò molte persone, giusto qualche turista coraggioso che aveva deciso di svegliarsi presto per godersi i suoi pochi giorni di vacanza, qualche genitore senza figli, qualche lavoratore ed in un attimo John Watson si ritrovò a fare gli stessi ragionamenti che Sherlock faceva ogni giorno. Si ritrovò a catalogare le persone ed a studiarle notando piccoli dettagli che precedentemente probabilmente avrebbe trascurato non dandogli troppa importanza, la cosa terribile è che stava facendo tutto ciò senza neanche rendersene conto.
Notò una donna di mezz'età, giocava con la fede che teneva stretta tra le dita come se fosse un'oggetto di poco valore, sul volto un'aria imbronciata, probabilmente era intrappolata in un matrimonio infelice ed aveva da poco fatto una brutta litigata col marito. Osservò il livido che si iniziava ad intravedere sull'avambraccio della donna, sì, probabilmente l'uomo era tornato ubriaco a casa quella notte, avevano litigato e lui l'aveva afferrata con violenza per il braccio, per questo l'aria imbronciata. Inoltre la donna doveva avere un gatto bianco; infatti indossava una maglietta dai colori accesi, ma all'altezza dello stomaco e del seno si ritrovavano i lunghi e fini peli tipici di un gatto. Doveva essere molto affettuoso.
Il supermercato non era troppo distante, vi entrò senza molte cerimonie ed andò diritto verso il reparto dei surgelati. Si perse un attimo a contemplare l'immensa scelta che aveva davanti, la lingua si leccò istintivamente le labbra davanti a tante cose così buone: aveva davvero l'imbarazzo della scelta.
"Chissà che gusto preferisce Sherlock"
Si stupì egli stesso del suo pensiero, per un attimo arrossì, ma si giustificò velocemente dicendosi che era normale chiedersi quali fossero i gusti preferiti dal suo coinquilino visto che comprava una cosa per entrambi.
Scorse con gli occhi le varie scatoline, una per una, gli occhi attenti. Si sentiva tornato bambino, quando sua madre lo portava nella gelateria vicino casa e permetteva a  lui ed a sua sorella di prendersi un gelato; Harriet sceglieva sempre cioccolato e limone, al solo pensiero John rabbrividì, erano due gusti troppo diversi per stare insieme e non può mai nascere nulla di buono da una combinazione di due cose così diverse.
Lui invece prendeva pistacchio e nocciola, un connubio a sua detta perfetto, dove nessuno dei due gusti uccideva l'altro, ma si mischiavano perfettamente permettendogli di godere appieno del sapore dell'uno e dell'altro, sia separatamente che insieme.
Afferrò un paio di vaschette, una al pistacchio ed una alla nocciola, quindi li inserì in una delle borse frigo che si trovavano alla fine del reparto surgelati per chi se la dimenticava a casa o per chi, come lui, non aveva proprio mai avuto in casa una busta per i surgelati. Quindi passò oltre afferrando anche il cioccolato ed il limone. Fu un gesto inconscio, infondo sua sorella gli mancava, anche più di quanto volesse ammettere a se stesso.
Andando a pagare dedicò uno sguardo carico di odio alla cassa elettronica, non si era certo dimenticato della loro ultima litigata e, siccome non voleva rinunciare al suo prezioso bottino, decise di non provare un secondo round dirigendosi a passo veloce verso una cassa con un essere umano pronto ad aiutarlo.
"Salve"
Salutò gentilmente con un sorriso la giovane cassiera. Era molto carina, capelli neri tenuti a caschetto ed occhi verdi luminosi, era truccata leggermente, gli dedicò un sorriso gentile e cortese.
"Deve lavorare qui da poco" si disse il Dottore notando il tono dolce e squillante della ragazzina. In quel supermercato i cassieri erano tutti abbastanza scorbutici ed all'ex militare venne naturale di domandarsi quanto sarebbe durato il dolce sorriso sulle labbra lievemente carnose della corvina.
Pagò velocemente e scambiò qualche altro convenevole prima di andarsene. In condizioni normali ci avrebbe potuto provare, ma era davvero troppo giovane e lui aveva un tesoro ben più grande da portare a casa: i suoi adorati gelati.
Non vedeva l'ora di mangiarli, già pregustava il loro sapore fresco in bocca, il sollievo che gli avrebbero portato salvandolo almeno per qualche istante dalla calura di quell'estate fin troppo afosa. Sembrava quasi volare verso il 221b, un sorriso stampato in faccia ed il sacchetto tenuto ben stretto per essere certo di portarli tutti interi a casa.
Salì le scale di corsa, come era ormai abituato a sentir fare a Sherlock, stava quasi per mettersi a fare i gradini di due in due se fosse stato certo di non rischiare di scivolare, cadere all'indietro facendo una discreta figuraccia sia con la signora Hudson che con il suo coinquilino che non avrebbe certo tenuto per sé le numerose battute e frecciatine che ne sarebbero nate.
Rientrato nell'appartamento notò che Sherlock non si era ancora svegliato, probabilmente lo avrebbe lasciato riposare ancora un po', infondo era ancora presto, si diresse quindi verso la cucina poggiando il sacchetto dei surgelati accanto al frigorifero. Fischiettava un motivetto allegro quando aprì il congelatore, fu in quel momento che un brivido gelido gli scese lungo tutta la schiena mentre una strana sensazione gli stringeva le viscere in una morsa d'acciaio. Aveva un brutto presentimento.
Si guardò intorno, non c'era nessuno in cucina, stette in silenzio e tese l'orecchio, ma non sentì nulla se non il lieve suono del russare del giovane Holmes nell'altra stanza, quindi si rilassò vistosamente: era stata solo una sensazione.
Con un gesto veloce ed impaziente aprì una delle ante del congelatore e solo dopo voltò lo sguardo osservando il suo contenuto.
C'era una testa mozzata di un uomo.
C'era una testa mozzata di un uomo i cui occhi lo stavano guardando.
C'era una testa mozzata di un uomo i cui occhi lo stavano guardando a bocca aperta.
C'era una testa mozzata di un uomo i cui occhi lo stavano guardando a bocca aperta nel suo congelatore.
"Sherlock!"
L'urlo riecheggiò per tutto l'appartamento, la stessa signora Hudson si ritrovò a sussultare nell'udire quell'urlo, la manina grinzosa che si portava all'altezza del cuore "Quei due mi faranno venire un colpo" sussurrò prima di tornare al suo lavoro a maglia.
Nella sua stanza da letto il giovane al quale apparteneva il nome si ritrovò a scattare a sedere, gli occhi sgranati e la bocca schiusa per la sorpresa. Iniziò a guardarsi intorno spaesato, gli occhi che cercavano di abituarsi all'oscurità rotta solo dai pochi raggi che si infiltravano tramite gli scuri chiusi.
La porta di spalancò con forza sbattendo contro il muro con una violenza tale che l'investigatore si trovò nuovamente a voltarsi verso la fonte del rumore, la mente che ancora non funzionava bene a causa del fatto di essersi appena svegliato e non nel migliore dei modi. "John..."
"Tu adesso questa me la spieghi".
Il dottore aveva il volto rosso ed i lineamenti erano resi più duri e tesi. Le narici erano più divaricate del solito, gli occhi sgranati, i denti digrignati. Si avvicinò con passi pesanti verso il giovane spaesato, lo afferrò per il braccio con molta poca grazia e lo trascinò con forza verso la cucina mettendolo davanti alla scena del crimine.
"C'è una testa nel nostro congelatore"
"Molto bene John, vedo che non perdi un colpo, i tuoi pazienti devono sentirsi al sicuro con te"
Il tono di Sherlock era sarcastico mentre, con un lieve sorriso, andava a dare una leggera pacca sulla spalla al biondo, quasi a volersi seriamente complimentare per la brillante deduzione.
"Sherlock!" lo richiamò con il suo tono da ex militare Watson "Non puoi tenere teste di uomini nel nostro frigo!"
Il corvino scrollò appena le spalle, un'aurea da finto ingenuo sul volto "No, mi avevi detto che non potevo tenerci pollici- e per quella storia aveva fatto la spia la signora Hudson, ne era sicuro- unghie, piedi, capelli, occhi, ma non mi avevi mai detto nulla a proposito delle teste"
John voleva seriamente ucciderlo. Si chiese se Greg lo avrebbe coperto, magari lo avrebbe addirittura aiutato ad occultare il cadavere, infondo lui non ne poteva più esattamente come il povero dottore.
"Okay, facciamo così, non puoi tenere pezzi umani nel frigo della nostra casa, anzi, non li puoi proprio tenere in questa casa, è chiaro?"
Ma Sherlock ormai non lo ascoltava più, era intento a guardare tutt'altro.
"Ma questi sono gelati?" domandò retorico aprendo la busta e studiandone il contenuto "Bell'idea, i gelati mi piacciono".
Detto ciò si voltò verso John dedicandogli uno dei sorrisi che il suo sociopatico preferito dedicava solo a lui.
L'ex militare si sentì attraversato come da una scarica elettrica davanti alla vista di quel sorriso, stava per rispondergli ma si ricordò del piccolo particolare giacente nel congelatore "Sì okay, ma Sherlock per la testa-"
Non ebbe il tempo di finire perché l'investigatore aveva preso in mano le due vaschette di cioccolato e limone e le osservava con gli occhi di un bambino "Oh, i miei gusti preferiti, ma come facevi a saperlo? Adoro il gelato cioccolato e limone!"
John Watson morì in quel momento.
 
Erano due gusti troppo diversi per stare insieme.
Non nasceva niente di buono da una combinazione di due cose così diverse.
John Watson e Sherlock Holmes erano troppo diversi per stare insieme.
Stando insieme erano nate tante cose buone come tante ne erano nate di cattive.
John Watson si rese conto di amare quella quotidianità fatta di teste mozzate ed occhi in barattolo trovati nei posti più strani della casa.


N.D.A.:
Ed eccoci qui con la pubblicazione del primo capitolo di questa raccolta, che dire... è anche la prima volta che scrivo su questo fandom, quindi ci sta un po' di nervosismo XD
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e se volete e vi sentite particolarmente ispirati potete lasciarmi qualche prompt nei commenti, cercerò di accogliere più richieste possibile, i personaggi possono essere tutti quelli della serie ovviamente (vi chiedo di rimanere intanto all'interno delle prime due stagioni che sono quelle che conosco meglio).
Tornerò presto a tormentarvi allietarvi con un nuovo capitolo.
Un bacio Chelinde <3
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: Chelinde