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Autore: Nini1996    28/07/2017    1 recensioni
"Il pomeriggio del 30 ottobre 1895 Londra era immersa in una nebbia più fitta del solito.
Le carrozze e gli omnibus attraversavano le strade della città con molta fatica.
Anche i treni viaggiavano a una velocità sostenuta per evitare incidenti.
Inoltre in giro c'era molta meno gente del solito a causa del freddo pungente degli ultimi giorni.
I londinesi preferivano stare al calduccio nelle loro case ed evitare di uscire, se non strettamente necessario.
Ad ogni modo la stazione dei treni era gremita lo stesso a causa di diversi convogli che per colpa della nebbia erano arrivati insieme.
Da uno di questi, proveniente dalla città portuale di Southampton, scese una giovane donna assieme a una bambina che doveva avere al massimo quattro anni..."
Genere: Azione, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Watson, Lestrade, Nuovo personaggio, Sherlock Holmes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il pomeriggio del 30 ottobre 1895 Londra era immersa in una nebbia più fitta del solito.
Le carrozze e gli omnibus attraversavano le strade della città con molta fatica.
Anche i treni viaggiavano a una velocità sostenuta per evitare incidenti.
Inoltre in giro c'era molta meno gente del solito a causa del freddo pungente degli ultimi giorni.
I londinesi preferivano stare al calduccio nelle loro case ed evitare di uscire, se non strettamente necessario.
Ad ogni modo la stazione dei treni era gremita lo stesso a causa di diversi convogli che per colpa della nebbia erano arrivati insieme.
Da uno di questi, proveniente dalla città portuale di Southampton, scese una giovane donna assieme a una bambina che doveva avere al massimo quattro anni.
Un facchino le portò i bagagli fino a una carrozza.
La giovane fece salire la piccola sul mezzo e diede la mancia di mezza corona al ragazzo.
< Dove siete diretta? > domandò il conducente.
< Hotel Rosemary > rispose lei e il cocchiere fece partire i cavalli.
La bimba piuttosto irrequieta iniziò a passare da una parte all'altra della carrozza.
< Buona Queenie. Siamo quasi arrivati. > disse la ragazza facendo sedere di nuovo la piccola al proprio posto.
< Ma quando? Sono millanta ore che siamo in viaggio. > si lamentò lei.
< Lo so cara, ma ora stiamo andando in un bellissimo albergo. Potremo riposarci un po' e mangiare cena prima di domani. >
< Perché? Domani cosa facciamo? Prendiamo la nave e torniamo a casa? > domandò la bambina salendo sulle ginocchia della ragazza.
< No piccola mia, non torneremo a New York. Domani ho appuntamento con una persona per un caso importante. >
< E poi torniamo a casa? >
La donna sospirò.
< Sì. Quando questo caso si sarà risolto torneremo in America. >
La bambina stanca per il lungo viaggio si addormentò tra le braccia della ragazza.
Catherine sospirò e il suo sguardo si posò sul finestrino. Aveva iniziato a piovere.
La carrozza si fermò qualche minuto più tardi davanti all'hotel.
La pioggia era diventata incessante, davanti al grande edificio si erano formate delle enormi pozzanghere.
La donna pagò il cocchiere e lui, da bravo gentiluomo inglese qual era, aiutò la giovane donna a scaricare il pesante bagaglio e ad attraversare la strada che ormai assomigliava ad un fiume in piena.
Dopo essere passata dalla reception per sbrigare le formalità salì in camera assieme alla bambina.
A metà strada fermò una cameriera.
< Vorrei che la cena mi sia portata in camera, la mia stanza è la numero 201. >
La cameriera annuì e disse che avrebbe riferito a chi di dovere.
Catherine appoggiò la bambina sul letto e le tolse il soprabito.
< Ho sonno. > farfugliò la bimba stropicciandosi gli occhi.
< Lo so. È stato un lungo viaggio. Non vuoi nemmeno mangiare un po' di zuppa calda o fare un bagno ristoratore? >
La bambina fece di no con la testa.
< D'accordo Queenie. Prendi la tua vestaglia dalla valigia e vai a letto. >
Queenie disse di si e aprì il suo bagaglio.
Catherine sistemò la sua giacca blu su una sedia e appoggiò il cappellino dello stesso colore su un tavolino.
Sfilò i guanti e li gettò vicino al copricapo.
Controllò poi che nella sua borsetta non mancasse nulla.
Un fazzoletto, un orologio da taschino, qualche sterlina, un piccolo kit da cucito, una fotografia di un uomo sulla quarantina e una lettera di una cara amica.
Catherine la prese in mano e la lesse per l'ennesima volta.
" Carissima Cathy, mi dispiace molto per la tua perdita. Sappi che ti penso sempre e da brava cattolica quale sono prego affinché il Signore ti assista nella tua breve missione.
Spero che seguirai il mio consiglio e ti riferirai a lui.
Se la mia opinione vale qualcosa sono certa che te la caverai. Sei sempre stata una ragazza in gamba, tuo padre lo diceva sempre.
Se ti servisse qualcosa, qualsiasi cosa, non esitare e mandami subito una lettera.
O se la cosa è urgente un telegramma.
Con la certezza che tutto si volgerà al meglio, tua carissima Rose Smith. "
Mentre era immersa nei suoi pensieri qualcuno bussò alla porta.
La ragazza chiuse in fretta la lettera e la mise di nuovo nella borsetta. Poi andò ad aprire.
Era la cameriera di prima.
< La cena. Come ordinato. >
Catherine annuì e dopo aver ringraziato la ragazza prese il vassoio e chiuse la porta della stanza.
Appoggiò la cena sul tavolino e si accorse che Queenie era talmente stravolta da essersi addormentata abbracciata al suo bagaglio.
Catherine sorrise e dopo averla sistemata per la notte la mise a letto.

Le diede il bacino della buona notte, le aggiustò le coperte e le porse la sua bambola di pezza Dolly.

Quennie strinse forte a se la bambolina e cadde in un sonno profondo.
Quella sera Catherine mangiò poco e male. Era troppo concentrata su quello che sarebbe successo il giorno dopo.
Chissà cosa sarebbe venuto fuori!
Queenie si girò dall'altra parte.
La ragazza sorrise. Doveva andare fino in fondo a questa faccenda.
Mise la vestaglia, spense il lume e provò a prendere sonno.

 

   
 
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