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Autore: mattandrea93    31/07/2017    1 recensioni
Dieci capitoli in cui Peeta prega Katniss di dirle di sì,
dieci momenti di vita quotidiana,
dieci attimi che rimarranno per sempre impressi nella mente dei due amanti del Distretto 12.
«Dimmi di sì, Kat. Solo questo».
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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«Dimmi di sì, ricominciamo».
 
È l’alba ed io fisso il soffitto chiedendomi come mai io sia già sveglio nonostante siano solo le cinque meno venti del mattino: non ho avuto nessun incubo, ad essere sincero non ho sognato nulla stanotte ed è molto strano, perché tu lo sai Katniss, lo sai che è impossibile per noi goderci un po’ di pace, non dopo tutto quello che abbiamo passato.
Eppure io sono tranquillo stamani, mentre fisso il soffitto e con una mano accarezzo la tua schiena, tu ti stringi meglio contro di me, come se cercassi un rifugio ed io acconsento a dartelo ben volentieri.
Vanno meglio le cose, noi due andiamo meglio. Ci siamo aggiustati Katniss, ci siamo curati le ferite l’un l’altro e nonostante alle volte tu assomigli più ad un incubo, che alla donna che sei, stiamo riuscendo ad andare avanti.
Questo mi dà la forza ogni giorno di proseguire per la mia strada, di non farmi sovrastare dalla paura, dagli attacchi di panico che mi prendono nei momenti meno opportuni della giornata. Ad esempio ieri.
Non te l’ho raccontato Katniss, perché non volevo che tu ti preoccupassi più del solito per me. Ma ieri, giù al forno, mentre stavo impastando, improvvisamente sono stato afferrato da una morsa di puro terrore.
Non ricordavo più chi ero Katniss, non ricordavo più cosa stavo facendo in quel luogo. Una parte di me pensava di essere ancora il ragazzino che veniva picchiato dalla madre perché troppo stupido per saper cuocere il pane, l’altra immaginava che da un secondo all’altro saresti sbucata tu per uccidermi.
Non è facile convivere con me stesso, con quello che sono ora. Ma lo faccio Katniss. Lo faccio per te, per quello che stiamo costruendo insieme.
Lo faccio per noi.
Questa casa da tempo non è più un luogo oscuro fatto di dolore e lacrime. No, Katniss, noi siamo riusciti a dargli quell’aspetto accogliente di una qualsiasi casa in cui ci vivono due persone che si amano più di loro stesse.
Ed è così Katniss, io ti amo più di me stesso. Lo capisci, vero? Lo sai, vero?
Certo che lo sai, ne sono sicuro. Ogni più piccola parte di me ne è sicura, perché tu sei ancora qui. Non mi hai abbandonato alla prima difficoltà, perché non mi hai ucciso, perché ti prendi cura di me in un modo tutto tuo, perché hai detto vero.
E sai Katniss, ti ricordi ieri a cena? Quando Haymitch scherzando ha detto che sembriamo una coppia di sposi? Sai Katniss, io ci ho pensato davvero.
Ti ho immaginata di fronte a me con un abito bianco, i capelli acconciati, il sorriso sul volto. Ti ho immaginata e quella mia fantasia mi è piaciuta dannatamente tanto. E so che non dovrei, che ti ho promesso di darti tempo, ma Katniss capisci che ti amo? Capisci che se tu dicessi di sì sarebbe solo un modo per certificare all’intera Panem che tu appartieni a me ed io a te?
Capisci che però non m’importa nulla cosa pensa l’intera Panem? Vorrei solo che tu dicessi di sì, dicessi di sì perché lo vuoi, perché vuoi sposarmi, perché vuoi essere mia moglie e vuoi che io sia tuo marito.
Perché se tu dicessi di sì forse io avrei meno paura che tu possa svanire dalle mie mani un giorno sì e un giorno no, forse la mia continua ansia che tu possa andare da Gale svanirebbe una volta per tutte.
Perché quel sì, quel matrimonio per me sarebbero solo l’effettiva prova che finalmente mi appartieni totalmente, che mi doni ogni tua più piccola parte, che mi doni la tua stessa anima, il tuo stesso cuore.
Capisci questo Katniss?
Tu hai già la mia anima, il mio cuore. Tu mi hai già Katniss. Ed io voglio te. È così difficile da capire?
Ma tu temi che matrimonio voglia dire figli, ma Katniss io ti ho promesso che ti avrei attesa, che avrei persino rinunciato ad avere figli se questo potesse farti sentire meglio.
Ma Katniss guardami negli occhi. Ti sembra che io sia pronto per diventare padre?
Non lo sono, amore. Non lo sono perché sono distrutto dentro, sono così a pezzi che rischierei di fare a pezzi anche quelle piccole creature nate dal nostro amore. No Katniss, noi non siamo ancora pronti per diventare genitori, ma qui non sto parlando di figli.
Sto parlando di matrimonio: sposiamoci Katniss. Dammi questa sicurezza.
Ti muovi nel sonno, ti aggrappi a me come se fossi la tua ultima speranza – ed è così Katniss, noi siamo l’ultima speranza l’uno nell’altro, ma non è una cosa brutta amore. No è bello poter avere qualcuno a cui aggrapparsi, soprattutto ora, soprattutto dopo tutto quello che c’è stato.
Sei così bella quando dormi: i capelli sparsi sul cuscino, sul tuo volto e su di me, la bocca leggermente aperta e le mani strette intorno alla mia maglietta.
Non avere paura amore, non me ne vado da nessuna parte. Non più.
Siamo così fortunati tu ed io, lo sai? Siamo quelli usciti peggio, ma anche meglio da questa guerra e sai il perché Katniss?
Perché siamo insieme, perché quell’amore così idealizzato che si legge soltanto nei libri, beh Katniss, noi lo abbiamo. Noi ci amiamo di quell’amore.
Forse è per questo che tutti ci odiano un po’, perché siamo sopravvissuti e siamo insieme. Perché ci amiamo davvero, ci amiamo con tutti noi stessi perché non c’è rimasto che l’altro e abbiamo accettato tutto questo.
Ti amo Katniss, ti prego dimmi di sì.
Non senti quanto suona bene Katniss Mellark? Lo senti anche tu?
«A che stai pensando così intensamente?».
Mi osservi sorridente, sai che i miei pensieri non sono tristi stamani, sai che oggi è una di quelle giornate in cui nulla può farci cadere a pezzi, perché lo vogliamo noi.
Sei bellissima appena sveglia, con i capelli arruffati e gli occhi ancora assonnati. Sei bellissima mentre ti sistemi meglio tra le mie braccia e mi lasci un bacio sulla guancia assumendo una dolce tonalità di rosso.
È così assurdo che tu ti senta ancora così in imbarazzo dopo tutto quello che c’è stato tra di noi. Perché ti vergogni Kat? Hai visto persino la mia anima ed io la tua. Non ci sono più segreti.
«A te».
E non è una bugia Katniss, sto pensando a te. Io penso sempre a te. Ma so che se ti dicessi del matrimonio, della mia folle voglia di sposarti tu scapperesti. Tu mi chiuderesti fuori dal tuo mondo, mi urleresti che non posso farti una cosa del genere. Ma cosa ti sto facendo Kat? Voglio solo averti mia per sempre.
«Mi piace quando pensi a me, hai sul volto sempre un leggero sorriso».
Confessi a mezza voce, le guance sempre più rosse ed io non penso che tu sia mai stata più bella. Ti ho vista con mille vestiti, mille trucchi diversi a Capitol, ma non eri bella quanto adesso. Spoglia di ogni cosmetico, di ogni vestito firmato: vestita solo di quello che sei.
Sarà questo, saranno i pensieri che mi tormentano come non mai oggi, sarà che voglio che tu mi dica di sì con tutto me stesso, ma io devo chiedertelo.
«Dimmi di sì Katniss, dimmi di sì e ricominciamo … iniziamo una nuova vita Katniss».
E tu mi guardi, mi studi con quel tuo solito modo di fare e cerchi di capire cosa ci sta dietro le mie parole, ma io ti amo Katniss e voglio che tu sia mia ed io devo chiedertelo o altrimenti me ne potrei pentire per sempre.
«Sposami Katniss, dimmi di sì».
E sei sorpresa, lo leggo nei tuoi occhi grigi. Valuti la questione, sai che sposarsi equivale a famiglia che equivale avere figli. Ed io vorrei dirti che non intendo tutto quello, che intendo semplicemente che voglio che tu diventi mia moglie ed io tuo marito, ma non riesco a dire nulla.
Aspetto pazientemente che tu cerchi una risposta dentro di te.
Sei bella anche adesso, mentre tieni gli occhi puntanti sulla finestra e ti mordi il labbro inferiore.
Sai Katniss, una parte di me teme che tu stia per lasciarmi. Teme che tu stia per dirmi di no, che non vuoi sposarmi … che non mi vuoi più. Eppure amore, quando ti volti verso di me dopo un tempo che mi sembra infinito, non posso che sorridere perché nei tuoi occhi leggo già la risposta.
E vorrei urlare, vorrei stringerti così tanto da inglobarti dentro di me, ma resto immobile e mi concedo una sola frase, mentre ti sorrido.
«Mi stai per dire di sì: vero o falso?».
«Vero».
   
 
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