Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Carme93    02/08/2017    5 recensioni
Avete mai pensato che cosa potrebbe accadere se Lily Evans, Piton e i Malandrini fossero catapultati nel futuro e scoprissero il loro tragico destino?
Provate a immaginare un giovanissimo Severus Piton alle prese con una pozione oscura, un Sirius combinaguai più che mai e naturalmente tantissimi guai.
Giocare con il tempo è contro la legge magica, ma soprattutto pericolosissimo.
Saranno abbastanza saggi da fermarsi in tempo?
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Harry Potter, I Malandrini, Lily Evans, Lily Luna Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Nuova generazione
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Epilogo
 
Neville concluse il suo racconto sotto lo sguardo allucinato di Harry.
«Questa storia è assurda» borbottò quest’ultimo dopo un lungo momento di silenzio. «Sei sicuro di sentirti bene?».
«Mi sento bene quanto te» rispose Neville, intendendo con quelle parole molto di più.
Harry si alzò e scosse la testa violentemente. «Come potete pensare che creda a una cosa del genere!» sbottò fissando la McGranitt, sopraggiunta nel frattempo insieme a Ernie Mcmillan.
«È la verità, Harry» disse la Preside e detrasfigurò uno alla volta tutti i ragazzi. Man mano che procedeva, gli occhi di Harry si allargavano.
Suo padre, Remus, Sirius, sua madre, persino Piton erano identici a come li aveva visti più volte nel Pensatoio di Silente. E i coniugi Paciock… gli si strinse il cuore al solo pensiero… se avesse continuato a riflettere sui giovani membri dell’Ordine della Fenice e la fine che avevano fatto, avrebbe perso totalmente la lucidità. Sempre se non era già impazzito.
Harry li osservò ancora e ancora nel silenzio totale. Alla fine si passò una mano tra i capelli e le uniche parole logiche che riuscì a pronunciare furono: «Allora non scherzavi durante la prima lezione del primo anno, quando hai detto che avresti potuto insegnarci a imbottigliare persino la morte».
Piton, legato e seduto scomodamente a terra, lo guardò storto: «Evidentemente non intendevo questo» disse sarcastico e fu palese che si fosse trattenuto dall’aggiungere idiota.
La McGranitt alzò gli occhi al cielo, mentre il volto di Neville si aprì in un lieve sorriso che scomparve immediatamente all’occhiataccia dell’amico. Gli altri ragazzi lo fissavano perplessi.
«Si tratta di una Pozione del Tempo, viene studiata nell’Ufficio Misteri. Naturalmente è in fase sperimentale. Da quanto ho capito, Piton ha trovato la ricetta in un vecchio libro di Pozioni Oscure, conservato nel Reparto Proibito, e ha voluto verificare se fosse possibile viaggiare nel tempo. Come si sono svolte alla fine le cose, te l’ha detto Neville» tentò di chiarire Ernie Mcmillan in tono professionale.
Harry si massaggiò le tempie, ma non ebbe il tempo di formulare un pensiero logico che James, suo padre, lo accusò: «Quanto ci hai messo? Era un pezzo che volevamo conoscerti! La pozione è quasi pronta! Mancherà sì e no una settimana!».
Turbato da quel tono e con i nervi a fior di pelle, Harry sbottò: «Scusa tanto se sono il Capitano del Dipartimento Auror e alle volte devo lavorare sotto copertura! Non vedo mia moglie da settimane! Avevo appena messo piede al Quartier Generale che sono stato chiamato con urgenza a Hogwarts! Arrivo qui e trovo un Serpeverde che minaccia mio figlio! E, come ciliegina sulla torta, mi viene raccontata tutta questa storia assurda! Che cosa vuoi che faccia adesso? Dimmelo, perché sinceramente io non lo so».
Dopo questo sfogo incrociò gli occhi di Neville e vi trovò lo stesso dolore, gli stessi sentimenti confusi. Faceva troppo male ritrovarsi i suoi genitori davanti, i suoi genitori con cui non aveva mai parlato, cui aveva pensato a lungo in quegli anni, cui era stato paragonato più volte; Sirius con il suo bel volto da diciasettenne, non ancora scavato dalle privazioni di Azkaban e della latitanza; Remus, che per l’ultima volta aveva visto privo di vita accanto a Tonks, lo stesso Remus che fuori di sé dalla gioia l’aveva nominato padrino di Teddy e che anche poco prima della battaglia faceva vedere a tutti la foto del bimbo. Sentì gli occhi bruciare e un dolore sordo nel petto, come non gli accadeva da quella maledetta notte in cui aveva perso gli ultimi due legami con i suoi genitori.
«Harry, il professor Silente ritiene che questa è un’occasione per noi. So che cosa stai provando in questo momento… probabilmente stai ancora più male di me, visto che non si tratta solo dei tuoi genitori… Harry, non fare come quella notte al Ministero…» disse Neville con voce bassa e incrinata.
Quella notte al Ministero aveva inseguito Bellatrix perché voleva vendicarsi e non aveva minimamente pensato alle conseguenze, come faceva spesso. Strinse i pugni e chiuse gli occhi per allievare il dolore alle tempie.
«Ho provato a ignorarli, Harry… per giorni… non ero d’accordo con Silente e parte di me non lo è ancora… ma poi mi è stato fatto capire che se non avessi approfittato, me ne sarei pentito per sempre… non avremo nessun altra possibilità di parlare con loro… Lo so che è strano perché sono più piccoli di noi, ma possono lasciarci qualcosa di loro…» continuò Neville, ma vedendo che ancora non reagiva, aggiunse: «I nostri figli l’hanno capito molto più velocemente di noi. Lily e Alice, ahimè, si sono valse subito degli insegnamenti dei Malandrini… come Ginny ti dirà… hanno riempito di neve l’aula di Pozioni… tra le tante che hanno combinato… ti giuro, una cooperazione perfetta… E Albus e Frank sono migliorati un sacco in Pozioni, grazie ai loro nonni…».
Harry annuì lentamente e tornò a fissare i suoi genitori e poi i loro amici. Sospirò e annuì di nuovo. «Scusate, Neville ha ragione». Il suo sguardo si fissò su Remus. «Dobbiamo chiamare Teddy, ne ha bisogno quanto e più di noi».
«Pensavo che avresti preferito parlargli tu» replicò Neville.
«Sì, potete chiamarlo? Vorrei che potesse sapere tutto stasera stessa. Non me lo perdonerebbe mai, se passasse troppo tempo».
«Lo faremo subito, ma prima il signor Paciock dovrebbe andare in infermeria» rispose la McGranitt, facendo voltare tutti verso Frank che arrossì.
«Oh, non è necessario».
«Come no?» ribatté Neville, notando il sangue rappreso dove aveva sbattuto la testa.
«In realtà vorrei anche sapere perché Piton stava minacciando Albus» disse Harry nel tentativo di riordinare le idee e non gli sfuggì l’espressione apprensiva che si dipinse sul volto del figlio alle sue parole. Che stavano combinando?
«Se è per questo io vorrei sapere che cosa ci fanno tutti loro qui. Sicuramente non hanno il mio permesso» aggiunse Mcmillan incrociando le braccia al petto e fissando i ragazzi con un sopracciglio inarcato.
«E se vogliamo esseri pignoli» borbottò Ron, rimasto in silenzio fino a quel momento. «Perché sono stati convocati urgentemente gli Auror?».
«È colpa mia» borbottò Frank. «Piton ha usato la legilmanzia sulla professoressa Dawson e ha scoperto il segreto di Voldermort… quello per essere immortale…».
Alle sue parole gli adulti sbiancarono.
«Spiegatemi una cosa» borbottò Ron. «Com’è possibile che qui tutti sanno tutto? Non era pericoloso modificare la storia?».
I ragazzi si irrigidirono, ma fu la McGranitt a rispondere: «Silente voleva che voi li conosceste e così i vostri figli. Ho deciso di seguire il suo consiglio e lasciare che frequentassero le lezioni come se fossero dei nuovi studenti. Inizialmente avevamo spiegato il minimo indispensabile, loro testardamente hanno fatto in modo di scoprire ogni cosa sul loro futuro. Comunque prima di rimandarli indietro gli oblivieremo».
«Ma Piton ha cercato di fare il furbo! Volevi aiutare il tuo signore, vero?» sibilò Ron, che a differenza di Harry aveva molte più difficoltà a pensare che non tutti i Serpeverde fossero cattivi. Non per niente Rose fu quella più toccata dall’affermazione del padre: prima o poi avrebbe dovuto dirgli di Scorpius.
«Anche fosse, i Grifondoro non sono più innocenti di me. Li ho trovati qui che armeggiavano con la pozione» ribatté il Serpeverde.
«Che intenzioni avevate?» chiese loro Mcmillan.
Harry annuì di fronte al loro silenzio: avevano in mente qualcosa. «Albus, che cosa volevate fare?» domandò con il tono più calmo possibile.
«Nulla» borbottò Albus tenendo gli occhi fissi a terra.
«Tanto lo scopro lo stesso» lo avvertì Harry. «Vediamo di collaborare. Mi sembra chiaro, che nessuno di voi doveva trovarsi qui».
«Ma no, zio. È molto semplice» intervenne Rose. «Frank ci ha avvertiti e siamo corsi qui a fermare Piton».
«Non è vero!» sbottò quest’ultimo, consapevole di non avere molte possibilità in quelle condizioni ma almeno avrebbe messo nei guai anche i Grifondoro. «Erano già qui quando sono arrivato io! I tempi non coincidono».
«Non crederai a lui?!» si lamentò Rose.
«Voglio la verità» ribatté Harry.
«Vogliamo solo aggiustare le cose» sospirò infine Albus. «Ci aiuterete?».
«Aggiustare quali cose?» domandò Harry.
«Tutto no?» rispose Sirius con fare ovvio, come se il suo figlioccio fosse duro di comprendonio.
«Faremo in modo di non lasciarvi senza genitori» continuò con durezza James. «E ora che sappiamo il segreto di Voldermort, lo sconfiggeremo molto prima del tempo. Basta trovare questi horcrux, no?».
Ron sbuffò: «Ma chi vi credete di essere? Sapete quanto abbiamo sofferto per distruggerli?».
Harry rimase in silenzio, per un solo, glorioso attimo si beò di quelle parole: sarebbe potuto crescere circondato dall’affetto dei suoi genitori e dei Malandrini, sarebbe stata sua madre ad abbracciarlo e non Molly Weasley, non avrebbe dovuto combattere fin da giovane e vedere tante persone care morire; poi la voce acuta e spaventata di Hermione fece breccia nella sua mente, rendendo opache quelle immagini di felicità, opache e irreali: «Non capisci? Stiamo infrangendo una delle leggi magiche più importanti! Nessuno dovrebbe cambiare il tempo, nessuno! Hai sentito Silente, se ci vedono… tantissimi hanno finito per uccidere i loro sé passati o futuri per errore!». Erano passati anni dalla sua prima e ultima avventura nel tempo. Un’avventura di pochissime ore! Però le parole di Hermione non le aveva scordate.
«Dobbiamo parlare» sospirò infine.

♦♦♦

Quando Harry entrò nell’ufficio della Preside con un Teddy tremante e scioccato, si accorse che mancavano solo loro. Il discorso con il suo figlioccio era stato difficile, anche perché egli stesso non aveva elaborato gli aventi delle ultime ore. Diede una pacca a Frank, la cui ferita era stata perfettamente curata. Il ragazzo gli sorrise mestamente.
Nell’ufficio erano presenti anche la professoressa Dawson e il professor Williams di Difesa contro le Arti Oscure; la Preside aveva deciso di far assistere la prima perché aveva diritto a una spiegazione per l’aggressione subita. Il secondo era abbastanza arrabbiato per quello che era accaduto e Harry non poteva dargli torto: Emily Dawson e Maximillian Williams si era sposati da qualche mese e lei era in dolce attesa, anche se ancora non si notava.
«Remus» chiamò. Il giovane si alzò subito e si avvicinò loro. In realtà non c’era molto da dire e Harry non era in vena per i giri di parole. «Ti presento Teddy».
I due si squadrano per qualche secondo, poi sorprendendo tutti Teddy abbracciò Remus che impiegò qualche secondo prima di reagire e ricambiare la stretta.
«È magnifico!» strillò Teddy. «Non pensavo che ti avrei mai conosciuto! Devi assolutamente conoscere Vic e Rem! Ho chiamato mio figlio come te, ma non ti assomiglia molto… o almeno non all’idea che mi ero fatto di te… insomma, Harry dice che Rem ha ereditato il tuo lato malandrino… ma io non riesco a immaginarti malandrino, sai… Harry mi ha raccontato che hai insegnato a Hogwarts e che sei stato Prefetto quindi…» Teddy aveva parlato velocemente senza dare il tempo a Remus di replicare in qualche modo. «Scusa, è che questa storia… è difficile…».
«Tranquillo» mormorò Remus, tentando di nascondere la sua commozione.
«Forse dovremmo prima parlare delle idee sciocche e pericolose di questi ragazzi» disse la McGranitt, ma aveva uno sguardo gentile quando si rivolse ai due. «Poi avrete una settimana per voi».
«Perché dice che le nostre idee sono sciocche e pericolose?» non riuscì a trattenersi Albus.
«Perché è così» sbottò con durezza la Preside. «Non si gioca con il tempo! È una delle nostre leggi più importanti! Avremmo dovuto avvertire il Ministero! Se lo sapesse qualcuno, io, tuo padre e tuo zio finiremmo sotto processo!».
Albus rimase senza parole e si voltò verso il padre.
Harry sospirò e annuì. «Non finirebbe bene, te lo assicuro. Di solito chi infrange questa regola finisce dritto ad Azkaban. Naturalmente, io mi assumerei la responsabilità in quanto Capitano e tuo zio Ron ne uscirebbe pulito perché si è limitato a seguire i miei ordini; la professoressa McGranitt alla fine non sarebbe incarcerata», si trattenne dal dire che era troppo anziana, «ma sicuramente sarebbe destituita dalla carica di Preside».
«Stai scherzando?» sbottò Albus scioccato.
«Miseriaccia Harry, non te lo permetterei!» disse, invece, Ron.
«E invece sì! Perché tu dovrai stare con Hermione e i tuoi figli, vi siete già sacrificati per me fin troppo e tua madre non reggerebbe… e poi dovrai prenderti cura anche di Ginny, per quanto ormai Jamie e Al siano grandi…» ribatté Harry.
«Basta!» disse Albus. «Lo state facendo apposta per spaventarci! Non è divertente! Questi giochetti psicologici sono crudeli!».
«Non è un giochetto psicologico, Albus!» replicò Harry con durezza. «È la verità! So che è difficile da capire alla tua età, ma ogni azione che compiamo ha le sue conseguenze nel bene e nel male! E se questa storia uscirà da queste mura, soprattutto prima che loro vengano rispediti nel passato, le conseguenze saranno disastrose per tutti noi!». Aveva alzato la voce a non volerlo, ma era colpito da quell’impulsività che fino a quel momento Albus non aveva mai mostrato.
«L’importante è che nulla trapeli, no?» intervenne James in aiuto del nipote. «Non hanno importanza le regole quando di mezzo c’è la salvezza di molte persone. Se noi torneremo nel passato con le giuste informazioni, potremo sconfiggere Voldermort prima del tempo. Devi solo dirci dove sono nascosti gli horcrux e come distruggerli».
«Non lo so» rispose amaro Harry.
«Non dire cazzate» sbottò Sirius. «Lo sai benissimo! Li hai trovati e distrutti!».
«Li ho trovati e distrutti grazie all’aiuto di Silente! Voi non potete farlo da soli!» ribatté Harry.
«Che cosa credi? Lo diremo subito a Silente appena torniamo nel passato!» replicò James con la stessa ferocia.
«Alcuni Horcrux Voldermort non li aveva ancora creati nel 1976!».
«Meglio, così ne dovremo distruggere di meno!» insisté Sirius.
«Non capisci!» gridò Harry alzandosi in piedi. «Nessuno di voi può capire! Ho distrutto il primo Horcrux a dodici anni senza saperlo! La vedete la spada di Godric Grifondoro?». E nel dirlo indicò la teca alle spalle della Preside. «È imbevuta di veleno di basilisco! Una delle pochissime sostanze in grado di distruggere un Horcrux. Comunque è molto semplice, andate nel bagno di Mirtilla Malcontenta, in uno dei rubinetti del lavandino troverete un serpente inciso e ordinategli di aprirsi in Serpentese, scendete nelle fognature, se non sbagliate strada troverete senz’altro la Camera dei Segreti, uccidete il basilisco di Salazar Serpeverde con la spada di Grifondoro. Ah, ma c’è un piccolo problema, come ho fatto a non pensarci» concluse in tono falsamente dispiaciuto per la dimenticanza. «Il diario di Tom Riddle. Sapete, l’Horcrux. Lucius Malfoy l’ha fatto cadere nel calderone di una ragazzina di undici anni! Che fra l’altro ha avuto la spiacevolissima esperienza di essere posseduta da Voldermort! Malfoy non l’avrebbe mai fatto se Voldermort non fosse scomparso! Avrebbe avuto troppa paura». Harry si fermò per riprendere fiato.
«Basta, Harry. Così non va bene» lo richiamò Neville.
«Ho appena cominciato» ribatté Harry.
«I ragazzi non devono sentire certe cose!» disse con durezza Neville.
«E, invece, sì! È meglio che lo sappiamo, così smettono di giocare agli eroi!».
«Tu sei pazzo!» sbottò James. «Dove può essere questo diario? E comunque gli altri saranno più semplici da trovare! Voldermort sente quando le parti della sua anima vengono distrutte? Quando si sentirà braccato, commetterà un passo falso e capiremo dove si trova anche il diario».
Harry scosse la testa e tornò a sedersi, coprendosi il volto con le mani. Riprese il controllo di sé e continuò con più calma. «Mi hanno raccontato com’era la situazione quando siete morti. L’Ordine della Fenice era in netta minoranza. I Mangiamorte vi attaccavano sorprendendovi da soli per lo più. Questo non cambierà. La gente aveva paura, non sapevate di chi fidarvi. Sul serio siete convinti di poter salvare molte vite? Potrebbero volerci anni per trovare gli Horcrux e distruggerli; Voldermort non cadrà nel 1981, perché sicuramente voi vi occuperete di Peter prima, e continuerà a mietere vittime. Anche se Voldermort avesse già affidato il diario a Malfoy, cosa di cui dubito fortemente, entrare al Manor sarebbe un suicido. Cosa farete? Sacrificherete uomini fino a raggiungere il vostro scopo? E se uno di voi morisse prima? Noi nasceremmo mai. Potreste trovare l’anello di Orvoloson Gaunt, ma se per caso sbagliaste e veniste colpiti dalla maledizione mortale che ha ucciso Silente? Ci sono troppi forse e troppi perché… Merlino non voglia, potreste peggiorare ogni cosa! Voldermort potrebbe non essere mai sconfitto! Vi rendete conto?!». Fissò gli altri in volto: erano sconvolti, persino la sua piccola Lily, che faceva sempre la dura, stava piangendo. «Io capisco che le vostre intenzioni sono buone, per un attimo ci ho creduto anch’io. Io, Neville e Teddy abbiamo sofferto molto, ma ora siamo felici; ci siamo costruiti una famiglia e, saremo anche egoisti, ma non vogliamo perdere ogni cosa».
Un silenzio pesante seguì le sue parole.

♦♦♦

«Vi stracceremo!» urlò James. «Preparatevi! Remus, non famigliarizzare con il nemico!».
Remus si limitò a fare un gesto vago con la mano, ignorando totalmente l’amico. Suo nipote era bellissimo e Teddy gli aveva assicurato più volte che né lui né il figlio avevano mai dato segni di licantropia, se non al massimo un maggiore nervosismo nel periodo della luna piena.
E Victoire Weasley non solo era davvero una bellissima ragazza, ma anche molto intelligente infatti era una medimaga; ma il fatto di essere di nuovo incinta la rendeva ancora più bella.
«Sapete già come lo chiamerete?» chiese Remus, ignorando un nuovo richiamo di James.
Teddy si fece serio: «Se sarà maschio lo chiameremo Lyall come tuo padre. Mi sarebbe piaciuto conoscerlo. Lyall William, per essere precisi. A Rem ho messo Harry come secondo nome e mi sembra giusto nei confronti di mio suocero. Se sarà femmina, la chiamerò Andromeda, come mia nonna. So che mamma non avrebbe apprezzato se avessi dato il suo nome a sua nipote».
«Conoscendo mia cugina, sicuramente ti avrebbe strozzato» s’intromise Sirius. «Ora venite a giocare! Non abbiamo molto tempo!».
 Teddy baciò Victoire e seguì Remus e Sirius.
La pozione era ormai pronta e i loro ospiti inaspettati sarebbero tornati a casa; così avevano deciso di fare una partita di Quidditch tutti insieme.
Teddy e Harry avevano trascorso tutte le sere dell’ultima settimana a Hogwarts. Quel giorno avevano portato con sé le loro famiglie.
«Io voglio giocare come Cercatore!» s’impuntò urlando James Sirius.
«Io sono più vecchio e ho il diritto di precedenza!» ribatté Harry a tono.
«Facciamo così» intervenne James. «A noi manca un giocatore e ci serve anche un Cercatore, perché non giochi con noi James Sirius? Voglio proprio giocare contro tuo padre».
«Certo!» trillò felice il ragazzo.
«Ma è bella la tua ragazza?» s’informò James.
«Non cominciare, James!» lo redarguì la sua futura moglie.
«Evans, dovresti stare attenta a non cadere dalla scopa» le suggerì ghignando Sirius.
Lily strillò: «Non so come abbiate fatto a convincermi!».
«Lo è, tranquillo!» rispose James Sirius con un occhiolino. «Ora diamoci da fare. Non mi piace perdere».
«Credi davvero che abbiamo speranza?» gli chiese James fissando Lily in precario equilibrio.
«No. Teddy è l’unico anello debole dell’altra squadra. Mia mamma e Rose sono sufficienti per annientarci. E spero che Lily e Alice avranno pietà, perché mi hanno detto che sono pericolosissime come battitrici».
«Molto consolante».
«Oh, non ti preoccupare! Prenderò il boccino prima di mio padre» assicurò James Sirius con un perfetto sorriso malandrino.
Alastor, prescelto come arbitro della partita, diede il fischio d’inizio. La Scuola era quasi deserta perché la McGranitt aveva concesso una gita a Hogsmeade e potevano giocare senza sguardi indiscreti.
Ron proteggeva gli anelli della squadra che James aveva denominato ‘Futuro’; le battitrici erano Lily e Alice; i cacciatori Rose, Ginny e Teddy; infine il Cercatore Harry.
La squadra ‘Passato’ capitanata, naturalmente, da James Potter, Cacciatore, aveva schierato Sirius come portiere; Lily e Alice come Cacciatrici; James Sirius come Cercatore e infine Frank e Remus come battitori.
«Prevedo la disfatta peggiore della mia vita» disse James, quando vide Ginny Weasley sfrecciare verso gli anelli, mentre Alice e Lily si scostavano spaventate urlandole dietro che andava troppo veloce. La pluffa dovette recuperarsela da solo quasi sempre, ma difficilmente riusciva ad avvicinarsi agli anelli avversari perché sua nipote e la piccola Alice avevano una mira eccezionale e rischiarono di disarcionarlo più di una volta. Questo perché Remus era palesemente terrorizzato dai bolidi, tanto che quando gli urlò contro l’amico gli rispose: «Potrei fare male a qualcuno!».
James si coprì la faccia con le mani, mentre Harry rideva senza ritegno.
«La squadra capitanata da Harry Potter è in vantaggio per 100 a 10!» trillò ridendo Victoire Weasley che aveva voluto almeno fare la cronaca della partita non potendo giocare. «Ti prego zia Ginny, fai tirare almeno una volta Teddy!».
Il ragazzo in questione arrossì visibilmente, mentre tutti gli altri scoppiavano a ridere.
Ginny gli passò la pluffa, ma Teddy era tanto agitato che se la fece sfuggire dalle mani. James si fiondò a recuperarla.
«Non così in fretta, bello!» gli urlò contro Lily Luna spedendogli un bolide dritto in faccia. Sterzò giusto in tempo per evitarlo, ma Rose, la Furia Rossa, come a buon diritto l’avevano definita i suoi compagni di Grifondoro, non solo aveva ripreso la pluffa ma si stava già dirigendo verso Sirius.
«Oh, Jamie ha visto il boccino!» strillò Victorie.
James Sirius infatti si era appiattito sulla scopa e filava verso gli spalti opposti a quelli dove erano sedute Hermione Weasley e Victoire, ma Harry lo tallonava stretto.
James si dimenticò della partita e rimase a fissarli. James Sirius si sollevò sulla scopa pronto a stringere la pallina d’oro, ma un bolide gli colpì in pieno il manico di scopa facendolo sbandare. Harry prese il boccino.
«Zio Harry ha preso il boccino! La sua squadra vince per 250 a 10!» gridò Victoire, scendendo gli spalti per raggiungere Teddy.
«Lily, ma sei impazzita!» stava gridando nel frattempo James Sirius. «Potevi ammazzarmi!».
«No. Volevo colpire il manico e il manico ho colpito» dichiarò Lily Luna con tranquillità. «E poi non ho capito, da quando ti piace vincere facile!?».
James Sirius ringhiò frustrato, perché sapeva che sua sorella aveva ragione. «Sei più brava di quanto ricordassi» ammise a malincuore.
James e Harry si abbracciarono. «Hai ereditato il tuo talento da me!».
«Il solito borioso» commentò Lily Evans.
«Siete stati bravi!» disse un sorridente Neville.
«E voi quando siete arrivati?» chiese sorpreso Sirius.
«Appena in tempo per vedervi giocare» rispose la McGranitt con un lieve sorriso, ma tornò seria quasi subito: «Il professor Mcmillan ci sta aspettando».
Frank, Roxi e Albus che avevano solo assistito alla partita si unirono al gruppo, che si diresse verso il castello.
Erano tutti un po’ tristi perché era arrivato il momento di salutarsi, quindi compirono il tragitto verso i sotterranei in silenzio.
«La prima volta avete usato la pozione in modo non convenzionale. E siete stati molto fortunati a essere catapultati nella nostra epoca e non in un’altra o peggio ancora esplodere insieme alla pozione» esordì Mcmillan in tono grave. «Ora, berrete ciascuno un calice di pozione e poi vi prenderete per mano così saremo sicuri che nessuno si perderà per strada. Infine la professoressa McGranitt reciterà la formula che vi farà tornare all’anno giusto».
I ragazzi annuirono. Piton aveva le mani legate e gli era stata sequestrata la bacchetta.
«Naturalmente, dopo che avrete bevuto la pozione vi oblivieremo» aggiunse Neville.
I nipoti abbracciarono con affetto quelli che in quel momento erano ancora dei loro coetanei, ma che erano anche i loro nonni in fondo; Harry, Neville e Teddy furono un po’ più impacciati.
Alla fine si misero in fila per bere la pozione ed essere subito dopo obliviati.
«Un attimo» disse James fermando Harry, che stava per obliviarlo. «Mi sono dimenticato di dirti una cosa. Lily si è messa con un Grifondoro del suo anno, un certo Ashton. Abbiamo fatto delle ricerche su di lui nell’Archivio degli studenti… io e Sirius intendo… ma sembra un ragazzo a posto… tienila d’occhio, mi raccomando…».
«Nonno!» urlò Lily Luna.
«Ashton è quel ragazzino arrivato al terzo anno?» chiese James Sirius assottigliando gli occhi.
«James, non azzardarti a parlare a tua sorella come se fosse l’imputata di un interrogatorio» lo richiamò Ginny.
Harry obliviò James, dopo averlo tranquillizzato.
Il resto del rituale fu molto rapido e come erano apparsi i sette ragazzi scomparvero.
«Bene, è stato bello. Io andrei a Hogsmeade» mormorò Lily.
«Non se ne parla» la fermò Harry.
«Cavoli, papà. Chris è un bravo ragazzo».
«Oh, non è dubbi. Ma voi avete delle lezioni di Storia della Magia da recuperare».
«Cosa?» chiese Alice sorpresa.
«Abbiamo pensato che vi farebbe bene» affermò Neville ghignando.

♦♦♦
 
Ottobre 1976
 
«Ahi, ma che è successo?» sbottò Sirius massaggiandosi la testa.
«La tua stupidità, Black! Hai fatto esplodere la mia pozione!» replicò Piton adirato.
«Non mi sembra il caso» intervenne Remus, mettendosi in mezzo, visto che Sirius stava passando all’attacco.
«Lunastorta, lascia che dia una lezione a Mocciosus» sibilò Sirius.
«L’esplosione avrà attirato l’attenzione dei professori!» ribatté Remus. «Non vi è bastata la punizione con Gazza?».
«In effetti» borbottò James.
«Bene, allora rimettiamo tutto in ordine» disse Lily tentando di aiutare l’amico.
Piton lasciò l’aula senza proferir parola.
«Stai tranquillo, Mocciosus. Faremo i conti!» gli gridò dietro James.
«Dai, sistemiamo e andiamo a letto» lo richiamò Frank.
I sei ragazzi con l’ausilio della magia impiegarono pochissimo a rimettere in ordine l’aula.
«Mi sembra perfetta» commentò Alice.
«Anche a me. Dai, ti accompagno in Sala Comune» disse Frank prendendola per mano.
James e Lily li seguirono battibeccando.
Sirius si intrometteva nella discussione ogni due secondi.
Remus sorrise: i suoi amici non sarebbero mai cambiati.
«E va bene, Potter! Verrò a Hogsmeade con te! Hai una sola possibilità però, vedi di non sprecarla!».
O forse si sbagliava di grosso. Chissà cosa li riservava il futuro!
 
 
Angolo autrice:
Ciao a tutti!
Eccoci arrivati all’epilogo!
Vorrei fare qualche considerazione:
  • Come molti di voi avranno intuito le parole di Hermione che Harry ricorda, sono riprese da “Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban”.
  • Spero che non vi sia dispiaciuto che abbia lasciato la parola al solo Harry nei momenti più intensi della discussione, ma da una parte un po’ di spazio gli toccava e dall’altra è lui che ha vissuto in prima persona la ricerca degli Horcrux (Ron e Hermione in questo caso non avevano voce in capitolo, perché per me era importante che il discorso sull’impossibilità di modificare la storia lo facessero Harry, Neville o Teddy).
  • Come vedete Neville (il mio povero Neville) non è un egoista, l’arrivo di Harry alla fine era previsto dalla trama (io sono l’unica colpevole), ma credo che lui abbia spiegato abbastanza chiaramente a James il perché del suo ritardo.
  • Spero di aver reso bene Harry. La sua reazione è stata più ‘violenta’ di quella di Neville (e senz’altro molto più di Teddy, che comunque è vissuto in periodo di pace assoluta e con una famiglia amorevole: quindi niente Dursley né il vedere almeno una volta l’anno i propri genitori rinchiusi in una stanza del San Mungo incapaci di riconoscerti).
Sono contenta che la storia vi sia piaciuta e spero che il finale non vi deluda. Ho perso il conto delle volte in cui ho scritto questa frase (quindi vi chiedo scusa, non voglio essere ripetitiva), ma non mi aspettavo che la storia avesse tanto successo! Anzi all’inizio mi ero anche pentita di aver pubblicato il prologo! Giuro, non me lo sarei mai aspettata! Quindi vi ringrazio per avermi fatto compagnia in questa breve, ma spero piacevole, avventura!
Ringrazio tutti coloro che hanno recensito, perché mi hanno stimolato a continuare ;-) Ma grazie anche ai lettori silenziosi, che sono stati comunque parecchi e a tutti coloro che hanno messo la storia tra le preferite, le ricordate e le seguite.
Un abbraccio forte,
Carme93
P.S. Se vi andasse di dare un’occhiata alle mie storie sulla nuova generazione, mi farebbe molto piacere (sono approfonditi molti dei personaggi che qui avete visto più o meno di sfuggita) e ne ho iniziata una anche su Hyperversum (non so se siete fan di questa saga) ;-)
 
 
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Carme93