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Autore: Tigre Rossa    10/08/2017    3 recensioni
Che cos’è un tradimento?
Non te l’eri mai chiesto, non davvero.
Tutti sanno cosa significa tradire, in ogni suo differente aspetto.
Pure tu, Thorin Scudodiquercia.
Anzi, soprattutto tu.
Eppure, dopo ogni singola caduta, tu hai continuato a rialzarti, hai lasciato che le vecchie ferite si rimarginassero, che i volti di coloro che ti avevano tradito diventassero solo un ulteriore motivo per continuare a combattere.
Dentro di te ne eri certo.
Saresti sopravvissuto a qualsiasi tradimento.
O almeno così credevi.
Almeno fino a quando non hai visto la tua perduta Arkengemma brillare nella mano di quel maledetto chiattaiolo.
Fino a quando non hai sentito quella voce, la voce che ami più di tutte, l’unica voce capace di raggiungere quella cosa stanca e rovinata che è ormai il tuo cuore, pronunciare quella tremenda sentenza.
‘Gliel’ho data io.’
Allora, la tua anima agonizzante ha urlato, e nelle sue terribili grida hai potuto distinguere una sola, terribile parola.
Tradimento.
L’unico, terribile tradimento che non ti saresti mai aspettato.
L’unico a cui, già lo sai, non potrai sopravvivere.
Genere: Angst, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bilbo, Thorin Scudodiquercia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Perché era reale'
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Betrayal

 

 

 


 

 

Che cos’è un tradimento?

 

 

Non te l’eri mai chiesto, non davvero.

Tutti sanno cosa significa tradire, in ogni suo differente aspetto.

Pure tu, Thorin Scudodiquercia.

Anzi, soprattutto tu.

Hai dovuto affrontare molti tradimenti, nella tua vita.

In tanti hanno voltato le spalle a te e alla tua gente, hanno ritirato la propria mano tesa, ti hanno pugnalato alle spalle.

Sei stato tradito da Elfi, Uomini, Nani. Sei stato abbandonato e tradito addirittura da coloro che stavano che al tuo fianco.

Sei stato tradito dal tuo stesso destino, che ti ha riservato un cammino duro, solitario, crudele, indegno di chi saresti dovuto essere.

Eppure, dopo ogni singola caduta, tu hai continuato a rialzarti, hai lasciato che le vecchie ferite si rimarginassero, che i volti di coloro che ti avevano tradito diventassero solo un ulteriore motivo per continuare a combattere.

Dentro di te ne eri certo.

Saresti sopravvissuto a qualsiasi tradimento.

O almeno così credevi.

Almeno fino a quando non hai visto la tua perduta Arkengemma brillare nella mano di quel maledetto chiattaiolo.

Fino a quando non hai sentito quella voce, la voce che ami più di tutte, l’unica voce capace di raggiungere quella cosa stanca e rovinata che è ormai il tuo cuore, pronunciare quella tremenda sentenza.

‘Gliel’ho data io.’

Fino a quando non hai sentito  il tuo cuore fermarsi per un interminabile momento e, girandoti, hai sussurrato una parola che in quel momento ha messo fine a tutto, almeno per te.

‘Tu.’.

Fino a quando hai incontrato gli occhi del tuo scassinatore e non hai visto più gli occhi dolci e gentili di colui di cui ti fidavi ciecamente, ma solo quelli vuoti di uno sporco ladro.

Allora, la tua anima agonizzante ha urlato, e nelle sue terribili grida hai potuto distinguere una sola, terribile parola.

 

Tradimento.

 

L’unico, terribile tradimento che non ti saresti mai aspettato.

L’unico a cui, già lo sai, non potrai sopravvivere.

 

-Non lui. Ti prego, non lui. Non anche lui.-

 

Qual è il sapore del tradimento?

 

Non avresti mai creduto, se qualcuno te l’avesse detto, che il tradimento avesse un suo sapore.

Ma è così, e puoi sentirlo nella tua bocca in questo preciso momento, mentre cerchi di pronunciare quelle parole che non vogliono saperne d’uscire, non davvero, non con la gola così chiusa da tutte quelle cose che vorresti dire ma non ne hai la forza.

È il sapore della bile, che sale da dentro e contamina tutto, portando via con sé il ricordo di qualsiasi altra cosa buona.

È il sapore del veleno, veleno scuro, denso, che ti annebbia la mente e ti riempie la bocca, versandosi nelle poche parole che le tue labbra intrise di quella tossina letale riescono a pronunciare.

È il sapore della cenere, la cenere che resta di quell’unica certezza incrollabile che custodivi dentro di te, al sicuro nella parte più profonda del tuo io. Ti si appiccica alla lingua e ti rende difficile parlare, dando alle tue frasi colme di incredulità e rabbia una sfumatura profondamente amara.

È il sapore delle lacrime, che ti riempie la gola assieme a tutte quelle cose che non riuscirai mai a dire e che ti sale su su, mentre i tuoi occhi diventano lucidi e devi lottare affinché quelle perle gelide non ti righino le guance. Non puoi permetterti di piangere, non proprio ora, non di fronte a un traditore.

 

-Come hai potuto? Come hai potuto farmi questo, amrâlimê?-

 

 

Qual è il colore del tradimento?

 

Ha un colore, il tradimento?

Oh sì, eccome se lo ha. Ne ha così tanti che hai quasi difficoltà a distinguerli tutti.

È azzurro, come il Cuore della Montagna che ti è stato portato via da quelle piccole mani a cui avresti affidato senza esitare il tuo vero cuore, quello stesso cuore che ora sta sanguinando.

È dorato, come il tesoro della tua Erebor, che ti attende al sicuro e che a causa di questo tradimento potresti essere costretto a cedere, anche se in questo preciso momento non ti sembra poi così importante, non mentre la tua anima sta ancora urlando.

È argento, come la maglia di mithril che hai donato al ladro che sta di fronte a te appena poche ore prima, per assicurarti che fosse al sicuro, per non rischiare di perderlo.

È rosso, come le fiamme del drago che ti hanno portato via tutto tanto tempo fa.

È ramato, come i suoi capelli appena mossi dal vento dell’inverno ormai alle porte, quei capelli che ti hanno sfiorato il viso quando l’hai abbracciato per la prima volta, all’inizio di tutto.

È blu, come i suoi occhi profondi, occhi in cui ti sei rifugiato tante volte, occhi che credevi sinceri e di cui ti fidavi ciecamente, occhi che ora sostengono appena il contatto con i tuoi, feriti a morte.

 

-Perché hai deciso di spezzarmi il cuore?-

 

Qual è il suono del tradimento?

 

Non è solo un suono, quello del tradimento, ma è un insieme di voci e rumori diversi che si fondono insieme in una sinfonia di dolore.

È la tua voce rotta, spezzata, che pian piano diventa più rabbiosa, così colma semplicemente di troppo da far quasi tremare il ladro.

È la sua di voce, quasi timida, ma che poi cresce e sale quasi quanto la tua, graffiandoti, colpendoti e ferendoti con le sue parole sempre più dolorose, ogni sillaba una nuova pugnalata, ogni frase altro fuoco ardente che brucia tutto ciò che trova dentro di te.

È il silenzio che vi circonda, un silenzio teso, spaventato, che attende l’esito di quell’atto ignobile commesso dall’unico di cui non avresti mai sospettato.

È il suono del vento, che soffia su quelle mura e sembra quasi portare all’esterno quelle tue urla interiori, sempre più forti, sempre più strazianti.

È il suono soffocato di quelle cose non dette, ma sussurrate tra una parola e l’altra, che voi due potete sentire con tremenda chiarezza, frasi che fanno male, verità dolorose, affermazioni che spezzano, feriscono, uccidono.

-Perché l’hai fatto?-

- L’ho fatto per te. L’ho fatto per salvarti da te stesso.-

-Perché mi hai tradito?-

-Non ti ho tradito.-

-Mi hai tradito, invece. Perché? Perché proprio tu?-

-Perché ti amo tanto da rischiare la mia vita pur di proteggerti, e lo sai.-

-Non chiamare un tradimento un atto d’amore! Non osare!-

-Tu non chiamare un atto d’amore tradimento! O fallo pure, se ti fa sentire meglio. Se amare significa tradirti, allora io sono il più grande dei traditori, e non me ne pento.-

È il suono del tuo cuore che si spezza per sempre nel momento in cui pronunci quel terribile, definitivo ordine.

È il suono del suo cuore che smette di battere, quando lo afferri e inizi a spingerlo contro le mura per buttarlo giù e cancellare con il sangue il suo tradimento.

 

-Perché fa tanto male?-

 

Perché un tradimento fa così male?

 

Hai creduto tante volte di morire.

Per una spada, un colpo mirato al cuore, una pugnalata alle spalle, le fiamme di Smaug.

Ma mai avresti creduto di poter morire a causa di un tradimento.

A causa di un gesto avventato e di un paio di mani veloci che hanno osato troppo.

A causa di una fiducia che si è rivelata per quello che era, una condanna a morte.

A causa di un paio di occhi blu che ora ti fissano terrorizzati.

A causa di quel cuore spezzato che ti porti nel petto e che credeva di aver trovato finalmente qualcuno a cui appartenere.

A causa di un amore che si è rivelato un suicidio, per te e per il traditore che una volta hai amato.

Perché sì, sei morto nel momento esatto in cui ti sei reso conto che a tradirti era stato l’unico che tu abbia mai veramente amato –l’unico che non potrai mai, nemmeno in un milione di anni, odiare davvero-.

Sei morto nel momento esatto in cui hai capito che era stato il tuo Bilbo a rubarti l’Arkengemma e cederla ai tuoi nemici.

Sei morto nel momento esatto in cui hai incontrato i suoi occhi e hai visto in essi solo il suo tradimento.

Un tradimento a cui no, non puoi sopravvivere.

E se tu te ne devi andare, lui se ne andrà con te.

 

Che cos’è un tradimento?

 

Non puoi dire cosa sia o non sia davvero un tradimento.

Non si può esprimere a parole questa tempesta che ti sta stravolgendo l’anima, questo incendio che ha ridotto in cenere ogni cosa, questa pugnalata al cuore che ti sta rapidamente uccidendo.

Fa male, fa male da morire.

E anche tu vuoi fargli del male ora, vuoi fare del male a colui che ti ha inferto questo dolore inimmaginabile.

Vuoi vederlo soffrire, gridare, piangere, supplicare il tuo perdono e invocare il tuo nome.

Vuoi ferirlo come lui ha ferito te.

Vuoi che provi esattamente la medesima sofferenza, vuoi che senta il suo cuore spezzarsi e che abbia la consapevolezza che sei stato tu a infliggergli il colpo mortale.

Vuoi ucciderlo come lui ha ucciso te.

E stai per farlo, stai per farlo davvero.

Lo strattoni dai vestiti, strappandolo da chi, traditori anche loro, vorrebbe proteggerlo, gli urli in faccia tutta la tua rabbia, lo sbatti contro la fredda pietra.

Un momento prima che arrivi il Grigio Pellegrino a fermarti, prima che tutto cambi, guardi un’ultima volta il viso di colui che era il tuo scassinatore e non vedi rimorso o rimpianto, mai rimorso e rimpianto, ma solo una sincera paura.

Eppure non è questo a turbarti, bensì sono i suoi occhi, quei maledetti occhi.

Quegli occhi blu che conosci meglio di te stesso fanno esitare le tue mani, concedendogli quel respiro che basterà a salvargli la vita.

In quei grandi occhi che tanto hai profondamente amato –e dentro di te sai di amare ancora- c’è riflesso il tuo stesso dolore, il tuo urlo silenzioso, il tuo perché senza risposta, la stessa consapevolezza di essere stato tradito.

Nei suoi occhi, tu ritrovi la stessa terribile sensazione che ti attanaglia l’anima, forse ancora più forte, ancora più disperata.

Quando lo stregone ti ferma, le tue mani d’istinto allentano la presa attorno al collo dello hobbit e lui, tenendosi la gola, scivola via tremante.

Potresti fermarlo con facilità, pretendere la tua giustizia, o forse la tua vendetta, ancora una volta, nonostante la voce del vecchio, nonostante quegli occhi distrutti.

Ma non lo fai.

Lo lasci fuggire via da te e dal tuo, di tradimento.

Un tradimento grande quanto il suo, altrettanto grave, allo stesso modo spaventoso.

L’hai tradito anche tu, desiderandolo con tutto te stesso eppure non volendolo veramente.

L’hai tradito, facendogli male come in realtà non avresti mai voluto fargli, non davvero.

L’hai tradito, e nonostante tu non voglia ammetterlo nemmeno a te stesso, i frammenti distrutti del tuo cuore spezzato gridano questa tremenda verità.

Quindi che fugga da te, che fugga lontano con il suo cuore che non potrà più battere, quel cuore che doveva essere per sempre tuo.

Che fugga lontano da te e che viva con il ricordo eterno di quello che entrambi avete fatto.

Che fugga e viva, portandosi dietro per il resto dei suoi giorni quella cicatrice a vita che il vostro doppio tradimento ha lasciato nelle vostre due anime, esattamente come farai tu da quel momento in avanti.

-Se sopravvivrai abbastanza.-

 

-Addio, mio Bilbo.-

 

Chi è il vero traditore, ora?

  
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