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Autore: cereal_killeeeeer    11/08/2017    2 recensioni
Percy era un ragazzo come tutti gli altri: mangiava, dormiva, giocava con gli amici, e usciva di casa per andare a combattere i mostri tornati dal Tartaro per uccidere i semidei. Quel giorno pensava sarebbe stato come quelli passati, ma non sapeva invece che il Fato gli riservava delle sorprese, e che avrebbe incontrato persone cui non si era nemmeno mai sognato l'esistenza, insieme ai suoi due migliori amici e la solita maglietta viola del campo.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Altro personaggio, Nuova generazione di Semidei, Nuovo personaggio, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: Otherverse, Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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1. PARTIAMO PER UNA MISSIONE SEGRETA ALL'OSCURO DELL'OSCURITÀ IN PERSONA

    Mi diressi verso le sponde del Tevere, dove i pretori di Nuova Roma, Reyna e Jason, il senato e il resto della magistratura mi stavano aspettando insieme ad Hazel e Frank per partire alla ricerca di altri semidei in pericolo e portarli al campo. Sì, starete tutti dicendo ‘’Oh, che eroi!’ oppure ‘Che coraggiosi!’’. Beh, purtroppo per quanti pensi sia giusto salvare la gente, odio quando mi obbligano a farlo. In generale detestavo quando mi imponevano di fare qualcosa, e in fondo, chi non lo fa?

    «Perseus Jackson, Hazel Levesque, Frank Zhang. Noi pretori e la magistratura siamo qui presenti per fare i nostri saluti e augurarvi buona fortuna per la vostra missione di salvataggio di eroi e semidei in-»

    «Sì, sì, non c’è bisogno di fare questo discorso ogni tre per quattro» dissi io interrompendola, facendo sussultare qualcuno nella folla per il mio tono «Ho capito che vi mancherò, ma tranquilli, tornerò» pronunciai poi, facendo l’occhiolino a nessuno in particolare, mentre mi preparavo a salire sulla barca che mi avrebbe trasportato per portarmi dall’altra parte del fiume.

    «Percy!» sentii Hazel esclamare dietro di me «Non dovresti parlare così ai nostri superiori!»

    «Non importa»la tranquillizzò Jason sbuffando «In effetti mi sono stancato pure io di questo discorso» finì lui mentre Reyna zittiva Ottaviano che imprecava qualcosa in latino, probabilmente chiedeva al suo dio Peluche perché fossi così maleducato.

    «E poi non sono miei superiori…» borbottai per farmi sentire e allo stesso tempo per non farlo «Su, andiamo gente!» incitai battendo le mani «Qualcuno potrebbe avere anche una spada infilzata sul proprio collo mentre noi stiamo qui a chiacchierare, per quel che ne so»

    Saliti cominciammo a remare, e continuammo finché tutte le persone che ci guardavano dalla riva si allontanarono. «Ti stanno così antipatici?» chiese Frank interrompendo il silenzio.

    Non ci pensai su molto «Forse antipatici non è il termine giusto. Insomma, Reyna direi che è a posto, così come Jason, e Ottaviano lo soffocherei volentieri con uno dei suoi peluche»

    Hazel tentò di soffocare una risata «Chi non lo farebbe?»

    Mi lasciai andare anche io un sorriso mentre mi raddrizzavo la schiena «Allora, Nico lo incontriamo al solito posto?»

    «No, lui oggi non c’è» rispose lei.

    «E come mai?» chiesi sorpreso. Era sempre venuto ad ogni spedizione. Di sicuro non lo faceva per me, diciamo che avevamo una strana relazione: più gli parlavo più si allontanava. E io parlavo tanto. Ma non credo capirò mai quel ragazzo.

    «Non ne ho la minima idea. Era venuto a trovarmi per dirmi che oggi non sarebbe venuto con noi»

    «Cosa potrà mai fare uno come lui? Non che lo stia offendendo eh, stavo solo pensando» dissi velocemente l’ultima parte per evitare che la barca affondasse a causa dei rubini scatenati su di essa causati della rabbia della figlia di Plutone.

    «Di sicuro qualcosa di molto importante» commentò sarcastico Frank «Non che lui non abbia la sua vita da vivere eh» aggiunse in fretta dopo aver ricevuto uno sguardo truce da parte della fidanzata.

    Esatto, fi-dan-za-ta. L’ho diviso in sillabe correttamente? Va beh, comunque feci da Cupido ai miei due bambini e dopo finalmente tanto tempo riuscii a farli mettere insieme. Che gioia ebbi, niente più momenti imbarazzanti tra i due, che coinvolgevano anche me. Hazel e Frank erano gli unici al Campo che mi stavano simpatici. Li conoscevo da quando un tale di nome Jason Grace cinque anni fa mi trovò in mezzo alla strada e mi portò al Campo Giove. Perché sì, se incontri un bambino in giro per strada decidi che è un semidio per il suo odore, almeno come diceva lui, e mica profumavo di rose e pancake.

    Venni preso da un’illuminazione «Hey! Quindi oggi possiamo andare a cercare a New York!»

    «Stai scherzando, vero?! È lontanissimo! E poi ho sentito dire che è molto pericoloso» replicò il ragazzo.

    «Beh, che c’è? Abbiamo pure la benedizione del Senato» dissi sarcastico «Su, non abbiate paura, ci sono io con voi»

    «Io non ho paura! Ma abbiamo promesso a Nico che non avremmo sfiorato il confine di Manhattan…»

    «Dimmi se ho torto. Lui aveva esplicitamente detto ‘’Finché ci sarò io voi non andrete a New York e oltre, giuratelo sullo Stige’’

    «Appunto, abbiamo pure giurato su quel maledetto fiume di non andarci»

    «Sì, ci ha fatto giurare che non ci saremmo andati» la sostenni «finché ''ci sarò io’’. Oh, ma guardate» feci il finto tonto «Nico Di Angelo non c’è» 

    Frank mi guardò male «Sei pessimo…» 

    Hazel invece sbuffò «E chissà quanti pericoli troveremo…»

    Le sorrisi, convinto più che mai di riuscire a convincerla «Siamo semidei. Noi viviamo di pericoli da essere diventati pericoli stessi. E poi magari qualche semidio sperduto capiterà lì per caso ed essendo appunto rischioso noi, senpai, kuya, sunbae o in che lingua voi lo vogliate, possiamo- anzi siamo la sua unica salvezza» dissi quest’ultima parte con un tono più forte e deciso «Vi prego… Voglio solo salvare più mezzosangue possibile…» ed ero serio. Per quanto quell’avventura mi facesse venire la pelle d’oca, sapere di aver sottratto alla morte una vita mi rendeva poco meno penoso di ciò che ero.

    I due fidanzati si guardarono intensamente, e io notai i messaggi segreti che si mandavano con gli sguardi. Dopo qualche istante Frank si girò verso di me con un sopracciglio alzato. A quanto pareva sembrava abbastanza impaurito, ma si vedeva che era molto elettrizzato, quasi più di me ‘’Ah, Frank Zhang, che trasgressivo’’. Da che pulpito poi.

    «Okay» concluse lui «Ma ci restiamo per poco. E soprattutto, non farò da taxi per tutto il tempo. E hai usato tre lingue diverse tranne il cinese, dovresti fare qualche ripassino, haizi»

    Sorrisi, contento di essere riuscito a convincere entrambi, o almeno quasi, visto che Hazel era ancora molto dubbiosa «Hey, non c’è bisogno di remare» aprii le mani e allargai le braccia ad occhi chiusi, e subito dopo un paio di istanti la nave venne mossa dalle onde e ci portarono velocemente dall’altra parte del fiume.

    «Percy» mi chiamò Hazel, un misto tra dolce e preoccupazione «Ti hanno severamente vietato di usare i tuoi poteri qui a Nuova Roma…»

    «Al diavolo le regole» replicai, arrabbiato «Non sto facendo nulla di male» Doveva proprio ricordarmelo, vero?

    Purtroppo però diceva la verità: il mio genitore divino non mi aveva riconosciuto sebbene fosse evidente chi fosse, non sapevo leggere né comprendere il latino e faticavo a combattere con schieramenti vasti che alla fine per quanto tentassi di cambiare mi presero per l’handicappato degli handicappati (no offense per gli handicappati), un semidio diverso, e per prevenire i miei attacchi di follia nel caso ne avessi avuto alcuni il senato decretò di non farmi usufruire dei miei poteri, e comportarmi come un normale babbano. Li detestavo davvero, '’Farsi i propri affari no, eh?’’. Odiavo quel posto, peccato fosse la mia unica casa.

    Arrivati fuori, io e Hazel salimmo in groppa a Frank-l’aquila-postino, che partì verso est, verso la città proibita.

   
 
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