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Autore: AlessiaDettaAlex    16/08/2017    1 recensioni
Che i trentaquattresimi Hunger Games abbiano inizio!
Alyss Knight si è offerta volontaria alla mietitura per proteggere Laree Amberdeen, la ragazza che ama. Ma, oltre a sopravvivere all'arena, ha un altro obiettivo importante da adempiere: nascondere alle telecamere di Capitol City la sua relazione omosessuale con la giovane Laree, che potrebbe costare loro la vita a causa delle ferree leggi di Panem a riguardo.
[Capitolo 1]
«No!» grido con rabbia, «non lei!» tremo di terrore e di fatica, quando la raggiungo davanti al palco. «Mi offro volontaria come tributo al suo posto!». Non posso credere di averlo fatto sul serio. Un brivido mi corre lungo la schiena, di paura ed eccitazione insieme, nella consapevolezza che sto per morire. Sto per morire per lei.
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[Capitolo 4]
"Noi tributi siamo solo questo: gli agnelli più belli, giovani e forti del gregge, strappati dai propri compagni per attendere al sacrificio da tributare a dèi oscuri. E il nostro sangue bagnerà l’altare dei potenti, tra grida di giubilo e l’eco lontana del lamento degli ultimi, che piangeranno per lunghi secoli i loro figli."
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Tributi edizioni passate
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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Capitolo 15


Sbadiglio, cullata dalle curve appena percepibili che fa il treno a levitazione magnetica. Accanto a me Layla legge un libro, assorta. Intorno a noi c'è assoluto silenzio; non si sentono gli schiamazzi dei capitolini e il loro continuo battimani, eppure credo che il mio cervello continui a ripropormi le stesse immagini sonore degli ultimi istanti passati a Capitol City. Ho una confusione enorme in testa e le orecchie mi fischiano. Sospiro, e questo sembra per un attimo riportarmi coi piedi per terra. Guardo fuori dal finestrino scorrere le foreste, cercando di concentrarmi sul paesaggio.
Tra poco dovremmo essere al Distretto 6. Tra poco potrò riabbracciare Laree. Il pensiero mi fa sussultare e mi accorgo di aver incominciato a sorridere. Vedrò il posto dove sono cresciuta, la stazione dei treni... e avrò una casa tutta mia, per la prima volta! Una casa vera, con tutto il necessario per vivere dignitosamente, e forse anche più di quello che mi serve per vivere. Le ville dei Vincitori sono grandi e molto belle. Potrei perfino perdermici lì dentro. Sarebbe ancora più bello se potessi portarci Laree e farla vivere con me, ma non credo sarà così semplice. Troppe telecamere saranno sempre puntate su di me, troppi occhi. Ma allora per cosa ho combattuto nell'Arena? Sono tornata, ma molto probabilmente non riuscirò a realizzare il mio sogno di stare con lei per sempre. Sospiro di nuovo, rendendomi conto di essere scivolata pian piano in pensieri negativi. Questa volta Layla se ne accorge.
«Tutto bene?»
Annuisco.
«Ricordati che ti riprenderanno quando scenderai dal treno»
«Sì, lo so»
Lei chiude il libro – che fa un sordo tonf – e si appoggia a me mettendomi un braccio sulla spalla.
«Guarda» dice indicando fuori dal finestrino «laggiù c'è Laree».
Le prime case del Distretto 6 cominciano a fare capolino tra gli alberi e io ritrovo tutto il mio buonumore. Il grigiore metallico del mio distretto, paragonato al falso sbrilluccichìo di Capitol City, mi sembra che mi infiammi il cuore e all'improvviso sento di non riuscire a stare più seduta. Mi viene da ridere: un Distretto così brutto mi emoziona più della sfarzosa capitale di Panem!
Mi alzo in piedi e tiro con me anche Layla. Quasi mi ritrovo a correre verso le porte scorrevoli del treno. E mentre questo rallenta, il mio cuore accelera.
Layla mi raggiunge poco dopo e mi affianca posandomi una mano sulla spalla.
«Sei tornata a casa» mi sussurra con un sorriso.
«Siamo tornate a casa» la correggo sorridendole a mia volta.
Il mezzo si ferma e oltre i binari una folla di persone è pronta ad accogliermi. Quando si aprono le porte è un tripudio di luci e grida di gioia. Io e Layla salutiamo tutti agitando le braccia; mi sembra che il sole splenda più di quanto abbia mai fatto in tutta la mia vita. Tutto è inondato da una luce dorata che sembra avere il potere di non farmi smettere mai di sorridere. In lontananza mi sembra di aver intravisto River Amberdeen ma non voglio cercarli troppo con gli occhi mentre sono ancora ripresa: preferisco trattenermi per quando non ci saranno più telecamere.
Quando finalmente queste se ne vanno, mi tuffo fra la folla senza pensarci due volte e comincio a navigare tra le pacche delle persone che incrocio verso il punto in cui ho visto la famiglia di Laree. Non aspetterò un attimo di più per riabbracciarla!
Ed eccoli, finalmente! River si avvicina a me e senza dire una parola mi stringe tra le sue braccia.
«Alyss...»
La sua voce trema, probabilmente per l'emozione. Dietro le sue spalle intravedo i suoi genitori ma, a dire il vero, non sembrano felici di vedermi. I miei occhi saettano qua e là alla ricerca della persona che mi è mancata più di tutte, quella per cui ho partecipato, per cui ho vinto. Ma non la trovo.
«Alyss...» ripete River stringendomi più forte.
Il sorriso mi sfuma dalle labbra e cominciano a sudarmi le mani. Lui mi stacca da sé e mi guarda serio; mi decido a ricambiare lo sguardo. Mi accorgo che i suoi occhi sono tremendamente gonfi.
«Laree... è morta»
No. Non può essere vero.
River, che stai dicendo?
«È stata uccisa ieri»
Ero io nell'Arena, non lei. Ho fatto tutto questo per salvarle la vita.
Il mondo intorno a me comincia a svanire, il giorno diventa notte, la luce dorata che riempiva i miei occhi viene inghiottita da una tenebra profonda. La gente parla, la gente mi parla, ma io non sento più nulla. Qualcuno mi scuote per le spalle, sembra il tocco brusco di Layla.
Continuo a non capire. Nell'Arena ci sono entrata io. C'ero io. C'ero io. Lei dovrebbe essere qui, viva. L'ho fatto per proteggerla. L'ho fatto per poterla tenere in vita!
Non è vero. Non è vero. Non è vero.
«Non è vero!!» urlo, e insieme alla voce esce una cascata di lacrime che mi bagnano il volto.
Cacciò un grido che mi graffia la gola e un paio di braccia femminili mi circondando il petto e mi stringono. Io mi dibatto con tutta la forza che ho in corpo, ma stavolta sono i muscoli di River a tenermi ferma e mi ritrovo ancora una volta con la faccia sepolta sul suo petto.
Tutto comincia a girare vorticosamente, il mio mondo ha perso il suo porto sicuro ed ora è solo un oceano infuriato che tenta di annegarmi.
Lei non c'è più. Lei è sparita dalla faccia della terra. Non la rivedrò mai più. Alla fine sono riusciti a portarmela via comunque. Ce l'hanno fatta.
Pensavo di aver vinto, di averli fregati tutti. Ma loro sono i vincitori. Non io. Io sono solo una sopravvissuta per miracolo, rotta, a pezzi, una che ha perso.
Ha perso Roy. Ha perso Skeeter. Ha perso Sirius. Ha perso se stessa.
E ora ha perso Laree, che era l'unica cosa che le rimaneva.
Riprendo a gridare e a dibattermi, perché mi sembra di riuscire a sopportare meglio il dolore, se smettessi, soccomberei. E chi riuscirebbe poi a rialzarmi in piedi? Alla fine diventa tutto bianco. E mi spengo lentamente.

Riapro gli occhi e sento una fitta lancinante alla testa. Sono in una stanza che non conosco, su un letto sorprendentemente comodo. Accanto a me, seduta su una sedia a fumare una sigaretta, c'è la mia mentore.
«Ehi» mi dice dopo aver ispirato l'ultimo segmento della cicca.
«Come ti senti?»
A quella domanda mi torna alla mente come una doccia fredda l'ultima cosa che ho sentito: la dichiarazione della morte di Laree.
Mi pizzicano gli occhi e decido di non risponderle. Se parlassi, riprenderei solo a piangere.
Lei non mi fa altre domande e rimane in silenzio accanto a me. Io guardo il soffitto, immobile. Sono come una molla carica e pronta a scattare in qualsiasi momento, sento che se mi muovessi appena o respirassi in maniera diversa, questa specie di vuoto assoluto si trasformerebbe in inferno.
«Sei nella camera della tua nuova casa, nel villaggio dei Vincitori. Sei rimasta priva di sensi per qualche ora e ti abbiamo portata qui»
Mi informa Layla senza aspettare le mie domande.
«River è qui fuori, voleva raccontarti cos'è successo a Laree»
La sua voce esita appena nel pronunciare quel nome. Ecco, l'equilibrio è rotto. Mi copro gli occhi col braccio destro per paura di dover ricominciare a piangere; il nodo alla gola è sempre più stretto.
«Alyss, devi sapere che io non ti mollerò qui così»
Scosto appena il braccio dagli occhi per guardarla.
«Resterò con te finché non starai meglio. Non ti lascerò sola»
La sua ultima affermazione spezza tutte le mie deboli difese e mi sciolgo in pianto di nuovo. Lei mi prende una mano e me la stringe nella sua.
«Dirò a River di tornare un altro giorno».

Passano un paio di giorni prima che io smetta di piangere. Layla si prende assiduamente cura di me, si assicura che io mangi e dorme in camera mia, sul gigantesco letto matrimoniale. Un pomeriggio accende la tv e si mette a fumare sul divano mentre ascolta il notiziario. Io mi siedo affianco a lei, guardo il televisore ma non riesco davvero a seguire quel che dice.
Ad un certo punto passa un annuncio che attira la mia attenzione. Il comandante Basil, del Distretto 6, è stato arrestato stamattina e portato in manette a Capitol City, dove la giustizia si prenderà cura di lui per aver ucciso Laree Amberdeen cinque giorni fa.
Mi congelo sul divano.
Avevo dato per scontato che Capitol City c'entrasse con la morte di Laree. Che, al limite, Basil fosse solo un mero esecutore dei piani del Presidente. Sullo schermo passano le immagini di un corteo di Capitol City contro l'operato del capo pacificatore del mio distretto. Rimango a bocca aperta.
«A nessuno va giù che Basil abbia fatto giustiziare di sua spontanea volontà una persona per te importante... a modo loro, i capitolini ci tengono ai propri vincitori» commentò Layla.
«Tu... sai cos'è successo?»
«Sì, me l'ha spiegato River, ma lui saprà raccontartelo meglio di me, visto che ha seguito la vicenda in prima persona»
Voglio saperne di più. Devo sapere cosa è successo durante i miei giochi e l'unico che può darmi queste risposte è lui. È arrivato il momento.
«Devo incontrarlo» dico a bassa voce, guardandomi le mani incrociate sulle gambe.
Layla mi dà una manata sulle spalle.
«Vuoi che ti ci accompagni adesso?»
«No» deglutisco a vuoto, «ci vado da sola».
Sinceramente ho molta paura di rivederlo. Lui è l'immagine di sua sorella e non sarà semplice guardarlo negli occhi.
Do un ultimo sguardo d'intesa a Layla ed esco di casa. I miei piedi trovano da soli la strada verso la dimora degli Amberdeen, che ho frequentato così spesso fino a due settimane fa, e mi sorprendo di non dovermi nascondere più mentre mi muovo per le strade. Tutti mi conoscono ora, tutti mi salutano con un sorriso. Ma la mia vita è stata sconvolta nell'arco di qualche settimana talmente in profondità che non riesco a sorridere nemmeno sforzandomi.
Busso alla porta di casa.
Mi apre la signora Amberdeen: inizialmente sembra sorpresa di vedermi, poi il suo sguardo si tramuta in quello che mi sembra disprezzo. Sta per richiudermi la porta in faccia e io abbasso lo sguardo istintivamente, ma alla fine sento River venire in mio soccorso.
«Mamma, falla entrare... la porto in camera mia. Ha il diritto di sapere»
La donna lancia uno sguardo severo al primogenito, che poi si ammorbidisce appena.
«Dopo di oggi non voglio più vederla qui, però»
«Va bene» sussurra River prendendomi per mano e tirandomi dentro.
Comincio a sentirmi colpevole di qualcosa che non so di aver fatto ed evito di rialzare lo sguardo verso di lei. Ad ogni modo lui non mi lascia il tempo di rifletterci, perché quasi mi trascina correndo nella sua stanza – che era anche quella di Laree – chiudendosi la porta alle spalle. Mi lascia la mano e si siede sul bordo del suo letto con un sospiro, invitandomi con un gesto a fare lo stesso.
Stiamo così, in silenzio, per qualche minuto. Nessuno dei due ha veramente voglia di affrontare quel discorso, ma sappiamo bene che è una cosa che deve essere fatta.
«Quindi... cosa è successo?»
River prende un grosso respiro e comincia a raccontarmi tutto dall'inizio.


 


Note di Alex
NON CI CREDO NON CI CREDO NON CI CREDO.
Non ci credo di esserci arrivata finalmente. La scena. LA scena. Quella che avevo in mente sin dall'inizio della storia, la scoperta della morte di Laree. E ci siamo, siamo quasi alla fine! Mancheranno uno o due capitoli e nemmeno io riesco a capacitarmi di essere arrivata così lontano in 3 anni... Che bello! Sono emozionatissima!
Ora, però, il prossimo capitolo pone dei problemi. Avrà un punto di vista diverso da quello della protagonista e sono molto indecisa sul da farsi: se abbandonare la prima persona, il tempo presente... se tenerli con River... ma ho bisogno di spiegare un po' di cose, quindi un narratore onnisciente mi farebbe più comodo... d'altra parte lasciare un velo di mistero senza narratore onnisciente è molto figo... insomma, sono un po' confusa. E ciò che devo raccontare è tutto già programmato, ma scriverlo sarà la vera impresa. Speriamo bene!
Che ve ne pare di questo capitolo? E' tristissimo, lo so, e molte, moltissime volte ho pensato che la storia sarebbe potuta andare diversamente, che Laree sarebbe potuta sopravvivere. Ma le soluzioni finali poi non mi piacevano e... beh, il titolo della storia non avrebbe avuto senso. Per questo sto progettando un sequel, che inserisca un elemento che in questa storia manca: la speranza. E questo sequel dovrà fare da controparte anche attraverso il titolo a "The odds are never in my favor". Ma vediamo.
Grazie di essere arrivati fin qui, di aver letto in silenzio e magari apprezzato. Le recensioni sono sempre gradite, ad ogni modo. Anche per mandarmi a fanculo.
Alex
   
 
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