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Autore: lagertha95    18/08/2017    5 recensioni
Sono passati 10 anni dalla fine della Seconda Guerra Magica.
Hermione e Draco hanno vissuto felici, in una Londra ormai in pace, ma adesso qualcosa è cambiato.
Cos'è successo di così grave da portare Draco ad allontanarsi?
Hermione riuscirà a mettere da parte tutto l'orgoglio grifondoro che la contraddistingue?
In un viaggio che la porterà a ripercorrere luoghi del passato, Hermione riscoprirà se stessa e in mezzo ai ricordi prenderà coscienza di cose che fino ad ora le erano risultate invisibili.
Dal testo:
“Dove andrai?” mi chiede.
Non lo so, non ancora. Forse dovrei iniziare da dove tutto è cominciato…
“Hogwarts”.
Genere: Erotico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Ciao a tutti/e! Sono Lagherta e sono nuova in questo fandom :)

È la prima volta che mi cimento in una Dramione e non ho davvero idea di come sia uscita fuori questa storia T.T

Spero che la breve introduzione che ho scritto vi intrighi e vi spinga a seguirmi in questa avventura, nonché a lasciarmi una recensione. Che questa sia breve o lunga, brutta, neutra o positiva, non ha importanza, purché scriviate quello che pensate, facendomi capire se la strada che sto percorrendo è giusta o meno :)

Detto questo, vi lascio al prologo.

A presto, spero.

Baci, Lagherta :*


 


 

Prologo


 

Abbiamo litigato. Per la prima volta in modo serio. Non bisticci sciocchi e infantili, dettati dalla voglia di smuovere il mare placido della nostra vita di coppia. Un litigio vero, pieno di sguardi cattivi e parole rancorose, gelosie represse che alla fine ci hanno fatto esplodere.

Sono sul nostro enorme letto matrimoniale, avvolta nella sua maglietta. Inspiro profondamente, tra un singhiozzo e l'altro, riempiendomi le narici del suo odore, così dolce e mascolino al tempo stesso. Un odore che sa di casa e che forse ho perso per sempre.

Se n'è andato, sbattendo la porta e recuperando il minimo necessario. Senza una parola, senza guardarmi neanche. Mi ha voltato le spalle, dopo che la mia lingua si era mossa una volta di troppo, pronunciando parole che non avrebbe dovuto, ferendolo più profondamente di quanto avesse mai fatto.

Adesso sono sola, nella nostra casa, che porta ancora i segni della sua presenza, anche se sono ormai 5 giorni che non lo vedo. Io non mi sono alzata dal letto, distrutta forse per l'ultima volta. Non so se riuscirò a riprendermi. Non mangio e non mi lavo da quando se n'è andato.

La mia migliore amica è venuta a trovarmi, anzi, viene tutti i giorni a trovarmi, appena stacca da lavoro. Si siede sul letto, accanto al relitto che è il mio corpo, e mi accarezza leggermente, placando per poco i miei singhiozzi e le mie lacrime e facendomi scivolare lentamente in un sonno agitato. A volte porta anche i bambini, ma neanche le loro risa gioiose e innocenti riescono a distrarmi dalla mia disperazione.

Non riesco a parlare, non riesco a ringraziarla, non riesco a fare nulla.

Sto sul nostro letto, avvolta nella sua maglietta, incapace di riscuotermi da quest'incubo, incapace di reagire. Mi sto lasciando andare, perché la mia ragione di vita mi ha abbandonata. Continuo a singhiozzare, preda del dolore e dell'apatia. Non riesco a non pensare altro che ai suoi occhi, pieni di dolore e delusione. Ho sentito distintamente il suo cuore spezzarsi. Lo ha fatto contemporaneamente al mio. Quel cuore traditore che non ha saputo gestire la lingua. Quel cuore che, geloso, mi ha portato a dire quelle cose. Quel cuore che non sa come ricostruirsi, perché senza di lui, io vivo a metà.

Mi addormento, sfinita dal pianto, dal non mangiare, dal dolore che mi incalza ogni momento.

 

***


 

Non è tornato da me. Sono passate due settimane e lui non è tornato. Ma perché mi stupisco? In fondo sono stata io a ferire più profondamente.

Mi sono ripresa il minimo indispensabile per riuscire a prendere la decisione giusta.

Sono in camera, seduta sul nostro letto. La sua maglietta indosso, ormai priva del suo odore, ma così terribilmente familiare.

Intorno a me ci sono dei vestiti (miei e suoi) piegati e scarpe. Ai piedi del letto una valigia aperta. Inizio a riporvi dentro tutto, con Ginevra che mi osserva silenziosa, seduta sulla Sua poltrona. Ricordo ancora quando l'abbiamo comprata, lui che si impuntava perchè fosse verde e io che invece la volevo rossa. Al ricordo, un piccolo sorriso si disegna sulle mie labbra.

“Sei sicura?”

Non dice altro, Ginevra. Oh amica mia, tu sapessi quanto non sono sicura, quanto vorrei solo sprofondare nell'apatia e nella disperazione, quanto vorrei tornare a deprimermi, aspettando la fine. Ma non posso. Lo amo così tanto da non poterne fare a meno. Queste due settimane sono state l'Inferno. Il mio cuore non è intero, non senza di lui. E poiché IO ho sbagliato, tocca a me cercarlo e scusarmi e farmi perdonare.

“Sì”, rispondo.

“Dove andrai?”

Non lo so, non ancora. Forse dovrei iniziare da dove tutto è cominciato…

“Hogwarts”.

   
 
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