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Autore: Corydona    19/08/2017    1 recensioni
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Ex "Un tuffo al cuore"
Dopo l'infortunio di una delle compagne di nazionale, Fiammetta Salieri ha l'occasione di realizzare il suo sogno e di partecipare alle Olimpiadi. Cosa potrà mai andare storto?
Ovviamente, nulla va come previsto.
Nel giro di pochi giorni, Fiammetta si ritrova al centro delle più disparate confidenze, scoprendo legami di ogni genere tra compagni e avversari.
Tra amicizie che nascono e che muoiono, scommesse, tradimenti segreti e persino un mazzo di fresie, ci ritroviamo a vivere gli spalti dell'impianto non solo tra la tensione delle continue gare, ma anche facendo il tifo per le Olimpiadi che ognuno di noi almeno una volta nella vita deve disputare: quelle del cuore.
Genere: Romantico, Slice of life, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Olimpiadi Romane'
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Più tardi, durante la cena, siamo tutti ai tavoli. La mensa di Casa Italia è enorme, oltre ai numerosissimi atleti ci sono i vari allenatori e preparatori fisici, mentre i tavoli sono da sei persone. Io e Becky siamo sedute insieme ad Andrea, Tommaso e un paio di tizi del canottaggio, che domani hanno la loro gara. Non sono molto tesi, anche se il loro sport rimane nell'oblio per quattro anni, per salire alla ribalta solo durante le Olimpiadi: raramente lo trasmettono in televisione, quindi per il grande pubblico è difficile appassionarsi. Noi invece ci siamo quasi sempre. Non quanto il calcio, ma abbiamo una buona visibilità. Per capirci, è più facile che venga ricordato il mio nome, piuttosto che quello di loro due, che ora chiacchierano scherzando con i compagni al tavolo vicino. Escludendo quello che è successo oggi, si intende: se non avessi dato la testata al trampolino, sarebbe stato lo stesso.

Andrea approfitta della loro presenza per farsi spiegare qualcosa di canottaggio. È un tipo socievole, in qualsiasi situazione, anche se domani ha una finale olimpica. Credo che abbia un po' di ansia e che cerchi di scacciarla via in questo modo.

Presto loro vanno via e rimaniamo noi quattro. Tommaso continua a mangiare silenzioso, con i suoi occhi scuri fissi sul poco cibo che riesce a mandare giù: lui sì che ha l'ansia da prima Olimpiade. Forse ieri sera avevo anche io la stessa espressione assorta... ma almeno ho chiacchierato un po' con Valentina, distraendomi. Lui risponde alle nostre affermazioni con dei monosillabi.

Rebecca è preoccupata per lui, lo capisco da come lo guarda, come se temesse di vederlo svenire a terra da un momento all'altro. Se non si calma rischia di combinare un disastro all'esordio olimpico... anche se dubito seriamente che possa fare peggio di me.

- Ha chiesto Blake se dopo ci troviamo vicino alla fontana - dice Andrea, spostando il piatto vuoto della pasta e avvicinando a sé l'insalata.

- Quale delle tante? - chiede Becky. Il villaggio olimpico è stato costruito come una piccola città, e quindi dotato di suoi piccoli monumenti, tra cui diverse fontane.

- Quella all'incrocio tra Casa Francia e Giamaica, sai quella con le api...

Lei annuisce, tagliando l'insalata, e così faccio anche io: l'abbiamo vista insieme il primo giorno qui, quando mi ha accompagnato da Jean per dargli il benvenuto. Credo che dalle parti di Piazza Barberini ce ne sia una molto simile... o non era lì?

- Ma solo noi o anche altri? - domando invece, evitando di scervellarmi troppo su dove ci sia una fontana come quella. Dopo quanto riferitomi da Durrant oggi pomeriggio, non ho tutta questa voglia di trovarmi faccia a faccia con Thompson, anche se saremmo in mezzo agli altri.

- Ha sentito i francesi, i canadesi e i russi, a quanto ne sappiamo - continua Andrea. - Ma potrebbero anche esserci i messicani e gli australiani. Però potrebbe anche presentarsi il Genio della lampada, non ne ho proprio idea.

- Basta che non ci siano gli americani - commenta Becky, sorridendo appena alla sua battuta. Mentre eravamo in camera, prima di scendere per la cena, le ho raccontato della breve chiacchierata con l'abbronzato britannico. Concorda con me sul fatto che se lui, che mi conosce appena, ha sentito il dovere di darmi quella dritta, dev'esserci un buon motivo.

Ma, soprattutto, non voglio che Valentina abbia la possibilità di far sapere a tutti che forse esiste la possibilità che tal bellone californiano abbia degli interessi verso la povera deficiente che ha dato una tranvata al trampolino.

Andrea probabilmente ha capito che Rebecca sta nascondendo qualcosa che riguarda me, ma non fa domande. Forse andrà alla carica quando io non ci sono; o magari non gliene importa un fico secco, tanto Valentina troverà comunque il modo di raccontargli tutto per filo e per segno. Ma lei non lo fa apposta, ha semplicemente un'incontinenza da gossip, come dice lo stesso Andrea. Almeno questo è quello che penso io, perché, a parte questo dettaglio, è una ragazza molto dolce e sensibile, sempre pronta a darti una mano se hai un problema. Poi lo va a dire a mezzo mondo, ma intanto ti aiuta.

Mentre continuiamo a parlare, spostando il discorso sulle gare di domani e su come hanno visto gli avversari, il mio telefono sul tavolo vibra per l'arrivo di un messaggio. Sicuramente è Jean che mi chiede se dopo ci sono. Invece no: il numero è sconosciuto. Lo apro per leggere.

David Thompson.

Sbuffo, scocciata: avrei decisamente preferito che fosse il mio migliore amico. Inarco appena le sopracciglia, alzando lo sguardo verso il soffitto: neanche il contenuto del messaggio riesce ad attenuare il fastidio. Ma che diavolo vuole Thompson da me?

- Che succede con Fantasmino? - mi chiede Andrea, dopo aver visto la mia reazione decisamente poco entusiasta.

Sa che la maggior parte dei messaggi che mi arrivano sono da parte di Jean. Spesso li leggo anche ad alta voce, visto che mi scrive anche un sacco di stupidaggini. Come quando prima dell'Europeo eravamo usciti, nel pomeriggio, noi due insieme a Becky ed Emilién... e il suo stupido amico ha avuto la gran pensata di svuotarmi una bottiglia d'acqua sulla testa mentre ero seduta sugli scalini di una chiesa e lui era in piedi dietro di me. La conseguenza è stata minima, ma il trucco mi era colato sugli occhi e Jean la sera mi ha scritto: "Allora, panda, come va?". Quando avevo mostrato lo schermo ad Andrea durante gli Europei, lui era scoppiato a ridere e da allora l'ha preso in simpatia.

- Non c'entra Jean - dico a bassa voce, passando il telefono a Rebecca, che legge il messaggio con l'espressione basita di chi non sa che pensarne.

Tommaso, che in tutto questo non ha detto neanche una parola, ci augura la buonanotte, prima di andare in camera a dormire, anche se qualcosa ci lascia intuire che non ci riuscirà molto facilmente.

- Quando fai la doccia, vedi di non finirmi lo shampoo! - gli grida dietro Andrea, alludendo scherzosamente alla testa rasata del giovane compagno di sincro.

In tutta risposta, Tommaso si ferma, si volta verso di lui e, cercando di non colpire una ragazzina della ritmica che cerca un posto per mangiare vicino alle sue amiche, gli fa il gesto dell'ombrello in maniera plateale. Io e Becky scoppiamo a ridere come due bambine davanti a un film comico degli anni settanta.

- Che succede? - chiede ancora Andrea, appena il compagno di stanza esce dalla mensa, concentrandosi su di noi.

- È Thompson - risponde Becky al mio posto. - Dice che "the guys" gli hanno dato il numero di Fiamma e le chiede se una sera, dopo la sua gara, le va di uscire insieme.

Il piattaformista bolzanino mi guarda, perplesso. Strano, avrei giurato che fosse stato lui... O forse Tommaso, visto che se ne è andato così di corsa, ma non sarebbe credibile: lui sta solo pensando a domani.

- E che pensi di fare?

- Oliver Durrant mi ha detto di non fidarmi di lui. Se devo essere sincera, mi fido molto più di Oliver che di David Thompson.

È una sensazione a pelle e molto poco ragionata... ma sono più propensa a dare credito all'inglese che al californiano. Spero solo che l'intuito non mi tradisca.

- Quindi gli dirai di no - dice Andrea versandosi l'acqua nel bicchiere.

- Esattamente. Ma prima devo scoprire chi è stato a dargli il mio numero.

Becky mi passa il telefono. - Hai due modi per scoprirlo. O accetti di uscire e lo chiedi direttamente a lui, oppure... avrai una risposta, ma senza discrezione.

Annuisco. So perfettamente cosa intende.

 

***

 

Cinque minuti dopo, mentre le televisioni di Casa Italia trasmettono la finale del fioretto maschile in cui un italiano sfida un russo, o, in alternativa, la finale del judo femminile in cui gareggia una ragazza romana, io sto bussando alla porta della camera di Chiara e Valentina. Mi viene ad aprire proprio lei, in pigiama. Forse sta già andando a dormire, o forse si è solo portata avanti con le cose da fare. Sento il suono dell'acqua che scorre provenire dal bagno: probabilmente Chiara si starà facendo la doccia.

Do un'occhiata dentro, alle spalle della piattaformista. La piccola stanza è anonima, esattamente come quella mia e di Becky, che ha una parete in comune con la loro. I due letti sono uno al fianco dell'altro e tra di loro sono posti due comodini, sui quali le due ragazze hanno lasciato piccoli effetti personali: riesco a distinguere l'anello di fidanzamento di Chiara, che campeggia su una piccola pila di libri. La nostra campionessa ama leggere e si porta sempre dietro qualche volume, quando deve gareggiare lontano da casa; il che, in effetti, accade piuttosto spesso, considerando che lei è sempre stata, sin dal suo esordio, ad alti livelli. Sopra ai due comodini campeggia la finestra, con le serrande tirate su e i vetri spalancati per fare entrare un po' di aria fresca, come la lasciamo io e Rebecca durante la notte.

Osservo Valentina con attenzione e vedo delle stanche rughe sulla sua fronte, che durante la giornata sono mascherate da qualche crema per il viso. Gli occhi all'ingiù si accendono all'improvviso nello scoprirmi sulla soglia della sua camera: intuisce che se sono qui da lei a quest'ora il motivo dev'essere decisamente degno della sua attenzione.

- Vale, ho bisogno di un favore. Ma soprattutto, che, per almeno stasera, tu non dica niente a nessuno. Va bene?

Metto subito le cose in chiaro, mentre lei chiude la porta della camera e mi lascia entrare.

 Valentina si siede sul letto, serissima. Ha capito dal mio tono di voce e, presumo, dall'espressione del mio viso, che deve trattarsi di una questione importante. Le spiego molto brevemente del messaggio dell'americano e le chiedo se lei ha visto qualcosa a bordo piscina o in palestra. Si morde il labbro e risponde, senza pensarci su.

- Non ti piacerà per niente. Poco prima di andare via, l'ho visto avvicinarsi a Jean ed Emilién. Lì per lì ho pensato che fosse per stare anche lui nella vasca per cavoli suoi o per augurargli buona fortuna per le gare...

- Ma loro gareggiano tra qualche giorno! - esclamo, risentita. Lei alza le spalle.

- Beh, allora sono stati loro. Ora, può essere vero come non vero, se vuoi, mi informo e...

- Non ti preoccupare, me la sbrigo io con loro - dico, fredda.

Adesso sono arrabbiata nera con Jean. Perché ha fatto di testa sua, senza chiedermi? Lo sa che non esco mai con altri tuffatori e gliene ho anche spiegato il motivo!

Mi avvicino alla porta per andare a cercare quei due. Sento il sangue pulsare nelle vene e arrivare alle mie tempie a un ritmo più rapido del solito. Sono furiosa.

- Fiamma - mi chiama Valentina. - Ma c'è dell'altro?

Mi fermo, richiamata dal suo dolce tono di voce, e la guardo. Sta abbracciando un peluche che le ha regalato il fidanzato e che porta sempre con sé quando parte per le gare in giro per il mondo: un delfino con il dorso nero e la pancia bianca della stessa marca dei peluche di cui i miei genitori mi riempivano da bambina.

Se avessi il sangue calmo, mi fermerei e le direi che c'è qualcos'altro, ma non so ancora di che si tratti. Anzi, sicuramente lei mi racconterebbe anche per quale motivo Oliver Durrant abbia sentito il dovere di mettermi in guardia. Perché Valentina sa sempre tutto.

Ma scuoto silenziosamente la testa, mentre Chiara esce dalla doccia, il corpo avvolto in un asciugamano e la testa in un turbante improvvisato, sorpresa nel trovarmi lì. Brandisce in mano un asciugacapelli come se fosse uno strumento di salvezza, anche se è ben conscia del fatto che usarlo con quel caldo è una tortura.

Scambio un'occhiata con Valentina: non riesco a decifrare il suo sguardo... forse vorrebbe che io restassi ancora con loro, anche se non ne oso immaginare la ragione. Ma adesso io ho ben altro a cui pensare: Jean ed Emilién non sfuggiranno alla mia ira.

Saluto velocemente entrambe ed esco dalla loro stanza.

 

***

 

"Ma che diavolo combini, insieme a quel cretino dell'amico tuo?" è il messaggio che invio furente a Jean.

"Vieni qui e ti spiego" è la sua risposta.

Arriverò alla fontana tra Casa Francia e Casa Giamaica molto prima degli altri tuffatori, concludo tra me e me.

 

*Angolino autrice*
La faccenda si fa sempre più intricata, soprattutto per Fiamma, che si "accende" (XD) per ogni minima cosa. Pronti a scoprire come sono andate le cose tra l'americano e i francesi?

   
 
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