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Autore: Panna01    20/08/2017    0 recensioni
La guerra con l'Impero è finita. I nostri amici si ritrovano una sera per festeggiare insieme la vittoria,accadranno molte cose inaspettate e divertenti,nasceranno nuove coppie e saranno rivelate cose sul passato di alcuni(??).Tutto questo grazie a un gioco "innocente"
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Tratto dal primo capitolo:
Furono accolti da Orik,Angela,Murtagh,Castigo e Nasuada.
"E' ora che voi tre siate qui!" cantò Orik.
"Si,ora la festa può iniziare" Gridò Murtagh felicemente
"Festa?" chiese Arya.
"A 'la-stupida-guerra-che-è-finalmente-finita" li informò Angela.
"E c'è birra!" Li informò Orik
Eragon sorrise insieme a Saphira.
"Non può essere una festa senza birra!" Dissero insieme.
Arya fece una smorfia e chiese "Ci sarà qualcos'altro da bere?"
'No.' Guaì Castigo.
"Sto cominciando a rimpiangere questa notte." Mormorò Arya.
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Recensite per favore ^-^
Genere: Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Angela, Arya, Eragon, Murtagh, Orik | Coppie: Eragon/Arya
Note: Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno
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A Catfight and a Story

 
“Orik,” disse Islanzadì cautamente “perché sembra tu abbia appena avuto un’idea malefica?”.
“Perché l’ho avuta.” Replicò lui “Ti obbligo a baciare Eragon in bocca.” 
“COSA?”  madre e figlia strillarono in contemporanea.  Il cavaliere invece aveva un’espressione da ottuso.
“Mi avete sentito.” Disse il nano rivolgendo loro un largo sorriso.
“Devo farlo?” chiese la regina, dando ad Eragon uno sguardo di disapprovazione.
“No.” Rispose Murtagh “Puoi sempre spogliarti.”
La regina sembrò combattuta. “Non voglio fare ne uno ne l’altro.”  Borbottò.
“Devi scegliere.” Disse Orik.
Riluttante si diresse verso Eragon.
“Madre, non penso sia una buona idea.” L’avvisò Arya.
“Perché?” la regina la sfidò “Sei gelosa?”
“Di mia madre?” Arya restituì il colpo. “E’ improbabile.”
“Bhe, lo scopriremo presto.” Disse la regina, per poi piegarsi e lasciare un bacio con tanto di schiocco sulla bocca del cavaliere.
Eragon, che aveva ancora l’espressione idiota non vide arrivare il bacio e cadde all’indietro. La sua testa colpì una roccia e dalla ferità iniziò a zampillare del sangue.
Si portò una mano dietro alla testa. Quando la riportò davanti al viso disse solo una parola. “Ow.”
Arya si infuriò.
“Non hai appena colpito il mio uomo!”  Ringhiò.
Poi fece una cosa che portò ogni uomo al tavolo ad incoraggiarle.
Arya placcò sua madre. Entrambe caddero a terra e iniziarono a lottare.
“LITIGIO FRA DONNE!”  gridarono Orik e Murtagh.
Arya aveva il vantaggio della sorpresa che però presto sparì e Islanzadì guadagnò il sopravvento. La regina aveva più esperienza nei combattimenti.
“Ferme!” Urlò Eragon. Quando il suo ordine non ebbe effetto sul combattimento vi si gettò in mezzo. Avvolse fermamente la vita di Arya con le braccia e la trascinò distante dalla madre.
“Ragazzo, la perdita di sangue deve averti dato alla testa.” Disse Orik.
“Ha ragione.” Concordò Murtagh. “Nessun uomo sano di mente avrebbe mai fermato un combattimento fra donne!”
Eragon era troppo occupato a tenere un’Arya che stava cercando di liberarsi per rispondere.
“Arya, sto bene.” Le ringhiò all’orecchio.
L’elfa si voltò per guardarlo in viso.
“Girati.” Ordinò.
“Vuoi attaccare nuovamente tua madre?” Le chiese lui.
“No. Voglio controllarti la testa. Se continua a sanguinare forse potrei.”
Eragon si voltò cautamente; pronto a saltare nuovamente su Arya se necessario.
Lei, tenendo fede alla parola data, spostò gentilmente i capelli per esaminare la ferita sulla testa.
“Non sta sanguinando.” Mormorò .
Eragon si voltò. “Te l’ho detto che stavo bene.” Lanciò un’occhiata ad Islanzadì. “Anche tua madre sta bene.”
Arya si girò verso la madre. Con sorpresa di tutti stava sorridendo.
“Ti ho insegnato bene,” disse lei “non lasciare mia che qualcuno tocchi il tuo uomo. Avrei fatto lo stesso.”
“Ummmm… grazie?”
“Continuiamo il gioco.”
Arya annuì con un cenno del capo e sedette, come fece Eragon.
Quando tutti furono seduti Islanzadì scelse la sua vittima.
“Arya, obbligo o verità?”
“Obbligo.”
“Ti obbligo a raccontare a tutti cosa successe quella notte in cui sono entrata in camera tua e tu e Glenwing avevate tredici anni.”
“Te l’ho detto, non era quello che sembrava!” Arya gridò acutamente.
“Allora racconta la storia.”
“Bene.” Borbottò. “Quando avevo tredici anni ero in camera mia con il mio amico Glenwing. Ha detto qualcosa sulle femmine che non sono forti come i maschi, così ho deciso di fargli cambiare idea. L’ho placcato e abbiamo iniziato a lottare. Mia madre è entrata dopo che mi aveva bloccato giù. Mi stava tenendo i polsi sopra la testa ed era seduto sulla mia vita. In qualche modo aveva perso la camicia e la mia era alzata fino alle costole circa. Lei è entrata e ci ha quasi ucciso entrambi.”
“Se avessi potuto avrei registrato il tutto.” Cantò Murtagh.
“Non eri nemmeno vivo allora!” Scattò l’elfa.
“Che cosa vuoi dire?” Chiese lui.
“Sai quanti anni ho?”
“Venti?” Tirò ad indovinare.
“Più ottanta.” Disse Arya.
“Cento?”
“Anno più anno meno.”
“Whoa…”
In modo da spostare la conversazione via da lei disse “Obbligo o verità Murtagh?”
“Verità.”
“Sei mai diventato padre?”
“Non che io sappia.” Disse lui.
“Che significa?” Domandò Angela.
 “Err…”
“Murtagh…” disse lei in tono pericoloso.
“Vuol dire… che ti amo?”
Angela alzò un sopracciglio. “Buono a sapersi, ma voglio una risposta.”
“Bene! Sono già andato a letto con una donna, è stato poco prima che io fuggissi con Tornac. Non la ho più vista. L’ho cercata ma non sono mai riuscito a trovarla.”
“Bhe ci hai provato.” Disse la strega.
“Basta con le cose sentimentali.” Si lamentò Orik. “Giochiamo.”
“Si signore.” Murtagh borbottò. “Eragon, obbligo o verità?”
“Obbligo Tag.”
“Lascerò correre visto che sei ubriaco.”
“Se qualcun altro stanotte lo ferisce, me lo porto nella tenda e non lo faccio uscire fino a domattina.”  Si Lamentò Arya.
“Potrei ferirlo solo per vedere la tua faccia la mattina.” Disse Murtagh.
“Dammi un obbligo Tag!” Ordinò Eragon.
“Ti obbligo a raccontarmi una storia imbarazzante della tua infanzia.”
Eragon riflettè per un momento poi iniziò.
“Quando avevo dieci anni, sono andato a cacciare sulla Grande Dorsale. Roran mi aveva riempito la testa di storie su bestie fantastiche. Volevo essere coraggioso, quindi sono andato a cercare una delle sue bestie. Mi ha detto che aveva le ali d’aquila, la parte posteriore di un gatto gigante e quella anteriore somigliava ad un lupo.  Aveva un becco affilato come il muso di un lupo. Così quando sono andato a cercare questa bestia, Roran mi ha seguito. Era bravo ad imitare gli animali, quindi quando ha ululato come un lupo credevo di essere sulle sue tracce. Ho seguito i suoi lamenti ero troppo eccitato per vedere la bestia, e ho dimenticato di incoccare la freccia. Quando ho visto l’ombra di quella che sembrava la creatura sono andato in panico, mi sono girato e ho corso andando addosso ad un albero.”
“Cos’è successo? Da dove veniva l’ombra?”  Chiese l’elfa.
“Roran era seduto sull’albero piegando i rami per farsi somigliare alla creatura.” Spiegò Eragon.
“Mi piace tuo cugino.” Disse Murtagh.
“Ti piacerebbe, non è vero Tag?” Eragon scattò.
“Si.”
“Fate i bravi ragazzi.” Li rimproverò Islanzadì.
“Si signora.” Mormorarono i due.
“Vai Eragon.” Ordinò Orik.
Il cavaliere annuì con un cenno del capo e si guardò intorno, scegliendo la sua prossima vittima. I suoi occhi si fermarono su Arya
 
Angolo Panna
Yay, mi sto veramente impegnando, forse riuscirò a finire questa benedetta ff, dato che manca solo un capitolo, il sequel non penso riuscirò a trovare la voglia di tradurlo, o forse si, dipende da quanti capitoli ha xD comunque, spero vi sia piaciuto, e anche lo scorso capitolo, ditemi se notate degli errori o delle incomprensioni che cercherò di sistemare. Baci e al prossimo capitolo,
Panna :3
  
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