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Autore: Signorina Granger    23/08/2017    6 recensioni
[OS collegata alla storia "Magisterium" per l'anniversario della sua pubblicazione]
[Dall'Epilogo di "Magisterium"]:
"Sai, in Irlanda si dice che iniziare un viaggio di lunedì porti fortuna, ma finirne uno sia di cattivo auspicio... dimmi, secondo te ne stiamo finendo o iniziando uno?”
“Onestamente? Non lo so... immagino che sia questione di punti di vista.”
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
- Questa storia fa parte della serie 'Magisterium '
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Magisterium – Memories
 
 
1951 – sette anni dopo
 
 
Charlotte Selwyn in Cavendish mise piede nella Cappella sbuffando come una ciminiera, tenendo per mano il figlio Sean di tre anni e la piccola Camille di appena uno in braccio.
Era perfettamente consapevole di essere in ritardo, non per niente diverse teste si voltarono nella sua direzione per rivolgerle occhiate cariche di rimprovero, ma l’Auror non si fermò per farci caso e attraversò la breve navata a passo svelto, sorvolando con lo sguardo le prime file per cercare qualcuno in particolare.
 
Regan e Stephanie, in piedi uno accanto all’altro vicino al fonte battesimale, si accorsero del suo arrivo e le scoccarono un’occhiata eloquente mentre il Pozionista teneva un braccio una minuscola bambina avvolta in un abitino bianco e che stava protestando sommessamente, forse più che avere voglia di farsi versare dell’acqua sulla testa aveva sonno. Charlotte però si limitò a rivolgere alla collega e all’amico un sorriso carico di scuse mentre si lasciava scivolare su una panca, accanto a Lyanna Goblets.
 
“Oh, ce l’hai fatta.”
“Lascia perdere, Moody mi ha rifilato una dozzina di interrogatori in più e ho fatto tardi! Sean, siediti vicino alla mamma e non fare confusione.”
 
Il bambino sbuffò ma obbedì, sedendo sul bordo della panca e facendo dondolare le gambe mentre lanciava un’occhiata malinconica in direzione del bambino seduto accanto a Lyanna, Andrew, che sembrava decisamente annoiato e si stava spettinando i capelli castano chiaro che la madre aveva tanto faticato per pettinare.
“Ma voglio giocare con Drew!”
“Dopo, non si gioca qui dentro. Sbaglio o William sta ridendo? Che cavolo hai da ridere, cerebroleso?”    Charlotte sbuffò sommessamente, fulminando il marito con lo sguardo mentre questi era in piedi accanto a Regan e stava, effettivamente, cercando di non ridacchiare davanti a tutti.
“Probabilmente ride della tua entrata in scena in ritardo… Ciao principessa.”
 
Lyanna rivolse un caldo sorriso a Camille, che ricambiò mentre era seduta sulle ginocchia della madre e indossava un abitino rosa confetto.
 
“Zia Lya, ho fame!”
“Dopo mangeremo Drew, ora stanno battezzando tua sorella.”
“Cosa vuol dire?”
“Le versano dell’acqua sulla testa.”
“E perché?”
“Drew, stai zitto!”
 
Rose, seduta sulle ginocchia di Lyanna, sbuffò e scoccò un’occhiataccia al fratello minore, che le fece la linguaccia di rimando mentre Sean, quatto quatto, aveva approfittato della distrazione della madre per sgusciare giù dalla panca e trotterellare dal padre, vicino al fonte battesimale:
Charlotte, impegnata a parlottare a bassa voce con l’amica, si accorse della sparizione del figlio solo quando Camille, sorridendo, sollevò una mano per indicarlo:
Tato!”
 
“Sean, che fai, torna qui! … anzi, vai pure da tuo padre, così si rende utile e bada a te un po’. Quel bambino non sta mai fermo!”
“Chissà da chi ha preso…”
 
*

 
“D’accordo, io vado da Olly a fargli supporto morale… vieni anche tu?”
“No, penso che andrò a salutare Ingrid e poi andrò a sedermi.”
 
Jane rivolse un sorriso al marito, accennando con il capo alle panche dove gli invitati stavano prendendo posto. Dante annuì, ricambiando il sorriso prima di lasciare il braccio di Jane per raggiungere Oliver infondo alla navata, bloccandosi però a metà strada per tornare da lei quasi di corsa e parlando con tono piuttosto apprensivo:
 
“Ok, vado, ma se dovessi per caso stare male, anche un minimo accenno, fammi un fischio, ok?”
“Tranquillo Danny, vai, io mi sederò accanto ad Amos. Sto benissimo.”
“Sì, ma non si può mai sapere, quindi ricordati quello che ti ho detto.”
“Vai.”
 
Jane sospirò, facendogli cenno di raggiungere l’amico che probabilmente si stava crogiolando nell’ansia in quel momento. Dante annuì, scoccando un’ultima occhiata al ventre arrotondato della moglie prima di girare sui tacchi e allontanarsi verso l’altare, mentre Jane, roteando gli occhi chiari, si voltava a sua volta per raggiungere l’amica che aveva intravisto poco prima, quando lei e Dante erano arrivati.
 
“Ciao, sposina… sei bellissima.”
“Ciao Jane… Dante?”
“L’ho lasciato a fare il suo dovere, ossia fare supporto morale ad Olly… Forse ne avrà bisogno, da quello che mi è stato riferito Dante stava per svenire al NOSTRO matrimonio.”
 
Jane si fermò davanti all’amica, alzando gli occhi al cielo mentre Ingrid invece le sorrideva, sistemandosi distrattamente il velo bianco sulle spalle con l’aiuto della sorella minore Astrid:
“Lo conosci, lo sai che quando si tratta di te diventa abbastanza apprensivo… specie negli ultimi tempi. Come stai?”
“Bene, ma convincere LUI è difficile, prima non mi mollava più… Ma forse infondo è normale che sia così, dopo tre aborti spontanei.”
Jane si strinse nelle spalle, incupendosi leggermente mentre invece Ingrid le sorrise, quasi a volerla incoraggiare:
 
“Stavolta andrà bene, vedrai… lo spero davvero, muoio dalla voglia di avere un piccolo Dante o una piccola Jane da coccolare! Ok, ora andiamo, va bene essere in elegante ritardo ma non bisogna esagerare… Astrid, mi passi il bouquet?”
“Io? Non lo hai preso TU?”
“Pensavo lo avessi preso TU! … mamma, hai per caso il mio bouquet? Non posso certo sposarmi senza!”
 
“Se non ci fossi io a ricordarvi che ce l’avete attaccata al collo voi due non trovereste nemmeno la vostra testa! Tieni tesoro, certo che l’ho preso io.”
 
Ingrid rivolse un sorriso carico di gratitudine alla madre, prendendo il bouquet che la donna le porgeva prima di rivolgersi al padre, esortandolo ad accompagnarla dentro.
“Coraggio, andiamo, non voglio dare ad Olly il tempo di darsi alla fuga.”
 
 
“Smettila di agitarti, non riesco a sistemarti il cravattino!”
“Ma senti chi parla, tu eri un fascio di nervi quando ti sei sposato.”
 
Oliver Miller sbuffò leggermente, scoccando all’amico ed ex compagno di scuola un’occhiata torva che venne ricambiata con un sorriso allegro:
“E’ vero, e tu mi prendevi in giro… Ora posso restituirti il favore.”
 
Dante guardò l’amico con sincero divertimento, che per tutta risposta sbuffò e lo fulminò con lo sguardo, sistemandosi nervosamente il papillon nero e borbottando che non lo stava aiutando neanche un po’.
 
“Che dici, ti sto aiutando eccomi Olly! Vedrai, un giorno mi ringrazierai.”
“Chiudi il becco Dan.”

 
*

 
“Ant? Hai una visita.”
“Davvero? Chi è?”
 
Antares Black si voltò verso l’ingresso dello studio, rivolgendo un’occhiata perplessa alla moglie Lyra al sentire quelle parole. La ragazza però invece di rispondergli si limitò a stringersi nelle spalle, sorridendo appena:
 
“Vieni giù a scoprirlo, così fai anche una pausa.”
“Sembra che tutti i processi si siano magicamente concentrati tutti nello stesso mese, è da Luglio che non si respira… va bene, arrivo.”
 
Antares si alzò, seguendo la moglie fuori dalla stanza fino al piano di sotto. In effetti il padrone di casa non aveva ancora raggiunto l’ingresso quando una bambina di neanche un anno e mezzo lo superò, sorridendo e sgambettando con una velocità quasi disarmante:
Da quando ha imparato a correre così?”
“Evidentemente è felice della visita.”   Lyra sorrise, seguendo la figlia con lo sguardo finché Libra non sparì dal loro campo visivo, anche se entrambi sentirono la sua voce poco dopo:
 
“Tio!”
“Zio? Chi è, Altair?”
 
Antares, leggermente confuso, mise piede nell’ingresso convinto di trovarsi davanti il cugino… e invece si ritrovò a guardare qualcuno di altrettanto familiare tenere sua figlia in braccio con un largo sorriso stampato sul volto:
 
“Ciao Anty! A quanto sembra tua figlia è più felice di te di vedermi… cos’è, ora inizi a fare il prezioso che necessita degli inviti scritti per venire ad accogliermi?”
“Non sapevo che fossi tu…”
 
Antares sbuffò, brontolando a mezza voce mentre Lyra lo superava per andare a salutare il loro ospite, sorridendogli:
“Ciao Rod… ignoralo, è un po’ nervoso.”
“Sì, l’ho capito.
 
“Guardate che sono qui e vi sento benissimo! Rod, ancora con questi panciotti osceni? Non ti hanno ancora fatto una qualche multa per danni alla vista altrui?”
“Smettila una buona volta, mi vesto come mi pare e piace! Una volta te ne ho anche lasciato uno, se non ricordo male…”
“Sì, quello viola.”   Antares piegò le labbra in una smorfia quasi disgustata, ripensando a quell’obbrobrio che non avrebbe indossato nemmeno ad Halloween.
“Ah sì, era il mio preferito!”
Antares borbottò che lo sapeva anche fin troppo bene mentre Rod si rivolgeva, sorridendo, a Libra:
 
“Principessa, vuoi vedere cosa ti ha portato lo zio Roddy? Sì? Che carina, mi chiedo come possa essere figlia tua Anty! Ah sì, saranno i geni di Lyra…”
“Questo soprannome ha avuto anche una vita troppo lunga, non pensi sia ora di metterlo in pensione?”
 
“Neanche per idea, mi diverto troppo.”   Rodericus sfoggiò un sorrisetto mentre Lyra, cercando di non ridere, lo prendeva sottobraccio per accompagnarlo in salotto. E al padrone di casa non restò che seguirli, guardandoli chiacchierare amabilmente – probabilmente prendendolo in giro – senza preoccuparsi di lui:
 
“Ehy! Rod, sei venuto a fare visita a me o a mia figlia e a mia moglie?”
“Non essere geloso, dopo onorerò anche te con la mia compagnia!”
 
“Io non ce la posso fare…”






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Angolo Autrice:

Ed è passato un anno anche dalla pubblicazione di Magisterium... vi prego, ditemi che non solo a me sembra impossibile.
Bella non compare per ovvi motivi, e anche Will viene appena citato sempre per la stessa storia. Quanto a Rod, ho voluto inserirlo insieme ad Antares questa volta, mi mancavano insieme. 

Ancora una volta grazie per avermi mandato questi OC, per le poche che non si sono perse per strada, e anche perchè in molte vi siete iscritte anche al sequel. 
Visto che praticamente tutte partecipate ad altre mie storie, immagino che ci sentiremo presto... intanto, buona serata!

Signorina Granger 


 
   
 
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