Fumetti/Cartoni europei > I Dalton
Ricorda la storia  |      
Autore: jarmione    25/08/2017    3 recensioni
Quattro momenti con i fratelli.
Quattro spezzoni di momenti semplici nella vita dei Dalton.
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'I Dalton ed Evelyn'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

“Joe…” una mano richiamava l'attenzione del ragazzo tramite un lembo della camicia.

“Che vuoi marmocchia?” Rispose Joe, cercando di apparire burbero ma ottenendo l'effetto contrario

“Mi insegni a rapinare le banche?”

La domanda lo stupì e, per un attimo, un lieve sorriso sorvolò il suo volto.

Solo una vera Dalton poteva fare questa richiesta.

Ed Evelyn era una vera Dalton, anche se non c'era un vero e proprio grado di parentela.

L'aveva vista arrivare e la vedeva ogni giorno crescere.

Quella bambina lo avrebbe portato a vedere il mondo e le donne in maniera diversa.

Si scosse quasi subito.

La madre lo avrebbe ucciso se la portava con lui.

“Neanche per sogno!” Rispose “i marmocchi non sono ammessi nel gruppo, o diventi grande entro cinque secondi oppure sei fuori!”

Evelyn strinse i pugni e si sforzò, ma non si mosse di un millimetro.

Era brutto essere piccoli

“Non ci riesco Joe”

“Allora sei fuori pulce” e se ne andò fuori, pronto a fare il colpo.

Evelyn sbuffó e incroció le braccia “Nano”

 

                                          ********

Evelyn correva a gran velocità dietro ad una farfalla.

Era bellissima, aveva le ali blu.

Nel seguirla non si accorse di un piccolo sasso che sbucava dal terreno e vi inciampó, finendo lunga e distesa a terra.

Lentamente si mise seduta e portò una mano al ginocchio, piagnucolando per il dolore.

I pantaloni si erano bucati a causa della caduta.

“Ti vorrei far notare che quei pantaloni erano i miei” Jack, con le braccia incrociate, la guardava con aria di rimprovero.

Evelyn tirò su col naso e lo guardò con gli occhi lucidi.

Jack, forse preso da una vena di pietà, sbuffó e si inginocchiò.

“È un bel graffio” constatò “meglio che vai dalla mamma”

Evelyn allungó le braccia, facendogli capire che voleva essere portata in braccio.

Jack scosse la testa “No”

“Ma mi fa male” i suoi occhi si inumidirono di più e lo sguardo di implorazione si fece più intenso.

Jack non sapeva cosa fare.

Da quando Evelyn era arrivata nella loro vita, la sua era cambiata.

Joe era quello col cervello, William quello con maggior cultura ed Averell era talmente infantile da avere ancora più attenzione degli altri.

Lui non spiccava quasi in niente.

Persino Evelyn era più seguita di lui.

Fare il fratello maggiore ad una bambina che veniva seguita da tante persone era difficile.

Però, in fondo, le voleva davvero bene.

“E va bene” cedette “ma non prendere il vizio”

La prese in braccio.

Evelyn sorrise, quasi dimenticando il dolore.

Si strinse a Jack e si lasciò trasportare.

In effetti, pensò Jack, fare il fratello maggiore poteva anche essere un buon lavoro.

 

                                             ***************

Non era semplice, non lo era per niente.

Sua madre gli aveva chiesto di insegnare a leggere e scrivere ad Evelyn, ma le cose non andavano per il verso giusto.

Il suo stare attaccata a Joe aveva portato Evelyn a voler imparare a fare le rapine.

La presenza di Averell, invece, la distraeva di continuo.

William era diventato matto all'idea di insegnare ad una bambina distratta la scrittura.

Se poi era quella in corsivo stava fresco.

“Evelyn, siamo su questa frase da dieci minuti” le disse “perché non ci provi?”

Evelyn sbuffó “A che serve la scrittura quando si rapinano le banche?”

William sospiró “Puoi sempre spaventare le persone con biglietti minatori” disse, cercando di seguire la corrente che Joe aveva dato alla bambina “così ci puoi aiutare a distrarre i ricchi”

Evelyn ragionò “Ma se io non volessi distrarre la gente?” Chiese “se volessi partecipare all'azione vera e propria?”

“In quel caso dovresti saper contare” le rispose William “e tu non sei in grado di fare neanche questo”

“So contare fino a cento!” Ribattè lei

“Non rubiamo cento dollari, rubiamo di più”

“E allora conterò di più!”

“Cento più cento?”

Evelyn spalancò la bocca “Non so fare i conti con numeri superiori ad una cifra!” 

“Allora vedi che è meglio scrivere che contare?” Era arrivato al limite.

Evelyn sbuffó “Ok va bene” rinunciò a combattere con William.

L'aveva sempre vinta lui.

Si mise di impegno e cerco di riscriverla frase in corsivo.

William fu davvero soddisfatto.

“Ok vai pure adesso”

Evelyn, felice, se ne andò senza farselo ripetere due volte.

William non disse nulla, ma osservó il lavoro di Evelyn e ne fu fiero.

Insegnare era bello e vedere che qualcuno apprendeva il suo insegnante era anche meglio.

Si voltò, trovando Joe che lo guardava…a braccia incrociate…

“Mi chiedo come diamine fai a spiegarle tutte queste cose e, soprattutto, come fai a saperle”

“Che c'è? Leggo, mi informo”

       

                                **********

“Averell, tesoro, devo andare alla macelleria tu potresti preparare la cena?”

Averell, che aveva fatto apparire dal nulla un grembiule e un cappello da cuoco, aveva già mestolo e pentole in mano “Si signora!” Fece il saluto alla militare…ma ottenne una padellata in faccia.

Si era dimenticato di averla in mano.

“Stiamo freschi” borbottó Joe “prepariamoci a dover rapinare di nuovo il proprietario del mulino”

“E tu smettila di borbottare!” Gli urlò contro Mamma Dalton, per poi uscire.

Per qualche istante il silenzio era calato nella casa.

“Io prendo le carte!” Esclamò William

“Stavolta segno io i punti!” Si aggiunse Jack, che perdeva di continuo ma non lo voleva ammettere.

“Io me ne vado” borbottò Joe, ed uscì.

Evelyn non aveva potuto ribattere.

Si voltò e guardò Averell “Posso aiutarti, fratellone?”

“Ma certo!” Esclamò lui, fornendo alla bambina grembiule e cappello da cuoco “nel menù è previsto pollo arrosto, con cavoletti e pizzette”

La parola pizzette era stata sufficiente.

Evelyn iniziò a prendere tutti gli ingredienti.

Averell penso al pollo e ai cavoletti, che Evelyn odiava a morte, lei gli passava l'occorrente.

Mentre tutto quel ben di Dio cuoceva a fuoco lento, si dedicarono alle pizzette.

Fare gli impasti fu una passeggiata, Averell era un esperto culinario che avrebbe fatto invidia ai migliori chef.

Ma la cosa prese una piega del tutto diversa.

Finito gli impasti, Evelyn prese una manciata di farina e gliela tirò.

“Aaah un fantasma!” Disse ridendo, seguita da Averell, che fece lo stesso.

Fu una battaglia ardua.

Nessuno dei due la spuntó.

All'improvviso, la porta della cucina si spalancò.

“Che diavolo sta succedendo qui!?” La voce di mamma Dalton fece immobilizzare i due fratelli e accorrere gli altri tre.

Averell ed Evelyn erano ricoperti di farina e avevano ridotto la cucina un campo di battaglia.

“Se entro dieci secondi non vedo tutto pulito…” mamma Dalton pensó a qualcosa da fare “vi faccio fare due ore di lezione con William!”

Quest'ultimo indietreggió terrorizzato.

Quelle parole furono convincenti.

Alla velocità della luce, i due fratelli rimisero tutto in ordine e lucidarono la casa…restando però sporchi di farina.

Mamma Dalton li prese per un orecchio e li lanciò in una tinozza piena di acqua.

Ne uscirono bagnati fradici.

“Uffa non è giusto” borbottò Evelyn, nota do che Joe rideva in lontananza.

“Guarda il lato positivo, c'è il pollo stasera”

“E stasera voi due mangerete la minestra!!” Urlò la mamma.

“NOOOOOOOOOO!!!”

  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > I Dalton / Vai alla pagina dell'autore: jarmione