Serie TV > Doctor Who
Ricorda la storia  |      
Autore: 51a    25/08/2017    2 recensioni
"«Nessuno lo leggerà!» «Sì, ma se succedesse? Oppure se confrontassimo i diari in un luogo pubblico? Magari proprio davanti ai tuoi genitori?! Cosa dovrei dire?» «E che cosa proponi allora? Una specie di... nome in codice?»"
E se Jim il Pesce non fosse una persona (o simili), ma fosse solamente un nome? E se oltre che di lui si parlasse della prima notte di River e il Dottore?
L'idea non è mia, ma di un'amica che ha deciso di firmarsi GeniAle. Io ho "solo" scritto la storia (attingendo da tutto quello che sappiamo su Jim il Pesce).
Genere: Comico, Demenziale, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 11, River Song
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

River entrò nel karaoke bar, accanto a lei c’era il Dottore che indossava un completo nero sopra una camicia e un cravattino bianco, River aveva un vestito beige, con delle spalline sottilissime e delle frange che correvano lungo tutta la lunghezza.
 

«Non stai bevendo un po’ troppo?» il Dottore aveva la sua solita, buffa, faccia a disagio, come sempre quando facevano cose che lui non aveva esattamente pianificato. «Solo perché tu non bevi, non vuol dire che non possano farlo neanche gli altri» disse River con un sorriso beffardo continuando a bere il suo (terzo) drink, in sottofondo si sentiva una vecchia canzone, “Shape Of You”, cantata con accenti parecchio strani, ma nessuno dei due faceva molto caso alla musica.

«Devo andare in bagno» disse River alzandosi, accompagnata dal movimento della sua massa di riccioli. «Non dovrai mica vomitare?!» esclamò il dottore spalancando gli occhi. «No, no» rise lei, «devo fare pipì, mi accompagni?» e sorrise in un modo che qualunque altra persone nell’universo avrebbe trovato davvero sexy.

 

La testa di River spuntò da dietro la porta del bagno «Perché non entri? Non siamo mica nel tuo amatissimo ventunesimo secolo, qui i bagni non sono separati!» «Lo so che non sono separati!» disse controllando la piccola targa sulla porta del bagno «Ma non mi va di entrare comunque». «Dai dolcezza, se non entri tu chi mi terrà chiusa la porta?» e imitò una faccia triste. Il Dottore sbuffò «Oh, d’accordo». Ed entrò anche lui in bagno.

 

River lo spinse contro il muro tra la fila di lavandini in marmo e i cubicoli tirati a lucido, il Dottore la portava sempre in posti di classe, una luce dorata arrivava dall’alto, dalle plafoniere sopra gli specchi.

Il Dottore, colto alla sprovvista, muoveva goffamente le braccia, cercando di allontanare River «Non dovevi andare in bagno?» «No, era una scusa» sorrise e ricominciò a baciarlo. Lui si divincolò «Sì, ma perché hai usato una scusa?» Vedendo che non accennava a ricambiare i baci, lei fece un passo indietro, riprese dal bordo del lavandino il drink che si era portata dietro e ne bevve un sorso, «Se ti avessi detto il motivo per cui ti volevo in bagno saresti venuto?» «Certo che non sarei venuto, per questo dovevi dirmelo!» River spalancò la bocca «Oh, andiamo Dottore, perché non dovremmo farlo?» «Ma perché voi umani avete in testa solo... quello?!» River si accigliò «A chi hai dato dell’umana? E poi ci sono razze messe molto peggio degli umani in questo frangente!» «Ciò non toglie che io non sia interessato.» e incrociò le braccia sul petto.

River lo guardò e lentamente si sporse verso di lui sorridendo «Andiamo, so che non lo pensi sul serio, ormai ci conosciamo bene, e, al momento, anche dallo stesso tempo, cosa che non capita così spesso, quindi trovami una buona ragione per cui non dovremmo farlo» lui di rimando, si ritirò il più possibile, per quanto glielo permettesse il muro alle sue spalle, e balbettò «Be’... non avevo certo immaginato così la nostra prima notte insieme... e... e non mi sono preparato... e poi... poi siamo in un bagno e potrebbe entrare qualcuno da quella porta in qualsiasi momento!» River sorrise «Sì, ma io conosco qualcuno che non esce mai senza un cacciavite sonico e, guarda caso, quella porta è di metallo».

 

Il familiare rumore del cacciavite sonico, veniva da di fronte a lei, il Dottore le dava le spalle, lei infilò una mano nel reggiseno, sotto al vestito, e ne estrasse una piccola videocamera, compatta, nera. La posizionò strategicamente affianco all’ultimo lavandino, in modo che non desse nell’occhio, ma avesse una buona visuale. Lo fece così velocemente e in modo così disinvolto, che il Dottore non ebbe nemmeno il tempo di girarsi.

River sorrise «Allora, dolcezza, dov’eravamo rimasti?» «Penso fossimo al punto in cui io cedevo e te la davo vinta». River gli si avvicinò, gli portò le mani al collo e cominciò a slacciargli il cravattino, il Dottore inarcò le sopracciglia «Ma... anche il cravattino?» River lo squadrò «Preferisci tenerlo?»

 

Il Dottore aveva le mani appoggiate sul marmo di uno dei lavandini, era senza camicia (e cravattino) da un pezzo, quando balbettò a un’ancor più svestita River «Ehm... River» «Dottore siamo troppo oltre per fermarci adesso!» e gli finì di sbottonare i pantaloni. «Aspetta... River!» Lei gli abbassò i boxer «Ehi! È più grande all’interno!» «River, davvero! Devo andare in bagno!» Lei alzò lo sguardo, a tanto così dallo scoppiare a ridere «E non ti puoi trattenere?» «No, non posso!», il Dottore afferrò i pantaloni, li rialzò e si diresse verso uno dei cubicoli.

 

«Andiamo Dottore, proprio sul più bello!» lo accusò River «Senti, non decido io quando mi scappa!» «Sì, ma non sei la diga di Kallanai, potevi resistere!» «Ehi, qui è come se stessi trattenendo tutta l’acqua del Kaveri, e almeno le dighe non hanno idea di come ci senta quando si è in imbarazzo!» «Com’è che stavamo per fare sesso e siamo finiti col paragonarti a una diga?» il Dottore uscì dal cubicolo «Non lo so proprio».

 

Da qualche parte, dall’altra parte del locale, qualcuno aveva cominciato a cantare le prime note di «Island In The Stream» e la canzone arrivava attutita, ma perfettamente udibile, attraverso la porta del bagno, bloccata dall’interno. Nel bar, la musica era abbastanza forte, da coprire i rumori che arrivavano da oltre la porta.

 

«Allora... com’è stato?» chiese il Dottore un po’ imbarazzato, «Sei stato bravo, se è questo che ti preoccupa» River sorrise e continuò: «Direi molto bravo». «Sì, sai com’è, ero un po’ arrugginito» «Apprezzo un po’ di timidezza in un uomo» e sfoderò uno dei suoi sorrisi beffardi. Il Dottore aveva la sua solita faccia buffa, di quando si sentiva a disagio, poi fu come se un’improvvisa, terrificante constatazione gli fosse passata davanti alla faccia. «River, tu dovrai... cioè, noi dovremo... scrivere questa cosa sul diario!» «Be’ dolcezza, immagino di sì» e continuò con i suoi sorrisi. «Sì, ma... non possiamo! Insomma... e se qualcuno li leggesse?!» «Nessuno lo leggerà!» «Sì, ma se succedesse? Oppure se confrontassimo i diari in un luogo pubblico? Magari proprio davanti ai tuoi genitori?! Cosa dovrei dire?» «E che cosa proponi allora? Una specie di... nome in codice?» «Questa, River, è una magnifica idea!».

 

River era piegata a metà, e stava ridendo da due minuti buoni. «Mi spieghi...» disse tra una risata e l’altra «... come ha fatto a venirti in mente il nome “Jim Il Pesce?!” «Mi hai detto di trovare un nome per il mio...» la voce gli si spense. «Sai Dottore, anche se dici “pene” all’universo non succede niente di brutto!» lui rispose con una faccia imbronciata: «Ok, ma non mi piace dirlo comunque. E poi, che cosa c’è di strano nel nome “Jim Il Pesce”?» «Assolutamente niente, se sei un pesce palla alieno, ma se sei il pene di un signore del tempo, be’ la cosa è un po’ diversa!» «È il primo nome che mi è venuto in mente!» «È il primo nome che ti è venuto in mente pensando al tuo pene?!» Il Dottore sbuffò «Non è che stessi proprio pensando a quello, pensavo a dei nomi in generale! Ma se è un problema possiamo trovarne un altro» «Assolutamente no! Non vedo l’ora di vedere la tua faccia la prossima volta che menzionerò “Jim Il Pesce”!» Ma il Dottore non riuscì a sentire le ultime parole perché vennero coperte dal rumore di qualcuno che picchiava sonoramente sulla porta bloccata. «Rimandiamo a un’altra volta le disquisizioni sulla mia scelta dei nomi?» «Penso sia meglio!»

 

«Merda!» imprecò River, nella confusione della fuga, aveva dimenticato il nastro della videocamera. «Cosa c’è?» chiese il Dottore chiudendo dietro di sé la porta del Tardis. «Niente, ho solo dimenticato una cosa nel bagno» «Capita, quando si viene cacciati da un karaoke bar, da uno Judoon inferocito!» «E non dimenticare la Morok! hai visto la sua faccia quando abbiamo aperto la porta?» «Ho visto la sua faccia quando mi ha lanciato la borsetta! Per poco non mi ha preso in faccia! E, tra parentesi, è colpa tua!» «Ah, è colpa mia, adesso?!» «Certo che è colpa tua! È solo per colpa tua se eravamo in quel bagno, con la porta bloccata, senza che nessuno, compresa la signora Lobos, potesse entrare!» «Non le ho mica detto io di andare a chiamare suo marito, la sicurezza, e il proprietario del bar!» si giustificò lei e continuò «Almeno siamo riusciti a concludere» e piegò la testa da un lato sorridendogli. Lui cambiò discorso: «Comunque, cos’hai dimenticato di preciso? Magari ho qualcosa qui nel Tardis... » «Oh no, davvero, niente di importante.» «Ma ormai devi dirmelo, mi hai incuriosito!» «Non ho nessuna intenzione di farlo!» «Dai! Per favore, River!» «Solo se mi prometti di portarmi su Darillium!» «Oh, va bene! Quello che vuoi! Basta che me lo dici!» «Ok, allora, ho portato questa videocamera e quando ci hanno buttato fuori l’ho...» Ma venne bruscamente interrotta da un Dottore piuttosto contrariato «Hai portato una videocamera?! Mi stai dicendo che c’è un video della nostra prima volta?! E che si trova da qualche parte in un bar e chiunque potrebbe trovarlo e... vederlo?!» «Be’ messa in questo modo sembra più brutta di quanto non sia in realtà!» «È esattamente com’è in realtà!» «Volevo soltanto un ricordo di questa notte! I giorni a Stormcage sono così lunghi! E io mi sento tanto sola!» «E non potevi almeno avvisarmi di quello che avevi in mente?» «Certo che no! Non me l’avresti mai lasciato fare!» il Dottore le disse qualcosa, ma il rumore del Tardis (causato dai freni inseriti) non le fece sentire nulla, poté solo vedere la sua adorabile, faccia arrabbiata, mentre saltava da una parte all’altra del Tardis, premendo i pulsanti sbagliati.

 

------------------------------------

 

Vorrei fare alcune precisazioni: Di Jim il Pesce grazie alla serie sappiamo una sola cosa: fa una diga. Ma cercando in internet ho scoperto che si parla di lui nel videogioco The Eternity Clock e per scrivere questa cosa ho cercato di basarmi anche su quello (che potete trovare - in inglese - qui: https://www.reddit.com/r/doctorwho/comments/250c9w/question_who_was_jim_the_fish/ ) Come ho scritto nella descrizione l'idea non è mia, ma di GeniAle, come anche la scena di "è più grande all'interno!" Spero di non avervi troppo sconvolto e grazie per averla letta!
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Doctor Who / Vai alla pagina dell'autore: 51a