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Autore: Dragasi    26/08/2017    0 recensioni
Due gemelli Nati Babbani scoprono di essere dei maghi e di pote frequentare la scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
È incredibile quanto poco tempo serva per stravolgere la tua vita. Nel mio caso sono bastati circa una decina di minuti, insieme ad un altro paio di ore per comprendere la cosa ed in quanto ad assimilarla… non lo so ancora.
Genere: Avventura, Commedia, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Minerva McGranitt, Neville Paciock, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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14 luglio 2007
 
È incredibile quanto poco tempo serva per stravolgere la tua vita. Nel mio caso sono bastati circa una decina di minuti, insieme ad un altro paio di ore per comprendere la cosa ed in quanto ad assimilarla… non lo so ancora.
Oggi, all'ora del tè, abbiamo sentito il campanello suonare. Non ci si aspetta molte visite alle cinque del pomeriggio di sabato, così io, mio fratello gemello e i miei genitori ci siamo guardati abbastanza perplessi, prima che io mi alzassi ed andassi ad aprire la porta.
Sul pianerottolo c'era una donna, indossava un vestito nero e verde smeraldo, in una stoffa molto simile al velluto, un paio di occhiali dalla montatura fine di forma ovale ed un cappello a punta. Sì, un dannatissimo cappello a punta.
La donna si rivolse a me con un tono che mi diede l'impressione che non fosse una grande idea contraddirla: «Sei tu Zelda Windbounder?»
Io mi limitai ad annuire, senza riuscire a proferir parola.
Lei continuò: «I tuoi genitori sono in casa?»
Questa volta riuscì a rispondere persino con voce normale: «Sì, si accomodi. Sono in salotto»
Chiusi la porta alle spalle della donna e la guidai nel salotto, dove mio padre, mia madre e mio fratello avevano già iniziato a bere il loro té.
Mi riaccomodai sul divano, mentre mio padre e mia madre si alzavano per accogliere la donna.
«Sono Gawain Windbounder» disse mio padre e subito aggiunse «e questa è mia moglie Abigail»
Tese una mano verso la donna che la strinse, prima di presentarsi a sua volta: «Minerva McGranitt, piacere»
Pensai che era un nome veramente insolito e per pensarlo io che mi chiamo Zelda…
«Si accomodi» le disse mia madre, tornando a sedersi sul divano affianco a papà, mentre la McGrannit si accomodava sulla poltrona.
«Sono qui per parlarvi dei vostri figli» disse la donna.
Sicuramente non era una a cui piaceva perdere tempo.
Mio padre mi sembrò un po' sorpreso e non potevo dargli torto. Non erano mai stati convocati dagli insegnanti a scuola, eravamo sempre stati abbastanza tranquilli, mai neanche un richiamo dalla biblioteca o una lamentela dei vicini di casa. Certo, c'erano state delle “innocenti marachelle”, come le chiamava la nostra insegnante a scuola, ma in fondo avevamo appena compiuto undici anni. Vedersi piombare in casa una donna con un cappello a punta che voleva parlare di me e mio fratello poteva risultare parecchio strano.
«Di Zelda e Allen?» domandò, infatti, mio padre e dal tono si capiva benissimo che era parecchio sorpreso.
«Di Zelda e Allen» confermò la McGranitt
Mia madre la invitò a proseguire.
La donna non se lo fece ripetere due volte e iniziò a parlare: «Avete mai notato se intorno a Zelda o ad Allen succedessero cose strane? Come giocattoli che erano stati messi via in alto, ma li trovavate a giocare tranquilli con quegli stessi giocattoli? Oppure se qualcuno faceva dei dispetti ai gemelli gli accadeva qualcosa?»
Mia madre e mio padre si guardarono un momento. In effetti un paio di episodi c'erano stati, se proprio la si voleva vedere in quel modo.
Anthony Bold, un nostro compagno di classe, si divertiva da qualche tempo a tormentarmi con scherzi idioti. Durante l'ora di ginnastica era improvvisamente inciampato mentre correvamo perché le sue scarpe erano allacciate insieme. C'è da dire che quelle scarpe non le ho neanche mai toccate e nemmeno Allen. C'era stata anche la volta che i capelli dell'odiosa supplente di miss Kiran si erano improvvisamente tinti di viola, ma come avremmo potuto recuperare della tinta viola e usarla?
Vidi mia madre e mio padre annuire in direzione della donna, sembravano preoccupati.
«Bene. Ora, potreste avere un piccolo shock, ma dovrete ascoltarmi e con calma vi spiegherò tutto»
Cosa c'era da spiegare? In ogni caso non dissi nulla e rimasi ad ascoltare.
I miei genitori si limitarono ad annuire, sempre più preoccupati. Allen, mio fratello, si stava rimpinzando di biscotti.
«I vostri figli sono dei maghi»
Sentii mio fratello tossire rumorosamente e mi voltai verso di lui. Era decisamente paonazzo, probabilmente gli era andato un biscotto di traverso.
Appena si riprese, e impiegò meno tempo dei nostri genitori che erano sbiancati, chiese con voce roca: «Io e Zelda dei maghi?»
A quel punto mi aggiunsi io a dar manforte a mio fratello: «Per maghi non intenderà qualcosa come il mago Merlino?»
Le labbra della donna si assottigliarono e rispose: «Quando dico maghi intendo esattamente come Merlino»
Io e Allen ci guardammo, entrambi avevamo un'espressione da trota appena pescata.
Mio padre rispose educatamente alla donna, fin troppo educatamente, come se la considerasse spostata, pensiero che tra l'altro avevamo avuto sia io che Allen.
«Signora McGranitt, spero che non se la prenda se le dico che io e mia moglie abbiamo smesso di credere alle favole quando avevamo all'incirca l'età dei nostri figli»
«Professoressa McGranitt» lo corresse la donna «E queste, non sono favole»
In quel momento tirò fuori dalle pieghe del suo vestito una bacchetta di legno. Io ed Allen ci guardammo decisamente perplessi, ma prima che potessimo anche solo pensare di dire qualcosa, la donna agitò quella sua stecca di legno e la mia tazza di té si trasformò in un topolino bianco.
Mia madre ebbe mancamento e ci mancò poco che non svenisse.
Io e Allen, una volta capito che non era un trucco, ci guardavamo entusiasti.
La McGranitt proseguì: «Come avrete capito, io sono una strega e sono la preside della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, scuola dove i vostri figli sono iscritti dal giorno in cui sono nati, o meglio, dalla prima volta in cui hanno dimostrato di avere poteri magici»
Altro che Barnard Castle School! Io ed Allen eravamo visibilmente entusiasti. I miei genitori ci fissavano con sguardi tra il preoccupato e lo stupito.
«Dove si troverebbe questa scuola?» chiese mia madre, quando riprese il dono della parola.
«In Scozia. É la miglior scuola di Magia e Stregoneria del mondo» rispose la strega, come se fosse la cosa più naturale del mondo, e sicuramente per lei lo era.
«Com'è che, di tutta questa storia, veniamo a saperne solo ora» questo era papà. Mi sembrava piuttosto scettico a riguardo, nonostante la mia tazza da té continuasse a rosicchiare biscotti in forma di topolino bianco.
«Per proteggersi i maghi si sono imposti la segregazione. Viviamo in mezzo alle persone non magiche, ma nascosti e senza mostrare al mondo i nostri poteri»
La cosa dal punto di vista mio e di mio fratello aveva molto senso e l'idea di poter trasformare tazze da té in topi ci entusiasmava.
«E Allen e Zelda hanno poteri magici. Ne siete certi?» chiese mia madre con un filo di voce.
La McGranitt rispose: «Assolutamente, o io non sarei qui»
Io e Allen ormai non riuscivamo più a star fermi dall'entusiasmo. Ci eravamo alzati in piedi e, prima che io potessi dire qualcosa, Allen parlò per tutti e due: «Quindi frequenteremo Hogwarts?» nei suoi occhi si poteva leggere lo stesso entusiasmo che provavo io.
«Se lo volete e i vostri genitori acconsentono» rispose la strega.
Contemporaneamente io e il mio gemello ci voltammo verso mamma e papà. Entrambi ci sorrisero, la mamma più debolmente e papà con più entusiasmo, poi papà si rivolse nuovamente alla McGranitt: «Le spiacerebbe rimanere a cena? Avrei alcune domande da farle, voglio capire dove andranno a scuola i miei figli, e la cosa potrebbe richiedere un po' di tempo»
Sul viso della strega comparve un sorriso dolce, cosa che mi stupì ancor di più che la notizia di essere una strega, e rispose: «Accetto l'invito»
Appena finì la cena, la McGranitt ripartì subito, dicendo a me ed Allen che ci saremmo rivisti a scuola. Mio fratello ed io non riuscivamo a smettere di fantasticare su quello che ci aspettava. I miei avevano raccolto abbastanza informazioni da accettare il fatto che non avremmo studiato alla Barnard Castle School, la stessa scuola di papà.
«Lunedì dobbiamo chiamare per ritirare l'iscrizione dalla Barnard» fece notare mia madre, guardandoci con un ampio sorriso.
Mio padre ci rivolse un'espressione divertita e disse: «Allora, miei giovani apprendisti stregoni, va bene se andiamo a Londra il prossimo weekend? Posso prendermi due giorni di ferie da lavoro, così partiamo venerdì e torniamo lunedì»
Noi due, che non vedevamo l'ora di andare a comprare il materiale per la scuola, annuimmo entusiasti.
 
In camera io e Allen abbiamo discusso a lungo di ciò che abbiamo appreso dalla McGranitt, o almeno finché Allen non si è addormentato.
Abbiamo discusso moltissimo delle materie, specialmente di Pozioni e Difesa Contro le Arti Oscure. La McGranitt ha anche accennato al fatto che ci sono quattro Case ad Hogwarts, ma non ha detto nient'altro e la fantasia mia e di mio fratello è partita in quarta.
Ora, magari, seguo il suo esempio e provo a dormire.


Angolino di Dragasi
Chiedendomi chi tra di voi ha voglia di leggere questo magnifico angolino, vi ringrazio per essere arrivati fin qui. Questa è la prima fan fiction che mi decido a pubblicare in questa sezione. Invece che concentrarmi su personaggi già noti, ho voluto inventarmi questa coppia di gemelli un po' casinisti. Spero che Zelda ed Allen possano piacervi. Non so perché ho scelto la narrazione dal punto di vista di Zelda e non di Allen, e probabilmente me ne renderò conto solo più avanti. Intanto voi cosa ne pensate? Come li trovate? E i loro genitori?
Fatemi sapere anche con un messaggio privato!
Grazie e buon proseguimento
   
 
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