La prima neve
{ song of homecoming
}
«Il Nord ti dona, mio lord.»
Tyrion
non riesce a trattenere un sorriso – e spera che i baffi innevati lo
nascondano, ma non del tutto – mentre la vede avanzare sul ballatoio del
castello e fermarsi accanto a lui. Pensa che a lei, a lei il Nord sta benissimo addosso, si adagia come un
mantello morbido e naturale sulle sue spalle vestendola del colore giusto;
perché sarà pure Jon Snow a chiamarsi re, ma è Sansa Stark
a reggere il peso di Grande Inverno, e lo fa con una regalità che,
anziché smorzare gli anni e gli avvenimenti e il dolore, li avvalora.
«Non mi sarei
certo aspettato di tornarci in questo modo» le confessa, lasciando
scorrere lo sguardo sull’orizzonte solcato da un esercito di nomi
altisonanti alle prese con la prima neve, in realtà senza smettere di
osservare il suo profilo. Poi fa una smorfia. «Perdonami. Niente uscite
infelici, mi ero ripromesso.» È lei che lo confonde, così
cresciuta. Così bella.
«Non era tale»
gli risponde, indubitabilmente sincera.
«Lady Sansa, io
non so... Incredibile ma vero, non so nemmeno cosa dire.»
«Niente è
mai stato colpa tua.»
«Eppure...»
Eppure. Lui è scappato, l’ha
lasciata lì, è andato in giro per il mondo a ritrovare infine chi
lo proteggesse – e lei da sola è passata da un inferno all’altro.
Aveva solo quattordici anni. Alla fine trova il coraggio per voltarsi a
guardarla direttamente in viso... Ma il viso di Sansa parla solo di una
consapevolezza tranquilla. Non una ruga nell’avorio che è la sua
pelle. Gli occhi, però, non sono quelli di una bambina; qualcosa della Fanciulla,
qualcosa della Madre, qualcosa della Vecchia.
«Portarmi con te
non sarebbe servito, mio lord» dichiara, come se avesse sentito distintamente
ogni suo pensiero. «Sarei stata un pericolo per te e per me stessa,
altrove non meno che qui. Invece ho seguito la mia strada. Ho ripreso il mio
posto. Sono a casa, adesso.»
Tyrion
tace e la guarda.
È passato
così tanto tempo – tanti rimorsi, tanti ricordi avvelenati –
da quando ha desiderato una donna. Lei
però va oltre il desiderio: in un certo senso, è come se si
fossero sempre appartenuti.
Un pensiero egoista? Forse.
Ma il giorno delle nozze Sansa gli ha sorriso, e questo lui non lo
dimenticherà mai.
«Ero certo che
saresti sopravvissuta a tutti noi.»
Per la prima volta un’ombra
di sorpresa la sfiora. Tyrion si ritrova a ridere –
dopo quanto?
«Sì, anch’io
feci quella faccia quando mi promettesti di pregare per me...»
«Le Acque Nere.»
Sansa sorride annuendo. «Pregai davvero per te.»
«Grazie. Ebbene,
vedi che a volte speranze e buoni istinti si incontrano.»
«Sono felice di
rivederti.»
Non suona come una
frase di circostanza, ed è una risposta così inaspettata che le parole
gli vengono meno – di nuovo;
proprio a lui che quasi mai sa tenere la bocca chiusa. Ma si tratta di Sansa Stark. È sempre stato così. Probabilmente sarà
così finché avrà vita.
È con l’esitazione
di un tredicenne che fa un movimento verso la sua mano. Sansa gli viene
incontro, lascia che gliela stringa. Lui si porta le sue dita guantate alle labbra.
Avrà ancora
qualche diritto di chiamarla moglie – una ragione formale per volerla
proteggere? Dovrà chiedere a un septon per
capirci qualcosa, alla fine di tutto. Ma in cuor suo non ha dubbi.
Anche lui è a
casa.
[ 555 parole
]
Spazio
dell’autrice
Non
sarò mai psicologicamente pronta a questa reunion
nella S8. E cos’è allora più naturale che scriverci su? Well done, self.
Tbh volevo
renderla più settled nella storia principale,
raccontare dell’arrivo a Grande Inverno in generale, accennare a Jon che è passato da Bran
che aveva qualcosa da dirgli (LOL), ma mi premeva soprattutto scrivere di loro
due. That’s it. ♥
Thanks for reading,
Aya ~