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Autore: ERiCA_13    30/08/2017    4 recensioni
Piccola shot sul nostro lupo preferito.
Uno dei momenti più significativi ed intensi della sua storia.
Dal testo: "Remus si bloccò sulle scale, insensibile agli strattoni della madre, ma guardando deciso suo padre.
«Vuoi davvero farmi un regalo per il mio compleanno, papà? Beh, ora so cosa voglio, voglio che quel signore entri.»"
Come da tradizione le storie su Remus mi vengono in mente di notte.... e le scrivo di notte.... quindi se ci sono errori comunicatemeli!
.e.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Hope Howell, Lyall Lupin, Remus Lupin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
- Questa storia fa parte della serie 'RJL - Memorie di un Licantropo'
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Il giorno più bello
 
 


Correva l'anno 1971, era il 20 febbraio e la luna piena era lontana.
Nel cammino scoppiettava allegro un bel fuoco che riusciva a riscaldare tutte le stanze della nuova e deliziosa villetta acquistata dalla famiglia Lupin, Villa Felicity. La tempesta di neve che infuriava da giorni fuori dalle finestre era un vago ricordo, i fiocchi ora scendevano morbidi e radi sui prati attorno alla casa.
Remus si era sistemato da una buona mezz’ora sul bel tappeto peloso del salotto, assorto nella lettura di uno dei romanzetti rosa della madre Hope, come era ormai solito fare da quando aveva accettato l'idea di ricevere un'istruzione casalinga; la lettura era diventata il suo rifugio e la sua liberazione. Tra quelle pagine che profumavano d’inchiostro poteva volare tra le nuvole, solcare i mari più esotici, esplorare foreste piene di fate e animali fantastici e finire per innamorarsi di principesse arabe, come nel vecchio libro che teneva tra le dita.
Tra quelle pagine il piccolo Remus non era più “Remus il bambino diverso”, era solo Remus o, meglio, era chiunque, un osservatore indiscreto, un personaggio.
 
Il padre Lyall aveva da poco finito di cenare e stava aiutando sua moglie a rimettere in ordine la cucina, dopo un lungo turno di lavoro al Ministero, fatto di pratiche ed interrogatori insieme al corpo Auror a diversi fantasmi e creature non propriamente vive.
I due coniugi entrarono in salotto e si sedettero sulle poltroncine avana ai lati di Remus, il bambino alzò lo sguardo e sorrise a sua madre, era ancora una bellissima donna dai dolci occhi colore del legno d’abete rosso, il viso rotondo con zigomi alti, castani e profumati boccoli le ricadevano sulle strette spalle, il maglioncino di lana le faceva risaltare l'invidiabile vitino da vespa.  
 
«Tesoro, tra poco sarà il tuo compleanno. Ancora non ci hai detto cosa potremmo regalarti.» gli disse lei, prendendo il libro dalle mani del piccolo e posandolo amorevole sulle sue lunghe gambe. 
«Mamma... io non voglio nulla lo sai...»
«Remus è il tuo undicesimo compleanno ed è un traguardo importante per un mago! Va festeggiato! » disse Lyall stringendo con una mano la magra spalla del figlio. Quel grande e rassicurante sorriso riusciva sempre a mettere di buon umore il piccolo lupo. Lyall era un uomo prestante per la sua età, dallo sguardo intelligente e profondo, il viso sempre aperto in una espressione cordiale, diviso a metà da un paio di folti baffi castano scuro già brizzolati dalle preoccupazioni degli ultimi anni. Perché suo figlio Remus era un licantropo, ma non era sempre stato così, nossignore, lo era diventato prima del suo quinto compleanno, e la vita di tutta la famiglia era stata stravolta e inevitabilmente complicata. 
Per colpa di quel giorno maledetto, in cui diede voce alle stupide dicerie della comunità magica sui lupi mannari, i Lupin erano stati costretti a spostamenti in  tutta l'Inghilterra, di comunità in comunità, di paese in paese, di città in città; quando le persone iniziavano ad accorgersi delle stranezze di quel meraviglioso bambino la famigliola si rimetteva in viaggio il più veloce possibile.
Avrebbero fatto di tutto per loro figlio, lo amavano sopra ogni cosa.
«Io non voglio proprio niente papà...»
«Oh Remus, qualcosa dovrai pur desiderarla!» disse Hope sistemando di lato i lisci capelli del figlio.
 
La serata stava passando tranquilla, tra prese in giro e piani per rendere speciale l'undicesimo compleanno di Remus, quando, intorno alle dieci qualcuno bussò forte alla porta.
Hope si alzò e andò a vedere chi potesse presentarsi a casa loro a quell'ora e rimase interdetta aprendo la porta.
Davanti a lei c'era un uomo piuttosto anziano, molto alto e con una bella barba argentea che si andava ad arricciare sulle punte, appoggiandosi sull'allacciatura di un lungo e prezioso mantello da viaggio color viola prugna e… ed aveva proprio quell’odore... quel particolare odore che aveva sentito per la prima volta sulla pelle di suo marito e poi su quella di suo figlio, l’odore della magia.
«Ehm… salve. Lei… lei è un amico di mio marito? È un… un mago?»
«Lei dev’essere la signora Lupin, Hope se non vado errato! Si, signora sono un mago e, a quanto dicono di me in giro, un mago piuttosto bravo… ma, sono curioso, mi dica, come lo ha capito? Mi ha tradito il mantello?» l'uomo le sorrise affabile, ma la donna non riusciva a proprio a ricambiare.
«Dal suo odore… lei odora di magia…»
 
«Hope chi è alla porta, tesoro? » urlò Lyall dalla stanza accanto. L'uomo le sorrise di nuovo e lei fu scossa da un tremito strano, quello davanti a lei doveva essere proprio un potente mago.
Dato che dall'entrata non provenivano rumori Lyall lasciò Remus in salotto e raggiunse la moglie, ma anche lui rimase di sasso alla vista dell'uomo sulla porta.
«Professore, professor Silente.... ma cosa... cosa ci fai lei qui? » disse boccheggiando il mago mettendosi davanti alla moglie che guardava entrambi interrogativa.
«Salve Lyall, sono felice di vedere che sei in casa. Posso entrare cara Hope?»
Lyall non si mosse dall’entrata. «Cosa è venuto a fare qui?»
«Sono venuto a parlarvi del soggiorno di Remus ad Hogwarts! Mi pare ovvio.» disse Silente, il preside della scuola di magia e stregoneria di Inghilterra.
 
Remus, vedendo che i suoi genitori si attardavano alla porta, si sporse curioso sul corridoio, ma inavvertitamente fece cadere un po’ delle Gobbiglie costrette nelle tasche dei suoi jeans. Gli adulti si girarono verso di lui e il bambino arrossì dalla vergogna di essere stato scoperto ad origliare.
«Hope, amore, è ora che Remus vada a dormire. Accompagnalo a letto.» disse Lyall tornando a rivolgersi a Silente. «Lei qui sta perdendo tempo, Remus non può frequentare la scuola… lui è… lui… lui non può e basta!» detto questo fece segna alla moglie di andare e lei scattò apprensiva verso il figlio, prendendogli la mano e avviandosi verso le scale che portavano alle camere da letto.
Remus non riusciva però a staccare i suoi curiosi occhietti verdi-oro da quel buffo signore tanto alto e vecchio, che lo guardava con una luce particolare su tutto il viso.
«Permettimi di dissentire Lyall. Remus posso chiederti una cosa?»
«Non si azzardi a rivolgere la parola a mio figlio! Finirà per riempire la sua mente di favole impossibili!» Lyall aveva alzato il tono di voce, quella era una ferita aperta, lo sarebbe stata per sempre. Nessuno, nessuno, poteva metterci così gratuitamente le dita e farla sanguinare più di quanto non facesse già da sola.
Sbatté la porta in faccia al suo ex professore.
 
Remus si bloccò sulle scale, insensibile agli strattoni della madre, ma guardando deciso suo padre.
 «Vuoi davvero farmi un regalo per il mio compleanno, papà? Beh, ora so cosa voglio, voglio che quel signore entri.»
 

 
Fu così che poco più di cinque minuti più tardi Remus stava vincendo una bella partita di Gobbliglie con il Signor Silente, che era un mago, come lui e suo padre, un mago piuttosto importante, che voleva che proprio lui, proprio Remus “il bambino diverso”, frequentasse una scuola di magia di cui era preside!
«Ed avrò degli amici Signor Silente?»
«Non credo che avrai problemi a fartene Remus, Hogwarts è piena di ragazzi proprio come te!»
«Ah, bene! E quando comincia la scuola?»
«Il primo di Settembre Remus, il primo Settembre.»
«Bene… Grazie!»
 
Il lupacchiotto poco dopo andò a letto, lasciando i suoi genitori e il Professor Silente – si, professore, perché i suoi genitori avevano detto di SI, SI, lui sarebbe andato a scuola! E non una scuola qualunque, lui sarebbe andato ad Hogwarts, la migliore scuola di magia e stregoneria di tutto il mondo! – a parlare tra loro. Mentre si infilava tra le coperte già immaginava quella giornata, ancora così lontana… il primo di Settembre.
 
 
Il 20 febbraio 1971 fu, senza ombra di dubbio, il giorno più bello della vita di Remus John Lupin.
 
Almeno fino a quel momento!




 
Shalom popolo di EFP!
Eccomi qui con un nuovo scritto su Remus ;)
Qui lo troviamo poco prima della sua partenza per Hogwarts, proprio il giorno in cui Silente si presentò alla porta dei Lupin per convincerli a mandare Remus a scuola... e niente mi sono lasciata inflienzare da una delle ricorrenze che ogni Potterheads aspetta da sempre: il prossimo primo Settembre, il primo settembre 2017, la data ufficiale in cui la nostra saga finirà.... Mamma mia quante emozioni ragazzi, QUANTE!
Se la storia vi è piaciuta fatemi sapere, magari potrei tirarci fuori una nuova raccolta... che dite??
Va bene ora vi lascio... come ho scritto nell'intro l'intero pezzo è stato scritto in uno dei miei deliri notturni, quindi se ci sono errori comunicatemeli!
Ricordatevi di partecipare con il tag #ItalylovesHarryPotter sui vostri social il primo di Settembre, così saremo idealmente tutti lì, al binario 9 e ¾ di King's Cross!
Ciao ragazzi, alla prossima!
.erica.

 
   
 
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