(https://www.youtube.com/watch?v=e1C9kpMV2e8)
“Ascoltami
adesso, mio piccolo
amico.
So che sarai spaventato,
infreddolito,
triste e solo. So che hai il morale a pezzi e non vorresti far altro
che lasciarti morire /di nuovo/ qui fra la neve. So che senti dolore
e non puoi fare a meno che piangere.
Ti senti come se avessi
sfiorato il
fondo, che non potrai più andare avanti. Perché,
suvvia, chi vorrà
mai un essere così giovane e debole? Ti senti come se tutto
ormai ha
perso il suo senso. Ora che hai perso la tua fiamma vitale, ora che
sei consapevole d'esser morto, come potrai avere ancora fiducia nella
vita? E ti disperi al pensiero perché solo Arceus sapeva
quanto eri
piccolo. Eppure la signora Morte ti ha preso con sé.
Ma allora
perché, ti chiederai,
perché nonostante avessi una lunga vita davanti quelle bolle
venefiche hanno colpito pure me? Perché la malattia ha
colpito un
innocente senza nome che non ha fatto nulla di male se non vivere?
Che razza di giustizia c'è in questo mondo?
Lo so, conosco queste
domande, anche
se adesso strizzi gli occhi e non mi credi. Perché sai, ci
sono
passato anch'io. Sì, anch'io, strano spirito che ti sta
parlando da
qualche parte in quest'oscuro luogo, sono l'anima di un morto. Un
morto speciale, che non ha ancora oltrepassato il confine di non
ritorno, un morto che è esiliato in questa parte
dell'esistenza solo
in via temporanea.
Ti chiederai come fosse
possibile, mio
piccolo dolce amico.
Sì
già, com'è possibile? Un morto
è
morto, giusto? Giusto.
Hai mai sentito parlare
di Ho-Oh? Ah
sì, davvero? Era il leggendario protettore del tuo clan? Te
lo hanno
raccontato che lui, quando è giunta l'ora di morire, si
prepara un
nido fatto di erbe aromatiche per poi darsi fuoco? Sì, lo
so, è una
cosa che messa così sembra senza senso e anche un tantino
scabrosa.
Ma vedi, quando di lui e del nido non rimangono che fini ceneri
calde, ecco, da quei minuscoli granelli grigiastri s'affaccia al
mondo un nuovo, piccolo Ho-Oh. È appena un cucciolo, non
più grande
di te. Ma è sempre lui, ed è rinato. E
così all'infinito, fino
alla fine dei tempi.
E così io,
come tutti coloro come me.
Come, che c'entro io con Ho-Oh? Bhe, è complicato da
spiegare. Sta
di fatto che un leggendario o un essere come lui ha bisogno, di tanto
in tanto, di qualcuno che condivida col suo spirito il corpo. Sai,
per aiutarlo a rimettere a posto delle cose. Sì esattamente,
è una
sorta di simbiosi. Come in un team, esatto. Uno compensa le debolezze
dell'altro.
I leggendari sono
potenti e saggi, ma
spesso non riescono a uscire da certi schemi. D'altronde, son esseri
eterni, è naturale. Noi esseri mortali invece siamo deboli e
piccoli, ma in quanto a varietà non ci batte nessuno. E per
chi
vuole aiutare Ho-Oh in questo senso, bhe, deve comprendere in prima
persona come ci si sente a morire per poi rinascere.
E quindi? Cosa c'entra
tutto ciò con
te e me? C'entra, c'entra! Vedi, il mio corpo ora non può
bruciare
come Ho-Oh, né ospitare per bene uno spirito. È
morto, sì, ma non
è integro. È una storia troppo lunga e troppo
triste da raccontare.
Ma è per questo problema del corpo che sono qui con te.
Ora sei in riva al
fiume, proprio in
mezzo alla neve, freddo e rigido nella morte. Riesci a vederti?
Sì, sei
proprio quella piccola
palletta di pelo nero, lì in basso, in mezzo a tutto quel
bianco.
Su, su, mio dolce amico, non piangere. Ascoltami.
Prima di morire, hai
lanciato una
preghiera. Disperata, grezza, sicuramente non raffinata e perfetta
come quella degli adulti. Ma ha fatto breccia nel cuore del
Pokémon
Arcobaleno. E, devo essere sincero, anche nel mio.
Così, io sono
qui con te come
rappresentante di Ho-Oh per proporti un patto, mio piccolo Litten.
Ti sarà
restituita la fiamma della
vita e vivrai tutto il tempo che ti è ancora dovuto. Non
dovrai più
preoccuparti di nulla, crescerai e invecchierai come tutti. In
cambio, dovrai... ecco, prestarmi il tuo corpo. Sia chiaro,
sarà una
cosa temporanea.
No no, amico mio, no.
Non
piangere,
non farò cose brutte. No. Io te lo prometto. Starai sempre
con me,
in un angolo metafisico. Potrai sussurrarmi qualsiasi cosa tu voglia:
quando farò qualcosa che non ti sta bene, potrai farlo.
Quando
vorrai che io ricordi frammenti del mio passato per renderti felice e
favorire sogni sereni, io lo farò. Farò qualsiasi
cosa per farti
stare bene e al sicuro, finché non verrà il tempo
in cui io dovrò
andarmene.
O perché il
mio
corpo ha ripreso
sembianze perlomeno accettabili o perché qui avrò
finito il mio
dovere -qualunque esso sia, solo Ho-Oh lo sa- io e te non staremo per
sempre insieme.
Lo sai già,
vero? Sì, te l'ho già
detto. Te lo ricordi. Già mi piaci, micietto, i cuccioli
tendono a
scordarsi le cose.
Come, accetti?
“E adesso?” ti
chiederai. Vieni con me, seguimi. Concentrati. Entrerò nel
corpo
tenendoti, come dire, per la zampa. Dovrai stare calmo, visto che non
sarai più tu il possessore del corpo, ma sarai uno
spettatore.
Ecco. Senti la neve che
ricomincia a
cadere? Concentrati.
Senti la leggera brezza
che muove i
rami dei pini e degli abeti? Senti il loro odore pungente? Percepisci
il freddo bruciore della neve contro la pelle dei cuscinetti? E
l'acqua del ruscello che borbotta? Sì? E allora tieniti
forte,
piccolo mio, sto per riaprire gli occhi. Si torna alla vita!"
[…]
C'era
un che di gioioso in
tutto quel
silenzio. Redden aveva appena finito d'abbeverarsi nel fiume, freddo
quanto puro.
Era stranissimo vivere
all'interno di
un Pokémon, specie se faceva parte di una specie che
conosceva poco.
A tal proposito, per
abituarsi al
proprio aspetto s'era seduto vicino alla riva, ben attento a non
cadere nell'acqua. La superficie tumultuosa restituiva lui un
riflesso distorto di un Litten dall'aria stupita, ma felice. E
così,
quello sarà il suo volto per un bel po' di tempo.
Dopo un momento durato
un'infinità,
il Pokémon alzò lo sguardo verso il cielo
candido, dove cadevano
sporadici fiocchi di neve.
Era proprio uno bello
spettacolo.
Nel mentre, lo spirito del
Litten che
gli aveva ceduto il corpo si mosse leggermente: era come se nella sua
mente una piccola creatura metafisica si fosse acciambellata proprio
nell'angolo più caldo.
Memore della promessa
fatta, Redden
fece affiorare il ricordo di una melodia, suonata in tempi migliori
proprio in giorni come quello.
Con quella musica nella
mente, con
calma Red s'alzò e s'incamminò verso la foresta.
Litten aveva
mormorato di una certa Gilda poco lontana, dandogli anche qualche
indicazione, prima di inabissarsi nei meandri della mente. Pareva che
covasse il desiderio di andarci e divenire più forte, prima
di
morire. E perché non assecondarlo?
D'altronde, Redden non
aveva niente di
meglio da fare lì. E poi, fare esperienza nel combattimento
come
Pokémon non gli avrebbe fatto che bene.
E mentre canticchiava le
parole della
canzone, si ritrovò già a fare progetti per il
prossimo futuro.
Doveva
tenere nascosta tutta quella
storia, avvenimenti del genere non erano sempre ben accolti. Forse
avrebbe messo su un team. O forse era meglio procedere in solitaria.
Voleva fare le cose per bene, almeno per il Litten che aveva fatto un
sacrificio per lui, uno sconosciuto!
“E di questo te
ne sarò
eternamente
grato. Io, una volta tornato in me, durerò in eterno. Mentre
tu
morirai un'altra volta e rinascerai in un altro corpo. Forse umano,
forse no.Ci
incontreremo ancora. E allora parleremo di tutto. Forse io non
riconoscerò te e tu non riconoscerai me, ma...
c'incontreremo
ancora. Perchè non potrò mai scordare cosa tu ora
mi hai donato. Mi
ricorderò di te e sarò il tuo caposaldo, per
sempre.”
pensò teneramente,
rivolgendosi alo spirito dormiente del Litten. Dopodichè
tornò a
concentrarsi sul sentiero da percorrere: un passo, due passi, tre
passi, le orecchie tese per recepire suoni a cui non era abituato,
gli occhi spalancati per cogliere dettagli con una nitidezza
impressionante. Quattro, cinque, sei passi sempre più
rapidi. Sette,
otto, nove passi di corsa, ruzzolò nella neve sollevando un
nugolo
di quei minuti cristalli candidi. Starnutì quando uno di
essi andò
dentro una narice, ridendo si rimise in piedi e, felice come non mai
d'esser vivo, riprese a correre su per il sentiero.
E' nata come un monologo di prova per un GdR a tema "Pokémon Mystery Dungeon" per un personaggio che parte da umano e deve passare del tempo in un'altra dimensione, ma credo che questo si sia capito, hahahaha,
E niente, anche se sarà una cosa fine a sé stessa, a questo piccolo (?) scritto ci tenevo particolarmente e l'ho pubblicato anche qua. Spero possa piacervi.
Bye <3
-Danail.