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Autore: BeforeTheDayYouLeft    03/09/2017    1 recensioni
In una Londra martoriata dalla terza guerra mondiale, in uno scenario di morte e dolore, le vite di due personaggi sono intrecciate indissolubilmente. Da una parte, un individuo dalla spiccata intelligenza, con un cuore avviluppato da una pesante lamina di ghiaccio, a capo della Resistenza contro il Governo Socialista a Nuova Londra; dall'altra un uomo giusto e altruista, costretto ad entrare nella Resistenza e ghermire informazioni per salvare le vite di migliaia di persone.
Che cosa succederà quando questi due personaggi si incontreranno? Riusciranno a realizzare il loro più grande desiderio o la guerra e il tradimento li terranno separati?
Genere: Fluff, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Quasi tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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PRELUDIO
Passato
Londra 2017
 
London's Times
 
Dobbiamo tutti rassegnarci all’evidenza. Non c’è più dubbio. Siamo sull’orlo della guerra. (…) Quella che nella seconda metà del ‘900 si affacciava come una semplice contrapposizione politica, ideologica e militare, è ormai una certezza. La Guerra Fredda, così chiamata perché mai combattuta direttamente fra le due potenze, è ormai diventata una guerra calda. Fra gli Stati Uniti e la Russia è ormai irrimandabile lo scontro aperto. (…) I Paesi dell’America e quelli dell’Asia sono schierati su fronti opposti. (…) E’ guerra. In Europa sono state convocate le prime assemblee con i rappresentanti di tutti i Paesi. Il Primo Ministro Clarke ha affermato pubblicamente che la Corona d’Inghilterra resterà fedele agli USA, in quanto parte integrante dell’Organizzazione delle Nazioni Unite – concetto che, francamente, trovo ormai sprofondato nel dimenticatoio dei più –. (…) E’ guerra, armatevi e partite, se non volete che questa ondata di ferro e fuoco trascini via anche voi.
 
articolo di James Harris, London’s Times, 10 Giugno 3004

 
Il signor Watson richiuse con ira repressa il giornale, lanciando un’occhiata furente alla tazza di the sul tavolinetto davanti alla poltrona, quasi fosse quella la vera causa di tutto. Con uno sbuffo, sollevò con mano tremante per la rabbia la tazzina, osservando il suo riflesso distorto nel liquido ramato. La gente non si ferma mai un attimo a bere del the e a riflettere, si trovò a pensare. Si poteva già immaginare quegli idioti dei capi del governo della Russia e degli USA sedersi uno di fronte all’altro a sorseggiare placidamente l’infuso. I problemi e le tensioni sarebbero subito passati in secondo piano.
All’improvviso, nel soggiorno fece capolino la figura tremante di sua moglie, con in braccio la piccola Harriet, e il pancione che si intravedeva dalla vestaglia. Il suo viso era contorto in un’espressione sofferente e – non fosse stato solo il settimo mese di gravidanza – lui avrebbe anche potuto temere che fosse in procinto di sfornare il piccolo John.
“Non ti ho sentita arrivare.”
La signora Watson non si smosse e continuò a fissarlo con occhi apprensivi. “Hai letto quello che scrivono i giornali, hai sentito le notizie alla televisione?” Bene, se avete presente la faccia sconvolta di una giovane donna incinta e con gli ormoni alle stelle, allora sovrapponetela con il volto indifferente – sebbene lievemente infastidito – di un uomo vissuto, come piaceva al signor Watson definirsi. Lui e la moglie avevano qualche anno di differenza, quasi dieci, ma l’età non era mai stata un problema per nessuno dei due, anzi. Lui era il ritratto della calma e della compostezza, lei era come quei dipinti astratti in cui vedi solo pennellate di colore sparse a caso: volubile e apprensiva.
“Ho appena letto l’articolo di quell’Harris.”
“E te ne stai semplicemente lì seduto a bere il the?”
La donna afferrò uno dei cuscini del divano e lo lanciò contro il marito, facendogli traboccare il the sulla vestaglia nuova che la madre gli aveva regalato per Natale. “Sei impazzita?”
“Abbiamo una bambina! Presto anche un neonato! Dobbiamo andarcene subito, prima che comincino a pioverci bombe – se non peggio – sulla testa!”
Il signor Watson distolse la sua attenzione dallo sfregare il fazzoletto sulla macchia del the e fece un gesto d’insofferenza con la mano. “Suvvia, è solamente un grande polverone: non ci sarà nessuna guerra. Ai politici piace così tanto dare fiato alla bocca, così come ai giornalisti.”
Ma la moglie non sembrava d’accordo, affatto d’accordo. “Jonathan Watson, ti ordino di dare ascolto a tua moglie, per l’amor del cielo!”
L’uomo si alzò in piedi, prendendole delicatamente il viso in quelle manone curate e ancora giovani, sebbene l’età avanzasse. Pose un dolce bacio sulla fronte della moglie a cui quel gesto sembrò più un tentativo di rabbonirla più che una vera e propria dimostrazione d’affetto. “Sta’ calma, cara. Aspettiamo ancora un po’, eh? Poi ti prometto che se la situazione degenera, vi porto via da qui. Tutti e tre. D’accordo?”
“Ho paura, Jonathan. Per Harry e per il piccolo John.”
Lui le sorrise. “Lo so, amore, lo so. Andrà tutto bene, te lo prometto.”
 
 
   
 
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