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Autore: morethanyouknow    05/09/2017    4 recensioni
Può l'utopico e famigerato castello di Hogwarts essere il posto sbagliato? Se il tuo nome è Alex Harvey, probabilmente sì. L'indole ribelle e curiosa della ragazza infatti le porterà non pochi problemi, nonostante tutti i maghi vedano del potenziale in lei da preservare con cura. Però una cosa è risaputa: i divergenti non si possono controllare, mai. E se due divergenti si trovano nello stesso posto, potrebbero essere ancora più letali. Alex trascorre un anno fatto di segreti, dubbi e troppi misteri perfino per un'avventuriera qual è lei. La sua vita diventerà un intricato labirinto, fin quando qualcuno non l'aiuterà a risolvere questo grande rebus.
[Crossover tra il contesto di Divergent e quello di Harry Potter, ma i personaggi sono completamente inventati da me].
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuova generazione di streghe e maghi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Stringo la treccia argentea in un nastro colorato e osservo la mia figura riflessa nello specchio della stanza. "Sono ancora la stessa, solo con un'altra divisa" mi dico, osservando lo stemma dei Serpeverde sulla lunga tunica nera. Avevo evitato di obiettare quando la Preside Smith mi aveva detto che, nonostante sarebbe potuta essere una cosa non permanente, era giusto che fossi un'allieva dei Serpeverde a tutti gli effetti. Sollevo la manica e guardo per un po'lo strano marchio, che appare ancora più vivido e invasivo del giorno precedente. Sento bussare alla porta per due volte e non esito ad aprire. Nia e Nicho mi guardano desolati, come se la mia punzione fosse solo causa loro.
-Non è colpa vostra - li rassicuro, piegando i panni e riponendoli nella valigia.
-Mi dispiace che tu te ne vada - dice Nia abbassando lo sguardo. - E se non ti avessi detto niente della nostra idea stupida, probabilmente non sarebbe successo - aggiunge.
-Ragazzi, non vado in guerra, si tratta solo dei Serpeverde. E ho intenzione di comportarmi bene, così da ritornare il prima possibile -.
Nia e Nicho si scambiano delle occhiate, borbottando qualche parola confusa.
-Non è solo per questo. Abbiamo paura che quel marchio di ieri sia pericoloso per te. Non abbiamo mai visto una cosa del genere, nemmeno tra i maghi più famosi - interviene Nicho parlando a voce bassa, nonostante la porta sia completamente chiusa e il corridoio deserto. 
-Avete visto il marchio, quindi? - domando. Entrambi annuiscono.
-Beh, almeno ho la certezza di non essere impazzita - rispondo leggermente sollevata.
-Dopo le lezioni noi tre ci vedremo in biblioteca, ho intenzione di fare alcune ricerche - dice Nicho, comportandosi da perfetto Corvonero. 
-D'accordo - rispondo, dando un'occhiata alle lancette dell'orologio: l'una e trenta, l'orario di pranzo. Quella di non svuotare completamente la valigia era stata una buona idea, dal momento che dopo aver pranzato mi sarei dovuta trasferire nel dormitorio dei Serpeverde. - Queste passo a prenderle dopo, magari avrò l'occasione di salutare anche Crystal, che a quanto pare è già nella Sala Grande - dico, facendo un cenno di saluto a Nicho e Nia ed incamminandomi verso il luogo dove avvenivano le comunicazioni importanti e dove pranzavamo e cenavamo. Quando arrivo, tutti sono già seduti ai loro posti e discutono animatamente con i compagni, aspettando che la Preside dia inizio al banchetto. Mi avvio verso il tavolo dei Serpeverde e mi siedo all'unico posto libero, accanto ad una ragazza impegnata ad intrattenere una conversazione con tutti coloro che le sono seduti frontalmente, alzando il tono di voce un po'troppo spesso. Sento gli sguardi di alcuni Tassorosso puntati addosso, ma non riesco a distinguere se sono sguardi di risentimento, di dispiacere o di confusione. Non ero mai stata d'accordo con il luogo comune dei Tassi buoni ed angelici e le Serpi spietati e futuri assassini, perciò quando il Cappello Parlante si era posizionato sulla mia testa ed aveva espresso tutto il suo disappunto nei miei confronti, non avevo escluso l'ipotesi di capitare nei Serpeverde. Eppure adesso mi sentivo totalmente inadeguata e, piuttosto che inserirmi nei loro discorsi, mi limitavo a gustare un delizioso muffin al cioccolato sognando di essere immersa tra il chiacchiericcio vivace e il buon cuore dei Tassorosso. Alzo il viso e scorgo, due posti più lontano, l'ultima persona che avrei voluto vedere e con cui sarei stata meno al sicuro: Matthew Malfoy. Distolgo subito lo sguardo, pregando silenziosamente che non mi noti o che abbia perlomeno un'età differente dalla mia, così da frequentare lezioni diverse e doverlo sopportare solo in Sala Grande. Improvvisamente la ragazza seduta accanto a me mi urta dandomi una gomitata e facendo atterrare il dolce che stringevo tra le mani sul lucido parquet. 
-Santo cielo, potevi stare attenta! - esclama in tono stridulo. Ha all'incirca la mia età, la carnagione scura, i capelli castani mossi e lunghi, le labbra carnose, gli zigomi alti e il viso sottile. A giudicare dalla quantità abbondante di trucco sul viso, deve avere delle origini Babbane. In realtà, non sapevo se ad Hogwarts esistessero o meno i negozi di cosmetici.
-Oh, scusami se eri troppo impegnata per accorgerti della mia presenza - dico, mimando la sua voce in tono un po'più marcato del reale, dote appresa durante i litigi con mio fratello minore di nove anni e mezzo. Tutti si voltano a guardarci, alcuni ridendo a crepapelle, altri scuotendo la testa contrariati. "Devi comportarti bene, Alex, tu non vuoi un'altra punizione" ripeto mentalmente. 
-Natalie Crisp, Alexandra Harvey, smettetela - mormora una voce, senza scomporsi. A parlare era stato il professore di Difesa Contro Le Arti Oscure, di cui non conoscevo ancora il nome e cognome. Avevo detotto che era un nuovo insegnante, ammirato per la sua bravura nonostante non superasse i ventisei o i ventisette anni. Era comunemente soprannominato "il vampiro" a causa della sua carnagione eccessivamente pallida, il viso magro, i capelli nero corvino e i suoi occhi a mandorla di un verde smeraldo intenso, che sembravano appartenere ad un gatto. Al contrario di quanto si potesse pensare, i suoi bei lineamenti non contribuivano a renderlo attraente ma a donargli un aspetto ancora più sinistro.
-Va bene, professore, ci scusi - risponde Natalie, stringendomi il braccio. - Ascoltami bene, non mi prenderò alcuna nota di demerito a causa dei tuoi comportamenti indisciplinati da bambina, perciò vedi di essere meno acida - mormora. Mi trattengo dal dire "hai iniziato tu" o dal lanciare provocazioni e annuisco, afferrando una borraccia di Burrobirra e versandola nel bicchiere. Il giorno prima non avevo avuto occasione di assaggiarla, ma tutti i maghi ne andavano pazzi. Dicevano che era la bevanda perfetta per qualunque pasto, specialmente per la colazione nelle giornate fredde e nevose. Ne verso due o tre sorsi e trattengo una smorfia di disgusto al percepire quel sapore eccessivamente dolciastro che mi scorre giù per la gola.
-Questa bevanda fa schifo - mi lascio sfuggire.
-Forse sei troppo acida per queste cose - risponde Natalie, più pacatamente di prima. - Allora, come mai te ne sei andata dai Tassorosso? Non succede spesso che un allievo decida tutto di testa sua qui -.
-Sono stata mandata via, non è stata una mia scelta - replico.
-Wow, essere scaricati dai Tassorosso è da veri sfigati -.
-Non è andata proprio così, la Preside mi ha spedita qui per punizione, comunque ho intenzione di ritornarci una volta terminato il mio periodo di...sconto di pena -.
-Non mi sembri una Tassorosso, a guardarti. Di carattere sei abbastanza insopportabile, ma scommetto che prima di venire qui eri popolare, nella tua vecchia scuola - commenta Natalie.
-Io popolare? Hai sbagliato persona! - rido. 
-In ogni caso, Malfoy ti sta guardando. Fortunata te! - esclama lei, dando una rapida occhiata a Matthew.
-Già, fortunata me - rispondo sarcasticamente, ripensando alla sera prima e al duello che era avvenuto nella Foresta Probita. Mi raffiorano in mente le parole di Nia riguardanti un presunto segreto di Matthew e, ripensandoci, probabilmente avrei la testa meno in preda alla confusione se le avessi chiesto di cosa si trattava.
-Che figata il tuo tatuaggio! - esclama Natalie, indicando il marchio che campeggia sul mio polso sinistro. Mi affretto ad abbassare la manica senza ripulire le tracce di Burrobirra e sperando che nessuno del mio tavolo abbia sentito qualcosa.
-Concordo, Natalie. Bel tatuaggio, Alex - s'intromette Matthew strizzando l'occhio e facendo finta di nulla. Rispondo con un "grazie" a denti stretti e fingo di interessarmi alle conversazioni degli altri Serpeverde.
**
Pomeriggio, a lezione.

La prima lezione è quella di Difesa Contro Le Arti Oscure. - Io sono Sean O'Connor, il vostro insegnante. Quest'anno avete una nuova alunna, Alexandra Harvey. Lei non ha frequentato gli anni precedenti, perciò partiremo dalla spiegazione di un incantesimo elementare, l'Expelliarmus - esordisce il professore, tra sbadigli degli studenti, sguardi di sufficienza e aereoplanini di carta che volano. Ascolto la spiegazione attentamente, prendendo appunti con la penna di piuma, più semplice e divertente da usare di quanto pensassi. Dopo aver riempito un'intera pagina, il professore mi esorta ad alzarmi. -Alexandra, vorresti provare a disarmare un tuo compagno utilizzando l'Expelliarmus? - domanda. Annuisco, stringendo tra le mani la bacchetta in acero. - Qualcuno si offre volontario? - chiede, rivolgendosi alla classe. Come prevedevo, è Matthew ad alzare la mano. - Gentile da parte sua, Malfoy - commenta O'Connor con viso inespressivo. Miro alla bacchetta di agrifoglio che Matthew tiene ben salda tra le dita della mano destra e pronuncio un "Expelliarmus" nel tono più convinto possibile. Almeno all'apparenza, perché nella stanza non succede nulla. La mia bacchetta non emana alcun meraviglioso luccichio o luce incandescente e non c'è alcun segnale che lascia presagire il funzionamento di un incantesimo. Sospiro sconsolata. - E'normale non essere in grado di fare incantesimi da subito, signorina Harvey. Ci riprovi, più convinta - prova ad incoraggiarmi il professore. Dentro di me, avevo la sensazione che il problema non fosse la mia poca esperienza con gli incantesimi, ma la poca padronanza che avevo della bacchetta: finora, mi ero sempre esercitata senza fare uso di essa. La ripongo nella tasca e stendo il palmo verso la bacchetta di Matthew, pronuciando di nuovo l'incantesimo. Una luce verdeacqua si sprigiona nella stanza e poco dopo vedo la bacchetta di agrifoglio scaraventarsi contro le pareti. Tutti mi guardano a bocca aperta, eccetto Malfoy, che mi osserva preoccupato.
-E'stupefacente, Alexandra. Sai compiere magie senza l'utilizzo della bacchetta. Quando mi è stato detto dalla Preside, stentavo a crederci, invece ora lo vedo con i miei occhi - dice il professor O'Connor parlando con la sua tipica ed inquietante calma.
-Sì, mi è capitato altre volte - affermo.
-Questa per Hogwarts è una grande novità, mi auguro non ti causi nessun problema-.
-Le causerà sicuramente dei problemi. Questo non è il posto per lei, se non impara a difendersi - interviene Matthew, lasciandomi un punto interrogativo nella mente ancora più grande di quello che avevo fino a poco prima. Dentro di me ero certa che lui sapesse più di quanto volesse far credermi e che parlare con lui poteva essere la soluzione, ma ero spaventata. Non di lui, ma di quello che avrei potuto scoprire su di me. - Hogwarts è un posto sicuro. Ora andate a posto, devo spiegare altro - ci liquida il professore.
Dopo un interminabile elenco di nozioni, faticosa da apprendere per chiunque, O'Connor annuncia la fine della lezione di oggi e se ne va dalla classe in fretta, senza accertarsi che tutti gli allievi siano già usciti. La classe, infatti, è ancora piena e quasi tutti sono concentrati ad architettare scherzi diabolici da fare alle altre Casate o discutono emozionati delle selezioni di Quidditch. Nella confusione generale, decido di avvicinarmi a Malfoy, che è seduto in disparte all'ultimo banco.
-Che volevi dire prima? E perché ieri sera hai fatto quel che hai fatto? - gli domando, parlando troppo velocemente.
-Doveva andare così. Tu saresti molto più al sicuro fuori da Hogwarts piuttosto che qui dentro, non posso dirti altro-.
-Che risposte sono? - sbraito. -Sto impazzendo, ho bisogno di sapere che significa il marchio e se sei stato tu a farmelo perché...-
Matthew sbuffa e solleva leggermente la manica della divisa. Riconosco lo stesso disegno che ho anch'io, nello stesso identico posto e senza alcuna differenza, come se uno dei due fosse stato clonato.
-Questa sarebbe una spiegazione? Tu te ne vai in giro a fare tatuaggi gratis alle persone? E poi perché hai scelto me? - domando.
-Fai troppe domande. Guarda, sono arrivati i tuoi amici - risponde, indicando la porta. Nia e Nicho mi stanno facendo cenno di raggiungerli. Sospiro ed esco dalla stanza, tentando di non farmi colpire da libri e oggetti che vengono scaraventati a tutta velocità dai Serpeverde.
-Perché parlavi con Malfoy? - mi chiede Nicho, sollevandosi gli occhiali sul naso.
-Ha il mio stesso marchio, non può essere una coincidenza ed io ho bisogno di saperne di più - ribatto.
-Lui è pericoloso, pensa alla sua bacchetta. Agrifoglio. Questo tipo di bacchetta cerca di proteggere le persone dalla propria rabbia ed aggressività, è il caso di Malfoy. Non è mai stato un tipo tranquillo - interviene Nia.
-Nia, tu sai altro che non vuoi dirmi. Non è per il carattere aggressivo che vuoi che io stia lontano da lui. Dimmi la verità. Ieri sera parlavi di un segreto - le ricordo.
-Quel segreto non è una cosa da niente - replica lei. - Non sono dalla sua parte ma è giusto che non lo sappia nessun altro. Fidati, arriverà il giorno in cui anche tu mi chiederai di nascondere un segreto ed io lo custodirò fino alla tomba -.
Indietreggio di un paio di passi: ero arrivata al punto di non potermi fidare nemmeno di Nia. Nonostante non mi sembrasse, la conoscevo da poco più di un giorno e adesso la vedevo solo come un'artefice di un altro mistero, una stratega, esattamente come Malfoy. Nascondermi cose che mi riguardavano sembrava esser diventato un passatempo per tutti, io ero la protagonista di una grande caccia al tesoro. Forse esistevano delle motivazioni che collegavano tutte le cose strane che mi erano capitate, ma per ora la mia vita era una serie di pezzi non al proprio posto.
-Io non sapevo niente di tutto questo - dice Nicho, come a giustificarsi. - Però credo ti potrei essere d'aiuto, se andiamo in biblioteca -.
Percorriamo qualche rampa di scala e raggiungiamo la biblioteca a pochi minuti dalla sua apertura. Fortunatamente, è completamente vuota. Decidiamo di sederci ad un tavolino con più sedie del necessario e Nicho si allontana tra gli scaffali. Poco dopo, torna con un volume color mogano con su scritto "L'altra magia" senza alcun ghirigoro a catturare l'attenzione dei lettori. Lo sfoglia in fretta, fino ad arrivare alla fine, dove due pagine sono cosparsi da simboli. Riconosco le fiamme, l'occhio, le due mani intrecciate, l'albero e la bilancia: tutti quelli presenti sul mio marchio. Accanto ci sono delle scritte: intrepidi, eruditi, abneganti, pacifici e candidi. Sulla pagina accanto una sola grande scritta fa da padrona: "Divergenti".
-Che vuol dire? - chiedo confusa, analizzando ogni parola.
-Non so bene cosa significhi tutto ciò ma credo che tu appartenga ad una tipologia diversa di maghi - risponde Nicho.
-Sei una divergente, Alex - dice Nia.


**
Angolo autrice.

Ed eccomi qui, al terzo capitolo, che è stato quello che mi ha occupato più tempo. La prima volta non mi convinceva ed ho stravolto completamente la trama, la seconda volta invece purtroppo non ho salvato il testo. Oggi mi sono finalmente decisa a riscriverlo!

❤ Come sempre, se lasciaste una recensione mi farebbe davvero tanto piacere, così avrei anche la possibilità di sapere cosa ne pensate della mia storia. Sentitevi liberi di scrivermi ciò che volete, se avete alcune domande a riguardo fatele pure, mi impegnerò a rispondere a qualunque cosa!

❤Ne approfitto per ringraziare Sagra, GothicGaia e Willow___98 per le loro splendide recensioni ad entrambi i miei due capitoli!

   
 
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