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Autore: Ameliasvk    06/09/2017    5 recensioni
Inu No Taisho ha due figli: Sesshomaru, avuto dalla sua prima moglie, con cui poi ha divorziato, e Inuyasha, figlio della seconda moglie, con cui è felicemente sposato.
Non riuscendo a passare molto tempo con il suo primogenito, a causa di diversi problemi tra cui le incomprensioni con la madre, il carattere freddo del ragazzino, ma anche sbagli dello stesso padre, Inu No Taisho decide di portare Sesshomaru in campeggio per migliorare il loro rapporto... le cose però non andranno del tutto secondo i loro piani.
PREMESSA! Questa fanfiction si basa su diversi cluché/dati di fatto:
1) I bambini amano gli animali;
2) I cavalli sono estremamente intelligenti;
3) A volte ci sembra che accadano cose impossibili;
4) Un genitore si dà la colpa e si sente una merda se i suoi figli hanno dei problemi.
Genere: Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: inu taisho, Inuyasha, Nuovo personaggio, Sesshoumaru
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Questa fanfiction partecipa al contest "Inu No Taisho" indetto nel gruppo facebook "Takahashi fanfiction Italia"

Questa fanfiction partecipa al contest "Inu No Taisho" sponsorizzato da writer's wing

Prompt: Inu guardò quel cavallo, e si chiese se potesse essere davvero la voce della sua coscienza.



PREMESSA BIS: Questa storia è scritta a due mani con supersara. Abbiamo cercato di trattare un tema delicato, ovvero le problematiche che possono trovarsi ad affrontare i membri di una famiglia allargata, ma non abbiamo rinunciato all'elemento comico/demenziale, quindi questa storia dovrebbe risultare leggera (e a tratti surreale). Grazie per l'attenzione, buona lettura!
Bob E Sister.

 

Caro Cavallo...





Inu No Taisho guardò con la coda dell'occhio il ragazzino seduto al suo fianco. Era silenzioso, distaccato, fin troppo tranquillo per essere un tredicenne.
-Allora- spezzò il silenzio -come vanno le cose a scuola? Fai ancora parte del club di scherma?-
Sesshomaru non si preoccupò neanche di rivolgergli uno sguardo, limitandosi a fissare i primi accenni della boscaglia che si vedevano fuori dal finestrino.
-La scuola va bene. Sì, sono ancora nel club.- Non disse altro, tanto che suo padre si sentì libero di fare un'altra domanda.
-E la fidanzatina?-
Il ragazzino a quel punto si voltò e assottigliò lo sguardo, che Inu No Taisho interpretò come una tacita ammonizione.
Sospirò tornando a concentrarsi solo sulla guida. Il litigio con Inukimi, avvenuto solo tre giorni prima, continuava ad assillare i suoi pensieri. Da quando si erano separati non aveva fatto altro che mettergli contro il bambino, anche se Sesshomaru non era mai stato incline a gesti d'affetto o ad aprirsi con lui. Dato che con sua madre era impossibile ragionare, aveva pensato di vedersela solo col proprio figlio, trascinandolo in campeggio per passare un po' di tempo insieme, sperando che questo lo avesse aiutato a migliorare il loro rapporto.
-Sono davvero felice di averti qui con me!- Disse con voce conciliante.
Sesshomaru ammorbidì leggermente l'espressione corrucciata, senza dire nulla. Da quando suo padre si era fatto una nuova famiglia, le cose fra loro erano state ancora più difficili. D'altra parte non era un ragazzino che si accontentava dei ritagli di tempo: se Inu No Taisho voleva fare il padre, doveva farlo a tempo pieno e non in un paio d'ore a settimana, magari portandolo al cinema o al luna-park sperando che bastasse.
A Sesshomaru non era piaciuta neanche l'idea improvvisa della vacanza, ma una parte di lui voleva stare con il padre... per quanto fingesse che non fosse così, ne aveva bisogno.
D'un tratto un rumore improvviso e una vibrazione della macchina li fecero sobbalzare entrambi.
-Cos'è stato?- Chiese il ragazzino.
Inu No Taisho, in un primo momento, pensò di aver investito qualcosa, ma poi sentì dei lamenti e altre botte alla macchina che venivano dal retro. Si fermò di colpo e, pervaso da un terribile presentimento, scese dall'auto andando ad aprire il bagagliaio.
Si sentì mozzare il fiato quando vide Inuyasha nascosto sotto la tenda da campeggio, con le lacrime agli occhi, rosso in volto e tutto sudato. Lo prese immediatamente in braccio e lo poggiò a terra per cercare di assicurarsi che stesse bene.
-Inuyasha! Ma come ci sei finito lì dentro!?- Chiese dopo avergli bagnato il viso con l'acqua della borraccia. Si domandò se non fosse il caso di portarlo in ospedale: era stato nel portabagagli per un'ora circa!
Il bimbo, di soli sette anni, si asciugò con la maglietta e fulminò il padre con uno sguardo carico di rabbia e determinazione.
-Perché hai abbandonato la mamma e me per andare con lui!?- Indicò Sesshomaru, che era sceso dall'auto e lo fissava con ostilità.
Inu No Taisho cercava di metabolizzare quello che stava succedendo.
-Cosa dici?- Mormorò, ma prima che potesse fare o dire altro, il suo cellulare iniziò a squillare. Era Izayoi.
-Non muovetevi da qui!- Disse a entrambi i figli mentre si allontanava di pochi metri per rispondere.
Izayoi era preoccupatissima per il figlio scomparso, ma Inu No Taisho la rassicurò dicendole che era con lui, omettendo il fatto che si fosse fatto il viaggio nel bagagliaio. Le disse che si era addormentato in macchina e che se ne era accorto solo in quel momento.
-Vengo a riprenderlo subito!- Comunicò Izayoi ancora con voce tremula per lo spavento.
L'uomo guardò i suoi bambini che si scrutavano quasi ringhiando. Inuyasha pensava che lo avesse abbandonato, tanto da fare una sciocchezza del genere!
-Lascia stare, starà con noi. È un'occasione per fargli passare del tempo con il fratello!-
-Sei sicuro, caro? Inuyasha non ha neanche i vestiti dietro! E se Sesshomaru non volesse? Doveva essere la vostra settimana!-
-Non ti preoccupare, ci penso io.- Tagliò corto Inu No Taisho.
Non immaginava che i dissapori fra i due figli si sarebbero rivelati un problema tanto grave...
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-Possibile che tu non sappia nemmeno montare una tenda?!- Osservò con aria trionfante Inuyasha.
Sesshomaru non lo degnò nemmeno di uno sguardo e continuando ad armeggiare con il manuale delle istruzioni. D'un tratto finse di aver trovato la soluzione al dilemma.
-Qui dice che è una mono-telo e soffre un po’ la condensa.- Dichiarò come se fosse un'informazione importante.
-Ma che stai dicendo?- Cinguettò malevolo il fratellino -Che cos’è la condensa?!-
Sesshomaru sbuffò annoiato, chiedendosi dove fosse l’interruttore per spegnere quello gnomo ignorante. Erano ore che non faceva altro che ronzargli attorno e lagnarsi. Non ce la faceva più.
-E dai! Lasciala a me! Tu non sei capace!-
Per poco Sesshomaru non gli buttò addosso la tenda.
-Allora tieni!- Ringhiò passandogliela -Pensaci tu!-
-Puoi scommetterci!- E così dicendo Inuyasha gli strappò di mano l’impalcatura, non calcolando minimamente che era impossibile che la struttura potesse reggere se non veniva sostenuta come aveva fatto fino a quel momento il fratello maggiore. Infatti, non appena il ragazzino ebbe afferrato il telaio, l’intera costruzione gli crollò addosso, schiacciandolo sotto un mare di stoffa.
Sesshomaru sorrise soddisfatto e, nonostante non fosse nella sua indole infierire contro persone che per lui non erano più importanti di un sassolino nella scarpa, non riuscì a trattenersi: -Complimenti, nano, sei davvero bravo!-
Inuyasha sgattaiolò fuori da quel groviglio di tessuto sintetico e si precipitò sul fratello, afferrandolo per il bavero della polo, facendo anche una certa fatica considerando la differenza di altezza.
-Potevi anche dirmelo che non si reggeva da sola! L’hai fatto apposta!- Lo accusò.
Sesshomaru non si preoccupò minimante di discolparsi, ma approfittò dell’occasione per stringergli il polso e torcerglielo con fin troppa forza. Inuyasha dal canto suo, iniziò a prenderlo a calci sugli stinchi, liberandosi dalla presa. Si guardarono per qualche istante in cagnesco, se fossero stati due sconosciuti, o soltanto due semplici amici, forse l’avrebbero chiusa lì, ma erano fratellastri e fra loro non era mai corso buon sangue. Ogni scusa era buona per battibeccare e mettersi in cattiva luce l'un l'altro, soprattutto in presenza del loro padre; ma raramente erano giunti alle mani, anche perché di solito c’era sempre qualcuno a fermarli. In quel momento però, non c’era nessuno lì con loro e il tempo della resa dei conti era arrivato.
In un impeto di furia, il piccolo Inuyasha gli saltò addosso, cercando invano di fargli perdere l’equilibrio. Forte della sua stabilità, conferita dai sei anni che li separavano, Sesshomaru lo gettò rovinosamente a terra, bloccando ogni sua mossa col proprio peso. Il piccolo non faceva altro che dimenarsi come un ossesso, quindi il fratello maggiore gli bloccò i polsi con entrambe le mani. Inuyasha era su tutte le furie. Si rendeva conto del divario che c’era tra loro due, ma non per questo aveva intenzione di arrendersi. Sesshomaru nel vederlo così inviperito sogghignò trionfante, tuttavia non riuscì a dissimulare una smorfia di dolore quando i denti da latte del fratellino si conficcarono nella carne del suo braccio. Gli aveva lasciato il segno, ed era stato costretto a mollarlo, ma non era meno deciso a dargli una lezione. Inuyasha, dando sfogo a tutta l’astuzia che possedeva, afferrò una manciata di terriccio polveroso e glielo lanciò in faccia, oscurandogli la visuale giusto il tempo necessario per attaccarsi al suo collo nel vano tentativo di strozzarlo.
-Santo cielo!- Un grido incredulo esplose un attimo prima che i due ragazzini si sentissero sollevare per i colletti della maglie dalle mani grandi e decise del padre -Che cosa vi ha preso!? Siete impazziti?-
-Quella bestiaccia mi ha aggredito!- Si affrettò ad accusare Sesshomaru mentre si stropicciava gli occhi arrossati.
-Non è vero! È quel vigliacco che ha cominciato ad attaccarmi! Mi ha rotto il polso!- Replicò Inuyasha.
Inu No Taisho si affrettò a verificare lo stato dell’arto del bambino, ma non c’era traccia di contusione, era giusto un po’ arrossato. A dire la verità sembrava più grave la ferita da morso che sanguinava dal braccio sinistro di Sesshomaru.
Come due belve assetate di sangue, i ragazzini continuavano a dimenarsi dalla stretta del padre, cercando di raggiungersi l'un l'altro a suon di graffi e sberle.
Inu No Taisho li depositò a terra con un sonoro e temibile: -BASTA!- Che ebbe il potere di riportarli alla ragione. Inuyasha guardava il fratello col fiatone e con i piccoli canini minacciosi digrignati in un ringhio. Seshomaru invece aveva lo sguardo tagliente e rabbioso di chi potrebbe scattare da un momento all'altro, ma almeno si erano fermati.
-Inuyasha!- Fece adirato il padre mentre afferrava il braccio sinistro di Sesshomaru, mostrando la ferita al figlio minore: -Guarda cos'hai fatto! Ti pare normale!?- Il bambino distolse lo sguardo dinnanzi al sangue che fuoriusciva dal segno del morso. No, non era normale, lo sapeva che non doveva farle certe cose, ma una parte di lui continuava a ripetersi che aveva fatto bene.
-E tu, Sesshomaru, sei più grande di lui! Dovresti comportarti in modo più responsabile!- Il figlio maggiore, dopo aver sostenuto lo sguardo del genitore per qualche secondo, non riuscì più a resistere e abbassò la testa, dando ragione al padre.
-Se vi sorprendo di nuovo a fare una cosa del genere, non la passerete liscia!- Sesshomaru e Inuyasha erano sempre stati due ragazzini svegli, forse il piccolo aveva un carattere più vivace, ma entrambi sapevano riconoscere i loro errori, quindi i genitori non avevano mai dovuto infierire troppo su di loro per impartirgli una lezione. Eppure Inu No Taisho non poteva passare sopra a una cosa del genere.
-Mi avete molto deluso!- Aggiunse implacabile. Sesshomaru era impietrito, mentre Inuyasha tremava appena: nessuno dei due lo aveva mai visto così arrabbiato.
-Scusatevi e datevi la mano!- Sobbalzarono entrambi a quell'ultima richiesta. Se c'era qualcosa su cui andavano d'accordo, era di non volerlo fare. Si guardarono con la stessa disperazione, mentre il padre, a braccia conserte, aspettava severamente di vederli eseguire quanto aveva appena detto.
-Inu No Taisho-sama!- La squillante voce di un vecchio signore distrasse l'uomo, con grande sollievo dei figli, che sospirarono per aver momentaneamente scampato il pericolo.
-Myoga! Caro amico, quante volte devo ripeterti di non usare l'onorifico?-
L'anziano rise sonoramente e disse: -Non posso farci niente! Mi viene naturale!- Poi, dopo essersi lisciato i baffi, si rivolse ai bambini vezzeggiando: -Ma che angioletti! Scommetto che siete la gioia di papà!-
Entrambi odiavano quando venivano trattati come due poppanti, quindi si limitarono a guardare male il nuovo venuto. Inu No Taisho si mise al centro fra i due e posò le mani sulla spalla di ognuno dicendo: -Loro sono Sesshomaru- scosse leggermente il nominato -e Inuyasha- fece lo stesso col più piccolo.
-Dolci come due agnellini! - Commentò Myoga, anche se per il padre, in quel momento, somigliavano più a due serpenti a sonagli.
Un altro vecchio si avvicinò a passo svelto, fra le mani teneva le briglie di un maestoso cavallo marrone con una macchia romboide bianca sulla fronte.
-Totosai!- Inu No Taisho salutò il nuovo venuto.
I bambini rimasero a fissare l'animale estasiati.
-Come promesso! Ecco qua il cavallo! Andate a fare la vostra passeggiata!- Disse Totosai porgendo le briglie all'uomo.
Inu No Taisho aveva pensato di fare una sorpresa ai ragazzi portandoli a cavallo, ma dopo quello che era successo, era convito che fosse meglio lasciar perdere.
-In realtà credo proprio che dovremmo rimandare la passeggiata.- Disse.
Sesshomaru e Inuyasha, che si erano timidamente avvicinati all'imponente animale per accarezzarlo, rimasero spiazzati e guardarono il padre con apprensione.
-Cosa!? Lo abbiamo portato fin qui dal maneggio solo per voi!- Si lamentò Totosai.
-Perché dovreste rimandare? I bambini sembrano felici!- Incalzò Myoga.
Inu No Taisho guardò i suoi figli, che speranzosi pendevano dalle sue labbra. Come tutti i bambini normali, amavano gli animali.
-Non se lo sono proprio meritati...- Inuyasha e Sesshomaru, colpevoli, non replicarono -E poi io avevo chiesto tre cavalli!-
-Questo cavallo vale per tre!- Sbottò Totosai, che non aveva la più pallida intenzione di ammettere che il maneggio, di cui si occupava con Myoga, fosse talmente in crisi da potersi permettere solo un cavallo.
Inu No Taisho non voleva accettare: quei due litigavano senza alcun motivo, chissà come sarebbe andata se avessero dovuto dividersi qualcosa! Stava per mandare via Myoga e Totosai, ma il cavallo si accucciò a terra, e Inuyasha non resistette alla tentazione di salirci sopra.
-Attento!- Si mosse in avanti il padre, ma il cavallo lo guardò negli occhi, lasciandolo esterrefatto per quanto la sua espressione sembrasse intelligente.
-Perché non si muove?- Chiese Inuyasha vedendo che restava sempre a terra.
-Perché non sei abbastanza pesante- spiegò Totosai -questo cavallo pretende una mole di peso più degna!-
Il bambino sbuffò, per poi rivolgersi al fratello con tono spazientito: -E sali! Se no non si alza!-
Sesshomaru bofonchiò qualcosa sul fatto che Inuyasha fosse noioso ma, sotto lo sguardo attonito del padre, salì anche lui in groppa, mettendosi dietro al fratello. A quel punto l'animale si alzò, provocando un moto di eccitazione nei ragazzini.
Sesshomaru era un po' rigido, forse la sensazione di stare in groppa a una creatura così grande lo spaventava. Di sicuro aveva più buon senso di Inuyasha, che pur non essendo mai stato a cavallo continuava a ripetere "al galoppo!".
Inu No Taisho si ritrovò a pensare soltanto che i suoi figli stavano facendo qualcosa insieme.
-Quindi possiamo lasciarlo qui?- Chiese Totosai.
-Sì!- Risposero Inuyasha e Sesshomaru all'unisono.
Il padre li guardò severamente e disse: -Se vi sento litigare anche soltanto una volta, lo riportiamo subito indietro.-
I ragazzini annuirono con tutta la caparbietà di cui erano capaci soltanto dei mocciosi... ormai l'unica cosa che volevano era il cavallo.
-Allora è fatta!- Esclamò Myoga, quasi a volerli liquidare.
-Tante care cose!- Aggiunse con tono nervoso Totosai.
Inu No Taisho non fece in tempo a voltarsi per chiedere come si chiamasse l’animale, che entrambi gli anziani erano saliti sul catorcio a quattro ruote col quale erano venuti, e avevano messo in moto.
-Aspettate!- Gridò -Dove state andando?!-
I due vecchi finsero bellamente di non aver udito le urla sguaiate dell’uomo e dopo aver spinto l’acceleratore, partirono a tutta birra senza neanche voltarsi.
Inu No Taisho era rimasto letteralmente senza parole. Che ne sarebbe stato del cavallo? Lui stesso non aveva mai cavalcato, quindi non sapeva minimamente come avrebbe dovuto comportarsi in una situazione del genere. E poi come diavolo si chiamava quel cavallo?
-E ora che si fa?- Domandò con calma Sesshomaru, gli occhi fissi sulle briglie che teneva in mano il padre.
Inu No Taisho deglutì, dopodiché tornò a guardare i suoi bambini. Avrebbe improvvisato, del resto non aveva scelta.
-Dobbiamo trovargli un nome!- Disse -Avete idee?-
Per qualche secondo i ragazzini tornarono a fissarsi con aria minacciosa.
-Ci penso io!- Esordì con voce squillante Inuyasha, facendo di rimando la linguaccia al fratello. Sesshomaru non riuscì a reprimere l’irritazione: -No! Ci penso io!-
-Io!- S’intestardì il minore.
-No, io!-
-Ti ho detto io!-
Inu No Taisho stava per scoppiare in un urlo ammonitore, quando il cavallo tutto d’un tratto nitrì rumorosamente, azzittendoli entrambi. I suoi occhi rifulgevano di una luce intensa, decisa, che sembrava non voler ammettere repliche.
Anche Ino No Taisho era rimasto senza parole, ma si limitò a scuotere la testa. Quel cavallo era davvero… particolare.
-Che vi avevo detto a proposito dei litigi?-
Ma proprio in quel momento, l’equino si era voltato in direzione del figlio più piccolo che lo fissava di rimando senza nemmeno batter ciglio. Rimasero così per un po’, poi con un movimento del muso, il cavallo indicò il primogenito.
-E va bene…- Replicò stizzito Inuyasha -Pensaci tu.-
Sia Sesshomaru che suo padre restarono a guardarlo interdetti. Che cos’era appena successo?
-Ehm…- Si ritrovò a mormorare il fratello maggiore, senza però riuscire a trovare le parole. In realtà non aveva la benché minima idea sul nome da dare al cavallo; aveva insistito nel battibecco solo per dare fastidio a Inuyasha, ma ora si trovava con le spalle al muro.
-Cavallo.-
-Cosa?- Domandò il padre.
-Il suo nome è Cavallo.-
-Cavallo?- Fece Inuyasha sdegnato -Ma non è un nome!-
Sesshomaru stava per replicare, ma Inu No Taisho si affrettò a mettere fine alla discussione: -Va benissimo Cavallo! Ora se la smettete di litigare facciamo questa passeggiata!-
-Sì!- Dissero i ragazzini all'unisono.
A quel punto cominciarono a gironzolare per il sentiero in mezzo al bosco. Sesshomaru e Inuyasha erano tranquilli, si guardavano intorno tutti soddisfatti mentre il padre camminava a passo lento, tenendo stratte le briglie di Cavallo. Era incredibile come un animale avesse avuto il potere di creare una tregua fra i due fratelli. Inu No Taisho era comunque preoccupato, ma soprattutto era sempre più convinto di aver sbagliato tutto con loro: le poche volte che erano stati insieme non avevano fatto altro che litigare, e la sua reazione – così come quella delle madri – era stata di separarli e lasciare che l'astio crescesse sempre di più, senza risolvere davvero il problema. Ora che si era ritrovato praticamente costretto a tenerli insieme, si rendeva conto di quanto fossero distanti l'uno dall'altro, e soprattutto di quanto sarebbe stato più facile riportare Inuyasha a casa e stare solo con Sesshomaru, senza interrompere la formazione di quel muro che stava crescendo fra i due.
Sentì una botta dietro la schiena, seguita da una sorta di nitrito indignato, e si voltò per guardare Cavallo, che sembrava osservarlo severamente.
-Che razza di bestia sei tu?- Chiese.
L'animale si limitò a chinare la testa, facendogli vedere i bambini: Inuyasha si era addormentato addosso a Sesshomaru, che invece faceva fatica a tenere ancora gli occhi aperti. Inu No Taisho sorrise intenerito, e preso Inuyasha in braccio disse al figlio maggiore: -Torniamo alla tenda.-
Era da poco calata la sera ma le cicale non avevano smesso neanche un secondo di intonare i loro canti estivi. Inu No Taisho aveva pensato ad accendere il fuoco e a montare la tenda, mentre Cavallo teneva sott’occhio i bambini che, con un’insolita calma post-pennichella pomeridiana, avevano preso a carezzargli il manto e la fulva criniera. Il loro padre li guardava di sottecchi, per certi versi ancora incredulo. Possibile che non fosse ancora volato nessun insulto? Non li sentiva bisticciare da ore e la cosa gli suonava strana. Ma le sue paturnie mentali non finivano di certo lì. Più li guardava interagire, più si sentiva incredibilmente in colpa verso di loro, verso la loro infanzia vissuta separati, verso il loro rapporto di parentela spezzato dalle incomprensioni. Se fosse stato un uomo migliore, magari più risoluto, o forse più sensibile, sarebbe stato diverso fra i bambini… più ci rimuginava sopra, più si sentiva un incompetente. Il più pessimo dei padri!
Sconsolato, si ritrovò a sospirare pesantemente, ma proprio in quel momento, si sentì tirare la manica della camicia a quadri.
-Ma cosa…- Sussurrò appena, sbiancando alla vista del grosso animale.
Cavallo, silenzioso come un equino ninja (?) gli si era avvicinato, e ora lo osservava intensamente, occhi negli occhi, scuotendo con fare solenne il muso imbronciato, quasi a voler sottintendere un segno di negazione. Ma che razza di animale gli avevano portato Totosai e Myoga? Gli aveva letto nella mente? Inu No Taisho guardò quel cavallo, e si chiese se potesse essere davvero la voce della sua coscienza. Fu un’esperienza mistica, quasi trascendentale, poi la magia s’interruppe di botto non appena il suo secondogenito iniziò a lagnarsi per la fame. Solo a quel punto, Cavallo sembrò volerlo congedare. Infatti sbuffò appena e gli voltò le spalle, prendendo posto accanto alla tenda.
-Papà! Ho fame!- Frignò Inuyasha -Sto morendo di fame! Mi hai sentito?-
-Sesshomaru, prendi i panini nella borsa frigo.- Disse al maggiore dei suoi figli, che senza proferire una sola parola fece come richiesto. In verità i panini, pur essendo grandi, erano solamente due, dato che la presenza di Inuyasha non era stata prevista, ma pazienza, un buon padre poteva di certo saltare la cena purché i suoi bambini avessero la pancia piena. Tuttavia, il suo primogenito lo sorprese. Consegnò il primo sandwich farcito al padre, dopodiché spezzò il secondo in due pezzi e offrì l’altra metà al fratellino più piccolo. Inuyasha restò a guardarlo inebetito per qualche istante, ma la fame ebbe la meglio e si fiondò senza troppi complimenti sulla sua porzione di cibo. Anche Inu No Taisho era rimasto senza parole, cosa che succedeva sempre più spesso di recente. Soprattutto da quando avevano con loro quel cavallo.
-Sesshomaru!- Disse con voce tremante -Sono così fiero di te!-
Ed era vero, il suo cuore di padre scoppiava letteralmente d’orgoglio, ma il ragazzino lo fissò con la solita espressione impassibile, a tratti corrucciata, stringendosi nelle spalle con un gesto noncurante.
-Non ho tanta fame.- Rispose con semplicità.
Guardò di sottecchi il fratellino intento a divorare voracemente il suo panino, poi prese a mangiare anche lui la sua metà.
Accompagnati dallo scoppiettio delle fiamme, padre e figli continuarono a mangiare mentre Cavallo li osservava benevolo dalla sua posizione. Era sceso il silenzio, fra di loro ma nessuno osava romperlo. Perlomeno non finché le loro bocche erano piene.
-E Cavallo?- Chiese a bruciapelo Inuyasha -Anche lui sarà affamato!-
Sia Sesshomaru che Inu No Taisho si voltarono in direzione della possente bestia, ma le uniche cibarie commestibili rimaste erano i marshmallow da arrostire sul fuoco.
-Forse c’è qualche bacca qui in giro…- Tentò il padre -Potremmo andargli a prendere quelle!-
Ma ancora una volta, Cavallo li stupì, alzandosi in piedi e iniziando a brucare l’erba secca lì intorno. Restarono a guardarlo con gli occhi strabuzzati, la bocca spalancata e per la prima volta dopo tanto tempo, scoppiarono tutti e tre in una fragorosa risata, che riecheggiò per tutto il bosco insieme ai nitriti divertiti di Cavallo.
Dopo aver mangiato qualche marshmallow, i bambini crollarono letteralmente. Anche Inu No Taisho, una volta assicuratosi che fossero ben coperti, si addormentò.
Il mattino seguente si recarono al chiosco all'entrata del bosco per fare colazione. Ovviamente Inuyasha e Sesshomaru non avevano resistito alla tentazione di fare quel tratto di strada in groppa a Cavallo, e si erano opposti fermamente quando il padre gli aveva comunicato che avrebbe chiamato Myoga per venire a riprendere l'animale.
-Non possiamo tenerlo!- Disse cercando di far ragionare i figli.
-Perché no?- Ribatté Inuyasha con i baffi sporchi di latte.
Sesshomaru annuì verso il fratello e guardò il padre con convinzione. Si erano persino seduti vicini al tavolo.
-Ragazzi, non è un gatto randagio! È un cavallo!-
I due abbassarono la testa intristiti, senza replicare. Inu No Taisho compose il numero di Myoga e attese la risposta.
-Questa notte Cavallo mi ha detto che si sentiva solo.- Provò a dire Inuyasha.
-Ma se hai dormito come un ghiro!- Rise il padre, divertito da quella fantasia. Myoga non rispondeva.
-Dicono che i cavalli abbiano il potere di entrare nella mente delle persone!- Gli venne in aiuto Sesshomaru -Forse gli ha parlato nel sonno!-
-Sì! È così!- Confermò Inuyasha.
Inu No Taisho aveva riattaccato per ripiegare su Totosai, ma ben presto rispose la segreteria telefonica con un messaggio che lo fece imprecare.
"Ciao, sono Totosai, ma questo sicuramente devi saperlo! Al momento sono alle terme con il mio vecchio amico Myoga! Ci stiamo godendo la pensione e per ora non abbiamo intenzione di tornare indietro! Tante care cose!"
Si voltò a guardare Cavallo, che lo stava fissando con occhi fin troppo intensi. Non c'era scelta, dovevano tenerlo ancora per un po'. I bambini ne erano felici, e a conti fatti anche per Inu No Taisho andava bene. Cavallo era autosufficiente, provvedeva da solo a se stesso, ma soprattutto si occupava dei bambini meglio di una babysitter! Stava sempre con loro e in qualche modo li avvicinava, anche perché potevano montarlo soltanto in due, senza contare che quando li sentiva bisticciare si innervosiva e li faceva scendere. Tutto quello che fecero nel corso di quel campeggio, a cominciare dalle camminate nel bel mezzo dei boschi, e a finire con i bagni nel ruscello, Cavallo era con loro.
Era la sera del sesto giorno quando intorno al solito falò, Inuyasha tirò di nuovo fuori l'argomento delle sue conversazioni con l'animale.
-Papà, Cavallo dice che vuole venire a casa con noi!-
Inu No Taisho sorrise, per nulla intenzionato a dirgli che fosse impossibile parlare con l'animale.
-Cavallo ha già dei padroni, Inuyasha. E poi la mamma non vuole che tu prenda un cane! Figuriamoci un cavallo!-
-Sì, ma lui è convinto che alla mamma piacerebbe! E poi mi ha detto anche che sa costruire le cose, quindi se tu mi prendi un po' di legno, io e Cavallo possiamo costruire una cuccia! Sesshomaru può aiutarci!-
Il fratello maggiore lo guardò dicendo: -Non credo che Cavallo possa stare in una cuccia!-
-Allora gli costruiremo una casa!- Fece Inuyasha.
-A due piani!- Aggiunse Sesshomaru.
Inu No Taisho rise di gusto. Cominciava quasi a pensare che adottare l'animale sarebbe stata una buona idea.
-Che altro ti ha detto Cavallo?- Chiese.
-Che ti vuole bene! E che...- Fece una pausa guardando il fratello -Sesshomaru è forte.-
I presenti lo guardarono increduli; entrambi sapevano che era un suo pensiero, e che era riuscito a esprimerlo soltanto fingendo che glielo avesse detto il cavallo.
-A me ha detto che sei una piattola...- Iniziò a dire Sesshomaru, per poi aggiungere -ma che per essere così piccolo sei forte anche tu!-
Inuyasha sfoderò un sorriso sghembo.
-Non sapevo che anche tu parlassi con Cavallo!- Disse Inu No Taisho.
Il figlio maggiore lo guardò con velo di tristezza dicendo: -L'altro giorno mi ha chiesto...- si fermò come se ci avesse ripensato.
-Cosa?- Lo incoraggiò il padre.
-Perché hai abbandonato me e la mamma... ha detto che secondo lui non siamo tanto diversi dalla tua nuova moglie e da Inuyasha, quindi...- Era calato un silenzio di tomba.
Inu No Taisho si sentì un mostro. Era questo che pensava Cavallo suo figlio? Com'era possibile che avesse dato quell'impressione?
-Abbandonato?- Disse con impeto -No! Non è assolutamente così, Sesshomaru! Io e la tua mamma ci siamo amati tantissimo, ma poi con il tempo abbiamo finito per volerci solo bene... questo però non c'entra niente con te! L'amore per una donna può finire, ma quello per i figli resta, ed è il più forte di tutti!-
La foga che mise in quella spiegazione innervosì Sesshomaru, che si alzò di scatto dicendo: -Non lo devi dire a me! È Cavallo che lo ha chiesto!- E corse nella tenda senza aggiungere altro, troppo orgoglioso per ammettere la sua sofferenza.
Inu No Taisho fece per alzarsi, ma Inuyasha lo bloccò tirandolo per la manica della camicia.
-Papà, ma quindi tu e la mamma vi lascerete?- Chiese il bambino con gli occhi ricolmi di lacrime.
-Ma no! Che cosa dici?- Sbottò col panico nel cuore.
-L'hai detto tu che l'amore per una donna può finire! Vuol dire che non vorrai più bene alla mamma! Ci lascerai proprio come hai fatto con Sesshomaru e la sua di mamma!-
Detto questo, il ragazzino si alzò sdegnosamente in piedi e raggiunse il fratello nella tenda.
Quando Inu No Taisho si voltò in direzione di Cavallo, sapeva già quale sarebbe stata la sua espressione. Infatti l'animale sembrava guardarlo come per dirgli "Sei davvero un impiastro".
-Lo so...- Si ritrovò a mormorare, rendendosi pateticamente conto che anche lui adesso parlava con Cavallo.
---
Il mattino seguente Inu No Taisho ci mise un po' a trovare il coraggio per svegliare i suoi bambini, ma in fin dei conti si era meritato il loro biasimo.
-Sesshomaru? Inuyasha?- Li chiamò abbassando la zip della tenda. Restò esterrefatto nel trovare i sacchi a pelo completamente vuoti, e una forte angoscia si impossessò di lui. L'occhio gli cadde su un pezzo di carta lasciato lì a terra.
Si abbassò per raccoglierla, riconoscendo la calligrafia da seconda elementare di Inuyasha. C'era anche lo zampino di Sesshomaru, sia negli sbarramenti che nelle numerose correzioni. Quando lesse il contenuto, Inu No Taisho si avvilì ancora di più, ma se non fosse stato così preoccupato, in un'altra situazione, avrebbe certamente riso di cuore di fronte a quella fantomatica lettera.
"Caro Cavallo,
Non dirlo a Papà anche perché non gliene importerebbe niente dato che può rimpiazarci rimpiazzarci con un nuovo figlio di una sua nuova moglie. Ma noi abbiamo deciso di scappare a Disneyland. Non preoccuparti per noi chiederemo l'elemosina Sesshomaru dice che troveremo lavoro come provatori di giostre. Non ti abbiamo chiamato solo perché dormivi tanto bene scusa! Non ci cercare perché noi staremo bene! Almeno non andiamo più a scuola!
Inuyasha e Sesshomaru"
 
Inu No Taisho uscì dalla tenda e si mise a chiamarli a gran voce, guardandosi intorno disperato. Non sembrava esserci traccia dei due bambini, ma di sicuro non potevano essere andati a Disneyland! Quanto potevano allontanarsi due ragazzini durante una notte?
-E se qualcuno li avesse rapiti?- Nello sconvolgimento si ritrovò a dirlo ad alta voce, per di più a Cavallo -E se fossero stati aggrediti da qualche animale?-
Ricominciò a chiamarli, girando a caso nel bosco, a tratti correndo, urlando fino a che non gli fece male la gola. Nella sua febbrile ricerca non si rese neanche conto di dove fosse finito, perso nel bel mezzo nel bosco.
Girandosi di scatto, per fortuna, trovò una faccia conosciuta.
-Cavallo, tu sai dove sono andati?- L'equino alzò un sopracciglio (sempre che ne avesse uno).
-Ti supplico!- Inu No Taisho era così disperato da non rendersi neanche conto di parlare con un cavallo.
L'animale si mise leggermente di lato, mostrandogli la groppa, come a invitarlo.
L'uomo non ci pensò neanche per un momento, e salì in sella, lanciandosi al galoppo verso qualunque luogo Cavallo volesse portarlo.
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-Moriremo qui.- Sentenziò Sesshomaru, senza lamentarsi troppo del fatto che il fratellino si stringesse sempre di più a lui.
-Papà verrà a salvarci!- Piagnucolò Inuyasha.
La furia del fiume in piena imperversava, lasciando sempre meno spazio sul masso dove avevano dormito. All'inizio Sesshomaru aveva pensato che sarebbe stata una bella idea riposare lì, ma non aveva tenuto conto di essere circondato dall'acqua di un fiume, che se la sera prima gli arrivava ai polpacci, adesso, a causa di una piccola falla nella diga, era sicuramente più alta di lui.
-Tanto vale sperare in Cavallo!- Commentò sarcasticamente.
Ancora ce l'aveva con il padre, ma in fondo al cuore sperava di vederlo comparire all'improvviso pronto a salvarli da quella situazione.
-Cercate di stare calmi, bambini!- C'era un gruppo d'escursionisti che dall'altro lato del fiume li aveva avvistati già da tempo. Avevano anche chiamato i soccorsi, tuttavia ancora non erano arrivati e dato il livello dell'acqua, avevano iniziato a immaginare il peggio.
-Aiuto! Aiutateci!- Singhiozzò Inuyasha, rivolto alla folla di persone che li guardavano.
-Stupido, se avessero voluto rischiare la vita per noi l'avrebbero già fatto!-
-Ma...- Le lacrime presero a scendere copiose -Non voglio morire qui sopra!-
-Neanche io, che cosa pensi?-
Inuyasha giurò di aver sentito la sua voce tremare e quando lo guardò vide i suoi occhi leggermente umidi. Tratteneva a fatica le lacrime.
-Sesshomaru...- Tirò su con il naso -Ti ricordi quando ti ho detto che ti odiavo?-
-Sì...- Rispose il fratello.
-Non era vero! È da quando è iniziata la vacanza che ti voglio bene!-
Sesshomaru pensò che come dichiarazione di amore fraterno non fosse proprio il massimo, ma dato che stavano per morire, un sacrificio poteva farlo anche lui.
-Anche io ti voglio bene... da quando è arrivato Cavallo.- Confessò.
Per la prima volta nella loro vita, si abbracciarono e rimpiansero di non averlo fatto prima.
Ma proprio quando pensavano che la fine fosse vicina, la calca di persone che li stava osservando si aprì in due, lasciando spazio a un grande e maestoso animale che si impennò nitrendo rumorosamente.
-CAVALLOH!- Urlarono all'unisono.
Se il momento non fosse stato così tragico, Inu No Taisho, che si trovava in groppa a Cavallo, si sarebbe sentito depresso nel sentire i figli ignorarlo completamente, ma non c'era tempo da perdere.
Lui e Cavallo si gettarono nel fiume senza alcun timore. L'acqua era così alta da lasciare intravedere solo metà della groppa dell'animale, i cui muscoli possenti erano tesi nello sforzo di sfidare la collera del fiume.
Qualcuno tra gli escursionisti gli diede del pazzo, ma Inu No Taisho aveva solo un pensiero fisso: salvare i suoi figli!
-Non temete ragazzi! Papà sta arrivando!- Gridò.
E fu proprio in quel momento che Inuyasha strillò: -Oh, ma c'è anche Papà!-
Nonostante la forza della corrente, Inu No Taisho e Cavallo riuscirono ad arrivare nei pressi della roccia. Si avvicinarono ancora di più, tanto che il padre poté allungare le braccia verso di loro.
-Svelti!-
Fidandosi ciecamente del genitore e del suo destriero, i due fratelli si presero per mano, gettandosi letteralmente tra le braccia del padre che li strinse forte a sé. In quell'abbraccio si resero conto di essere finalmente al sicuro e ogni paura svanì nel nulla. Capirono di essere stati ingiusti nei suoi confronti, soprattutto dopo averlo accusato di volerli abbandonare.
Ci fu un'ultima spinta, dopodiché Cavallo balzò sulla riva opposta del corso d'acqua, portandoli al sicuro sulla terra ferma.
L'eco degli applausi da parte degli escursionisti fece capire ai bambini di essere in salvo. Inu No Taisho non li lasciò subito, aveva bisogno ancora un po' di quel contatto, tanta era stata la paura.
Quando si decise a lasciarli, la prima cosa che fece fu rifilargli una sberla ciascuno.
-Non vi azzardate a farlo mai più!- Sbraitò incollerito, ma anche infinitamente sollevato.
Cavallo sbuffò, come per dargli ragione.
-Ecco, vedete? Lo dice anche Cavallo!- Aggiunse.
I bambini si misero a ridere nonostante le lacrime. Non avrebbero mai più dubitato del loro padre, che ora si era pienamente convinto del fatto che dovessero adottare Cavallo a tutti i costi.
Da quel giorno i loro rapporti migliorarono visibilmente: Sesshomaru cominciò a frequentare di buon grado la casa in cui vivevano suo padre e suo fratello, Inuyasha dal canto suo fece lo stesso, andando a giocare spesso a casa di Sesshomaru. Avevano sempre i loro battibecchi, le loro lotte, ma di fondo avevano scoperto di volersi bene. Inu No Taisho decise di impegnarsi ad essere un padre migliore, senza più commettere gli errori di un tempo.
Totosai e Myoga erano spariti nel nulla, probabilmente passavano da una sorgente termale all'altra. Cavallo era quindi rimasto a casa di Inu No Taisho. Izayoi si era opposta all'inizio, ma dopo aver appreso cosa l'animale avesse fatto per suo figlio, aveva finito col volergli bene e accettarlo. Cavallo non aveva ottenuto la sua villa a due piani, ma in compenso aveva un box e una grande staccionata in cui scorrazzare; passava molto tempo con i bambini e, paradossalmente, anche con Inu No Taisho quando aveva bisogno di parlare.
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E ora che questa storia può ritenersi conclusa, ci sentiamo soltanto di divi di ricordare sempre che chi trova un CAVALLOH trova un tesoro!
   
 
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