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Autore: Madeleine_Smith_Choppi    11/09/2017    4 recensioni
Speciale Need You Like a Drug, ideato in un momento di sclero estivo per la mia amata Fujiko
Luci accecanti, musica e alcol; è questa l'atmosfera in cui Snake, sceso dal palco del Blue Ring vede le labbra di Alois poggiarsi su quelle del tenente di ghiaccio.
La testa annebbiata dai vizi e sconfortato dalla gelosia accecante, esce dal locale senza farsi notare, intraprendendo un viaggio dentro sé stesso ai limiti della sanità mentale.
Riuscirà a tornare a casa?
[AloisxClaude][AloisxSnake]
Genere: Commedia, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Crack Pairing | Personaggi: Alois Trancy, Claude Faustas, Snake
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
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Special [Need you like a drug] : Snake in Aloisland
 

 
Il fumo grigio della canna aveva impregnato i vestiti sgualciti e la stanza buia dell’albino che la teneva stancamente  tra le dita. Se ne stava seduto con la schiena appoggiata alla porta blindata di rovere scuro, i capelli spettinati e gli occhi vacui e arrossati che fissavano la grande vetrata dinanzi a sé.

L’appartamento era silenzioso e si potevano udire i suoni del traffico in lontananza dell’affollata metropoli già immersa nel buio della notte. Le luci erano spente e l’abitazione era immersa nella penombra,  illuminata vagamente solo dalle luci provenienti dall’esterno che riflettevano sugli anfibi di pelle dell’albino, facendo luccicare le borchie e i lacci di quest’ultimi .

Snake portò la mano appoggiata al pavimento che reggeva la canna alla bocca, ispirando quel veleno che gli annebbiava la mente e bruciava la gola come olio bollente. Il dolore fisico che gli procurava il fumo dopo essersi torturato per tutto il giorno consumando interi pacchetti di sigarette, non superava la rabbia e la gelosia che gli attanagliava le membra dopo aver visto Claude e Alois baciarsi la sera precedente.

Aveva sempre voluto proteggere Alois, da quando lo aveva conosciuto aveva fatto il possibile per stargli vicino, aiutarlo e renderlo felice. Ma ciò non toglieva che vederlo tra le braccia di quel poliziotto lo aveva fatto incazzare da morire. Poteva mentire ad Alois, forse a qualche amico, ma non poteva mentire a sé stesso, quando si ritrovava da solo a pensare alle labbra maliziose e carnose dell’amico che baciavano qualcun altro. La gelosia ma soprattutto il dolore lo stava logorando dentro.

Avrebbe tanto voluto trovare un modo per stargli vicino senza dover soffrire tanto, poter essere felice anche lui. Poterlo guardare e sorridere senza quell’alone di tristezza che si portava dentro in netto contrasto con la gioia che provava davvero quando Alois sorrideva, anche se a farlo sorridere non era lui.

In certi momenti voleva davvero che gli bastasse l’amicizia di Alois, che gli bastasse avere quella sirenetta platinata combina guai tra i piedi per qualche ora e poi salutarlo senza il rimorso di non avergli confessato ancora una volta i suoi sentimenti.

Snake si era sempre definito un ragazzo con le palle, e infatti, l’unica cosa che lo fermava dal dichiararsi al biondo era la consapevolezza che quest’ultimo non lo ricambiasse, e che mai lo avrebbe fatto, troppo perso negli occhi abbaglianti e statici di Claude Faustus, il sexy tenente dalle manette facili.

Sbuffò.

Il fumo grigio e denso uscì dalle narici bianchissime, eteree e lisce, gli occhi chiari fissavano gli arabeschi che il fumo intrecciava nell’aria svanendo lentamente ed ispirò l’ultimo tiro della canna spegnendola tra le dita, sentendo la pelle bruciare appena, il cervello ormai troppo sconnesso per recepire i messaggi che il corpo gli inviava.

Appoggiò le mani stanche sul petto stringendo tra le dita anellate la stoffa della t-shirt scura, le palpebre stavano cedendo, la testa vorticava dolorosamente.

Pochi minuti dopo il buio lo avvolse.
 
 
 

 
La brezza marina gli scompigliava i capelli dello stesso colore della luna, riflettevano le luci del ponte, brillando nella semi-oscurità.
Snake teneva le braccia conserte appoggiate al ponte di metallo, fissando l’acqua che si increspava mentre la nave da crociera proseguiva nella sua corsa nella notte.

I passeggeri passeggiavano allegramente per il ponte, rientrando quando il complesso che all’interno intratteneva la sala riprese a suonare, lasciandolo solo con il brusio che si sentiva dall’esterno. La salsedine gli inumidiva le labbra chiare e morbide, e il sale si depositava come un leggero velo sul giubbotto di pelle nera .

L’acqua era così scura e profonda, e le onde che la increspavano,  schiumando erano ipnotiche per la mente pensierosa dell’albino; quando improvvisamente un luccichio dorato gli fece strabuzzare gli occhi chiari, portandolo a sporgersi come incantato da quella luce sempre più forte, sempre più rosea e calda.

Finché, si spinse troppo, e il ventre scivolò placidamente sulle maniglie di ferro del ponte e cadde sbiancando quando si rese conto che sarebbe caduto in acqua.

Fece appena in tempo a stendere le braccia e prendere un lungo respiro prima di toccare l’acqua fredda che improvvisamente lo investì e affondò nel profondo nero che era quell’acqua. Era gelida, e gli faceva tremare le ossa mentre cercava di risalire nuotando contro la corrente, senza riuscire a vedere nulla.

Era circondato dal buio completo, mentre un’ondata più forte e fredda lo spinse maggiormente in profondità. Gli mancava il respiro, mentre l’acqua iniziava a gelargli le orecchie e le narici, entrando da ogni orifizio libero, gelandogli le membra e inondandogli la gola.
Gli sembrava di impazzire.  Non c’era via di fuga – pensò – mentre cercava di mantenere la calma, ma la paura si insediava sempre di più mano a mano che l’acqua lo immobilizzava, fino a fargli perdere i sensi.
 
Due occhi azzurri fissavano la scena, nascosti dietro ad una grande scogliera a pochi metri più in basso dall’albino.
Le dita sottili erano artigliate alla roccia ricoperta di muschio verde e freddo, indecise se spostarsi da quel nascondiglio sicuro o aiutare il ragazzo che di lì a qualche secondo sarebbe annegato.

Fissò curioso gli abiti scuri dell’albino ed arricciò le labbra combattuto. Quando con un impeto di coraggio e un colpo di coda si avvicinò velocemente al ragazzo e lo strinse tra le braccia, portando il volto vicino al suo e poggiò le labbra sulle sue, donando aria preziosa all’umano mentre risaliva gli abissi, sempre più vicini alla superficie.
 
 

 
Una sensazione strana lo avvolse, mentre i sensi assopiti si risvegliavano. Sentiva la brezza sul viso, e un calore quasi incandescente sulle guance e sulle labbra mentre qualcuno poggiava le labbra sulle sue soffiando aria nella sua bocca salata. Snake aprì gli occhi feriti dall’acqua salata, arrossati e mise a fuoco a fatica l’immagine … Alois che lo stava… baciando.

Staccò la schiena dalla sabbia con uno scatto staccandosi da quelle labbra che aveva sempre desiderato avere sulle sue – “Ma che stai facendo?” – Biascicò stropicciandosi gli occhi, mentre arrossiva inesorabilmente come un peperone con una parrucca albina.

“Magari cercavo di salvarti la vita?” – Disse ironico, squadrando il ragazzo seduto sulla spiaggia. Ridacchiò vedendo come fosse arrossito senza realmente capirne il motivo. Possibile che si imbarazzasse per un bacetto?

“Non- Non c’è n’era bisogno” – Biasciò mettendo finalmente a fuoco tutta la sua figura, ignorando il bruciore agli occhi e la sete incontenibile che aveva, sentendo la bocca e la gola secche e salate, fisandolo.

Snake guardò l’amico da capo a  coda e rimase per un attimo in silenzio fissandolo mentre il biondo aveva smesso di ridacchiare vedendo come l’altro fosse rimasto in trance. Il cervello dell’albino collegò ciò che vedeva al cervello e improvvisamente saltò in piedi strillando – “Ma cosa cazzo!” –

“AH!” – Strillò il biondo, scattando all’indietro in un tuffo stile olimpionico, sventolando la coda rosa lucente e sbrilluccicante prima di finire in acqua.

Snake rimase in piedi in posizione di battaglia, scioccato. Gli occhi aperti e fissi nel punto in cui era sparito il biondo, vedendo dopo pochi secondi i ciuffi biondi fare capolino dal filo dell’acqua rivelando i suoi grandi occhi azzurri e poi il resto del volto imbronciato – “Ma si può sapere che cavolo hai da urlare! Mi hai fatto spaventare, guarda che quando mi tuffo cosi mi si spettinano i miei bellissimi capelli” – Disse appoggiandosi allo scoglio più vicino, sedendosi su di esso, iniziando a pettinarsi con le dita i lunghi capelli biondi, fissandolo malamente.

Snake lo fissò a bocca aperta, incredulo. I pugni stretti come se stesse per affrontare un combattimento corpo a corpo mentre improvvisamente la sete gli era passata.  Deglutì scioccato iniziando a parlare a sé stesso – “No, non può essere” – Disse aprendo i pugni e passandosi le dita secche sul volto, iniziando a camminare nervosamente avanti e indietro sotto gli occhi perplessi del biondo che aveva smesso di armeggiare con i capelli.

-“Ma che stai dicendo?” – Chiese confuso Alois mentre lasciava ondeggiare distrattamente la coda rosa nell’acqua .

-“Questo deve essere un trip” – “Si non c’è altra spiegazione” – Disse guardando il biondo con uno sguardo quasi spaventato.

Alois aggrottò le sopracciglia non capendo mezza parola di quello che l’albino aveva iniziato a bofonchiare – “Un che?” – “Ah, l’acqua salata deve essergli arrivata dritta nel cervello a questo qua” – Disse scuotendo la testa.

Si scambiarono gli sguardi per una manciata di secondi , prima che Snake esplodesse nuovamente – “AHHHRGGGGGG!” – Facendo spaventare sempre di più il biondo che lo fissava sbigottito, chiedendosi se avesse salvato un pazzo.

“Questo deve essere PER FORZA UN SOGNO” – Strillò – “Ora mi do un pizzico e mi sveglierò a casa mia, nel mio letto” – Disse prima di pizzicarsi la guancia ignorando gli sguardi dell’altro. Chiuse gli occhi mentre sentiva il dolore alla guancia e quando li riaprì speranzoso trovò solo il biondo, con il medesimo sguardo, i medesimi capelli… e la coda da sirenetta. – “ALOIS!” – disse avvicinandosi a grandi passi, fermandosi a pochi centimetri dal volto del biondo che lo fissava con un sopracciglio alzato – “Eh? Che c’è?” – Rispose chiedendosi cosa volesse quel ragazzo dalla dubbia sanità mentale da un’adorabile sirenetta come lui.

“Dammi uno schiaffo” – Disse con un tono quasi disperato, fissandolo serio.

“Ok” – Rispose il biondo facendo spallucce e prima che Snake potesse prepararsi al colpo, il palmo del biondo colpì con forza, tanto che la pacca risuonò nell’aria silenziosa.

Alois ritirò la mano, fissandosi le unghie curate con disinteresse. Ci fu un momento di silenzio prima che l’albino, ancora con la faccia girata e la guancia rossa e pulsante strillò esaurito – “Cazzo Alois! Che male!” – Sbraitò portandosi la mano sulla guancia, mentre fissava in cagnesco il biondo che aveva spostato lo sguardo dalle sue mani sugli occhi del ragazzo – “Oh, ti ho fatto la bua?” – Lo scimmiottò, imitandolo nei movimenti.

“Ti ammazzo” – Sibilò l’albino stizzito, mentre un tic nervoso nasceva sul suo occhio destro.

“Mh?, Scusa non sei stato tu a chiedermi di tirarti uno schiaffo?” – Chiese sorridendo maleficamente

Snake ispirò profondamente, sfoggiando poi un sorriso più finto dei capelli di barbie – “Niente da fare, anche in questo mondo sei un coglione” – Disse con tono calmo fissandolo

“Ma come ti permetti?! Mi sono spezzato un’unghia preziosa per salvarti e questo è il ringraziamento?  E poi di che parli io non ti conosco, come fai a sapere il mio nome?” – Rispose imbroncandosi,  agitando la coda in acqua e schizzando il mal capitato.

“Smettila, smettila!” – Disse coprendosi il volto, ma dove diavolo era finito, e perché non c’era anima viva su quella spiaggia tranne loro due? Sembrava un deserto di sabbia e acqua, e tutto sembrava immobile al di fuori di loro.

“La smetterò quando mi chiederai scusa e mi dirai come fai a sapere il mio nome, e per tutte le perle rosa, cosa sono quei copertoni che porti al posto delle scarpe?” – Sbraitò Alois, sbiancando quando posò lo sguardo sugli anfibi per niente carini che portava Snake, facendo una smorfia disgustata.

“Io… niente lascia perdere” – “E le mie scarpe sono fighe, sono da duro!” – Disse soddisfatto aggiustandosi la giacca di pelle, drizzando le spalle e gonfiando il petto, orgoglioso.

Alois alzò un sopracciglio – “Ti gonfi tanto per colmare altre mancanze?” – Ridacchiò, mentre il sorriso dell’albino scomparse. Un leggero istinto omicida si faceva spazio dentro di lui, a quell’ora una grigliata di pesce non sarebbe stata tanto male, pensò omicida – “Se non taci accendo il barbecue e la portata principale sarà una “sirenetta platinata” alla griglia” – Disse sorridendo angelicamente
“Sei un mostro” – Sbuffò.

Scese un momento di silenzio tra i due, Alois fissava la pelle chiara delle mani anellate del ragazzo, curioso di capire cosa significassero quei simboli sul metallo. Dove viveva lui era tutto fatto di perle e coralli e non c’era nulla del genere.

Snake nonostante all’esterno sembrasse calmo, dentro di sé i pensieri stavano  saltando e rimbalzando come una pallina da tennis. Alois era una sirena, lo aveva salvato, lo aveva baciato. Come cazzo era finito in quel mondo? Non poteva essere reale, ma non sembrava nemmeno un sogno. Quello schiaffo gli aveva distrutto la guancia, chiunque si sarebbe svegliato…

Ma… la domanda che più lo assillava era… “Ma Alois era maschio o femmina in questo mondo?”

Aggrottò le sopracciglia, salendo con lo sguardo dalla base della coda fino a dove nell’anatomia umana si trovava … beh il cazzo e fissò le squame, cercando di non farsi sgamare…. come se poi avesse avuto la vista a raggi x.

Alois, intercettò il suo sguardo e alzò un sopracciglio, malizioso – “Non mi dovresti chiedere un appuntamento prima di passare al dunque?” – Chiese ammiccando

Snake passò tutte le tonalità del rosso, coprendosi istantaneamente gli occhi con una mano – “Ma che vai a pensare! Ammiravo… la tua coda, eh si, è bellissima complimenti” – Cercò di giustificarsi.
“Si certo, e io guardavo le tue pinne” – “Ora bipede rispondimi, come fai a sapere il mio nome?” – Chiese tornando a fissarsi le mani con disinteresse.

L’albino sospirò e tolse la mano tossicchiando – “Non mi crederesti” – Disse serio rabbuiandosi, fissando il biondo – “No aspetta io sto parlando con un Alois-sirena, quindi tutto è possibile” – Riprese ridacchiando nervoso per la situazione .

“Secondo me il sale ti ha fossilizzato il cervello, davvero” – Disse squadrandolo di sottecchi – “Parla”

Snake sospirò e si sedette all’ombra di uno scoglio poco distante da quello su cui sedeva il biondo, per essere un sogno, iniziava a fare terribilmente caldo – “Io non so dove sono. Ieri sera ero a casa mia, nel mio lussuoso appartamento a farmi una canna e mi sono risvegliato qui” – Iniziò, fissando le onde calme che bagnavano la riva

“Canna?” – “Non capisco, stavi andando a pesca?” – Chiese confuso, con una faccia che fece nascere un sorriso sincero sulle labbra dell’altro.

-Dio, sembra impossibile che esista un Alois che non sappia cosa sia una canna- Pensò Snake – “Mh… si certo” – Rispose ridacchiando .

Alois sospirò rilassato, mordicchiandosi appena le labbra salate – “Mh… quindi non sei pazzo come sembra” – Disse dando voce ai suoi pensieri dopo qualche minuto di silenzio.

“Nel mio mondo, il pazzo sei tu” – Aggiunse Snake annuendo, giocherellando con le sue stesse mani.

“Ah, quindi conosci il mio nome perché ci sono anche io?” – Chiese trillante , posando le mani sulle ginocchia squamate unite in una coda – “E come sono?” –

Snake spostò lo sguardo su quello del biondo – “Beh a dire la verità, coda a parte, sei uguale” – Si fermò pensieroso – “Forse un po’ più lascivo in effetti” – Aggiunse ridacchiando facendo borbottare l’altro

Seguì un momento di silenzio, entrambi persi nei propri pensieri, prima che Alois prese nuovamente parola – “… è per questo che sei triste?” – Chiese con voce mesta, fissandosi le pinne immerse nell’acqua – “Ti manca il tuo mondo?” –

Snake sospirò, poggiando il capo alla roccia scura e umida, il volto verso il cielo azzurro. In quel luogo tutto sembrava immobile, anche il tempo.

“Vorrei capire come sono arrivato qui” – Rispose a voce bassa, forse più  a sé stesso che all’amico.

“Non è la risposta alla mia domanda” – Rincalzò. Alois aveva sperato di aver trovato un amico in quel bipede dallo strano aspetto e il bizzarro abbigliamento, ma era chiaro come il sole che bruciava la sua pelle chiara, che quest’ultimo desiderasse tornarne a casa sua.
Snake tornò a fissarsi le mani, pensieroso – “….Mi chiedo se io manco al mio mondo” – Disse infine, sfilandosi un anello e roteandolo tra le dita .

Alois aggrottò le sopracciglia – “Beh avrai pur qualcuno che ti vuole bene!” – Disse allargando le braccia. Non era possibile che un tipo come lui non avesse nessuno che lo aspettasse.

Snake sorrise amaramente – “Certo, tutti lo abbiamo. Ma… a volte poco importa, se non ti aspetta chi stai aspettando tu” –

Il biondo schiuse le labbra, ripensando al comportamento e alle parole che aveva pronunciato l’albino da quando lo aveva salvato – “Dì un po’…” – “Stai aspettando me?” – Chiese fissandolo con i suoi occhi celesti. Alois aveva tanti amici, e seppure non sapesse nulla dell’amore, era difficile ignorare certe reazioni.

Snake sospirò seccato – “Certo che sono proprio fortunato, io” – Rise amaramente – “Te ne accorgi tu che mi conosci da un giorno, ma non l’Alois che conosco da mesi” – Disse massaggiandosi la fronte con le dita.

Alois si rabbuiò per un momento, rattristato per il suo nuovo amico. Passarono altri minuti di silenzio, prima che il biondo prese la parola – “Forse non è ancora il momento giusto” – “Per vederlo, intendo” –

Le iridi verdi si spostarono verso il biondo, guardandolo attraverso le dita secche per la salsedine – “Mi chiedo se arriverà mai… non fraintendermi… io voglio la sua-tua felicità…”– “Solo… vorrei essere felice anche io” – Aggiunse. Nella sua mente aveva ben fissa l’immagine di Alois che baciava Claude. E bruciava da morire.

La sirena sospirò – “Potresti rimanere qui” – Disse poggiandogli una mano sulla spalla – “Così non dovresti più aspettarlo” – Gli disse con tono dolce.

Snake alzò il volto sposando le mani. Guardò la mano calda del biondo che scaldava la sua pelle e poi il suo viso, troppo uguale all’Alois del suo mondo. Sospirò – “Io… forse non è una cattiva idea… infondo, lui ha già qualcuno da aspettare… da amare” – Disse abbassando le palpebre.

Alois si rattristò, com’era possibile che un suo gemello di qualche mondo non si accorgesse della scomparsa di Snake? – pensò , scervellandosi sul da farsi. Ad un tratto, come una medusa brillante in acque scure, un idea lo illuminò, facendogli sbattere le pinne – “C’è uno specchio” –

“Alois, senza offesa ma al momento non ho voglia di farmi una messa in piega” – Rispose giocherellando con la sabbia sotto il pelo dell’acqua.

Alois assottigliò lo sguardo – “Scusa mi stai dicendo che dovrei andare dal parrucchiere?” – Disse incrociando le braccia con disappunto.
Snake sorrise, ricordando quanto l’amico anche nel suo mondo fosse suscettibile a certi commenti – “Ma no, no… intendevo io, io ne avrei bisogno” – ridacchiò nervoso.

“Mh…” – “Si, tu si in effetti” – Disse annuendo – “Ma, no scemo, non intendevo quel genere di specchio. Esiste uno specchio magico nel regno di corallo in cui vivo, che permette di vedere quello che desideri” –

“Cos’è una specie di specchio delle brame di Harry Potter?” – Chiese scettico

“Non so cosa sia Harry Potter, ma no. È un portale visivo. Puoi vedere ciò che hai lontano e desideri dal profondo del cuore di avere vicino” – Disse immergendosi in acqua.

Snake balzò in piedi, colpito da questo magico specchio – “E … me lo puoi portare?” – Disse avvicinandosi alla sirena, immergendosi nell’acqua fredda fino alle ginocchia, bagnando i jeans scuri.

Alois dissentì con un movimento del capo – “No, devi venire con me a palazzo” – Disse slacciando la collanina che portava al collo, con una grossa conchiglia rosa.

“E io come ci vengo sott’acqua con te? Morirò affogato!” – Chiese perplesso.

Alois sbuffò – “Guarda che non sono scemo” – “Tieni” – Disse porgendo la conchiglia rosea al ragazzo, che la prese nel palmo di una mano – “Mettila al collo e non toglierla finché non sarai in superficie” –

Snake alzò le sopracciglia, ancora più perplesso – “è magica?” – Chiese indicandola, prima di indossarla.

“Ovvio che è magica, dove credi di essere!” – Disse Alois prima di prenderlo per mano.

“Mi piacerebbe saperl-oooooOOOO”- Strillò, sentendosi trascinare sott’acqua dall’amico, che a colpi di coda lo trascinava sempre più velocemente negli abissi bui.

“Non strillare, spaventi i pesci” – Disse il biondo con disappunto, senza voltarsi verso l’albino, continuando la sua discesa, mentre all’orizzonte una luce rossastra iniziava a brillare .

“ah si, spavento i pesci” – Borbottò sarcastico.

“Dico davvero, parla piano o ci scoprono… solo a noi sirene è permesso usare lo specchio, se ti scoprono ti ritrovi con la coda” – Disse appostandosi dietro ad uno scoglio, quando ormai la luce rossastra aveva acquisito la forma di una città color corallo, con grandi archi e grotte, porte di roccia,  alghe colorate, il tutto circondato dalle più disparate creature marine.

Snake si strofinò gli occhi, cercando di capire se fosse finito nel regno della sirenetta Disney e ormai il suo cervello si fosse totalmente fossilizzato.

“E’ bellissima vero?” – Chiese il biondo nuotando dietro ad una fila di scogli ricoperti da muschi e conchiglie. L’albino annuì seguendolo in silenzio come richiesto, ammirando quell’enorme barriera corallina. S’infiltrarono in una grotta, al riparo della luce, e quando la via sembrava abbastanza sicura, con uno scatto di coda entrarono dentro ad una grande sala. Percorsero gli immensi archi , arrivando ala fine della sala. Sulla grande parete di coralli si ergeva un grande specchio dalla cornice d’oro. Aveva il vetro opaco e non rifletteva la figura dei due ragazzi.

Snake si avvicinò con circospezione, studiando gli intagli e le finiture particolari – “Perché non riflette niente?” – Chiese curioso, voltandosi verso l’amico.

Alois si avvicinò a lui, poggiando le mani sulle sue spalle – “Beh è uno specchio magico, mostra solo quello che desideri vedere” – “Coraggio, mettiti dritto e guarda il centro dello specchio. Concentrati su quello che desideri vedere” – Disse nuotando di pochi passi indietro, lasciando l’albino da solo dinanzi all’oggetto.

Snake sospirò cercando di rilassare i muscoli. Faceva così strano essere in quel posto, sott’acqua … sembrava un paradiso sottomarino. Ma ora era il momento della verità e non aveva tempo per dedicarsi all’ammirazione dei fondali . Fissò un punto al centro dello specchio, e visualizzò nella mente l’immagine del suo Alois.

Una tenue nebbiolina avvolse il vetro, formando un piccolo tornado che si dissolse mostrando l’Alois del suo mondo:

Alois camminava frettolosamente per i corridoi del Blue Ring, arrestandosi quando seduto al bancone del bar trovò Ciel accigliato come di norma – “Ciel, hai visto Snake?” – Chiese picchiettando il piede a terra. Il leader si voltò verso il biondo finendo di svuotare in contenuto del bicchiere – “No, perché?” –

“E’ da stamattina che lo cerco, non risponde al cellulare, non è ne a casa ne qui” – Rispose sedendosi sullo sgabello di velluto rosso, accanto all’amico.

“Magari si sta divertendo con qualche ragazza, non ti allarmare per così poco” – Ciel fece spallucce, indicando al barista di riempire il bicchiere .

“Avrebbe risposto. Risponde sempre, Ciel” – Sottolineò il biondo – “E se gli fosse successo qualcosa?” –

Ciel sospirò pensieroso, la mente un po’ annebbiata dai suoi vizi – “Hai provato a chiedere a Wendy?” – Chiese prima di accendersi una sigaretta.

Alois si alzò dallo sgabello –“Non ci aveva pensato” – Dirigendosi verso la sua stanza .

“Non c’è di che” – Borbottò sbuffando fuori il fumo della sigaretta.

Alois chiamò Wendy, la ragazza infatti non era rientrata al locale per tutto il giorno, ma quando questa rispose, Alois scoprì che era impegnata con Peter dalla sera prima e che non aveva ne visto ne sentito Snake. Le ore scorrevano veloci, e Alois aveva lasciato una decina di messaggi alla segreteria dell’amico, preoccupato.

Quando venne sera, Alois uscì dalla sua stanza e scese le scale di pessimo umore. Quella sera aveva un appuntamento con Claude. E nonostante aspettasse quell’uscita da giorni, con il cuore a mille e il sorriso perenne, non riusciva proprio a pensare a divertirsi.
Entrò nell’auto del tenente, e Snake cercò di ignorare il dolore che lo avvolgeva ogni volta che le labbra fruttate di Alois si poggiavano su quelle dell’adulto. Davvero, non capiva cosa ci potesse trovare in un uomo tanto distaccato.

I due amanti arrivarono al ristorante e si sedettero, l’albino osservava la scena e la sirena dietro di lui, con discrezione faceva altrettanto, studiando le espressioni del suo nuovo amico. Non aveva mai visto nessuno con un espressione simile; aveva la solitudine e l’amore incondizionato dipinti sul volto glabro.

Claude osservava Alois, insolitamente distratto dal cellulare, gli occhi azzurri passavano continuamente dal menù del ristorante allo schermo privo di notifiche dello smartphone. Picchiettava nervoso le dita sulla copertina rigida della lista, mordicchiandosi il labbro inferiore con flemma.

Il maggiore poggiò il menù, senza aver deciso cosa ordinare – “Alois, c’è qualcosa che non va?” – Chiese aggiustandosi gli occhiali sul naso. Il biondo alzò lo sguardo sugli occhi chiari e decisi – “Tutto alla grande perché me lo chiedi?” – Chiese abbozzando una risatina.

“Perché non ti ho mai visto usare il cellulare così tanto quando usciamo assieme” – Disse con tono calmo –“Ti sei cacciato in qualche guaio?” – Chiese , iniziando a sospettare le peggiori ipotesi.

Alois sospirò, posando anch’egli il menù sul tavolo – “No, nessun guaio. Si tratta di Snake in realtà” –

Claude, così come l’albino al di là dello specchio, sgranarono gli occhi quando sentirono pronunciare il suo nome. Il maggiore non si scompose più di tanto, ascoltando le preoccupazioni del piccolo amante.

Snake dal canto suo, non si sarebbe mai aspettato che Alois parlasse di lui a Claude. Questa sorpresa scaldò il suo cuore arreso, facendolo sorridere leggermente.

Conoscendo il biondo, niente lo avrebbe distratto da un appuntamento col tenente tenebroso… eppure quella volta era andata diversamente, Alois stava pensando a lui, non a Claude.

“Non abbiamo sue notizie da ieri sera, ormai è passato un giorno” – Concluse preoccupato.

Claude incrociò le braccia, sistemandosi meglio sulla sedia – “Capisco. Non credo sia il caso di preoccuparsi Alois. Voi ragazzi sparite sempre per giorni interi, avrà avuto da fare.” – disse tranquillo.

“Ma lui risponde sempre, Snake non è come gli altri!” – Rispose fissandolo negli occhi. Claude provò una scarica di gelosia lungo la schiena, ma si trattenne liberando un silenzioso sospiro.

Snake fissava la scena, il cuore che batteva nel petto più veloce di un cavallo in corsa. Nemmeno Alois era come tutti gli altri, ecco perché aveva catturato il suo cuore con tanta facilità.

“Non ti preoccupare, magari ha solo il telefono scarico” – Aggiunse dopo un attimo di silenzio.

Alois sbuffò, tornando a leggere il menù, per la prima volta stranamente a disagio – “Quando torna lo prendo a calci nel culo, quello stronzo” – Borbottò, aprendo poi una bustina di grissini.

Claude dentro di sé, sapeva cosa provasse il ragazzo nei confronti del proprio fidanzato e ciò iniziava a fargli sorgere una domanda che non seppe tenere per sé – “E se non tornasse?” – Chiese fissandolo senza lasciare trasparire alcuna emozione .

Alois lasciò sospeso a mezz’aria il grissino che stava per mordere, rabbuiandosi – “No, ma che dici… è impossibile. Lui… non se ne andrebbe mai così” – “Almeno spero” – sussurrò infine.

Il cuore di Snake perse un battito vedendo l’espressione improvvisamente triste del biondo. Davvero Alois aveva paura che se ne potesse andare e lasciarlo senza nemmeno salutarlo?


“Ho visto abbastanza” – Disse voltandosi verso l’Alois-sirena, facendo dissolvere l’immagine nello specchio.

Alois nuotò fino all’amico, fermandosi di fronte a lui – “Vuoi andare a casa vero?” – Chiese con sorriso appena accennato . l’albino annuì.

“Alois è davvero fortunato ad avere qualcuno come te” – “Spero di incontrare anche io qualcuno un giorno” – Disse poggiando le mani sulle sue spalle.

“Sono sicuro che lo troverai” – Disse rivolgendogli un sorriso.

Alois sorrise, posizionando Snake davanti allo specchio – “Chiudi gli occhi” – Disse e quando l’albino lo fece continuò – “Devi solo desiderarlo, Snake” –

Snake sentì le dita di Alois avvolgergli il volto, e pochi istanti dopo le sue labbra si posarono sulle sue, leggere come un battito d’ali, salate come il mare in cui viveva. Si staccò dolcemente avvicinandosi al suo orecchio – “Mi hai aspettato abbastanza, Snake” – Disse prima di condurlo dolcemente verso il vetro – “Addio Snake” -

Snake sentì il petto scaldarsi con quel bacio d’addio, consolato, che in quel mondo Alois sarebbe sempre stato suo – “Addio Alois” – Le dita dell’albino passarono lo specchio e a passi lenti, proseguì fino a sparire dietro lo specchio, lasciando solo il biondo.


“Ti terrò d’occhiò da qui” – Disse nuotando fuori dalla stanza.
 
 


 
///
 


 
Un bussare veloce e rumoroso quanto un tornando fece svegliare Snake dal suo torpore. Stropicciò gli occhi, mettendo a fuoco il pavimento su cui era crollato la sera prima, in prenda ai vizi – “Un attimo” – Biascicò, cercando di alzarsi. Pizzicò i vestiti rimuovendo la polvere e aprì la porta trovandosi un tornado urlante biondo che si precipitò in casa, seguito da una gentile Wendy.

“Perché cazzo non rispondi?” – “Hai idea di che ore sono?!” – Sbraitò Alois, mentre reggeva un portabiti alto quanto lui – “Dovevamo vederci un’ora fa!”

Snake si massaggiò le tempie pulsanti – “Cazzo, scusa” – Disse realmente dispiaciuto, iniziando a ricordare il trip che lo aveva messo KO per tutto quel tempo.

Il biondo sospirò – “Va bene pazienza, ora diamoci da fare” – Disse aprendo la zip del portabiti estraendo un costume al quanto originale.
Due coppe a conchiglie formavano il bustino dell’abito e una lunga coda rosa  da sirena completava il tutto.

Snake sbiancò mentre Alois mostrava allegro la sua scelta – “E quello cosa sarebbe?” – Disse indicando il costume che teneva tra le mani , sudando freddo.

“Ma sei sordo? Il mio costume per la festa!” – Disse , ma prima che potesse continuare, fu interrotto dall’albino – “No, non può essere questo è UN INCUBO!” – Disse prendendosi la testa fra le mani, prima di cadere a terra, privo di sensi.

Alois sgranò gli occhi confuso, mentre Wendy si accovacciò a terra – “Snake stai bene?” – disse scuotendolo – “Alois, tu prima o poi lo ammazzi con questi outfit” – Aggiunse mentre schiaffeggiava l’amico.


 
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Note dell’autrice:
 

Finalmente ho pubblicato il mio primo special dedicato alla mia fantastica fidanzata Fujiko_Matsui97 , conosciuta esattamente due anni fa :3 questo è un piccolo regalo per te piccina, spero ti piaccia e che Snake ti faccia orgasmare un sacco. 
Ho deciso di fare questo piccolo regalo a te, perché mi rallegri sempre e rendi speciali le mie giornate. E poi, beh sai bene cosa significhi la snalois per noi. ora muoviti a sposarmi, che io ti amo e invecchio. u.u 



Una parte di questa storia è nata da un pensiero disagiante durante le mie ore lavorative, mi sono immaginata Alois che cantava la canzone di Lucia delle Mermaid Melody ahahaha.

Fujiko ha dato le idee per alcuni dialoghi e insieme ci siamo divertite a immaginare Snake alle prese con i suoi sentimenti in un mondo parallelo. :3

Spero che questo special un po’ demenziale e romantico sia stato di vostro gradimento, soprattutto a te Fu :3
Grazie per aver letto e se vi va, lasciate un commentino :3

Un abbraccio sirenico e scintillante

-Choppi :3 





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