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Autore: Jist    13/09/2017    2 recensioni
Dal capitolo uno:
"Ma quello scenario non avrà facile continuazione, poiché la fine è solo un’illusione, un miraggio che cela un infinito susseguirsi di eventi altrettanto oscuri."
Si lo so, è una vita che non mi faccio viva, ma dopo la delusione della terza serie, ho "abbandonato" temporaneamente il mondo di Huntik. Circa un mese fa mi è capitato di rivederlo tutto e la mia passione è tornata in auge. Ho dunque deciso di proporvi una mia visione sul futuro che attende i cercatori, inoltre ho notato che questo fandom si sta un po' spegnendo purtroppo. Non nascondo che mi piacerebbe ricevere vostri pareri, perciò fatevi sentire! Buona lettura.
Genere: Avventura, Introspettivo, Poesia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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L'atmosfera pareva molto rilassata quando i due cercatori misero piede sul jet. Nonostate questo, i loro respiri parevano agitati, come se non vedessero l'ora di dirsi ciò che da tanto avevano tenuto dentro se stessi.
Entrati nella cabina di pilotaggio, Dante sciolse la presa della mano con quella di Zhalia e la spostò sulle sue spalle, cingendola in un affettuoso abbraccio.
La corvina poggiò la testa sul petto di lui e avvertì il battito del suo cuore, che, con un ritmo musicale, accelerava sempre più.
Il rosso sospirò e staccandosi leggermente disse con un fil di voce - Zhalia.-
Ora i loro sguardi si sostenevano a vicenda, senza mai perdersi nemmeno per un secondo; ciò che più desideravano si stava lentamente realizzando.
La mora fece coincidere la sua fronte con quella di Dante e un piccolo sorriso di pura gioia si dipinse sul suo volto.
Respirando man mano più velocemente, percependo un pizzico di malinconica magia nell'aria, avvenne che le loro labbra si incontrarono armoniosamente, come se costruite per corrispondersi, per incastrarsi.
Dante la tirò dolcemente a sè, mentre le sue mani le avvolgevano la vita.
Lei dunque portò un palmo sul viso del rosso, delineando con le dita i suoi zigomi, laddove con l'altro gli accarezzava la morbida barba.

Dopo qualche minuto di amorosa beatitudine, la corvina si staccò bruscamente emettendo un forte gemito di dolore, fitta così intensa da farla crollare a terra.
Il rosso spaventato dall'azione immprovvisa si precipitò dal lei e, afferrandole il braccio, vide il simbolo della spirale che aveva ripreso a brillare di una strana luce intensa.
Zhalia strinse i denti, ma il male sembrava non cessare e gocce di sudore inizarono a colare sul suo volto, presto si unirono anche lacrime e altre urla laceranti.
- Zhalia guardami!- Disse Dante allarmato. Sapeva che in una situazione del genere avrebbe dovuto agire con calma e razionalità, tuttavia anche la rabbia lo pervase, perchè sembrava che il mondo non volesse permettere ai due cercatori di stare insieme.
Le afferrò il polso dell'arto dolorante e al contempo, con l'altra mano, le sollevò il viso, cercando un contatto visivo,
Tuttavia la corvina si ostinava a tenere gli occhi serrati, fiatando pesantemente e ansimando.
Furono minuti interminabili.
Il rosso, non appena avvertì un segno di miglioramento, abbracciò più forte che potè la donna, che conficcò le unghie sulla schiena di Dante, come per placare quel lancinante tormento.
Rimasero così per un indeterminato periodo, aspettando di mitigare quell'atmosfera tesa.
- Zhalia, come ti senti?- Chiese premuroso l'innamorato.
Non riuscì a rispondere, tentò solo di nascondere maggiormente il suo capo nel torace di lui.
Dante la sollevò sentendola debole, allo stremo delle sue forze e dopo averla seduta su uno dei sedili, Zhalia svenne silenziosa.

La corvina si risvegliò da quello che le era sembrato un terribile incubo.
Era disorientata: tentò di aprire gli occhi, ma riuscì a stento nel suo intento.
Le palpebre erano macigni, proprio come tutto il resto del suo corpo, tuttavia la sua forte volontà le permise di vedere vicino a lei una figura nota, dormiente.
Appena la vista riuscì a farsi più limpida, Zhalia esaminò il luogo in cui si trovava: era una stanza abbastanza grande, con un solo letto nel mezzo, il suo. Pareti di un timido bianco, le provocarono maggior smarrimento, poichè fredde ed estranee.
Notò che era collegata ad una flebo e che il suo braccio era bendato, con evidenti tracce di sangue che tingevano la fasciatura.
La destò dai suoi pensieri una mano, che aveva afferrato delicatamente la sua.
Girò la testa e incrociò lo sguardo rasserenato di Dante, che abbozzo un sorriso.
- Quando sei svenuta, ti ho portata nell'ospedale più vicino e sicuro della Fondazione. Siamo a Venezia.- Fece una pausa dopo aver parlato tutto di un fiato.
- Sono sollevato che tu ti sia svegliata. Ti confesso che ho temuto il peggio.- Affermò con voce tremante.
- Cosa mi è successo?- Chiese debolmente Zhalia.
- Una cosa che non mi sarei aspettato-
   
 
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