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Autore: La Matta    13/09/2017    1 recensioni
Due secoli dopo l'assedio di Picco del Soldato, Avernus ricorda la propria storia, i propri sbagli, le proprie scelte e il singolare sentimento che l'ha unito a Melissa, la Criminale Magica. Rivive così la ribellione di Sophia Dryden, con tutto ciò che ne è conseguito.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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avernus e melissa 2

Quando l'attacco arriva i Custodi sono stremati, eppure accolgono le truppe di Arland con coraggio, determinazione ed il sollievo di chi è giunto alla fine di un tragico viaggio.

Sophia combatte in prima linea, la spada stretta fra le mani, un'imprecazione selvaggia incastrata fra i denti: perché Arland non c'è.

E così l'ultima volta che ha visto suo cugino – il suo non-re, la sua nemesi, il nemico che odia più della corruzione – rimarrà l'ultima. Il suo ultimo ricordo di lui sarà quel giorno, quando la sua crudeltà ha raggiunto il culmine, quando la ribellione più che mai è parsa necessaria. In cui la sete di giustizia ha spazzato via ogni scrupolo pratico, ogni velleità di sopravvivenza.

Il giorno in cui Arland ha decimato i Cousland, una delle più antiche e nobili famiglie del Ferelden. In cui si è fatto beffa dei loro ideali e del loro sacrificio. Ma cosa ne poteva capire, lui, di onore e di fedeltà? Come poteva capire la sofferenza di un uomo leale, costretto a tradire il proprio re oppure ad accettare d'essere asservito ad un mostro?

Stringe più forte la spada, prima d'infilarla fino all'elsa nel petto di un soldato.

Ogni minuto di quella guerra si deve ad Arland.

Alle sue scelte, alla sua crudeltà, alla sua paranoia.

Si volta indietro e grida, perché la battaglia volge al peggio, ma farà in modo che la tragedia dei Custodi si consumi fino in fondo, lasciando uno sfregio inguardabile sulle bianche pagine della storia, un memento del sanguinario regno di Arland e delle conseguenze della sua follia.


- Avernus, abbiamo bisogno di te!-

Avernus inarca un sopracciglio, lascia cadere il bastone e chiude gli occhi, affidandosi ai glifi di protezione che ha evocato attorno a sé.

Il mondo sembra rallentare, ogni suono si attutisce.

Il mago richiama a sé tutta la propria concentrazione, mentre le litanie d'evocazione gli salgono alle labbra come il ritornello di una vecchia filastrocca. Le ha studiate fino ad incidersele nel cervello, eppure basta un singulto, un errore, un respiro fuori posto. Basta la variabile più piccola e l'unica speranza dei Custodi si trasformerà nella loro condanna.

Il primo demone si affaccia dall'Oblio, la sua sagoma infuocata striscia fuori dal Velo con un sibilo sinistro. Subito gli adepti lo convogliano contro il nemico ed Avernus si concentra su un'altra evocazione.

Fra una formula e l'altra, il mago intravede squarci del campo di battaglia.

Sophia che si abbatte sui soldati nemici come una tempesta, l'armatura di metallo scuro che manda bagliori sinistri alla luce delle torce.

Un altro demone ruggisce, facendo il suo ingresso in un mondo che gli è stato precluso.

Il Furetto Nero che mulina i suoi pugnali gemelli, il capo celato dal cappuccio, in gola un canto feroce ma melodioso, che instilla coraggio nei cuori dei suoi compagni.

Avernus vortica le braccia, legando a sé un altro servitore. Stavolta è una creatura del desiderio, sinuosa come un salice e letale come il veleno.

Lacuna il Fortunato che gesticola verso gli altri adepti, mentre uno di loro vacilla, spaventato dalla manifestazione d'un demone dell'ira.

Tutto sommato, stanno facendo un ottimo lavoro. Ma servono più demoni, più magia, più lyrium, più ardimento. Qualcuno direbbe più follia, ma ormai la loro vita è appesa a un filo, non c'è più spazio per la sicurezza. Persino Sophia sembra essersi rassegnata al peggio.

- Ancora, Avernus! Ce ne servono ancora!-

Mentre riprende a cantilenare, Avernus socchiude gli occhi.


Poco lontano da lui, Melissa punta il bastone verso i nemici, liberando un catena di fulmini. L'elettricità percorre la sala, attraversando i corpi dei soldati di Arland, fino a svanire nell'aria. E' così potente, eppure esiste e si spegne in un istante.

Un gemito strozzato richiama la sua attenzione: alla base della scalinata giace riverso David il Silente, le mani serrate sulla gola squarciata, il sangue che gli ruscella fra le dita.

- Sappi che il tuo sacrificio non verrà dimenticato e che un giorno ti raggiungeremo.- sussurra, il ricordo della sua Unione che le rimbomba nel petto, assieme ai battiti del suo cuore.

Avernus sta evocando un altro demone. Quanti sono? Dieci? Venti? Trenta? Ormai Melissa ha perso il conto, ma la stanza è piena di grida, di risate stridule, di fiamme e fumo, di odio e di promesse di vendetta.

- Potrei far finire tutto, lo sai?- mormora una voce, un respiro delicato nella conchiglia del suo orecchio – potrei darti un finale felice, per una volta.-

Melissa solleva il bastone, evocando una pioggia di fuoco sui soldati di Arland. Ormai quelli sono i suoi ultimi incantesimi: è esausta, le sue riserve si sono prosciugate ed anche rimanere in piedi sembra una fatica immane.

- Non ti piacerebbe addormentarti fra le mie braccia e dormire? Vivere il resto della tua vita in un bel sogno, in cui tutti i tuoi desideri si sono realizzati?-

Una mano leggera si appoggia sulla spalla della maga, mentre un'ombra violetta le si avvicina, accarezzandole la schiena.


Ancora un ultimo demone... ancora uno... l'ultimo...

Quando, alla fine, la sagoma diviene concreta, Avernus realizza l'immensità del proprio errore. Si rende conto un istante troppo tardi di non poterne controllare un altro.

Lacuna il Fortunato è caduto. E' stato così sciocco da abbassare il suo scudo magico, per soccorrere un altro adepto, e un dardo nemico gli si è conficcato in un occhio. Il Custode è crollato a terra, la sua agonia è inizia e finita nel tempo d'un battito di ciglia.

Troppo tardi Avernus ha realizzato di essere da solo, alla guida di tre adepti disperati e di un incontrollabile esercito di demoni.

Un demone dell'ira ghermisce uno degli adepti, spezzandogli le ossa come fossero quelle d'un uccellino. Getta il suo corpo contro il muro e quello ricade, inerte.

In quell'attimo, in quella morte quasi sconosciuta, Avernus si rende conto che è finita.

Un demone del desiderio sta avviluppando Melissa nella sua tela di illusioni, un'altra creatura dell'Oblio sta scivolando verso Sophia...

- Obbeditemi! Attaccate gli uomini del re!- Avernus prova ad opporre la propria volontà a quello delle creature, ma il tentativo gli frutta solo una risata colma di scherno.

- Così tanta morte, sofferenza e... oh sì, sangue!- attorniato da una nube grigia, un demone lo fronteggia, un ghigno deliziato negli occhi smorti – ormai il Velo è strappato... la tua anima è mia, Avernus!-

Avernus ha dedicato tutta la sua esistenza alla magia. Allo studio delle evocazioni, dei rituali, degli incantesimi per resistere alle tentazioni dei demoni. Ha fallito nel suo più grande compito – salvare la ribellione di Sophia -, ma questo non significa che sia pronto ad abbandonare la sua ricerca, a rinunciare a lasciare il suo segno nella storia.

Con la coda dell'occhio vede Melissa cadere in ginocchio, mentre il demone del desiderio torreggia su di lei, accarezzandola sulla testa come si accarezza un cucciolo.

- Accoliti...- ordina, e mai la sua voce gli è parsa più fragile e incrinata – ritiratevi! La battaglia è perduta!-

- Avernus!- lo chiama Sophia, voltandosi verso di lui con gli occhi pieni di sdegno e di sorpresa – Avernus!-

Ma ormai, per lui, non c'è motivo di continuare a lottare. La codardia di un attimo in cambio della possibilità di completare la sua ricerca.

Scappa nella torre e coloro che scappano con lui ancora non lo sanno, ma saranno le sue cavie.


- Derek! Derek, vieni, è ora di cena!-

Il bambino si gira, sorridendo. Ha i capelli arruffati e le guance rosse per lo sforzo, ma i suoi occhi brillano come le stelle nel cielo notturno.

Dietro di lui, c'è un uomo. Non indossa l'uniforme dei Custodi Grigi, ma una lunga veste blu, bordata di grigio. E' inginocchiato alle spalle del bambino, le mani sulle sue, a guidarlo in qualche gioco noto solo a loro

- Ancora un attimo, mamma!- la implora Derek

- Concedici un istante, mia adorata.- anche l'uomo sorride e lei si sente invadere dal calore del suo amore, che per tanto tempo ha nascosto sotto la semplice lussuria.

- Papà mi sta insegnando a fare le palle di fuoco!-

Incrocia le braccia sul petto, mentre suo figlio ride, guardandola con gli occhi di chi ha combinato una marachella, ma sa che la passerà liscia.

- Avernus, ti sembrano cose da insegnargli?!-

Avernus si alza, arruffa i capelli del loro bambino, poi la raggiunge sulla soglia di casa. La prende fra le braccia, baciandola sulla bocca:- mi farò perdonare, amore mio.-

Mentre il suo corpo mortale si consuma, Melissa la Criminale Magica sorride.





--- La Coda

Ed eccovi la parte seconda!

Il prossimo capitolo sarà l'ultimo, perché questa storia non nasceva per essere una long – anche se l'argomento ne meriterebbe una – e quindi andare avanti non avrebbe senso, ma non prometto che non tornerò più sull'argomento XD

Intanto spero che la descrizione della battaglia (coff coff... pasticcio demoniaco... coff coff) non vi abbia fatto piangere dalla noia!

Un bacio e grazie a chi è giunto fin qui!


--- La Coda semiseria

1.Anche Lacuna il Fortunato viene da quel famoso elenco.

2. La frase che mormora Melissa dopo la morte di David il Silente è la (brutta) versione italiana della frase che accompagna l'Unione. Così, perché mi piace sentirmi capitan Ovvio.


A presto!

- La Matta


  
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