Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: Celi_chan    14/09/2017    3 recensioni
Ciao, è la prima volta che posto una mia storia quidi vi prego di darmi dei consigli per migliorare. Ho trattato di un Inuyasha in un momento di fragilità perchè... ma per fortuna... temo dovrete leggerlo ^-^ ...........................................................................................................................................................................................................però li era al sicuro, glielo dicevano quella manine morbide, il sorriso rassicurante di poco prima... ed eccolo che tornava ad arrossire, stava piangendo ed arrossendo nello stesso tempo, più patetico di così, ma in quel momento gli importava ben poco, Kagome lo avrebbe protetto............................................................................................................
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Inuyasha, Kagome | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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FOGLIE d' ACERO e PERLE di FIDUCIA non è forte chi sa allontanare la paura, le insicurezze e le fragilità, ma chi impara a conviverci ed affrontarle




Era una tranquilla giornata autunnale, una di quelle in cui l'aria è tersa e la luce più soffusa rispetto quella estiva. Il sole batteva sulle foglie d'acero del bosco,
donando un colore ambrato all'ambiente circostante e gli uccelli cinguettavano eccitati, pronti al loro lungo viaggio. Il tutto creava un'atmosfera surreale, quasi
fuori dal tempo. Un soffio di vento passò tra le fronde degli aceri e una ciocca di capelli argentei venne agitata da esso. Appollaiato su un ramo Inuyasha se ne
stava ad occhi chiusi, una gamba alzata su cui poggiava un braccio e l'altra penzoloni. Nella quasi completa immobilità solo le sue buffe orecchie gli davano una parvenza
di vita: si muovevano a scatti sul capo, attente a captare tutti i sussurri e i suoni del bosco a noi umani preclusi. Certo, anche a lui erano state sottratte tante cose,
pensava amareggiato. Quel giorno era l’anniversario di morte di sua madre, la principessa Izayoi, un avvenimento che aveva lasciato un grande vuoto nel suo animo
da sempre nascosto, eppure questa volta si era lasciato andare. Non che soffrisse ancora così tanto, era morta da un bel po’ e lui aveva smesso di piangersi addosso
da quasi altrettanto tempo, non erano i ricordi della sua vita passata ad affliggerlo, ma il suo ipotetico futuro.
Effettivamente, per quanto fosse triste, la paura era ciò che più lo assillava, la paura di rimanere di nuovo solo come quando sua madre era morta e si sa che quando si ha paura
tutto appare più difficile, anche controllare i sentimenti. Una cascata di emozioni gli si era riversata addosso: tristezza per la morte, felicità per l’amicizia e
(lungi dall’ammetterlo) per l’amore, paura per il futuro e lui, che non era abituato a tutto questo, sempre protetto da quel muro che si era costruito negli anni, era crollato.
Si era allontanato da tutto e da tutti con una scusa, non volendo mostrare le sue debolezze a coloro che doveva difendere. –sembra che mi stia abbracciando lei…-
si riferiva al sole, caldo ed accogliente, mentre l’immagine di sua madre intento ad abbracciarlo gli sfrecciava nella mente. Non si era accorto di aver parlato ad alta
voce, né che qualcuno lo avesse sentito. I suoi sensi sviluppatissimi non percepirono quella figura arrampicarsi goffamente sull’albero dove si trovava (non senza cadere
un paio di volte) e neppure che gli si fosse avvicinata tanto, perso com’era nei suoi pensieri, finché questa non lo strinse ed un odore giunse al suo naso. Come aveva fatto a non
accorgersene prima? Adorava quel profumo –che ci fai qui? -, ma figurati se sarebbe andato a dirglielo. Dischiuse gli occhi ambrati per osservare una ragazza dai capelli
corvini alzare il capo e guardarlo con i suoi grandi occhi color cioccolato. Distolse lo sguardo velocemente, troppo vicina decisamente troppo, quella dannata
–ti stavo cercando, Inuyasha eri scomparso da troppo tempo- ed eccolo il cuore ricominciare a battergli a mille, e dire che lo sapeva di non essere più solo eppure tutte le volte
che lei gli diceva che gli mancava, che si era preoccupato per lui…-tsz, sto bene Kagome. Cosa credevi? – scostante come sempre si ritrovò a sperare che rimanesse lì con lui,
ma allo stesso tempo non voleva farsi vedere così fragile e in quella battaglia di deideri sapeva che il suo orgoglio avrebbe vinto. –no, tu non stai bene Inuyasha! – il mezzo demone
tornò a guardarla stupito, lo conosceva davvero così bene? Kagome sorrise dolcemente alla sua espressione stupita e puntualmente il suo cure si mise a fare le capriole
–hai parlato poco fa e poi per non accorgerti che qualcuno ti si avvicinava così… - Inuyasha arrossì, ma questa volta non smise di fissarla. Avrebbe voluto risponderle male, no,
avrebbe dovuto risponderle male era questo che gli imponeva il suo muro eppure non ci riuscì, aveva bisogno di qualcuno a cui appoggiarsi –cos’è successo, Inuyasha? – aveva
pronunciato il suo nome in una maniera così dolce…- è l’anniversario di morte di mia madre- capo chino e orecchie basse la risposta gli uscì in un sussurro. Sentì due piccole mani
afferrargli le spalle e si lasciò trascinare. Il suo profumo lo avvolse mentre sistemava il volto nell’incavo della spalla di lei e non gli permise di ribellarsi, completamente succube ad esso. La ragazza
iniziò a carezzargli i capelli poi passò a massaggiargli le orecchie per tornare poco dopo a passare le dita tra quei fili d’argento con dolcezza e lui si sentì incredibilmente al
sicuro, tra le sue braccia non aveva paura di essere debole e pareva impossibile rimanere solo. Poi accadde, piccole gocce salate sgorgarono dai suoi occhi, piccole perle
che sembravano decise a sciogliere la sua maschera. Una di queste brillò al sole e Inuyasha si strinse maggiormente a Kagome nell’inutile tentativo di non fargliele notare.
Quanto tempo era che non piangeva? Tanto, forse non aveva mai pianto dopola morte della madre, non era da uomo, non era da demone, se lo ripeteva da sempre
“i demoni non dovrebbero piangere”, ma la verità era che aveva paura di riconoscere quel suo lato così umano. Aveva, fin da piccolo, avuto necessità di non mostrarsi debole
davanti ai nemici e piano piano quella sua facciata era diventato parte di se. Però li era al sicuro, glielo dicevano quella manine morbide, il sorriso rassicurante di poco prima...
ed eccolo che tornava ad arrossire, stava piangendo ed arrossendo nello stesso tempo, più patetico di così, ma in quel momento gli importava ben poco, Kagome lo avrebbe protetto,
così come lui la difendeva dai demoni, lei faceva lo stesso allontanando le sue paure, erano una squadra. Piano piano le lacrime si fermarono, il respiro si fece lento e cadenzato
e lui cadde addormentato tra le braccia della mora mentre lei ancora lo coccolava.




Ook, ehm… ciao scusate non sono molto brava in queste cose
comunque ho scritto questa uhm… storia? Cosa strana?
reputate voi sta di fatto che mi sono decisa a postarla solo ora.
Lo so, c’è un Inuyaha un po’ stano però non ho voluto mettere l’avvertenza
ooc perché ho provato a rappresentare i sentimenti di Inuyasha come sono,
insomma con le battute e le face strane insite nell’anime, che pure io adoro
, non si tiene mai conto che il nostro caro mezzo demone ha sofferto non poco,
adesso è felice, non ci sono dubbi però ci sta che abbia delle paure e che
qualche volta abbia bisogno di un appoggio, no? Ok, ok basta pomodori,ho capito!
Però la storia la posto comunque!
   
 
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