Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: TaliaAckerman    14/09/2017    2 recensioni
L'ultimo atto della saga dedicata a Fheriea.
Dubhne e Jel si sono finalmente incontrati, ma presto saranno costretti a separarsi di nuovo. Mentre la minaccia dal Nord si fa sempre più insistente, un nemico che sembrava battuto torna sul campo di battaglia per esigere la sua vendetta. Il destino delle Cinque Terre non è mai stato così incerto.
Dal trentaquattresimo capitolo:
"Dubhne si portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e ricordò quando, al suo arrivo a Città dei Re, l'avevano quasi rasata a zero.
- Quando ero nell'Arena... - mormorò - dovevo contare solo su me stessa. Un Combattente deve imparare a tenere a bada la paura, a fidarsi solo del proprio talento e del proprio istinto. Non c'è spazio per altro.
Jel alzò gli occhi e li posò su di lei - E che cosa ti dice ora il tuo istinto?
- Sopravvivi. "
Se volete sapere come si conclude il II ciclo di Fheriea, leggete!
Genere: Azione, Fantasy, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'II ciclo di Fheriea'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Note: et voilà, ecco il ventitreesimo capitolo. Contiene snodi importanti per la trama, tant'è che è stato davvero impegnativo da stendere. Visti i miei ritmi abituali direi che sono stata persino rapida XD Visto che nessuno ha recensito lo scorso capitolo e che questo era già successo per il ventesimo, vi andrebbe di recensire questo? Per favore, ci tengo molto. Non sono tanto convinta dell'ultima parte, ho paura che sembri un po' troppo frettolosa.
Buona lettura.









23








Il mago dischiuse i palmi di entrambe le mani, che furono immediatamente divorati da fiamme che non bruciavano. Era una delle prime volte che riusciva a praticare due Evocazioni al contempo.
Il guerriero ombra schizzò verso di lui scagliandogli contro zolle di terra che aveva fatto apparire dal nulla, ma il fuoco di Jel le disintegrò prima che lo colpissero; un attimo prima che il suo sosia gli fosse addosso, il giovane riuscì a concentrarsi abbastanza in fretta da scomparire e riapparire alle spalle del suo avversario. La trasmissione istantanea era in assoluto l'abilità più complessa che fosse riuscito ad acquisire.
La mossa funzionò solo per metà: il guerriero ombra ebbe quell'attimo di disorientamento che permise a Jel di colpirlo alla schiena con un calcio ma, quando tentò di indirizzargli contro una seconda Evocazione, questi riuscì a bloccarla con un incantesimo di scudo praticato senza neanche il bisogno di guardarsi indietro.
Dal momento che le capacità dell'avversario dovevano rispecchiare all'incirca quelle di Jel, questa sarebbe dovuta essere una buona notizia per il giovane, ma l'unica cosa a cui riusciva a pensare in quel momento era trovare un modo per riuscire a batterlo. I guerrieri ombra erano sì modellati in tutto e per tutto a immagine delle loro matrici, ma possedevano tutto ciò che a un normale mago difettava: esitazione, paura, la capacità di non farsi scalfire dall'intensità e dalla difficoltà nell'evocare gli incantesimi.
A Jel, viceversa, erano bastati quei tre tentativi per ritrovarsi spossato e confuso, come se il combattimento fosse iniziato ore prima.
Per un paio di minuti non fece altro che tentare di schivare i sortilegi che il suo avversario gli stava scaraventando addosso; sentiva lo sguardo di Kryss su di sé, lì da qualche parte, pronto a giudicare ogni sua esitazione, ogni sua imperfezione.
Questa volta fu il Consigliere e cercare di impostare lo scontro in attacco. Rimpiangendo aspramente di non poter ricorrere ai suoi affezionati incantesimi d'aria, si appellò ancora una volta a delle Evocazioni, questa volta creando masse d'acqua, sicuramente meno efficaci di quelle di fuoco ma più facili da reggere mentalmente.
Sorprendendo anche se stesso, riuscì a farne scaturire una raffica decisamente intensa. Il suo avversario si liberò della maggior parte schivando o evocando incantesimi di scudo, ma l'ultima valanga d'acqua lo investì in pieno da dietro; Jel era riuscito a manovrarne due al contempo e ora si ritrovava in una situazione di netto vantaggio.
Aiutandosi con decisi gesti delle mani, cercò di compattare la massa d'acqua che avvolgeva il guerriero-ombra, cercando di affogarlo; nonostante vi fossero schizzi ovunque, i suoi incantesimi di contenimento ridussero la sua Evocazione ad una specie di bolla d'acqua, al cui centro era imprigionato il guerriero con le sue sembianze.
Sempre tenendo le mani aperte davanti a sé, Jel mormorava fra i denti le formule che gli avrebbero permesso di mantenere il controllo, fino a quando non avvertì che qualcosa era cambiato: ben lontano dall'affogare, il suo sosia stava reagendo. Il giovane sentiva il proprio stesso incantesimo fargli resistenza.
Alla fine lo scontro di energia magica fu troppo duro da sostenere e la bolla d'acqua esplose. Bagnato fradicio Jel rovinò al suolo e rotolò via per qualche metro. Mezzo intontito dallo sforzo e dalla forza dell'urto con il terreno, arrancò per rimettersi in piedi. Con la coda dell'occhio vide il guerriero-ombra compiere i gesti rituali per l'Evocazione del fuoco.
Era stanco, troppo per produrre un incantesimo di scudo decente, tantomeno per evocare un'altra fiammata che contrastasse quella del nemico. Quel pensiero lo fece infuriare. Erano giorni che le sue simulazioni si concludevano sempre allo stesso modo, sempre con il medesimo, deludente esito. Il guerriero-ombra era più forte di lui, non c'era verso di cancellare quella verità. Non aveva possibilità di vincere contro di lui. Proprio come con Sephirt.
La rabbia lo investì con ferocia e Jel, quasi senza rendersene conto, reagì.
- Waheis! - ruggì il giovane disegnando davanti a sé uno scudo invisibile. La fiammata evocata dal guerriero ombra si abbatté su di esso con una specie di schianto ma, contrariamente a quanto accadeva con i normali incantesimi di scudo, non vi si infranse: piuttosto vi rimbalzò, invertendo traiettoria e venendo rispedita al mittente, che ne venne travolto. Ma Jel non ebbe il tempo di rendersi conto di aver vinto, perché avvertì la terra mancargli sotto i piedi. Sentendo la testa all'improvviso pesantissima e mentre la sua visuale veniva oscurata da macchie informi, il mago crollò in ginocchio per poi ricadere definitivamente a terra.
In un turbinio di colori l'ambiente attorno a lui svanì per riportarlo sul consueto pavimento della cripta.
- Dove hai imparato quell'incantesimo? - sentì la voce di Kryss, molto più alta del normale, rivolgerglisi in tono inquisitorio.
Combattendo contro il senso di nausea che l'aveva investito nel tornare alla realtà, Jel alzò il volto nella sua direzione. Il vecchio teneva le braccia incrociate e sembrava contrariato; il dettaglio stupì Jel non poco. Fece per rispondere, ma le forze gli mancarono e lui ricadde faccia a terra. Non sentì nemmeno il dolore quando la sua mascella si schiantò contro le lastre del pavimento.


Quando si riebbe, il Consigliere sentì di avere il capo appoggiato su qualcosa di morbido. Sollevò un braccio e con una mano tastò quel cuscino improvvisato: era il suo mantello, ripiegato in modo da attutire il contato tra la sua nuca e il suolo.
Avvertiva le palpebre pesanti come non mai.
- Che cosa mi è successo? - domando con un filo di voce.
La risposta del custode giunse dalla sua destra: - Hai sperimentato in modo più pesante quello che ho cercato di spiegarti fin dalla prima volta in cui sei venuto qui. Hai cercato di destreggiarti con un incantesimo troppo difficile per te e la tua mente non ha retto il colpo.
- Provato? - ripeté Jel improvvisamente in affanno. Gli importava di una cosa sola. - Significa che non ha funzionato?
- Al contrario. È riuscito alla perfezione, e la cosa ti ha lasciato privo di sensi.
Il mago cercò di puntellarsi sui i gomiti e raddrizzò la schiena. - Sarebbe potuta andare peggio, non è vero?
Kryss sospirò; sembrava preoccupato. - Gli incantesimi di riflesso richiedono un dispendio di energie proporzionale all'intensità della magia che si vuole respingere. L'Evocazione del tuo guerriero ombra non era particolarmente potente, ma se l'avessi usato in una vera battaglia avrebbe potuto ucciderti.
Jel faceva ancora leggermente fatica a respirare. Gli sembrava di avere un terribile peso premuto sullo stomaco. In effetti, nessun incantesimo gli aveva lasciato addosso sensazioni così destabilizzanti.
- Dove lo hai imparato? - chiese Kryss per la seconda volta, ma lui scosse la testa.
- Non lo so - ammise. - Non ricordo di averlo mai incontrato in nessun libro di incantesimi. Devo averne sentito la formula per caso... - si passò una mano sul viso. - Mesi, forse anni fa.
Sentiva su di sé lo sguardo dubbioso del suo maestro, e capì che la sua spiegazione non era stata convincente. Eppure non riusciva a trovarne una migliore nemmeno per se stesso. Quella parola, waheis, non aveva idea di dove potesse averla udita, né tantomeno di che cosa significasse. Si era affacciata nella sua mente in modo totalmente inaspettato, ma Jel si era fidato. Aveva sentito che fosse la cosa giusta da fare.
Quand'era piccolo suo padre gli aveva confidato che a volte la Magia parlava ai suoi portatori. Con il senno di poi Jel aveva ritenuto fosse solo una perifrasi per lasciargli intendere come il rapporto tra un mago e il proprio potere dovesse essere di totale simbiosi, ma ora non ne era più tanto sicuro. Dopotutto, da suo padre al maestro Camosh fino al custode Kryss, non gli avevano tutti predicato più volte di fidarsi della Magia?
- Jel.
Il Consigliere si ritrovò a fissare il volto serio del custode.
- Devi promettermi che non lo userai mai più. A meno che non sia la tua ultima risorsa.
Il mago tentò di controbattere ma Kryss non glielo permise. Non sembrava disposto a discutere. - Non so cosa ti abbia avvicinato a questo incantesimo, ma è terribilmente pericoloso per te e per chiunque ti stia intorno. Non lo avevi mai provato prima?
Jel scosse la testa.
- Non so da dove provenga la tua affinità con esso, ma la facilità con cui lo hai evocato non significa che tu sia pronto ad utilizzarlo. Incontrerai molti avversari per arrivare alla tua strega rossa. Non gettare via la tua vita prima di averla trovata, Jel.
Quelle parole lo spinsero a riflettere. Il fatto di aver padroneggiato in quel modo un incantesimo apparentemente sconosciuto lo aveva riempito di uno strano strano quanto effimero senso di invincibilità, tant'è che ora stava cominciando a capire di essersi spinto troppo in là. Il dettaglio che più lo inquietava era la totale mancanza di controllo sulle proprie azioni nel momento in cui aveva evocato l'incantesimo... anche se in un certo senso la cosa lo esaltava.
- Jel?
- D'accordo - il giovane chinò il capo. - Lo prometto.
Kryss gli rivolse un ultima occhiata carica di severità, ma poi passò oltre.
- Ti sei battuto bene oggi - commentò. Era tornato al suo normale tono distaccato. - Ma questo non basterà per piegare i migliori maghi di Theor. Ormai sei in grado di padroneggiare fluidamente le Evocazioni... L'ambito che mi preoccupa è un altro. Sei ancora troppo lento, Jel. Troppo raramente leggi il pensiero del tuo avversario per anticipare le sue mosse.
- Lo so - Jel si massaggiò le tempie doloranti. - Ma quando combatto non trovo il tempo di pensare anche a quello.
- È proprio questo il punto. Non devi vedere gli incantesimi come se uno escludesse l'altro. Tieniti aperto a ogni possibilità, in ogni momento. Diventa un tutt'uno con essi.
La fai facile...
- Ci proverò. Ho ancora tempo...
Si bloccò all'improvviso. Tempo... Quanto tempo ancora pensava di avere? Ormai era a Città dei Re da quasi due mesi. La guerra non aveva certo bisogno della sua presenza per continuare ad imperversare. Sephirt non sarebbe certo stata ad aspettare lui prima di condurre le truppe nordiche verso la vittoria.
Mozzare la testa al serpente... Era la sua unica possibilità. Ma come pensava di riuscirci senza disporre delle abilità necessarie?
- Credete che io sia pronto per partire? Per andare al Nord intendo.
- Jel, tu hai raggiunto una padronanza della Magia Antica ben più completa rispetto alla maggior parte dei comuni maghi. Tu stesso mi hai raccontato di aver già combattuto nel Nord e di essertela cavata egregiamente... A maggior ragione ora potresti dare un buon contributo.
Jel quasi non credeva alle sue orecchie, ma non ebbe il tempo per ricredersi.
- Tuttavia - aveva aggiunto il custode. - Se il tuo scopo è affrontare e uccidere la strega rossa, allora no, non sei ancora pronto.
- Ma non c'è più tempo - replicò lui nervosamente. Un altro pensiero sgradevole gli aveva attraversato la mente. - Presto il Gran Consiglio si recherà ad Amaria, anche senza sapere come utilizzare le Pietre Magiche. È questione di giorni.
In quel momento, per quanto ne sapeva, i membri del Consiglio erano di stanza fissa a Grimal proprio per stabilire quando e come agire.
- ... Il Re ha intenzione di minacciare Theor facendogli credere che userà le Pietre se non si arrenderanno. Un bluff colossale, insomma. Ma Theor non abboccherà all'amo... E quando comincerà l'ultima battaglia, io dovrò di essere lì.
Il custode sembrò interessarsi alla cosa.
- Quando è stata presa questa decisione?
Jel decise che avrebbe cercato di approfittarne; che fosse la volta buona perché il vecchio mago si decidesse a mettere da parte i suoi giuramenti e ad aiutare le Cinque Terre come parte attiva?
- Il Re ha proposto questa strategia circa un mese fa. È per questo motivo che in questi giorni tutti i membri del Consiglio - eccetto me - si sono trattenuti a Grimal. È in atto una serie di sedute straordinarie, ma io non potevo permettermi di interrompere l'addestramento.
- Dunque non siete riusciti a rinvenire un altro testo che possa fornire le informazioni necessarie sulle Pietre - fece Kryss pensosamente. - L'ultima volta che ho avuto contatto con un membro del Consiglio mi era sembrato piuttosto fiducioso che ne esistesse almeno un altro in tutta Fheriea, ma...
- Tutte le biblioteche dell'isola sono state frugate da cima fondo. Tutte escluse quelle delle Terre del Nord naturalmente. Ma non c'è stato verso, la ricerca non ha dato i frutti sperati.
Jel si mise distrattamente le mani nei capelli mentre quasi senza accorgersene cominciava a scuotere la testa.
- E intanto sul campo di battaglia i Ribelli continuano a resisterci. Sono mesi che Qorren e Hiexil sono nelle loro mani e noi... diamine! Le Cinque Terre dispongono dell'esercito più vasto che si sia mai visto eppure non riusciamo a far fronte ad una maledetta Ribellione in un luogo dimenticato da tutti!
- Il Re teme un accentramento eccessivo del potere militare - commentò il custode a bassa voce. - Inoltre, come tu stesso mi hai ripetuto più di una volta, su questa questione esistono visioni discordanti all'interno dello stesso Consiglio.
- Lo so, ma... - il giovane si dondolò nervosamente sul posto. - Alcuni Consiglieri pensano che le truppe impiegate in questo momento siano sufficienti per adempiere all'attuale missione delle Cinque Terre: liberare Qorren e Hiexil e in seguito proporre una tregua a Theor. Ma il Re non è d'accordo e altre delegazioni lo seguiranno. Non vogliono altri spargimenti di sangue. Vogliono contrattare con Theor adesso. Il che potrebbe anche funzionare se solo disponessimo veramente di qualcosa che ci metta in una posizione di vantaggio!
Jel era consapevole che sotto quella prospettiva il Re delle Cinque Terre rischiava di risultare come un perfetto idiota, ma sapeva anche che il timore di un colpo di stato militare non era l'unica ragione che tratteneva il sovrano dall'accentrare la quasi totalità del potere militare e mettere nelle loro mani l'intera guerra.
Nonostante sembrasse incredibile, simpatizzanti della causa del Nord erano sparsi un po' ovunque sull'isola. Separatisti, anarchici, uomini stremati dalla crisi economica e dalle carestie che negli ultimi anni avevano colpito diverse regioni di Fheriea. Persone abbastanza ingenue da fidarsi delle promesse di Theor o abbastanza feroci da prendere parte a una rivolta di simile portata e violenza.
Molti di loro erano andati a Nord per incrementare le fila dei Ribelli allo scoppiare della guerra, ma lui sapeva che da tempo il Consiglio sospettava e temeva che nei piani di Theor rientrasse il far scoppiare focolai di ribellione anche nelle altre nazioni. Per questo era necessario che distaccamenti dell'esercito delle Cinque Terre rimanessero di stanza fissa almeno nelle città più importanti.
- Se sei così scettico sulle scelte del Re, perché non hai dato voce ai tuoi dubbi in una delle riunioni del Consiglio?
Il mago esitò prima di rispondere.
- In realtà... non credo che sarebbe servito granché. Non confido in questo piano, ma non sono in grado di suggerire una soluzione migliore. E comunque ora sono qui, è tardi per tornare a Grimal. Ho dovuto scegliere tra il Consiglio e la Magia Antica, e alla fine ho scelto la Magia.
Per un attimo ebbe l'impressione che Kryss avesse intenzione di dirgli qualcosa, ma così non fu. Il volto del custode, per la prima volta da quando si conoscevano, sembrava scoraggiato.
Scosse di nuovo la testa.
- Perdonatemi per lo sfogo. Vado via.
Si rimise sulle spalle il mantello scuro e mosse qualche passo verso la parete opposta. Pronunciò la parola d'ordine che avrebbe fatto aprire il passaggio.
- No.
Jel si voltò. Il custode Kryss aveva ancora quella strana espressione sul volto.
- Che cosa...?
Non lo lasciò terminare la frase.
- C'è qualcosa che devo dirti. Ho aspettato anche troppo. È tempo che io faccia una cosa che avevo giurato in ogni modo di non fare.
- Ma di che cosa state parlando?
Il comportamento del custode lo turbava, ma ora cominciava ad avvertire anche qualcos'altro, una forte curiosità. Non aveva mai visto Kryss così. Teneva il capo chino e la sua abituale espressione di risoluta pacatezza era sparita.
E fu allora che capì. Non era scoraggiamento. Era rassegnazione.
Kryss stava per dirgli qualcosa di cui si sarebbe pentito amaramente, ma che non poteva evitare. Qualcosa di molto, molto importante. Ma mai il giovane avrebbe potuto immaginare che si trattasse proprio di quello.
- Jel, io ho sempre saputo come scatenare la Magia nelle Pietre.
Il Consigliere boccheggiò. Quella frase lo aveva colpito all'improvviso, senza che potesse esservi preparato.
- Abbiamo... abbiamo avuto la risposta sotto il naso per tutto questo tempo e tu non ce lo hai detto? - Era troppo sconvolto anche solo per ricordarsi di usare il "voi".
Kryss si lascio andare a un lungo, sofferto sospiro.
- La prima regola che viene insegnata a coloro che vengono designati per diventare Custodi è il divieto di prendere parte alcuna agli aspetti politici della propria nazione, questo lo sanno tutti. Ma c'è un'altra regola, più vincolante, più importante... - s'interruppe, poi si decise ad arrivare al punto. - Esiste una formula che troverai negli appunti nascosti nella mia stanza. C'è una botola sotto il mio letto, è celata da una stuoia. Le chiavi per aprirla sono disilluse, nascoste sotto il materasso.
Semi nascosta dalle colonnine che sorreggevano il soffitto della cripta si intravedeva la porta che conduceva alla stanzetta annessa alla cripta in cui il custode dormiva.
- Ma non è tutto: chiunque può attivare la Magia delle Pietre, non deve essere necessariamente un mago. Il loro potere si risveglia solo se ciascuna di esse viene incastonata in un gioiello in oro massiccio. È stato forgiato insieme alle Pietre stesse.
- Bene - disse Jel istintivamente - dove lo troviamo questo gioiello?
- Il luogo in cui convergono le propaggini di Terre del Nord, Ariador e Stato dei Re è ricco di spelonche, come tu sai. In una di esse sorge un santuario di cui solo i Custodi sono a conoscenza. Il gioiello che permette di usare le Pietre si trova lì.
La mole di informazioni che Kryss gli stava rivelando era così ampia da fargli dimenticare il fatto che Janor Camosh era morto cercando di scoprire come utilizzare le Pietre, arcano del quale Kryss aveva sempre conservato la risposta.
- Ma perché... perché non lo hai detto prima a me, al Re o a chiunque altro?
Il Custode alzò una mano per fermarlo. - Ora non ha più importanza. Non hai più bisogno del libro che Astapor Raek ha rubato. Dovrai andare a Grimal di volata e avvisare il gran Consiglio.
Rendendosi conto solo in quel momento di quanto le notizie apprese lo mettessero in una condizione di massima fretta, Jel fu tentato di voltare le spalle al suo interlocutore e di correre nella stanza del custode.
- Un'ultima cosa, Jel, qualcosa che non avresti trovato in quel libro. Alcune pagine sono mancanti. Le pagine che contenevano le coordinate per raggiungere il santuario. Sono anch'esse nel baule, sotto il pavimento. Ho sempre temuto che prima o poi quel volume sarebbe potuto finire nelle mani sbagliate, così le ho strappate e le ho nascoste io, poco prima di diventare custode.
Sopraffatto da troppe emozioni per poter parlare, il giovane annuì, ma aveva fatto appena due passi in direzione dell'altra stanza quando accadde l'impensabile.
D'un tratto, senza apparente motivo, il fragile corpo del custode ebbe un violento fremito, come fosse stato attraversato da un fulmine. Jel lo vide strabuzzare gli occhi e cadere lentamente in ginocchio sotto il suo sguardo incredulo.
Ma che diavolo...?
- Jel, non ho più molto tempo - biasciò il vecchio, portandosi le mani alla gola. Sembrava che stesse soffocando.
Il mago si gettò su di lui per cercare di aiutarlo; tentò un paio di incantesimi ma non ci fu verso: aveva cominciato ad annaspare, gli occhi che roteavano follemente nelle orbite in quella tremenda agonia.
- Dimmi che succede, dimmi che posso fare per aiutarti!
Il custode parve ricordarsi della sua presenza solo in quel momento. Volse il capo verso di lui e riuscì a calmarsi quanto bastò per mormorare con un filo di voce:- Jel, io mi fido di te. So che il segreto ora è nelle mani migliori che io potessi sperare.
- Custode Kryss, io...
Ma lui lo afferrò per il bavero attirandolo a sé.
- Promettimi... promettimi che farai in modo che le Pietre vengano usate solo se non ci saranno altre alternative...
Jel contemplò impotente il suo volto stremato dall'asfissia, ma riuscì a rimanere sufficientemente lucido da rispondere, per la seconda volta quel giorno: - Lo prometto.
Kryss lo lasciò andare ed emise un ultimo respiro strozzato. Poi cadde riverso sul pavimento e cessò definitivamente di muoversi.
Per qualche istante il Consigliere fu così pietrificato da non riuscire a muovere un muscolo, né dare adito ad una qualunque altra reazione. La sua mente non riusciva a connettere quanto era appena accaduto. Un attimo prima Kryss era in piedi davanti a lui, impegnato nello spiegargli come utilizzare le Pietre Magiche, e adesso era lì, steso sul pavimento. Morto soffocato.
Alla fine, la parte pragmatica dell'animo di Jel prese il sopravvento. Doveva sbrigarsi a recuperare i documenti che Kryss gli aveva indicato e andarsene di lì alla svelta. Se qualcuno si fosse recato nei sotterranei del palazzo per portare del cibo al custode o per recapitargli qualche missiva e lo avesse trovato accanto al suo cadavere, il giovane si sarebbe trovato in una situazione senza via d'uscita.
Si catapultò nella stanza adiacente; la porta non era chiusa a chiave. Si inginocchiò vicino alla brandina di Kryss e ne sollevò il materasso. Qualche piuma cadde sul pavimento. C'era la chiave, disillusa ma individuabile se osservata da vicino. Il mago pronunciò l'incantesimo che ne vanificava gli effetti, poi afferrò la stuoia che spuntava da sotto il letto e la gettò via. I suoi gesti erano febbrili e quasi non credeva a quanto stesse facendo: la risposta a tutte le loro domande era a pochi centimetri da lui.
Si ricordò di dover spostare il letto per poter sollevare il coperchio della botola e, imprecando, lo trascinò di lato. Tornò in ginocchio e inserì le chiavi nella toppa. Ti prego, fa' che Kryss non abbia mentito. Fa' che ci siamo davvero.
Le sue preghiere furono esaudite. Dentro lo scrigno contenuto nell'anfratto scavato nel pavimento, che aveva aperto con la seconda chiave del mazzo, c'erano alcune pagine strappate e ingiallite. Jel diede una rapida lettura ad una di esse: i riferimenti erano lampanti. Quelle erano le istruzioni su come trasformare le Pietre Magiche in delle armi devastanti.
Nonostante la follia di tutto ciò che era successo negli ultimi cinque minuti, nonostante non avesse alcuna prova che avrebbe funzionato, nonostante il pericolo di venire accusato dell'omicidio del Custode di Città dei Re, Jel si aprì in un sorriso trionfante.








Come mi sono immaginata il Custode Ïsraen Kryss (il defunto John Hurt):
Image and video hosting by TinyPic
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: TaliaAckerman