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Autore: Mei91    15/09/2017    7 recensioni
Cosa succederebbe se nell'aldilà, due anime morte in tempi cosi distanti tra loro, diventassero amiche tanto da scordarsi di scrutare cosa succede al piano di sotto
Genere: Comico, Demenziale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: inu taisho, Inuyasha, Kagome | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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FANFICTION SCRITTA PER IL CONTEST Inu No Taisho INDETTO DAL GRUPPO SU FACEBOOK "TAKAHASHI FANFICTION ITALIA

 

PROMT: - Inu fa una chiacchierata con il padre di Kagome dopo che quest'ultima è tornata nel Sengoku dopo 3 anni

 

 

 

Matrimonio in poker d’assi e briscola.

 

 

 

Dopo tre anni d’assenza dall’Epoca Sengoku, Kagome era finalmente tornata a casa, perché il pozzo si era riaperto, permettendole di ricongiungersi con il suo unico vero grande amore, la sua ragione di vita: Inuyasha.

 Nonostante la felicità che provava, quel giorno la ragazza era triste.

Sollevò il viso e puntò gli occhi nell’immagine riflessa nello specchio: si sentiva bellissima.

Il Kimono bianco la fasciava quasi come una seconda pelle; i capelli nero pece erano stati raccolti ed erano ricoperti da un velo bianco. Kagome pensò che, in quel giorno, nel giorno delle sue nozze, avrebbe tanto desiderato affianco a sé una persona che l’accompagnasse all’altare e la consegnasse al suo sposo, ma questo desiderio era irrealizzabile.

 “Papà…” gemette la giovane, mentre una lacrima solitaria le sfuggiva al controllo. Un leggero fruscio costrinse la ragazza a staccare gli occhi dallo specchio e a guardare chi fosse.

“Kagome, sei pronta?”

 La futura sposa osservò la sua migliore amica, Sango, poi annuì flebilmente. La sterminatrice di demoni inarcò un sopracciglio.

 “Amica mia, che succede? Stai per sposare Inuyasha, dovresti essere al settimo cielo e invece ti vedo così triste. Sicura di volerlo sposare?” chiese Sango avvicinandosi a lei con passo lento.

Kagome sgranò gli occhi.

“Certo che lo voglio sposare, ma vorrei che mio padre fosse qui!” sussurrò.

 “Oh Kagome, amica mia. Ti capisco bene, anche io, quando ho sposato Miroku, avrei voluto avere mio padre…” esclamò Sango abbracciando stretta l’amica e lasciando scivolare qualche lacrima sulla sua spalla.

“Coraggio Kagome, anche se non lo vedi, sono sicura che tuo padre ti è vicino e che ti guarda da lassù!” La giovane sposa annuì, poi Sango uscì e lei si voltò verso lo specchio un’ultima volta.

“Mi manchi, papà… oggi inizio la mia nuova vita, stammi vicino.”

 

 Due capanne più avanti, precisamente in quella di Miroku, quest’ultimo faceva battutine sconce mentre tracannava Sakè alla salute del suo migliore amico. Sesshomaru, invece, se ne stava appoggiato al muro della capanna con gli occhi socchiusi, mentre il futuro sposo, Inuyasha, se ne stava fermo, impalato, senza emettere suono davanti allo specchio. Era la prima volta che vedeva il suo riflesso senza la veste dell’Inezumi, ed era anche la prima volta che indossava una veste regalatagli personalmente da Sesshomaru, ma in quel momento nel cuore di Inuyasha regnava una velata tristezza.

Sentiva dentro di sé un profondo vuoto e ciò lo aveva portato a non attaccar briga con Miroku che si poteva dire già ubriaco oltre che casinista. Sesshomaru aprì un attimo gli occhi e lanciò uno sguardo al fratello, poi, inarcando leggermente un sopracciglio, si staccò dal muro, afferrò per la veste Miroku e lo buttò fuori dalla capanna.

 “Ehi… Che modi…” protestò il bonzo che a stento si reggeva in piedi, poi, quando la tenda della capanna si chiuse, il monaco crollò a terra svenuto. Nemmeno tutto quel trambusto aveva, però, destato Inuyasha dal suo trance.

 “Inuyasha?”

 “Uhm?”

“Che hai?”

“Sto bene Sesshomaru, ho solo un desiderio stupido!”

 Il demone non rispose, ma comprese il fratello.

 Sesshomaru si appoggiò nuovamente al muro.

“Padre?”

 “Già”

“Sarebbe stato orgoglioso di te e delle tue scelte.”

 “Ho qualche dubbio, ma grazie Sesshomaru!”

 

Intanto nell’aldilà, due anime non se la passavano per niente male. Il grande Generale cane, Inu no Taisho, se ne stava seduto a tavolino con quello che era diventato il suo migliore amico, anche se umano, Shinichi Higurashi, e con delle carte da scopa in mano. Le guardava dubbioso, quando, l’amico, pescandone una dal mazzo urlò.

“Tiè, beccati questa! Briscola, Inu, ora come mi rispondi?”, esultò Shinichi alzandosi in piedi e sventolando davanti agli occhi del demone la carta della vittoria.
“Poker d’assi!” dichiarò il demone, cheto e senza alcuna euforia.
“Inu, stiamo giocando a briscola, non a poker!”
“Shinichi, oggi toccava a me scegliere a quale gioco giocare, ed io ho detto Poker, quindi la vittoria è mia!”
“Ma quando mai! Non sai perdere, Inu!”
“D’accordo, altra sfida!” esordì il demone sempre con fare calmo, ma Shinichi capì all’istante che era meglio non protestare e, sospirando, si sedette nuovamente al tavolino.
“Ehi, voi due!” li richiamò una voce.
“Va bene, Inu, ma la prossima volta briscola!”
“D’accordo, fai carte!”
“Voi due, mi volete ascoltare?” urlò nuovamente la voce.
“Eh? Chi sei?” chiese Shinichi distogliendo lo sguardo dal tavolo da gioco per voltarsi verso la donna che aveva parlato.
“Midoriko!”
“E che vuoi?” esclamò il demone leggermente alterato continuando a giocare.
“Vi rendete conto che di sotto c’è un matrimonio e voi giocate a briscola, o poker, quel che sia!”
“E che ci frega se c’è un matrimonio? Qui abbiamo una sfida in corso!” esordì  tetro Shinichi.
“Beh, si dia il caso che a sposarsi siano due vostri parenti!”
“Beh, buon per loro!” esclamò Inu No Taisho.
“Auguri!”
“Schiodate i vostri deretani da quelle sedie e andate a vedere chi si sposa altrimenti vi spedisco di sotto a pedate!” urlò Midoriko.
“Scala Reale, hai perso per l’ennesima volta Inu, e stavolta a Poker!”
“Basta, di sotto! E comportatevi come si deve non come due vecchietti! Avete solo ventiquattro ore per rendere a quei due sposi, questo giorno indimenticabile.”
Le nuvole che adornavano l’aldilà si diradarono e i due malcapitati crollarono di sotto, vivi e vegeti.
“Ahi, ahi, ahi, che botta. La mia testa!” borbottò Shinichi.
“Quella dannata!”
“Perché quella pazza ci ha mandati qua sulla Terra ad allietare le nozze di questi nostri parenti sconosciuti?”
“Io non ho parenti, quindi non so cosa quella dannata voglia e…”
Un fulmine cadde proprio su Inu che però lo evitò prontamente.
“Ho capito, ho capito, Midoriko, ma mi spieghi che ci facciamo qua? Non abbiamo parenti che ci uniscono dato che io sono nato nel Medioevo e Shinichi nel futuro. Non abbiamo parenti che ci legano!” ringhiò Inu no Taisho mentre la voce di Midoriko giungeva dall’alto.
“Alle vostre spalle, idioti!”
Shinichi e Inu si voltarono e, non vedendo nessuno, cominciarono a camminare alla ricerca degli sposi annunciati da Midoriko; quando poi sentirono una voce di una sacerdotessa davanti il Goshinboku, si fermarono di scatto e prestarono attenzione.
“Ah…ragazzi miei, quanti ricordi in questo luogo, sia vecchi che nuovi, tristi e lieti, ma oggi siamo qua a celebrare l’inizio di molti dei vostri giorni felici. Inuyasha, Kagome, figlioli, in questo luogo io oggi vi sposo, ma ricordate che il matrimonio non è un impegno da prendere alla leggera, è l’impegno per eccellenza, voi due oggi decidete di accogliere l’altro così com’è con pregi e difetti e…” parlò la vecchia Kaede.
“Oh, Kami Benedetti… ma quella è mia figlia Kagome!” esclamò piano Shinichi, incredulo.
“E… e quello dovrebbe essere Inuyasha!” ansimò piano Inu avvicinandosi di qualche passo insieme all’amico.
“Inuyasha…” lo chiamò Kaede.
Inuyasha annuì e deglutì rumorosamente, poi con passo lento andò davanti alla ragazza e le sorrise dolcemente carezzandole una guancia.
“Buio è il mio cammino e a te, mia sposa, mi affido. Il mio cuore a te è legato e i Kami a te mi hanno donato come a me te hanno dato, qualunque sia il futuro i tuoi passi, sposa amata, seguirò, sicuro che con te amato sarò!” sussurrò Inuyasha.
“Kagome…” esclamò Kaede e la ragazza annuì.
“Buio è il mio cammino e a te, mio sposo, mi affido. Il mio cuore a te è legato e i Kami a te mi hanno donata come a me te hanno dato, qualunque sia il futuro i tuoi passi, sposo amato, seguirò, sicura che con te amata sarò!” sussurrò la ragazza.
Intanto poco distante.
“Per le trombe dell’inferno, ecco chi sono i nostri parenti!”
“La mia bambina… la mia bambina… la mia bambina… eh, ma come c’è finita nel Sengoku?”
Inu alzò le spalle.
“Penso che dovremmo smetterla di passare così tante ore a giocare a carte!”
“Concordo!”
In quel momento però l’espressione triste dei figli gelò i due genitori e, quando Kaede si schiarì la voce per parlare con gli invitati, anche i due padri prestarono attenzione.
“Signori, credo che per questo matrimonio dovremmo evitare la cerimonia dei padri!” esclamò Kaede mentre Inuyasha e Kagome si abbracciavano stretti.
“Perché?” chiese un uomo del villaggio. Sesshomaru ringhiò, Sango era pronta a lanciargli addosso l’Hireikotsu, se non fosse stato per Miroku che la frenò, mentre Inuyasha e Kagome divennero bianco latte.
“Perché Inuyasha e Kagome non hanno i padri, idiota!” ringhiò Sango.
“Permettetemi di dissentire!” esclamò un vocione che nel frattempo prese a camminare verso la coppia di sposi.
“Padre!” sussurrò Sesshomaru a occhi sgranati. Inu No Taisho gli fece un cenno con la testa mentre saliva ai piedi del Goshinboku fermandosi davanti il figlio e allungando una mano verso di lui.
“Si! Ha ragione il mio migliore amico! Dissentiamo!” esclamò la voce di un uomo che, con passo spedito, si ritrovò al fianco di Inu per poi porgere la mano a Kagome.

Quest’ultima sussultò e Inuyasha voltò la testa verso di lei.
Come un automa Inuyasha sollevò la mano per poggiarla in quella del demone davanti a lui. Inu sorrise, poi si voltò verso Kagome.
“Mia Diletta, a te affido mio figlio, abbine cura, consolalo. Non sono stato un padre degno per Inuyasha, Kagome, non ci sono mai stato, per questo chiedo a te l’immenso favore di accogliere nel tuo cuore Inuyasha e donargli tutto l’amore che io non sono stato in grado di dargli!” esclamò Inu per poi poggiare la mano di Inuyasha sul cuore della sua neo sposa.
Anche Kagome, agendo come un automa porse la mano al padre, poi Shinichi si voltò verso Inuyasha.
“Ehm…ciao, figliolo, eccomi, sono il papà di Kagome e il migliore amico del tuo e…”
“Shinichi, non se qui a presentarti a mio figlio, lo devi sposare a tua figlia. Ti muovi?”
“Smettila tu, Inu, io non ho interrotto la tua tiritera…”
“Tu sentilo… ora fa pure l’indignato e…”
“Papà…” sussurrò Kagome chinando gli occhi lucidi e con un sorrisone emozionato.
“Ok, ok… con te faccio i conti dopo, Inu!” sbottò Shinichi, poi addolcì lo sguardo sulla figlia e lo passò sul genero che se ne stava con la mano sul petto di lei, il viso rosso, ma gli occhi lucidi ed emozionati.
“Somigli a Izayoi, sai, Inuyasha e…”
“Shinichi!”
“Se non ti tappi quella fogna, Inu, ti scordi le nostre partite a Poker, mi sono spiegato?”
“Cosa?” esclamò allibito Sesshomaru.
“Shh!” esclamò ribatté Inu rivoltò al figlio.
“Bene! Allora, Inuyasha, stavo dicendo, sempre se tuo padre non decide di interrompermi per la millesima volta, che assomigli terribilmente a tua madre in questo momento. Mentre guardi mia figlia, hai negli occhi la sua stessa luce, limpidezza e dolcezza. Noto terribilmente che la ami con tutto il cuore e, perciò, figliolo, oggi io te la affido, abbine buona cura, consolala. Non sono stato un buon padre, perché proprio come il tuo mi sono fatto uccidere come un fesso e…”
“Modera le parole, Shinichi!”
“No, idiota, io perlomeno mi sono fatto uccidere da uno della mia specie, ma tu, demone stupido, ti sei fatto uccidere da un umano!”
“Questa me la paghi!”
“Si, non qui, però! Nell'aldilà ti sfido a briscola, contento?”
“La briscola però piace a te, io preferisco il poker!”
“Poker sia!”
“Cosa?” esclamò sempre più allibito Sesshomaru.
“Comunque, Inuyasha, stavo dicendo, ti dono mia figlia, il dono più prezioso che posseggo, amala e proteggila sempre perché se non lo fai, ti spezzo le gambe, ok?” concluse Shinichi mettendo la mano di Kagome sul petto di Inuyasha.
“O…ok” balbettò Inuyasha.
“E bè? Che aspetti? Baciala, no?” esclamò Shinichi; Inuyasha, invece, deglutì e annuì attirando a sé Kagome.
“Ti amo!”
Kagome gli sorrise emozionata “Ti amo anche io, Inuyasha!”
Il mezzo demone si chinò su di lei e la baciò dolcemente. Inu e Shinichi si guardarono.
“Consuocero, Briscola?”
“No, Poker!”
Kaede scosse la testa, divertita, poi annunciò: “Vi dichiaro marito e moglie! “
Inuyasha e Kagome si staccarono e scoppiarono a ridere.
“Ma voi due…” iniziò Inuyasha rivolto al padre.
“Vi conoscete?” concluse Kagome al posto del marito.
“Si! Se ciò non ti dispiace, Kagome, posso rapirtelo un attimo?”
“Basta che me lo riporti!” esclamò Kagome con l’ombra di un sorriso.
“Affare fatto!”

Inuyasha parlò a lungo con il Padre, così anche Kagome e, mentre gli invitati al matrimonio banchettavano, per i neo sposi poter passare un po’ di tempo con i propri genitori fu il regalo più bello.
“E quindi vi siete conosciuti proprio sotto questo albero?” chiese Shinichi alla figlia seduta sulle sue gambe.
“Sì, papà!”
“Come mai proprio qui sotto?” chiese Inu.
Inuyasha, che se ne stava con le spalle appoggiate al petto del padre, sospirò.
“Padre, ma da lassù voi non vedete nulla?”
“Ehm, ecco noi…”
“Direi che fino ad ora non erano mai stati interessati a ciò che succedeva sulla Terra!”
“Midoriko!” esclamarono i due Padri.
“E’ giunto il tempo. Cominciate a salutare Briscolotto e Pokerino, il tempo è scaduto!” “Briscolotto? Davvero?” chiese Kagome osservando di sott’occhi il padre.
“Si, nell’aldilà questi due non fanno altro che giocare a carte!” esclamò Midoriko divertita.
“Oh Kami, papi, sei riuscito a contagiare con la briscola anche un demone!” chiese allibita Kagome, ma con un sorriso sulle labbra mentre scendeva dalle ginocchia del padre permettendogli di alzarsi.
“La briscola è una cosa da fare!”
“Io, però, preferisco il Poker!” esclamò Inu alzandosi anche lui, per poi voltarsi verso il figlio.
“Devi ricordarti sempre di una cosa, Inuyasha: ti voglio bene, te ne ho sempre voluto e sempre te ne vorrò. Mettitelo nella capoccia. Un giorno ci rivedremo!”

 “Kagome…”
“Si?”
“Vale lo stesso di quello che ha detto lui. Ti voglio bene, te ne ho sempre voluto e sempre te ne vorrò.”
“Briscolotto, Pokerino, andiamo!” esclamò Midoriko
I due Padri annuirono.
“Ti voglio bene, Papà!” esclamarono Inuyasha e Kagome e i due genitori annuirono, li abbracciarono stretti, poi andarono insieme da Midoriko.
“Ok, Inu, sfida a Briscola!”
“No, sfida a Poker!” esclamò Inu, prima di sparire nel nulla insieme a Midoriko e Shinichi.
Inuyasha e Kagome si guardarono negli occhi, poi scoppiarono a ridere.
“Andiamo, amore!”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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