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Autore: Claire Penny    20/09/2017    0 recensioni
[REVISIONATA]
C'era una volta una principessa.
Ora non più.
A sostituire la dolce, graziosa e bellissima fanciulla di sangue blu, adesso c'è un'anonima, goffa ed ingenua adolescente, con un'incredibile propensione a ficcarsi nei guai e desiderosa di darsi alla ribellione tipica della gioventù.
C'era una volta il principe azzurro.
Un nobile rampollo, alto, gnocco e affascinante, sempre pronto a salvare la vita alla bella di turno in sella al fedele destriero? Seh, una volta, forse.
Al suo posto ora c'è un misterioso, solitario ed asociale studente dal fascino tenebroso, circondato da un'aura che emana pericolo.
Ah, dimenticavo di aggiungere che è perennemente assetato di sangue, preferibilmente quello della sopracitata giovane donna. Contemporaneamente però, scopre di esserne innamorato.
Ora, chi di voi ragazze non ha mai sognato di vivere in una "fiaba moderna" con questi presupposti? Sembra tutto incredibilmente romantico, non è vero? Bene, vi posso assicurare che di romantico qui c'è ben poco.
Come lo so? Beh, perchè io, Serena Dale, e le mie amiche, ci siamo passate.
E credetemi, le nostre storie vi faranno sicuramente cambiare idea sui moderni principi azzurri.
Genere: Satirico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nessuno dei presenti sapeva bene quale fosse la cosa migliore da fare.

Da quando Violet si era accorta dell'assenza di Em e si era precipitata a cercarla assieme a Max, sul gruppo rimasto al parcheggio era calato un pesante silenzio.

Serena non avrebbe saputo dire con sicurezza che tipo di silenzio fosse. Non apparteneva alla categoria dei silenzi imbarazzanti, né a quelli meditativi, né a quelli apertamente ostili, ma nemmeno a quelli neutrali. L'unico del cui significato era certa, era quello che accomunava lei, Aly e Clare, il quale custodiva tutta la loro preoccupazione per le sorti di Em e Kelly.

La parte più ottimista di Serena continuava a tentare di rassicurarla, a ripeterle che Violet e Max non erano certo degli sprovveduti: la prima possedeva le capacità necessarie per affrontare la situazione, il secondo l'esperienza. Insieme avrebbero di certo salvato le due ragazze e catturato Elijah. Eppure nessuno di questi pensieri riusciva a placare, o per lo meno ad attenuare la sua ansia.

La giovane lanciò un'occhiata ai vampiri di fronte a loro. Se ne stavano tutti e tre lì, davanti a loro, immobili come statue, mentre mostravano le solite irritanti maschere di imperturbabile indecifrabilità e fissavano punti vaghi intorno a loro. Nessuno degnava le ragazze di uno sguardo. Non le consideravano minimamente.

Com'era sempre stato, del resto.

Serena si chiese se effettivamente importasse loro qualcosa delle due ragazze ostaggio del vampiro ricercato a cui avevano inconsapevolmente dato asilo, o se la loro unica preoccupazione fosse quella di vedere la loro reputazione macchiata indelebilmente agli occhi della Fratellanza e a quelli della comunità dei loro simili.

Del resto, Em e Kelly erano solo due ragazzine come ne avevano incontrate tante, forse troppe. Probabilmente per i vampiri non sarebbe cambiato niente, se anche una di loro, o entrambe, fossero morte. Se loro tre ne fossero usciti puliti, si sarebbero semplicemente limitati a trasferirsi in un'altra insignificante cittadina e ricominciare tutto dall'inizio per l'ennesima volta. I ricordi di quanto accaduto non li avrebbero tormentati per il resto della loro esistenza. Non avrebbero mai sofferto d'insonnia immaginando cos'avessero provato le due ragazze nei loro ultimi momenti. Non avrebbero mai versato lacrime, al pensiero di ciò che avrebbero potuto fare per evitare quella situazione. Non sarebbero mai stati toccati dallo strazio del rimorso e dei sensi di colpa. Loro sarebbero semplicemente andati avanti, come avevano sempre fatto. Il tempo avrebbe sbiadito il ricordo di quella sgradevole esperienza ed Em e Kelly sarebbero diventate solo due volti confusi, persi nelle pieghe dei secoli che avrebbero vissuto.

Serena strinse i pugni abbastanza forte da conficcarsi le unghie nei palmi. Non poteva accettarlo. Non poteva accettare che tutto finisse lì e che loro non subissero nemmeno stavolta le conseguenze di ciò che li vedeva coinvolti. Non poteva accettare la loro indifferenza. Avrebbero dovuto soffrire, così come stava soffrendo lei, anzi, di più.

Se solo avessi il potere di manipolare le vostre emozioni e farvi sentire come avete fatto sentire gli altri, mi basterebbe anche solo un solo minuto con voi. In quel minuto concentrerei tutto il dolore che avete inflitto a chi vi stava intorno sin dal giorno in cui il vostro creatore vi ha piantato i canini nel collo. All'inizio continuereste a fare i distaccati, non ho dubbi su questo. Continuereste a fingere di non provare niente, ma non resistereste più di trenta secondi prima di crollare ed iniziare a supplicare pietà. Pensò la ragazza, immaginando la scena.

In quello stesso momento, Tristan, forse percependo quel misto di ansia e rabbia crescente che era lo stato d'animo della sua ex, finalmente la degnò di uno sguardo. Serena se ne accorse quasi subito e ricambiò con decisione. Per un brevissimo attimo, si illuse che per una volta, una sola maledetta volta, i loro pensieri fossero sintonizzati sulla stessa frequenza. Che lui stesse per fare qualcosa che le dimostrasse finalmente che ricordava com'era essere un umano, che sapeva provare qualcosa di simile all'empatia.

Invece Tristan deluse le sue aspettative per l'ennesima volta e si limitò a sfoderare in direzione della ragazza il suo solito nonché odiosissimo sorriso sghembo, aggiungendoci, come se non bastasse, un occhiolino.

Per Serena, fu la goccia che fece traboccare il vaso.

-Che hai da sorridere?- sbottò, mentre la sua ira prendeva il sopravvento su ogni altra emozione, nonché il pieno controllo sul suo corpo.

Di colpo, i due manichini che gli stavano a fianco, si rianimarono a loro volta, indirizzando i loro sguardi verso Serena. Cameron, che era stato ammanettato alla bell'è meglio con una catena d'argento e lasciato da Violet in custodia a Clare – non casualmente, come sospettavano le altre ragazze – volse la sua attenzione dall'asfalto che aveva osservato negli ultimi venti minuti, a colei che aveva rotto la tregua che quel gelido silenzio aveva fino ad allora sancito, imitato dalla sua temporanea custode e da Aly.

-Qual è il tuo problema?- chiese Tristan, ostentando insofferenza.

-Trovi che tutto questo sia divertente?- reagì Serena.

-Di sicuro ha reso interessante quello che credevo fosse destinato ad essere il solito noioso ballo scolastico- fu la risposta che diede il vampiro e che fece perdere definitivamente la testa alla ragazza, la quale, a quelle parole, reagì dirigendosi con decisone verso il suo ex.

Per qualche istante, l'unico rumore che si udì fu quello dei passi di Serena, accentuato dai tacchi alti delle scarpe che indossava la ragazza.

-Oh, quindi il fatto che due ragazze stiano rischiando la vita anche a causa vostra, per te non è altro che una simpatica evasione dalla routine quotidiana?!- esplose Serena, a pochi centimetri dalla faccia di Tristan, il quale non si mosse di un millimetro, né accennò minimamente a cambiare espressione. –Sei proprio un inutile e vuoto scarto di cadavere-.

La giovane sapeva bene che insultare il suo ex davanti a ai suoi simili avrebbe di sicuro provocato una sua reazione. Non si sarebbe mai lasciato offendere così da una semplice mortale lasciandole l'ultima parola, a maggior ragione di fronte al suo creatore, ma era troppo furiosa per preoccuparsi delle conseguenze delle sue parole.

-E tu sei proprio una povera psicopatica bisognosa di attenzioni costanti che non sa gestire la sua rabbia, così come non sa gestire la sua vita, ma si arroga il diritto di dire agli altri cosa fare della loro- ribatté Tristan.

Quelle parole avrebbero potuto alimentare non poco l'ira che Serena provava nei confronti del vampiro, il tono con cui lui le rivolse quelle accuse lasciò però trasparire la sua difficoltà a mantenere la freddezza e la calma che contraddistinguevano ogni sua parola o gesto, cosa di cui la ragazza, grazie alla confidenza che un tempo li aveva uniti, si accorse subito. Si sarebbe limitata a scuotere la testa e a tonare da Aly e Clare, se Tristan non avesse aperto nuovamente bocca per dire la cosa che tra tutte, in quel momento, era la più sbagliata.

-Apri gli occhi, Serena: se quella sfigata di Emily morirà – e molto probabilmente succederà – sarà solo per causa sua. Elijah sarà pure un bastardo, ma lei si è consegnata a lui nonostante il tempo e l'energia che avete sprecato per cercare di difenderla. Ancora non riuscite a vedere che si tratta di una causa persa? Emily se l'è cercata. Perché dovrei provare pena per qualcuno che rinuncia alla sua vita, che si arrende così facilmente senza lottare?-

Nel giro di pochissimi istanti, l'espressione di Serena si fece più cupa che mai. Tutti i presenti intuirono che stesse per succedere qualcosa, in particolare Clare ed Aly, che conoscevano Serena troppo bene per non capire che di lì a poco avrebbe tentato di fare qualcosa di avventato e, con tutta probabilità, anche stupido.

Serena, infatti, completamente accecata dalla rabbia, non provò nemmeno a resistere o a meditare per un solo attimo sull'impulso di chiudere le dita della mano destra e caricare il pugno in direzione della mandibola di Tristan. Lo fece come se, semplicemente, non avesse altra scelta. Qualcuno però intervenne tempestivamente per fermarla prima che potesse riuscire nel suo intento, bloccandole il polso a mezz'aria e facendo così aumentare esponenzialmente l'ira della ragazza. Quando quest'ultima si voltò per fulminare con lo sguardo il responsabile, non avrebbe mai creduto di trovarsi faccia a faccia con Xavier, che la fissava severo. Eppure nemmeno lo sguardo pregno della soggezione che solo lui sapeva incutere riuscì a distogliere Serena dal suo proposito o dalla rabbia che la dominava.

-Lasciami- sibilò lei, fissando a sua volta Xavier negli occhi, per niente intimorita.

-Sai perfettamente che, tra i due, quella che finirebbe per farsi più male saresti tu. Lascia che me ne occupi io- le disse, riuscendo a placare almeno in parte il suo scatto d'ira grazie alla sua voce suadente e convincendola a farle abbassare la mano. A quel punto, il vampiro si rivolse a Tristan. –Quel pugno te lo meriteresti, considerato il comportamento assolutamente inappropriato che stai dimostrando. Sembra che tu non stia minimamente considerando la gravità della situazione in cui ci troviamo-.

Tristan, infastidito e probabilmente umiliato dal fatto di essere stato rimproverato dal proprio creatore davanti alla sua mortale ex-ragazza, si limitò a distogliere lo sguardo e a sbuffare, proprio come avrebbe fatto ogni normale figlio adolescente di fronte all'ennesimo richiamo del padre.

Il moto di pena che Serena aveva percepito quando, poco prima, lui le aveva confessato di non essere in grado di amare realmente qualcuno, tornò a farsi sentire, eclissando per qualche attimo la rabbia. Per la seconda volta durante quella serata, si trovava davanti alla dimostrazione inconfutabile di quanto il suo ex fosse tremendamente patetico e immaturo, nonostante la sua nascita risalisse ad oltre due secoli prima.

-Wow, vi lascio soli per dieci minuti e già minacciate di prendervi a botte?- esordì la voce di Max alle spalle di Serena. –Perché li hai interrotti, Xavier? Mi sarebbe piaciuto vedere Tristan prendersele da una ragazza-.

-Sta' zitto- ribatté Tristan.

Max ignorò la reazione dell'altro vampiro e si rivolse direttamente alle ragazze, anticipando le risposte alle domande che era certo fossero impazienti di porgli.

-No, Em e Kelly non sono ancora fuori pericolo ed Eli non è ancora stato catturato. Violet se ne sta occupando ma ha poco tempo e, soprattutto, ha bisogno dell'aiuto di tutti voi. Incluso quello di Cameron- disse, soffermandosi per un momento con lo sguardo su quello che, almeno fino a poco prima, era stato il suo ragazzo. –Clare, togligli le catene-.

Serena guardò l'amica che obbediva senza esitare all'ordine impartito dal suo ex e non riuscì a fare a meno di provare compassione per lei, nonostante tutto ancora così innamorata di Max da concedergli per l'ennesima volta la sua più cieca fiducia.

-Raduna il tuo branco e correte al parco il prima possibile. Se ci aiuterete a catturare Elijah, Violet potrebbe riconsiderare la tua posizione in questa storia e forse non verrai esiliato dal branco- disse il vampiro, in tono tanto distaccato da suonare quasi gelido.

Cameron annuì, mentre si massaggiava i polsi finalmente liberi dal bruciore intenso causato dal contatto della sua pelle con l'argento. Guardandolo, Serena ebbe la sensazione che volesse dire qualcosa ma, quando anche Max se ne accorse, si affrettò a distogliere lo sguardo da quello del licantropo. Quest'ultimo, di fronte a quella reazione, si limitò ad abbassare la testa e a dirigersi verso la palestra della scuola senza aggiungere altro.

-Vale anche per voi- continuò Max, rivolgendosi ai membri del suo clan. –Concedeteci il vostro aiuto e, in cambio, Violet ha giurato che nessuno di voi verrà accusato di aver aiutato Eli. Uscirete da questa storia senza doverne rispondere a nessuno-.

-E secondo te siamo così disperati da esserci ridotti a farci ricattare da un'ibrida?- intervenne Tristan. –Non ci va affatto di farci coinvolgere ulteriormente in questa maledetta storia. Tu fa' pure come vuoi Max, noi riusciremo a cavarcela anche senza i trabocchetti di una stupida fata-

-Prima di essere una fata, è una Guardiana, Tristan- lo riprese nuovamente Xavier. –I Guardiani sono votati al dovere e all'onore prima di qualunque altra cosa, non c'è quindi ragione alcuna per non fidarsi di lei. Inoltre dovresti smetterla di parlare a nome mio e di Evelyn, perché questo tuo atteggiamento non mi piace affatto-.

La voce di Xavier mutò mentre pronunciava quelle parole, facendosi sempre più profonda, tetra e gutturale, tremendamente simile ad un ringhio che suscitò non poca inquietudine in Serena.

Tristan, stizzito, decise di farsi da parte. Nei suoi occhi intrisi d'ira, Serena lesse la forte tentazione di ribellarsi alle rigide regole della comunità dei vampiri, in particolare verso quella che gli imponeva di non contraddire o contestare mai un ordine, un rimprovero o una decisione derivante dal proprio creatore.

-Benissimo, fate pure come volete, piegatevi ai ricatti di una ragazzina che molto probabilmente vi sbatterà davanti ai Rappresentanti della Fratellanza a rispondere di accuse campate in aria non appena avrà ottenuto quello che vuole. Io mi chiamo fuori da tutto questo- annunciò, definitivo.

S'incamminò quindi a passo deciso verso la palestra, dove nel frattempo la festa andava avanti e gli studenti si divertivano, ignari di quanto stesse succedendo lì fuori.

-Stupide lâche- lo insultò Xavier nella sua madrelingua, guardando il vampiro che lui stesso aveva trasformato mentre si allontanava.

Max non disse nulla, si limitò a dirigersi verso il maggiolone di Violet, aprire il bagagliaio in cui la Guardiana teneva riposte tutti i suoi "strumenti del mestiere" e recuperò una valigetta nera, simile per forma e dimensione ad un comune beauty case.

Dopo aver richiuso il baule, il vampiro lanciò le chiavi a Serena, la quale le afferrò al volo.

-Voi tre parcheggiate quest'auto davanti all'ingresso del parco ed aspettate lì. Mi raccomando, non fate niente di avventato. Anzi, non fate proprio niente. Nessun atto eroico improvvisato, Violet è stata chiara in merito. Ha anche aggiunto che, se vi metteste nei guai, molto probabilmente non riuscirebbe a salvarvi e non vi vuole sulla coscienza, per cui sarebbe carino da parte vostra farle almeno questo favore-

-D'accordo- convennero all'unisono Aly e Serena, mentre Clare si limitò ad annuire.

-Mi fido di voi- aggiunse Max, un attimo prima di scomparire all'incredibile velocità che solo i vampiri riuscivano a raggiungere, seguito a ruota da Xavier ed Evelyn.





*NdA: Ebbene si, sono ancora viva. Avrei voluto pubblicare questo capitolo in versione un po' più lunga ma, considerato il tempo attualmente a mia disposizione, ho capito che mi ci sarebbe voluto troppo e non volevo rimandare ancora l'aggiornamento. So che in questa nuova parte non c'è stata molta azione, spero comunque che non sia risultata troppo fiacca. In ogni caso, sappiate che la prossima sarà molto meno tranquilla!
Un grazie speciale a chiunque continui a sopportare i miei tempi biblici di pubblicazione
:)*

   
 
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