Serie TV > Shadowhunters
Segui la storia  |       
Autore: theprophetlemonade_    21/09/2017    6 recensioni
«Alexander, non ti spaventa — dice Magnus alla fine — sapere che puoi provare dei sentimenti così forti per qualcuno che una parte di te ancora crede di conoscere a malapena? Perché a me spaventa da morire. Qualcuno che un giorno spunta nella tua vita, all'improvviso, e ti lascia senza alcuna possibilità di scelta a riguardo».
Alec incontra, nello specchio del suo bagno, un uomo che afferma di essere dall'altra parte del mondo. Da quel momento in poi la situazione s'impenna.
[Malec + Sense8 Clusters!AU → NON È NECESSARIO CONOSCERE SENSE8 PER POTER LEGGERE LA FIC]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Clary Fairchild, Jace Wayland, Magnus Bane, Un po' tutti
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 13
 
 
Tornare nel suo appartamento è perturbante. La quiete lo avvolge, lo spazio vuoto è surreale, il modo in cui le sue ginocchia non lo reggono un istante prima che riesca a raggiungere il letto di Izzy è un segno di quanto sia stanco.           
Una lampada che Izzy non ha portato con sé è rovesciata al suolo, con la lampadina in frantumi, e Alec suppone che debba essere successo nella lotta con la guardia. C'è un'ammaccatura nel cartongesso della parete e pensa che anche quella sia una conseguenza dello scontro. C'è una sbucciatura sottilissima lungo le sue nocche, quindi magari è stata colpa sua. Non gliene importa, mentre crolla sul materasso nudo, con le braccia spalancate mentre fissa il soffitto.           
Giace lì per quelle che devono essere ore, al limite della veglia, ascoltando il tenue ronzio nella sua testa. È vagamente conscio di Jace e Simon che parlano sommessamente con Clary; di Raphael che mormora preghiere; di Maia che sta cercando di bloccarli tutti con le cuffie alle orecchie sull'aereo, anche se il suo piede non la smette di ballonzolare per l'energia nervosa.    
Alec non si muove fino a che non sente Jace afflosciarsi e Maia che brilla d'istinto protettivo e poi — sente Lydia. Non vuole pensare a cos'hanno passato oggi; non vuole pensare a cos'era quasi successo e alla possibilità che accada a qualcun altro. Non vuole pensare a cosa significa tutto ciò. È così stanco. Vuole solo crogiolarsi nella consolazione di sapere che Lydia sta bene. Deve farselo bastare per ora, perché sa che rimuginarci sopra troppo a lungo non farà che confonderlo.  
Non segue il sentimento fino a dove si trova Lydia, ma spinge il sollievo attraverso il legame e lei replica con profonda gratitudine.            
Si addormenta, finalmente, quando sa che è al sicuro.
___________________
 
Dopo che Magnus torna a controllare per far sapere a tutti che è arrivato a Sydney, Alec chiama Izzy. È a malapena consapevole dell'orario, quindi quando risponde con un borbottante: «Alec? Ma lo sai che ore sono?» si sente come se fosse precipitato improvvisamente sulla Terra, dopo essersene stato a fluttuare nella stratosfera per un po' di tempo.            
Non sa davvero come cominciare, quindi parla d'impulso, condividendo il suo segreto mediante le lunghezze d'onda del telefono, anche se probabilmente è sciocco e stupido, e presumibilmente Magnus lo sgriderebbe per questo, ma le sue palpebre sono troppo pesanti perché possa rifletterci su troppo.           
Non sono più solo io. 
Izzy gli chiede se abbia bevuto, in primo luogo, e quando insiste che no, non ha bevuto, è lei a tornare sobria, diventando silenziosa mentre Alec le racconta delle altre sette persone con cui condivide la propria testa. Le racconta di Jace, di Magnus, di come sia contemporaneamente la cosa migliore e peggiore che gli sia mai capitata, e poi quando ha finito sta in silenzio e attende il verdetto con il cuore in gola.
«Io —» inizia Izzy, esitante. «Sarà meglio che conosca Magnus, la prossima volta che sono a casa».     
Alec espira improvvisamente.           
«Certo. Sì. Sicuro. Lo conoscerai».
___________________
 
Magnus è occupato, quindi Alec non lo vede spesso durante le settimane seguenti. Rimane in Australia per quasi un mese, ma Alec lo capisce. Ovviamente lo capisce.   
Quindi sorride quando vede Magnus incidentalmente quand'è in metro, scorgendolo di sfuggita proprio prima che le porte della metro si chiudano; o si sporge a godersi un tocco quando Magnus appare nel sedile del passeggero dell'auto di pattuglia quando Raj è fuori a prendere il caffè, senza dire nulla, solo per dire ad Alec che sì, sta ancora bene.  
Alec trascorre il tempo con Jace e Simon, insegnando a Simon come combattere dopo che questi ha insistito e insistito e insistito. Si crogiola nella luce serale, eterea e adsorbente, nelle strade di Città del Messico al tramonto; si offre di accompagnare  Maia a casa ogni notte dopo il lavoro, anche quando gli dice che non ha bisogno di un babysitter.      
E poi Clary vola a New York per dare finalmente un'occhiata ai master in offerta e Alec la lascia dormire con riluttanza nella vecchia stanza di Izzy, anche se è segretamente felice di avere qualcun altro con sé nell'appartamento, sebbene solo per un weekend.          
È una sensazione strana all'inizio: essere nella stessa stanza senza aspettarsi che saltelli dentro e fuori dalla sua vita in qualsiasi momento, sapere che quando urta la sua spalla con la propria  è vero. È surreale per Alec: non si aspettava che Clary sarebbe stata la prima che avrebbe incontrato di persona. In un certo senso, pensa di star ancora aspettando qualcun altro — e sa di chi si tratta, non c'è bisogno che menta a se stesso — e condividere il proprio spazio con Clary Fray sembra ancora parte un sogno febbricitante perché Alec ci creda.       
Lo trascina al Met, che non è nemmeno lontanamente sopravvalutato come aveva borbottato una volta, e trascorrono la giornata a vagare nelle gallerie, con Clary che indica le opere che le piacciono e Alec che pensa a quali opere potrebbero piacere a Magnus.           
Mangiano in un locale etiope a Midtown che, sanno entrambi, Magnus consiglia, e poi inizia a piovere, il che fa ridere Clary, perché ovviamente la pioggia l'avrebbe seguita qui.
«La segue solo perché è gelosa» dice Jace, mentre si infilano in metropolitana, Clary sta usando la borsa per coprirsi i capelli e Alec con la giacca sollevata sopra alla testa. «Lei è come il mattino».     
L'amore splende luminoso nel cuore di Alec.  Scopre di conoscere questo sentimento già per qualcun altro.
___________________
 
Alec saluta Clary all'aeroporto e finge di non voler sorridere quando la allontana dopo un abbraccio e le dice bruscamente Basta così, Fray.          
Lei sorride, arricciando il naso, e gli dice che presto la vedrà molto più spesso e mentre Alec la guarda sparire fra la folla non può fare a meno di pensare che la vecchia stanza di Izzy non sarà di Izzy ancora per molto. Non sarebbe così male.       
Fischietta mentre torna in città — Simon sta di nuovo suonando la chitarra per Jace — e si ferma alla solita caffetteria in cui vanno lui e Raj per prendersi qualcosa di molto zuccherato, perché se lo merita. Salendo le scale del suo appartamento avverte una piccola fitta al fianco, dove si trova la cicatrice, ma non dura, qualcuno dall'altra parte del mondo sta spingendo il proprio supporto verso di lui attraverso il legame.
Armeggia con le chiavi con una mano, con l'altra tiene il caffè,  e quando apre la porta d'ingresso non reprime il sorriso che sboccia sul suo volto, come l'estate, quando vede Magnus appollaiato sul dorso del suo divano.      
«Ehi» dice Alec, chiudendo la porta e togliendosi le scarpe, prima di andare direttamente da Magnus. Lascia il caffè su un cassettone in corridoio e inspira a pieni polmoni il profumo del legno di sandalo. È più intenso del solito, con qualche sfumatura dolce che non ha mai annusato prima.   
Gli occhi di Magnus brillano mentre accoglie Alec; il suo sguardo è delicato e affettuoso e ricopre il corpo di Alec dalla punta dei piedi fino ai capelli, per poi concentrarsi finalmente sugli occhi di Alec.  
«La tranquillità ti dona, Alexander» dice.   
«La tranquillità mi fa sentire bene» dice Alec con una scrollata di spalle. Si sente bene e riconosce che probabilmente si tratta di quella cosa su cui sproloquia Jace chiamata felicità. Potrebbe abituarcisi. Non è nemmeno in grado di sopprimere il sorriso sulle sue labbra, che è così di frequente il suo passatempo preferito. Magnus lo imita e questo causa un nodo allo stomaco ad Alec. «Sei tornato a Brooklyn?».
«Sì. Sono arrivato stamattina» dice Magnus. Qualcosa di gioioso filtra nei suoi occhi, ma non è nulla di inusuale, riflette Alec. «Ho controllato il Presidente. Sembra stare bene, forse solo un po' arrabbiato per il fatto che sono stato via tanto a lungo. Ho dovuto ricordargli di tenere sotto controllo il proprio ego».
Alec ridacchia, dirigendosi silenziosamente verso la propria stanza per mettere giù il borsone prima di tornare da Magnus. Magnus non si è mosso, è ancora in piedi appoggiato al divano, con le caviglie incrociate. Gli occhi di Alec  guizzano verso le mani di Magnus e nota che le sue nocche sono un po' troppo tese dove si sta appoggiando sul braccio del sofà.        
«Sono contento che il Presidente sia bene» dice Alec, aggrottando leggermente le sopracciglia. Sente il legame fra di loro formicolare, come se stesse lottando contro un tic nervoso. Ma Magnus non è preoccupato o seccato o allarmato, quindi magari non è nulla  —.          
«Stavo, uhm  — pensando» continua Alec, sforzandosi di ignorare l'imbarazzo che sorge in lui. Il suo volto arrossisce e lui si tiene occupato andando a recuperare il proprio caffè nel corridoio, solo per portarlo in salotto e abbandonarlo sul tavolino da caffè. Recupera poi un libro che aveva lasciato lì la scorsa notte e lo riporta al suo posto sulla libreria, anche se sa di essere arrivato solo a metà. Magnus lo segue con lo sguardo per la stanza.            
«A, uhm». Alec deglutisce, serrando gli occhi. Fallo per te, si dice. È ora. «A noi. A come magari potremmo, uhm  — andare a bere un drink, qualche volta? Di persona. Se per te va bene?».          
«Alexander».
Alec inspira, voltandosi per guardare Magnus in faccia, aspettandosi qualcosa sul suo viso che gli avrebbe fatto precipitare il cuore.  Non c'è niente del genere, solo un minuscolo, divertito sorriso. È disorientante,  ma Magnus è sempre stato bravo a confondere Alec.        
«Se non vuoi, lo capisco» dice Alec velocemente, più che intenzionato a ritirare tutto in ogni caso. «Scusa se l'ho reso imbarazzante».          
«Non l'hai reso imbarazzante» dice Magnus. Il suo sorriso si allarga, come se stesse cercando di non ridere ad uno scherzo di cui Alec non è a conoscenza. «Questo drink. Quando avevi intenzione di andare?».
«Uhm» balbetta Alec con gli occhi spalancati. Sa di essere agitato perché inizia a gesticolare con le mani. «Quando sei — Quando sei libero tu? Com'è il tuo orario di lavoro?».          
«Che ne pensi di adesso?».   
«Adesso?».
«Sì. Proprio adesso». 
Alec aggrotta le sopracciglia, decisamente confuso. C'è qualcosa che non riesce a cogliere e Magnus lo trova infinitamente divertente.       
«Mi stai prendendo in giro?» chiede. Magnus ridacchia a bassa voce fra sé e sé, ma scuote il capo. Si alza dal divano e attraversa la distanza che intercorre fra lui e Alec. Non c'è dell'oro fra i suoi capelli oggi, ma anche il suo colore naturale è bello, pensa Alec. Gli occhi di Alec colgono le collane attorno al collo di Magnus e pensa che sembrino più brillanti del solito. Il suo sguardo percorre il blu profondo della sua giacca jacquard e scopre che riesce a vedere le filettature individuali nella fantasia del capo d'abbigliamento. Quando Magnus respira, Alec percepisce il refolo d'aria calda e umida all'altezza della sua gola.
«No. No, tesoro» dice Magnus. «Mai».       
«Quindi intendi davvero proprio adesso —?».       
Il pensiero di Alec si frantuma a metà frase quando Magnus lo tocca: timido all'inizio, più timido rispetto alle altre volte in cui Magnus l'ha toccato in passato, ma è — in qualche modo è —.          
Le mani di Magnus scivolano lungo i bicipiti di Alec, lungo i suoi avambracci, attorno ai suoi polsi; intreccia le dita a quelle di Alec e solleva le loro mani unite verso il suo petto, dove le tiene strette contro il battito del suo cuore. Caldo. È caldo, e Alec riesce a sentire la morbida seta della camicia di Magnus contro le sue nocche, il bordo di un'altra collana sotto il tessuto, l'arrendevolezza della sua pelle sotto la camicia.
Riesce a sentirlo. Si blocca.   
«Magnus —».
Magnus non è nella sua testa.           
Alec ritrae la propria mano e fa un passo indietro, urtando la libreria: il tappo della bottiglia con il proiettile cade a terra, tintinnando quando colpisce il pavimento.     
«Come sei entrato!» esclama Alec.   
Magnus ride, forte e sfacciato, ed estrae dalla tasca una chiave che fa ruotare attorno al mignolo.
«Pensavi che non sapessi dove tieni le chiavi di scorta, Alexander? Sono stato dentro la tua testa, ricordatelo».
Alec lo fissa imbambolato, aprendo e chiudendo la bocca mentre le parole annaspano sulla sua lingua.
«Tu — Tu sei davvero — Magnus, tu — no».         
Il sorriso di Magnus è così ampio ora che Alec pensa gli debbano dolere le guance.         
«Cosa devo dire per far sì che tu mi creda?» lo canzona. «Devo tornare alle tre del mattino? Aiuterebbe?».
«Io — Io non — Magnus».  
Alec lo raggiunge prima che Magnus possa replicare e preme le sue labbra con impeto su quelle di Magnus. Magnus si lascia sfuggire un rumore di sorpresa, ma è lì, a seguire Alec mentre Alec vaga all'indietro, verso il divano. Inciampano sui loro stessi piedi, atterrando con un tonfo sgraziato sui cuscini, i denti di Alec mordicchiano il suo labbro inferiore.         
Magnus ride affannosamente e poi Alec lo sta baciando di nuovo, aggrovigliando le mani nel bavero della sua giacca e tirando. Le dita di Magnus  premono sulle costole di Alec e il respiro di Alec si fa accelerato, e questo è —.
Questo è reale.          
Magnus è qui, e lui è con Magnus, e sono insieme, nella stessa stanza, finalmente.           
Inevitabile.
Alec si allontana e Magnus lo insegue per un istante, mentre gli occhi si aprono. Si fissano a vicenda, nessuno dei due disposto a muoversi mentre le loro fronti si sfiorano. Il respiro di Magnus è eccitato sulle labbra di Alec; i suoi occhi sono circoli scuri, le iridi sono eclissate dalle pupille dilatate; il suono che sfugge alle sue labbra non è nientemeno che una delizia.          
«È vero?» chiede Alec.         
«È vero» replica Magnus.     
Il bacio successivo è più delicato, con Alec che si spinge correttamente sul divano circondando con un braccio la schiena di Magnus, l'altra mano inclina il mento di Magnus verso di sé. C'è un sospiro e Magnus vi si scioglie. Qualcosa di appassionato e indescrivibile fluisce intatto dalle abili dita di Magnus dove toccano la parte inferiore della gola di Alec, sollevandosi per circondare le sue mascelle rese ispide dalla barba. Inclina la testa di Alec, approfondendo il bacio.
Ed è tutto. Nessuno ha detto ad Alec com'è baciare qualcuno in questo modo; com'è stare con qualcuno in questo modo; com'è conoscere  qualcuno in questo modo. Ne ha percepito dei frammenti da Jace e Simon, e sa che Clary ha condiviso del calore con lui quand'era qui, ma questo — Dio, questo — se questo, se l'amore all'interno del cluster è narcisistico, allora Alec canterà le proprie lodi fino alla fine dei tempi.
___________________
 
«Hai letteralmente vissuto a New York per tutto questo tempo e hai deciso di dircelo solo ora?» chiede Jace, con le mani sui fianchi, fumando dalla rabbia. «Alec lo sapeva? Alec, da quanto lo sai?».
«Non da molto» fa spallucce Alec da dove sta preparando la cena nella cucina aperta di Magnus. Raphael lo sta supervisionando, borbottando qualcosa sul come l'inattenzione di Alec darà come risultato qualcosa di bruciato. «Un paio di mesi?».          
Jace alza le mani all'aria.       
«Un paio di mesi! E mi stai dicendo che Magnus è stato avvilito riguardo a te per tutto questo fottuto tempo quando sapeva che vi trovavate nella stessa città e avrebbe semplicemente potuto — non lo so — risolvere la questione cercandoti nell'elenco telefonico? Cazzo!». 
Magnus è steso sul divano a sorseggiare un gran bicchiere di vino, i suoi occhi sono rivolti affettuosamente alla schiena di Alec. La sua espressione si raffredda quando il suo sguardo si sposta su Jace.
«Perché sei qui, Jace?» dice con tono piatto. «Va' a casa». 
«Non vado a casa finché non ho capito come tutto questo —». Jace gesticola ampiamente fra Alec e Magnus. «— abbia impiegato così tanto per succedere, come prima cosa, e poi, quand'è successo, voi due in qualche modo siate riusciti a tenercelo nascosto per un mese? Un mese, Magnus! E viviamo gli uni nelle teste degli altri!».     
«Tesoro» dice Magnus lentamente. «Dovresti essere contento che l'abbiamo tenuto nascosto. Ti saresti scandalizzato, in caso contrario».     
Jace esita, le sue guance assumono un colorito acceso.       
«Me ne vado» borbotta, rivolgendo di nuovo lo sguardo ad Alec prima di sparire. «Buona serata romantica, Alec».
Alec fa oscillare la spatola in segno di ringraziamento nella direzione di Jace e Magnus ride, gettando il capo all'indietro.
___________________
 
Quella sera cenano sulla terrazza del loft di Magnus, come fanno molte sere. Alec è contento di tenere il suo appartamento — soprattutto se Clary ci si trasferirà presto — ma non ci è tornato per un po', salvo per prendere un'uniforme pulita o dell'altra biancheria intima.     
Il cibo è buono e sa di Messico, i gusti danzano sulla lingua di Alec che gli fa biascicare le preghiere di Raphael, e Magnus lo guarda in adorazione. Quando i loro piatti sono vuoti, Magnus accende una candela o due per tenere lontano la notte mentre questa sgattaiola più vicina sopra il fiume.  New York brilla di luci, bianche e gialle e d'oro prezioso, e il riflesso della città sull'acqua sotto il Ponte di Brooklyn assomiglia alle stelle lassù in cielo, come sempre. La notte è chiara, senza nubi, nonostante il sole australiano riscaldi le loro schiene e la pioggia continui a picchiettare su un tetto che non è lì.
Magnus allunga un braccio sul tavolo per stringere la mano di Alec, facendo scorrere il proprio pollice sulle sue nocche. Alec lo fissa con uno sguardo che dice che c'è e Magnus si limita a inclinare le loro mani, come se volesse dire tutto.       
«Non è molto diverso da come ci siamo incontrati» dice Magnus.
«Cosa intendi?» chiede Alec, inclinando il capo. «L'ospedale —?».         
«No, no» dice Magnus, scuotendo la testa. Gesticola con la mano libera verso la terrazza e il pubblico circostante di una città che osserva, un voyeur delle cose che ha provato per l'uomo a cui ora stringe la mano. «La prima notte ti ho sentito lì». Magnus picchietta con un dito inanellato il suo petto.  
«Qui. Ero seduto lì fuori, a dire il vero, in una notte tranquilla come questa,  ed eccoti lì, finalmente. Nemmeno tu riuscivi a dormire».    
«Ti sentivi solo» dice Alec, umettandosi le labbra e corrugando un po' la fronte. «Me lo ricordo».
«Anche tu».   
«Ma ora non più».     
Il suono di una chitarra solitaria vaga dalle strade sottostanti della città — forse non questa città, ma un'altra, una qualsiasi altra città — e Magnus ride e Alec non riesce a fare a meno di sorridere. Altrove, Simon s'irradia d'orgoglio.            
Una volta che il loro vino è terminato, passano ai cocktail, su consiglio di Maia, e Alec scopre di non essere totalmente disgustato dal sapore, un po' dolce, un po' acido. Maia fa una smorfia che suona come un tch.
Mentre il blu profondo del cielo si trasforma in nero sfavillante, Clary fa malinconicamente una considerazione su un dipinto che le ricorda e Lydia concorda, lontana e al sicuro per il momento. Quando il fresco penetra nella loro pelle, Magnus si alza in piedi e offre entrambe le mani ad Alec, tirandolo in piedi. I loro petti sono vicini e Magnus si alza sulle punte per muovere furtivamente le labbra verso quelle di Alec.
Magnus tira e Alec lo segue, i suoi piedi sono un po' impacciati, specialmente quand'è coinvolto un gatto curioso che gironzola attorno ai suoi polpacci. Sul riflesso delle portefinestre Alec incontra lo sguardo di Jace, e il pensiero del loro primissimo incontro sfarfalla, riscaldando i bordi della sua memoria. Jace gli fa l'occhiolino e Alec alza gli occhi al cielo, il volto arrossisce.    
Sulla soglia della camera da letto Magnus strattona Alec verso di sé un'altra volta, gli occhi in fiamme nella luce soffusa. C'è del kohl sulle sue palpebre e dell'oro luccicante attorno al suo collo su cui Alec desidera aggrovigliare le proprie dita.   
C'è amore nel petto di Alec, e nella sua testa, e alle volte è sull'orlo del travolgente, ma in senso buono. Sette altre persone con speranze e sogni e vite si sono affidate a lui perché le proteggesse e le tutelasse; sette altre persone che ora amano questo sentimento impossibile che riempie tutte le cavità della sua gabbia toracica. Sa che lo sente anche Magnus.         
Magnus cade sul bordo del letto, una visione contro le lenzuola di seta rossa, e guida Alec in piedi fra le sue gambe. Alec appoggia le proprie mani sulle spalle di Magnus; le dita di Magnus si avvolgono sui suoi fianchi, agganciandosi ai passanti della cintura.        
«Mi stavo un po' stancando di stare ad aspettarti» dice Magnus. «Uomo nella mia testa».          
«È una buona cosa che sia qui ora» dice Alec.        
Le mani diventano carezze e le bocche diventano baci e il futuro diventa obliquo. Le possibilità si sparpagliano come ragnatele di fronte a loro, ma la sveglia sul comodino di Magnus segna le tre del mattino e di questo Alec si fida.            
Magnus sarà sempre una costante su cui fare affidamento.

 
Note della traduttrice: 

Allora... Essendo le note finali, ho preferito porle in coda al capitolo. Onestamente, non avrei saputo come commentarlo (non che ora cambi qualcosa, but still). 
Ci siamo, ormai. Fine. Devo ammettere che ho esitato per un attimo quando ho cliccato sulla spunta per segnare la storia come completa. Quando l'ho letta per la prima volta ricordo di aver desiderato che theprophetlemonade continuasse a scrivere all'infinito, perché amo il modo in cui scrive e configura i personaggi, amo la genialità nella fusione di questi due universi, ma soprattutto amo l'Alec e il Magnus di questa fanfiction. Non è una cosa che mi succede spesso. Tant'è che ho deciso di tradurla. 
Ci ho messo l'anima in questa traduzione, mi sono scervellata su alcuni passaggi per cercare di renderli al meglio, vista la bellezza della fic originale, ci ho lavorato per quasi un mese (Nené, tu lo sai!) e alle volte mi sembrava potesse non finire mai. Eppure, eccoci qua. 
So che tendo a diventare estremamente patetica e sentimentale quando termino una storia, ma non posso farne a meno. Voglio ringraziare tutti voi per aver letto questa meraviglia, per il supporto, il calore, l'affetto e l'entusiasmo con cui l'avete accolta. Voglio ringraziare i lettori silenziosi, chi ha iniziato a recensire non appena si è messo in pari con la lettura, chi addirittura non ha mancato di recensire nemmeno un capitolo. Insomma, chiunque abbia dedicato un po' del suo tempo a questa storia. Grazie davvero dal profondo del mio cuore. GRAZIE. 
Credo sia un epilogo perfetto per una fanfic meravigliosa. So che theprophetlemonade ha già dell'altro in cantiere, spero di poter avere l'onore e il piacere di poterla tradurre nuovamente e condividere le sue storie con voi. In ogni caso non vi preoccupate, non vi libererete di me: ho già sottomano altre due traduzioni sui Malec, per cui... tornerò presto alla carica! Se volete restare aggiornati sulle mie traduzioni, sui miei scleri e sproloqui ecc, aggiungetemi pure su Facebook o contattatemi in privato qui su Efp (giuro che non mangio nessuno, non siate timidi!). Oppure potete trovare comunque i miei contatti nella mia bio qui su Efp. 
Vi rimando infine ai link del profilo di theprophetlemonade su Ao3 e su Tumblr, mentre qui c'è la fanfic originale nel caso voleste provare a cimentarvi con la versione inglese. 
Che dire? Grazie ancora a tutti voi. A presto e un abbraccio forte a tutti quanti! 
Starsfallinglikerain. 

 
   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Shadowhunters / Vai alla pagina dell'autore: theprophetlemonade_