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Autore: jarmione    21/09/2017    1 recensioni
[crossover]
[crossover][crossover][crossover]Che cosa accadrebbe se la città di Storybrooke fosse popolata da altre storie e non da quelle che noi tutti conosciamo?
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Personaggi inseriti:
X-men -> Logan, Young Charles, Young Eric
Supercar -> Devon, Michael, Bonnie, KITT, Amy (mia OC)
Thor -> Loki
Doctor Who -> Eleventh, Clara
Dalton -> Joe, Jack, William, Averell, Evelyn (mia OC)
Adventure Time -> Simon/Re Ghiaccio, Marceline
Sherlock BBC -> Sherlock, Watson
Labyrinth -> Jareth, Sarah
Genere: Avventura, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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ATTENZIONE!
  1. Essendo che l’ambientazione è Storybrooke di “Once upon a time” ma non tratta i personaggi di quella serie, ho scelto di metterla nella sezione “Serie TV” categoria “Altro Crossover”
  2. Per chi segue la serie di “Once upon a time” premetto che non troverete i personaggi originali ma altri (segnalati nella INTRO e specificati poi sotto) e troverete le tempistiche un differenti.
  3. Ho messo tutti gli avvertimenti possibili e immaginabili anche OOC perciò se non siete amanti del genere SCONSIGLIO la lettura
  4. Critiche ben accette, non pretendo di essere un genio. Io provo, se non vi piace basta dirlo che provvedo a togliere la storia.
 
Ci vediamo da basso per alcune specifiche, buona lettura.

 
 
Jareth non si capacitava.
Sconfitto e respinto da una giocatrice.
Era una cosa troppo umiliante.
Lui, che le aveva fornito il libro con le “istruzioni” per raggiungerlo, l’aveva sfidata per primo facendola poi convincere di essere stata lei a sfidarlo.
Le aveva fatto superare il suo Labirinto e aveva fatto di tutto per ostacolarla.
Era persino riuscito a farla cadere ai suoi piedi, in un ballo, in un illusione che aveva creato per lei.
Era proprio in quel momento che Jareth aveva sentito il desiderio di sottomettersi a lei.
Ma Sarah Williams lo aveva respinto e questo non poteva sopportarlo.
Quel giorno nevicava.
Tutto era bianco, tutto era morto.
Lui era morto.
Non poteva continuare così
Un re non poteva essere trattato in quel modo, nessuno doveva osare umiliare il re di Goblin!
Sarah l’avrebbe pagata.
Per quanto lui, in fondo, amasse ancora quella ragazza, non poteva sopportare la sua lontananza.
Lei poteva anche essersi scordata, poteva anche credere che fosse tutto un sogno.
Non glielo avrebbe impedito, poteva avere tutte le credenze che ella desiderava, ma lui non dimenticava e mai avrebbe dimenticato.
Attese il calar della notte e, senza che i suoi sudditi si accorgessero, decise di recarsi nell’Aboveground.
Voleva vedere Sarah, voleva assicurarsi che stesse bene e voleva essere sicuro che di lui si fosse dimenticata.
La speranza era sempre l’ultima a morire, dicevano, ma la sua era morta già da tempo e per questo aveva deciso che la vendetta si sarebbe consumata sia che lei ricordava sia che si fosse dimenticata.
Mutò la sua forma, nessuno doveva notarlo, anche se sapeva che un barbagianni dalle ali dorate non era di certo comune.
Una volta nel mondo di sopra, dove anche lì nevicava fitto, si mise sui rami più vicini alla casa di Sarah.
Era splendida.
I suoi lunghi capelli corvini erano leggermente mossi e stava riordinando la sua stanza.
Jareth ebbe un mancamento.
Non c’era più niente.
La stanza aveva solo le cose necessarie, tutto il resto era sparito.
Portagioie, statuette, pupazzi, libri di favole e tutto ciò che un tempo allestiva al meglio quella stanza, era scomparso.
Forse un barlume di ricordi ancora c’era in lei, ma non voleva farlo riaffiorare.
Se Jareth fosse stato in forma umana, avrebbe distrutto qualcosa.
Quella era la goccia che aveva fatto traboccare il vaso.
Spiccò il volo.
C’era solo un uomo che poteva aiutarlo.
Volò verso le nuvole e abbandonò l’Aboveground, recandosi in un altro luogo.
Anche lì vi era la neve.
Jareth detestava vagare per i mondi, l’Aboveground era già diverso, lo tollerava di più.
Ma la Terra di Ooo era forse il peggior mondo che avesse mai visto.
Tutta quella gente colorata, troppo dolce.
Erano pochi quelli che veramente gli andavano a genio e tra quelli c’era il re Ghiaccio.
Quello era così stupido da cadere ai suoi piedi e fare di tutto per agevolarlo.
Volò fino alle montagne di ghiaccio e, una volta all’interno, riacquistò la sua forma umana.
“Re Ghiaccio!” esclamò.
La sua voce rimbombò per tutta la struttura.
“Re Ghiaccio!”
“Eccomi, eccomi, quanta fretta Ghunter!” il re scese dal sofitto.
“Re ghiaccio mi serve il tuo…aiuto”
Era una cosa indicibile chiedere aiuto per il re di Goblin, ma a volte doveva mostrarsi debole per ottenere le cose.
Si sarebbe rifatto alla prima occasione.
“Dimmi come posso aiutarti?”
“Vorrei…” chiederlo direttamente sarebbe stato stupido.
Sapeva dove teneva tutte le cianfrusaglie, poteva benissimo rubarla, ma perché essere così subdoli?
Alla fine era su Sarah che voleva vendicarsi non su di lui.
Sorrise malignamente.
“MI piacerebbe poter osservare la collezione del famoso re Ghiaccio”
A quelle parole, il re Ghiaccio sgranò gli occhi ed iniziò a piangere come un bambino.
Jareth sbuffò.
“Nessuno aveva mai voluto guardare la mia collezione!” piagnucolava “nessuno ama re Ghiaccio”
Dopo circa dieci secondi Jareth era sul punto di vendicarsi anche su di lui se non la finiva.
“Finito?”
“Si, vieni” rispose passando dal pianto irrefrenabile ad un sorriso smagliante che solo un bambino con il gelato poteva avere.
Erano sbalzi di umore che facevano pensare.
Il re ghiaccio saltellò allegramente verso una piccola porta.
Quando l’aprì, venne sommerso da un mucchio di libri e cianfrusaglie rotte.
“Prego da questa parte Ghunter”
Jareth rabbrividì.
Ghunter era un dannato pinguino che faceva da valletto al re Ghiaccio.
Essere paragonato ad un essere così insignificante era oltraggioso.
Entrò nello stanzino e si osservò attorno.
C’era un disordine incredibile.
Le uniche cose ancora sane erano delle mensole e un armadio, che Jareth non ebbe il coraggio di aprire.
Sulle mensole c’erano delle bottiglie e delle provette, ma solo una attirò la sua attenzione.
Una bottiglia di vetro nero, grande sì e no quanto la sua mano, con un etichetta bianca e la scritta rossa “NON TOCCARE”
Conoscendo il re Ghiaccio, sapeva che dopo poco si sarebbe dimenticato quello che aveva detto, perciò iniziò a fare il finto curioso.
“Cosa contiene quella?”
Il re Ghiaccio la osservò e cacciò un grido di terrore
“Se apri quella bottiglia accadranno cose catastrofiche!”
“Del tipo?”
Il re tornò tranquillo e allegro, facendo salire la rabbia di Jareth alle stelle.
“Niente di che” rispose alzando le spalle “se la apri scomparirà il nostro mondo e tutti gli altri, almeno penso ci siano altri mondi, me lo sono sempre chiesto, ti immagini altri mondi che…”
“Ora basta!” sbottò Jareth facendolo zittire “hai già detto fin troppo” e si mise la bottiglia sotto il mantello.
“Non vorrai mica usarla!”
“Al contrario” rispose Jareth sorridendo “ho intenzione di conservarla con molta cura”
“Ah va bene, se la metti così” uscirono dal ripostiglio “vuoi fermarti per una grigliata? Ho preparato delle ottime bistecche!” e tirò fuori dal nulla due bistecche avariate e congelate.
Jareth ebbe un tale ribrezzo che non rispose e mutò la sua forma, uscendo dalla montagna
“Fa buon viaggio Ghunter!”
“Simon!” una ragazza, che fluttuava a mezz’aria, spuntò alle spalle del re “chi era quello?”
“Non lo so”
“Come sarebbe a dire non lo so!?”
“Non ha importanza” iniziò a cuocere le due bistecche avariate “mangiamoci qualcosa, ti va Ghunter?”
“Bleah…Io mi chiamo Marceline!”
“Si si va bene Ghunter”
Marceline emise un sospiro esasperato.
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Charles aprì di colpo gli occhi.
Il respiro affannoso e la mani gli tremavano.
La sua reazione fece scattare Eric e Logan, che erano nella stessa stanza con lui.
Si alzò dalla sedia e corse fuori in giardino.
“Charles che succede?” domandò Eric, non ottenendo risposta.
Logan si preparò in difesa, fece spuntare i suoi artigli, che ritirò non appena capì cosa aveva fatto preoccupare il ragazzo.
Una coltre spessa di nubi color viola scuro si stava avvicinando velocemente.
“Ma che caz…?”
“Charles spiega!” lo spronò Eric.
“L’hanno aperta” disse “qualcuno sta cancellando il nostro mondo”
“Che significa?”
“Significa…che stavolta nessuno potrà fermare il guaio…verremo cancellati”
“Cazzo” Eric scosse la testa “io non mi faccio cancellare!” con movimenti veloci delle mani, iniziò a scagliare contro la nube qualunque cosa di ferro che gli capitava a tiro.
“Se è per questo nemmeno io!” Logan fece rispuntare gli artigli e, indistintamente dalle parole di Charles, chiese ad Eric di scagliarlo contro la nube.
“Logan sei impazzito!?”
“Se devo essere cancellato lo farò a modo mio”
“Non puoi fare niente!”
“Mi dispiace Charles” si intromise Eric “se così fosse, io non intendo starmene fermo a farmi travolgere da qualunque cosa sia quella roba”
Guardò Logan e chiese l’approvazione per il lancio.
Logan annuì ed Eric lo fece sollevare in aria, con un bel pò di fatica.
“Eric non farlo”
“Perdonami fratello” e scaraventò Logan verso la nube
“LOGAN!”
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Loki se ne stava seduto in un angolo della prigione in cui era stato rinchiuso.
Ormai si era rassegnato, ma sapeva che a breve sarebbe uscito e avrebbe avuto la sua vendetta.
Forse quel tempo non era molto distante.
Dalla città provenivano grida e urla disumane, eppure non aveva udito di eventuali attacchi ad Asgard.
Si alzò in piedi, i capelli spettinati, i piedi nudi e sanguinanti a causa dei vetri rotti in un impeto di ira.
Guardò dalla finestra.
La gente correva e urlava mentre una coltre di nubi spessa e di un colore viola scuro, che Loki riteneva abominevole, si stava avvicinando.
Qualunque cosa fosse, sentiva che gli sarebbe stata di aiuto.
Sorrise ed infine rise.
Perché crogiolarsi in quella cella maleodorante se la fuori c’era qualcuno che stava mettendo in atto un piano?
Avrebbe accolto quella nube a braccia aperte.
La sua vendetta poteva avere inizio.
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Il TARDIS iniziò improvvisamente a tremare, obbligando Clara e il Dottore ad aggrapparsi ben saldi per non cadere.
“Dottore…”
L'uomo guardò lo schermo del TARDIS.
Sembrava in tilt, non mostrava cosa stava accadendo.
“Avanti avanti!” Gli diede dei colpi e armeggiò con i pulsanti ma non ci fu reazione.
Clara, tenendosi ben salda a tutto ciò che trovava, tentò di avvicinarsi alla porta di entrata.
“Ferma!” Gridò il Dottore prima che lei aprisse “il campo d'ossigeno non è attivo!”
“Ma che succede?”
Il Dottore armeggio ancora con le manopole finché lo schermo presentò un immagine sfocata di ciò che c'era all'esterno.
“Oh no”
E il TARDIS si fermò di colpo.
Clara poté lasciare la presa e avvicinarsi a guardare
“Che cosa è?”
Il Dottore indietreggió.
Qualunque cosa fosse lo spaventava.
“È qualcosa di potente” disse “qualcosa di un altro mondo, che nessuno può fermare”
Clara iniziò a tremare.
Se il Dottore non poteva fermare qualcosa, significava solo che c'era da aver davvero paura.
“Di che si tratta? Dottore dimmelo”
Lui scosse ancora la testa
“Non lo so…odio non sapere” rispose “ma so che ci cancellerà tutti e noi siamo troppo vicino per scappare” si voltò verso Clara “mi dispiace Clara, non posso fare nulla”
La donna senti un battito in meno e guardò i Dottore 
“Dimmi che scherzi”
“Vorrei fosse così”
Lui sembrava rassegnato.
Clara non voleva crederci e pensava ad ogni modo per scappare.
Fu tutto inutile.
Il Dottore fece qualcosa di inaspettato.
La strinse dolcemente fra le braccia.
Poco dopo vennero travolti da una coltre spessa di nubi.
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“Sherlock!”
Watson salì più velocemente che poteva le scale del 221 di Baker Street.
Aveva il fiato corto e sudava freddo.
Giunto nell’appartamento dell’amico lo trovò vuoto.
La finestra era aperta.
Watson sospirò.
Proprio sul tetto doveva andare?
Si affacciò “Sherlock!” ma non ottenne risposta.
Un altro sospiro e andò nel ripostiglio, tirando giù la botola che dava sul tetto.
Prese la scala e andò sopra anche lui.
A causa della gamba non poteva usare di certo la grondaia come faceva il suo amico.
“Sherlock!” lo vide in piedi, che osservava lontano.
Osservava una coltre di nubi viola scuro che si avvicinava.
“Sherlock dobbiamo andarcene”
“Non c’è fretta Watson” disse Sherlock, con le mani nelle tasche dell’impermeabile e il volto impassibile.
Sul volto aveva uno strano sorriso.
“Ti sembra il momento di ridere? La gente sta dando di matto e tu ridi!?”
“Sei troppo agitato John, non riesci a vedere il lato positivo”
“Che c’è di positivo quando qualcosa minaccia la città!?”
Sherlock abbassò lo sguardo alcuni istanti, senza smettere di sorridere.
“Quando mi si propone un caso io lo accetto sempre”
“Ma questo non è un caso!”
“Certo che lo è, non vedi?”
John cercò di capire ma era troppo nervoso per pensare o fare qualcosa
“Tu sei pazzo!”
“Forse” Sherlock alzò le spalle “ma questo per me è un caso e voglio arrivare fino in fondo, anche a costo di dover subire le conseguenze io stesso”
La nube li raggiunse e vennero travolti.
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“Mamma!” Amy corse nell’ufficio di Devon, ignorando la regola del “bussa e poi entri”
“Amy!” esclamò la donna, che stava armeggiando dei documenti assieme a Michael e Devon.
“Mamma presto vieni!”
“Amy lo sai che devi bussare prima di entrare” la rimproverò Michael “che succede di così grave da farti correre?”
“Non lo so ma devi correre!”
“Michael, devi venire a vedere” anche KITT comunicò attraverso l’orologio di Michael.
A quel punto nessuno poteva ignorare la richiesta.
Michael e Bonnie corsero fuori, mentre Amy li seguì con Devon.
KITT era uscito dal garage e si era messo nel mezzo del cortile.
“Oddio che cos’è?” Bonnie spalancò la bocca senza parole.
KITT cercava di analizzare la situazione.
“I miei sensori non funzionano”
“Sembrano…nuvole” constatò Devon
“Color viola scuro?” Michael alzò un sopracciglio “KITT non riesci proprio a fare niente?”
“Mi spiace Michael, sembra inarrestabile”
Bonnie non aveva mai visto una cosa del genere, come del resto nessuno di loro, il suo unico pensiero andò alla ragazza.
“Amy vai dentro KITT”
“Ma mamma…”
“Fa quello che dice, Amy” confermò Michael “qualunque cosa sia, dentro KITT sarai al sicuro”
Amy eseguì e KITT sigillò le porte
“Non so se resisterò Michael” disse KITT “non ho idea di cosa ci colpirà”
“Preferiamo che sia tu a proteggerla”
“KITT…” Devon mise una mano sul tettuccio della Transamm “qualunque cosa accada proteggi Amy”
“Ma Devon…”
“Fallo KITT”
KITT non rispose.
La nube si avvicinò
“MAMMA! PAPA’!”
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“Joe guarda!” Averell indicò il cielo “gli indiani hanno fatto qualche magia!”
“E sai quanto mi interessa a me della magia” sbuffò Joe, che si annoiava e non riusciva a trovare un pieno per evadere da giorni.
“Ehm Joe, non ti pare una magia un po’ strana?” chiese William, guardando anche lui il cielo.
Una coltre di nubi viola stava venendo velocemente verso di loro.
Joe emise un ringhio di rabbia e si decise a guardare.
Rimase colpito quando la vide
“Ma che razza di magia è?”
“Magari ci fornirà cibo a volontà!”
Un sonore ceffone e Averell si trovò disteso a terra
“Sempre al mangiare sai pensare?!”
“Ehi ragazzi che succede?” Evelyn li raggiunse e, quando vide la nube, ebbe un brivido “che diamine è?”
“Non lo sappiamo” rispose Jack “però non mi piace”
Joe ragionò
“Ho un idea!”
Tutti lo guardarono
“Quella nube sembra abbastanza spessa per non far vedere niente a nessuno, approfitteremo del suo passaggio per uscire dal portone ed evadere!”
I fratelli si guardarono senza capire
“Ma scusa se non si vede nulla, come facciamo noi a vedere?”
“Semplice, andiamo vicino al portone tenendoci per mano, io lo aprirò, l’ultimo lo chiuderà e attendiamo che sparisca per fuggire”
“Geniale Joe!”
“Che schifo di piano” commentò Evelyn
“Che cosa hai detto pulce!?”
“Ehm Joe…” Jack richiamò la sua attenzione
“Che vuoi!?”
“Sarà meglio fare alla svelta perché sta arrivando”
“Presto tutti al portone!”
Il penitenziario era in pieno panico, nessuno li notava.
Si avvicinarono al portone e si presero per mano.
“Pronti?”
“Pronti”
“Joe io ho fame!”
“Piantala imbecille!”
La nube li travolse
 
 
 
 
Ciao a tutti!
Che ve ne pare?
Vi do alcune specifiche:
  1. Amy ed Evelyn sono due mie OC e, come avete notato arrivano da due serie ben specifiche. Amy da Supercar e Evelyn dai Dalton. Non serve che andiate a leggere le storie da cui provengono (se invece le leggete, mi fa comunque piacere) le descriverò meglio nei prossimi capitoli.
  2. Essendo che a Storybrooke ci sono tutti i personaggi delle favole ho pensato “Se le favole si sono create quando l’uomo le ha inventate significa che tutte le storie (serie TV e film compresi) sono vive in qualche altro mondo, perché non usarle?” e quindi ho pensato di togliere i personaggi della serie TV originale e metterci altri, ognuno avrà contatti con l’altro e le storie si mescoleranno.
 
Ringrazio chiunque si riuscito ad arrivare fino a qui senza annoiarsi e ringrazio chiunque mi lascerà una critica per due motivi
PRIMO: Le critiche mi aiutano a migliorare e quindi a crescere
SECONDO: mi aiutate a capire al schifezza che ho pubblicato XD
  
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