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Autore: morethanyouknow    21/09/2017    5 recensioni
Può l'utopico e famigerato castello di Hogwarts essere il posto sbagliato? Se il tuo nome è Alex Harvey, probabilmente sì. L'indole ribelle e curiosa della ragazza infatti le porterà non pochi problemi, nonostante tutti i maghi vedano del potenziale in lei da preservare con cura. Però una cosa è risaputa: i divergenti non si possono controllare, mai. E se due divergenti si trovano nello stesso posto, potrebbero essere ancora più letali. Alex trascorre un anno fatto di segreti, dubbi e troppi misteri perfino per un'avventuriera qual è lei. La sua vita diventerà un intricato labirinto, fin quando qualcuno non l'aiuterà a risolvere questo grande rebus.
[Crossover tra il contesto di Divergent e quello di Harry Potter, ma i personaggi sono completamente inventati da me].
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuova generazione di streghe e maghi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
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 -Per oggi va bene così - dico allontanando il libro con veemenza, cercando d'ignorare l'attrazione e la curiosità che sapevo di provare verso quei simboli e quelle parole che cospargevano la pagina sgualcita. -Non sei curiosa di scoprire la tua storia? Non puoi negare sia affascinante - insiste Nicho, azzittendosi appena si accorge della bibliotecaria che ci guarda di soppiatto. -Ho un lessico abbastanza vasto da poter conoscere il significato di quelle parole - rispondo, leggendo sottovoce le parole "intrepidi, candidi, pacifici, abneganti, eruditi". Mi concentro sulla parola a caratteri cubitali, "divergenti".
-Divergente significa diverso - interviene Nia.
-Smettila di rispondere con cose inerenti a quello che sto pensando, è davvero inquietante. Per caso sai leggere nella mente? - le chiedo scherzosamente.
-Tipica telepatia da amiche, immagino.
-Dubito, ci conosciamo da troppo poco tempo. Comunque non riesco a trovare alcun collegamento tra queste parole - osservo.
Il legame tra quegli aggettivi era solo uno dei tanti problemi riposti con cura nella mia mente, qualsiasi teoria era apparentemente impossibile da districare ed oramai mi sarebbe parso perfino strano trovare un senso a qualcosa. Usare la logica m'intrigava e m'innervosiva al tempo stesso, ma era risaputo che risolvere le incognite non era mai stato il mio forte, neppure a scuola. Il ticchettio insistente della pioggia che si abbatte sull'asfalto mi riporta alla realtà, impedendomi di frugare più a lungo tra i miei pensieri.
-Credete che qui ad Hogwarts possa esserci qualcuno in grado di aiutarmi? - chiedo a Nia e Nicho.
-Alex, tu credi davvero che ci sia qualcuno come te qui? Un divergente, intendo - sussurra Nicho. Inspiegabilmente, la parola "divergente" associata al mio nome mi risultava più familiare del resto della situazione, quasi l'apprezzavo.
-Malfoy lo è senza dubbio - mormoro.
-Lui è troppo pericoloso - mi ammonisce Nia, in un tono rigido del tutto in contrasto con il suo aspetto da bambina.
-Perché continui a ripetermelo? E'un Serpeverde, okay, ma... - comincio a dire.
-Non devi assolutamente fidarti di lui - replica pacatamente. - Non sai a che vai incontro.
-Di chi dovrei fidarmi allora? Di te che non mi hai detto nulla nonostante sembri sapere tutto? - sbotto, smarrendo quel residuo di pazienza che mi era rimasto dopo una giornata estenuante come questa.
-E'questo il problema di voi divergenti, siete troppo impulsivi e non sapete controllare la rabbia - mormora lei, calcando lievemente sulla parola "divergenti". Nonostante sembra aver il pieno controllo delle sue emozioni, le gote prendono la stessa tinta del color carota dei suoi capelli. - Finirai come lui se andrai dalla sua parte - aggiunge, abbassando lo sguardo. Percepisco una lieve sensazione di tristezza nei suoi occhi e nel suo tono di voce, come se stesse alludendo ad un ricordo particolarmente spiacevole che ha di lui. -Ne ho abbastanza di questi tranelli - ribatto, alzandomi e incamminandomi in fretta e furia verso l'uscita della biblioteca. Una parte di me spera di sentire Nia e Nicho che mi implorano di tornare indietro, un'altra è decisa a lasciar perdere i rapporti umani e a concentrarsi sulla sua vita e sul fitto mistero che la circonda. Nel corridoio incontro un volto familiare: è Natalie, intenta a passarsi un rossetto color porpora sulle labbra. Inaspettatamente si accorge della mia presenza.
-Hai già fatto il trasloco nella tua nuova camera da Serpeverde? Ho chiesto alla preside Smith di metterti in camera con me, del resto sono l'unica persona che conosci qui - mi dice.
-Io...ancora no, lo farò stasera, quando i Prefetti ci conduranno nelle stanze - rispondo, sbigottita dalla sua improvvisa gentilezza. - Comunque grazie del gesto. Spero non sia un piano per rendere i miei giorni qui un inferno.
-Figurati, ho altre vittime a cui pensare. Ma in che senso aspetti i Prefetti? Stanotte tutti gli studenti andranno ad una festa organizzata da quelli dell'ultimo anno, fuori dalle mura di Hogwarts! - esclama in fibrillazione. Penso a quanto questa situazione mi ricordi tremendamente il mondo dei babbani, dove la vita mondana è considerata da molti la vita perfetta, quella a cui tutti i ragazzi aspirano, fatta di feste, divertimento, conoscenze. Sembravo una delle poche persone a percepire in essa soltanto tanta frivolezza. 
-Dove si terrà la festa? - chiedo, non mostrando troppo interesse.
-Non so di preciso, conosco solo il punto d'incontro. Da qualche parte andremo - risponde Natalie, facendo spallucce.
-I professori lo sanno? - domando, già quasi certa della risposta.
-No e ovviamente non lo saprà mai nessuno di loro - replica lei.
-Allora passo, sono già finita nei guai una volta - le ricordo.
Lei annuisce guardandomi con un'espressione di (probabilmente finto) dispiacere e mi saluta, avviandosi verso il piano superiore, probabilmente per incontrare altre persone che parteciperanno alla festa. Frugo nella tasca ed estraggo la bacchetta, restando a fissarla in silenzio per qualche secondo. Ero felice di essere una strega ma non potevo ignorare il fatto che provassi una profonda invidia verso tutti quei maghi che usavano la bacchetta come se si trattasse del prolungamento naturale del loro braccio, quando gli veniva chiesto di fare degli incantesimi. Invece io non avevo alcun legame con la mia e per un mago non era un problema di poco conto. Quando passo davanti alla camera in cui alloggiavo quando ero una Tassorosso, mi accorgo che la valigia è già pronta fuori dalla porta. Probabilmente Nia doveva averla riposta fuori dopo il nostro litigio, così avrebbe evitato di vedermi. Non potevo biasimarla. Mi faccio forza e l'afferro, sollevandola fino ai sotterranei, l'alloggio dei Serpeverde. Provo a bussare alla prima camera e mi apre una ragazza dai capelli castani crespi e voluminosi, gli occhi azzurri e il viso di forma rotonda. Appena mi vede assume un'espressione spaesata.
-Scusami, non volevo disturbarti - mi giustifico. - Sai dov'è la camera di Natalie?
-E'questa - risponde lei. - Tu devi essere Alex, la nostra nuova compagna, benvenuta. Sono Sarah.
-Grazie, sei gentile. Molto per essere una Serpeverde e amica di Natalie.
-Non siamo particolarmente amiche ma non è così male - replica, aiutandomi a sistemare la valigia all'interno della stanza.
-Già, purtroppo spesso le persone che ti deludono sono quelle che sembrano le migliori, all'apparenza- mormoro, pensando a Nia. - Stasera andrai a quella specie di festa? - aggiungo.
-Sì, ci andranno tutti e io sono già vista come quella riservata, timida e noiosa, se non ci andassi perderei l'interesse di chiunque all'interno dei Serpeverde - risponde.
-Chissenefrega, il giudizio della gente non è così importante - ribatto. - Mi sarei già dovuta puntare una pistola alla tempia, altrimenti.
Sarah sorride. - Magari riuscissimo a pensarla tutti come te. Comunque la festa è un'occasione per divertirsi, non succederà nulla di che.
-Lo spero per voi. Credevo che la preside fosse un po'meno sveglia ma non ci ha messo tanto a sgamarmi quando sono andata nella Foresta Proibita - rido.
-Prega per me che non succeda. Ci vediamo dopo allora - risponde, uscendo dalla stanza e indossando di fretta una felpa con il cappuccio sopra la divisa della scuola.
Mi stendo sul letto a contemplare il soffitto per un po', decidendo di evitare di esercitarmi con gli incantesimi e demoralizzarmi ulteriormente. Guardo la vasta libreria in legno poggiata alla parete e afferro uno dei libri riposti in bella vista sul primo scaffale. Mi rendo conto che tratta della storia di Salazar Serpeverde, il fondatore della Casa. Riesco a leggerlo interamente in meno di un quarto d'ora, a causa della mia lettura veloce e della memoria visiva che da sempre mi hanno concesso di apprendere in fretta. Nei minuti restanti cerco di prepararmi alcune scuse per giustificare i miei compagni, nel caso la Preside dovesse sgamare il loro atto di trasgressione nei confronti del Regolamento. Una parte di me mi dice che sarebbe stato meglio partecipare come tutti gli altri ed evitare questa muta e sonnolenta sera, l'altra si congratula per non aver seguito l'impulso e aver dato retta al buon senso, situazione rara. Mentre sono assorta nei miei pensieri sento una voce che ripete "Alex" in tono persuasivo, oscuro e quasi disumano. Mi convinco che è solo frutto della mia immaginazione e mi metto sotto le coperte, dopo aver chiuso a chiave la porta della mia camera. Provo a chiudere gli occhi ma percepisco ancora dei sospiri pesanti, provenienti da qualche parte indefinita del castello. "Alex, vieni. Passa dalla mia parte, posso aiutarti. Ci vediamo nei corridoi" ripete la voce, che stavolta somiglia più a un sussurro. Esco dalla stanza e mi incammino verso i corridoi, decisa ad incontrare colui che mi aveva parlato: poteva essere un rischio ma ero fermamente convinta di star facendo la cosa giusta, di poter aver finalmente il pieno controllo sui miei poteri. Sento il corpo paralizzarsi quando mi accorgo della figura che mi sta osservando, al centro del corridoio. E'un'ombra nera e indefinita, di cui i lineamenti sono appena visibili. Nonostante ciò, riesco a percepire il sogghigno che ha dipinto sul volto ed è abbastanza terrificante da suscitarmi tremolii lungo tutto il corpo.
"Ci incontriamo finalmente" lo sento mormorare. Indietreggio di qualche passo, conscia che fuggire potrebbe essere la scelta meno indicata. L'ombra si trascina in avanti di più di qualche metro in pochi secondi, esattamente con la stessa velocità con cui strisciano i serpenti. "Devo mettermi in salvo" penso, maledicendomi per non aver fatto pratica con la magia. Noto che l'ombra stringe tra quelle che dovrebbero essere le sue braccia una bacchetta simile alla mia. "Qualsiasi strega tu sia, vai eliminata" dice tra i denti, abbastanza forte perché io riesca a sentirlo. Improvvisamente urla un "Crucio!" e una scintilla di luce mi attraversa il petto, scaraventandomi contro un pilastro e facendomi battere la nuca. Mi rialzo nonostante il dolore logorante che l'incantesimo mi ha provocato. Sento le gambe cedere pian piano e la vista annebbiarsi, ma cerco di restare in piedi e di combattere. Lascio da parte la bacchetta e gli incantesimi e chiudo gli occhi, spingendo la mano verso quella macabra figura. Ad un tratto sento delle braccia che mi allontanano con non troppa forza ed una voce pronunciare un "Avada Kedavra" deciso. Riapro gli occhi e mi accorgo che dell'ombra non c'è alcuna traccia. Matthew Malfoy è in ginocchio al centro del corridoio e sta impugnando la bacchetta nella mano destra, dove ha diversi graffi. Mi chiedo se se li sia procurati durante l'istantaneo combattimento.
-Mi hai salvato la vita - gli dico. - Ero comunque in grado di combattere da sola.
-Ti fa così schifo essere grata a qualcuno nella tua vita, per una volta? - risponde, alzandosi.
-Ti sono grata ma... -
-Gli stavi facendo capire di essere una divergente non utilizzando la magia tipica di Hogwarts, Alex. E'il tuo segreto, nessuno a parte me deve saperlo, per niente al mondo - replica lui.
-Vuoi dire che tu non sei come me? 
-Credevo fosse palese che anch'io fossi un divergente. Tu sei solo più inesperta e incosciente - risponde.
-Hai usato la bacchetta, prima - osservo.
-Questo è un tipo di magia che si apprende. Ti addestrerò se vuoi e se ti dimostrerai meno indisponente, magari - ribatte.
-Primo consiglio? - chiedo.
-Cerca di stare poco in mezzo alla gente.
-Vuoi dire che il primo passo per essere divergenti è essere soli? - domando.
-Voglio dire che i divergenti non possono essere controllati e a tutti fa paura una mente non influenzabile. Si può essere soli in due, sai. Buonanotte, credo che per oggi nessun altro mostro assalterà Hogwarts - risponde, andandosene. Resto per un po'ad osservarlo riflettendo sul significato della frase "si può essere soli in due" e cerco di trattenere un sorriso.


Angolo autrice!
Dunque, innanzitutto scusate se non ho aggiornato per un po'di tempo, sono stata davvero tanto impegnata. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, se avete qualunque curiosità/suggerimento/opinione lasciate una recensione, mi sarebbe senz'altro d'aiuto e ve ne sarei molto grata. Ne approfitto per ringraziare chi ha lasciato le sue preziosissime recensioni, come GothicGaia, Imfangirling, Willow___98 e sagra. Alla prossima!

 
   
 
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