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Autore: Jo The Strange    24/09/2017    2 recensioni
“E se la mia vita fosse basata su una menzogna?”
Questo è ciò che Aranel si chiede da quando era una ragazzina. Una fanciulla londinese, derisa da sempre per il suo aspetto, simile ad un Elfo, si ritroverà catapultata in un mondo sconosciuto grazie ad un ciondolo donatole dalla madre in punto di morte, lo stesso mondo dal quale provengono i suoi genitori. Tutti sembrano conoscere la sua storia, divenuta quasi leggenda, tranne lei stessa. Sarà per questo che Aranel si unirà alla bizzarra compagnia di Thorin Scudodiquercia, alla ricerca delle risposte di una vita e della sua vera identità. Ma il male trama nell’ombra e la strada da percorrere è lunga quanto pericolosa. Tuttavia tra fughe, battaglie, segreti e menzogne Aranel scoprirà di essere inesorabilmente parte di quel mondo e soprattutto imparerà ad aprire il suo cuore a dei nuovi amici e ad un nano molto speciale...
Spero di avervi incuriositi, buona lettura!
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Compagnia di Thorin Scudodiquercia, Gandalf, Legolas, Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 17: UNA NOTTE TRA INCUBI E MALINCONIA

-Quello cos’è? – con gli occhi fuori dalle orbite più che mai, Ori era sull’orlo dell’infarto. Come tutti noi, del resto.

-Il nostro anfitrione – disse Gandalf pacatamente - si chiama Beorn. È molto forte ed è un mutatore di pelle-

Io lo guardai con aria interrogativa, dal momento che ignoravo totalmente che cosa potesse essere un mutatore di pelle. L’unica cosa simile al termine “mutatore di pelle” che mi venne in mente furono i serpenti, che dopo la muta lasciavano le loro carcasse di pelle morta in giro.

E la cosa mi fece un po’ schifo…

Eppure anche questa volta non fui l’unica a non sapere un accidente: - Cosa? un pellicciaio che spaccia le pelli di coniglio per pelli di scoiattolo? - chiese Bilbo sconvolto.

-Per tutti i Valar, certo che no» disse Gandalf burbero -Non essere sciocco, signor Baggins e per carità non pronunciare di nuovo la parola pellicciaio a meno di cento miglia di distanza dalla sua casa! È un mutatore di pelle. Muta la sua pelle: talvolta è un grosso orso nero, talvolta è un uomo forte dai capelli neri con due grosse braccia e una gran barba –

Anche con questa accurata descrizione non riuscii a capire che diavolo fosse un mutatore di pelle ma non diedi troppa importanza alla cosa, anche perché avevo la netta sensazione che lo avremmo incontrato molto presto.

Mi concentrai invece sulla casa: non avevo mai visto un posto così in tutta la mia vita. Era tutto gigantesco, come se ci abitasse il Gigante della fiaba “Jack e il fagiolo magico”, le travi e le colonne erano di un bellissimo legno chiaro, intarsiate con motivi floreali e altri disegni bellissimi. Era un posto tranquillo, ordinato e accogliente che trasmetteva un senso di protezione e sicurezza. Un odore dolce di miele, cera d’api e legno impregnava ogni cosa.

Respirai a pieni polmoni quell’aria, sentendomi finalmente al sicuro, almeno per qualche ora.

-Bene, ora mettetevi tutti a dormire – ordinò Gandalf, intimandoci di raggiungere quella parte della casa adibita a mangiatoia, dove l’aria era più calda e c’era del soffice fieno su cui sdraiarsi. Così, dopo esserci diretti lì, presi posto vicino al mio amico Hobbit e in pochi minuti mi addormentai.

 Quando aprii gli occhi, il terrore pervase il mio corpo e la mia mente.

Ti prego, non di nuovo, non di nuovo…

L’accogliente casa di Beorn era sparita e attorno a me regnava il caos più assoluto: case che andavano a fuoco, gente che urlava e piangeva e l’agghiacciante verso di un drago che risuonava nell’aria.

Sai benissimo che è un sogno, devi solo svegliarti, mantieni la calma.

Eppure non riuscivo a muovermi: era come se tutto ciò che avevo intorno fosse reale, come se anche io facessi parte di quel panorama apocalittico. Sentivo la voce di una bambina chiedermi aiuto, la sua leggera voce, come un sussurro, che tante volte avevo già sentito. E puntualmente accadeva l’inevitabile: la bimba veniva bruciata viva dalle fiamme diaboliche del Drago davanti ai miei occhi, insieme a molti poveri altri innocenti.

A questo punto mi svegliavo. Ma non stavolta.

Ero ancora lì, immobile, in mezzo alla Desolazione di Smaug: il terrore di non essere più nella casa di Beorn e di essermi persa nei meandri dei miei incubi non fece altro che spaventarmi di più. Mi guardai intorno, il cervello completamente offuscato, cercando di trovare un modo per andarmene di lì.

Ma in tutta quella baraonda non riuscivo a pensare a niente se non alla carneficina che si stava consumando davanti a me. Sentii la terra tremare sotto i miei piedi per il violento ruggito del Drago, bambini disperati che piangevano accucciati vicino alle macerie delle loro case.

E io ero immobile. Qualcosa, non solo la paura o il terrore mi impediva di muovermi. Era come essere circondata da una barriera invisibile.

Ero solo una spettatrice.

Ad un tratto, qualcosa catturò la mia attenzione, qualcosa che mi lasciò a bocca aperta: lunghi capelli del color della luna celati da un pesante mantello scuro ed Endacil, la Vittoriosa stretta in una mano troppo piccola per essere quella di un uomo. Correva, tenendo tra le braccia un bambino che piangeva disperatamente.

Non vedevo il suo volto, ma ero sicura che si trattasse di mia madre. E quel bambino dovevo essere io.

La chiamai a gran voce più di una volta, dal momento che mi era impossibile muovermi. Urlai fino a sentir bruciare la gola. Il desiderio di vederla viva, così reale era così forte che ero sicura che sarei svenuta per l’emozione.

Un grido più forte degli altri forse la raggiunse perché la vidi bloccarsi. Stava per girarsi verso la mia direzione, stava per guardarmi, quando una violenta luce bianca prese il posto di quel triste paesaggio ed io ebbi come la sensazione di cadere nel vuoto.

Non ora, ti prego…

Spalancai gli occhi, ma ciò che vidi mi lasciò amareggiata: la casa di Beorn era sommersa da un silenzio quasi surreale e i miei amici dormivano sereni tra le enormi balle di fieno della mangiatoia. A fianco a me, Bilbo ronfava a bocca aperta, russando non poco.

Sorrisi tristemente per quello spettacolo e mi diressi in cucina. Con non poca fatica mi issai su una seggiola gigantesca e dopo aver preso una ciotola mi servii del latte fresco che troneggiava in un’enorme caraffa al centro del tavolo.

Quel piccolo gesto mi fece tornare in mente quando ero piccola e mi svegliavo nel bel mezzo della notte per un temporale o per un incubo e andavo a svegliare mia madre. Dopodiché lei mi portava giù in cucina e mi riempiva un bicchiere di latte.

“Te lo hanno mai raccontato che tutte le paure svaniscono di fronte alla dolcezza del latte? – domandò Lilith.

Io scossi la testa: -Secondo me te lo sei inventata! –

-Amore lo sai che non ti dico bugie! Bevi qualche sorso e vedrai che ti sentirai meglio! –

Il ricordo della mia mamma e il fatto di non essere riuscita a vederla, anche solo per un secondo, in quella visione, sgretolò anche l’ultima briciola di forza che avevo in corpo e iniziai a piangere come una bambina: mi mancavano i miei genitori, la mamma, papà che probabilmente a Londra stava impazzendo dal dolore per la mia scomparsa.

Da una piccola tasca interna del mio cappotto tirai fuori la pergamena che avevo sottratto da casa mia: la stirai per bene e iniziai a fissarla. Mio padre era quasi irriconoscibile con quei lunghi capelli castani e la barba incolta, mentre mia madre era sempre la stessa, con i suoi occhi dolci, il viso roseo e i capelli biondissimi.

-Un po’ di nostalgia, bambina mia? – La voce di Balin mi fece sobbalzare.

-Direi parecchia… - sussurrai io, asciugandomi le lacrime. Mi soffiai il naso e lo invitai a sedersi accanto a me.

-E’ normale avere nostalgia delle persone che amiamo – continuò il nano – Quando non sono vicino a noi è come se ci mancasse qualcosa, come se non tutti i pezzi fossero al loro posto. Anche a me manca molto la mia famiglia, sai? –

-Hai lasciato tua moglie e i tuoi figli per questa missione? – domandai io.

Balin scosse la testa, accennando un sorriso del tutto privo di gioia: -No mia cara, purtroppo non ho né moglie né figli. Io e Dwalin abbiamo lasciato nostra sorella Lynn sui Monti Azzurri, con i nostri nipotini… loro sono l’unica famiglia che ci resta e più di una volta mi sono ritrovato a domandarmi se effettivamente stessi facendo la cosa giusta –

-Io penso di si. State facendo qualcosa di grandioso, un’impresa che nessuno in questo strano mondo ha mai pensato di fare. E’ dura, certamente, ma sono più che convinta che sia la cosa giusta e che per me sia stata una grande fortuna essere capitata in questa compagnia –

A Balin vennero gli occhi lucidi e mi fece segno di abbracciarlo. Lo strinsi forte a me e gli feci un gran sorriso: per la prima volta nella mia vita mi sembrò quasi di parlare con un nonno e pensai a come sarebbe stata la mia vita se li avessi avuti con me.

-A proposito, mia cara… - accennò Balin, sciogliendosi dall’abbraccio – Hai avuto qualche incubo? Ti ho visto agitarti parecchio nel sonno –

Evitai di raccontargli la verità. Balin pareva così contento che mi sarebbe dispiaciuto rovinargli il sorriso per un mio sciocco incubo: -Niente di che, solo qualche brutto sogno –

Lui annuì, augurandomi la buona notte e si diresse verso la mangiatoia. Lo seguii poco dopo, ma invece di tornare al mio giaciglio raggiunsi Thorin e mi accoccolai tra le sue braccia, stringendomi al suo petto.

-Mmmh… Aranel, sei tu? – domandò Thorin, sbadigliando.

Io annuii silenziosamente: -Voglio solo stare lontana dagli incubi per qualche ora -

Spazio Autrice:

Salve a tutti, miei cari lettori!

Lo so, sono una persona orribile e meschina, ma vi supplico non linciatemi! Il fatto di aver ripreso la scuola e di essere (finalmente) all'ultimo anno non mi aiuta per niente nella stesura di questa storia, a causa del poco tempo libero che mi rimane tra studio e  allenamenti di pattinaggio. (Vedi la mia prof di italiano che il primo giorno entra in classe  proclamando ad alta voce: "Ragazzi, mancano esattamente  279 giorni, 20 ore e 2 minuti alla maturità" MA GRAZIE OH!)

Comunque, tornando alla nostra storia, spero che questo capitolo vi sia piaciuto! Chi ha colto che la descrizione di Beorn fatta da Gandalf è la stessa del libro?? Immagino tutti... ma vabbè. Gli incubi di Aranel tornano di nuovo a turbarle il sonno anche se questa volta succede qualcosa di strano e la visione cambia... Che cosa sarà successo? SEGRETO!!! La seconda parte, quella con Balin è stata forse una di quelle che ho adorato di più scrivere in assoluto! (Precisiamo che la storia della sorella e dei nipotini è del tutto inventata da me).

Per quanto riguarda i ringraziamenti, vorrei fare una mezione particolare a LaViaggiatrice che ha aggiunto la storia alle preferite, alle seguito e mi ha omaggiata con una bellissima recensione! Ringrazio anche la mia super diletta ThorinOakenshield che mi rimane sempre fedele! SIETE FANTASTICHE!

Per questa settimana è tutto e (teoricamente ahaha) vi aspetto la settimana prossima per un nuovo capitolo!

Un bacione,

                  Jenny

   
 
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