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Autore: Dragasi    26/09/2017    2 recensioni
Due gemelli Nati Babbani scoprono di essere dei maghi e di pote frequentare la scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
È incredibile quanto poco tempo serva per stravolgere la tua vita. Nel mio caso sono bastati circa una decina di minuti, insieme ad un altro paio di ore per comprendere la cosa ed in quanto ad assimilarla… non lo so ancora.
Genere: Avventura, Commedia, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Minerva McGranitt, Neville Paciock, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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2 settembre 2007
 
Stamattina si son svegliate presto anche le mie compagne di stanza e quasi tutte abbiamo condiviso la sorpresa per ciò che è successo alle nostre divise durante la notte: le nostre cravatte sono diventate rosse e ore, lo stemma della scuola è stato sostituito con il blasone di Grifondoro, l'interno dei mantelli è diventato rosso e sul pullover sono comparse, ad ornare gli orli, delle sottili strisce con i colori della casa.
Rimasi imbambolata un momento prima di decidermi a chiedere i nomi alle altre, dopotutto condividerò con loro il dormitorio per gli anni a venire. Sono altre sei ragazze: Lucy, Amber, Lea, Rosaline, Violet e Zoe.
Abbiamo chiacchierato per alcuni minuti e ho scoperto così che Zoe e Lea hanno entrambi i genitori Babbani, Rosaline, Amber e Violet entrambi i genitori maghi e Lucy ha il padre ferroviere e la madre medimaga.
Decidendo che avrò il tempo di conoscerle con calma, mi affrettai a vestirmi e a scendere per incrociare Ben e Allen e andare a colazione.
Arrivammo nella sala comune quasi contemporaneamente e subito ci incamminammo per andare a fare colazione. Nonostante l'ingente quantitativo di cibo ingerito solamente ieri sera, io ed il mio gemello avevamo parecchia fame.
«Stamattina quando ho visto la cravatta rossa e oro per poco non ci rimanevo secco!» commentò Ben allegro mentre stavamo scendendo le scale nella speranza di ricordarci il percorso per raggiungere la Sala Grande.
«Dire che dovresti essere abituato alla magia!» commentai io ridacchiando.
Allen scrollò le spalle, c’erano cose più importanti per lui: «Ieri sera prima di dormire ho progettato una perfetta scaletta di esplorazione. Questa mattina esploriamo i primi quattro piani della scuola, dopo pranzo ci aspetta il parco e, una volta finito quello, abbiamo i restanti piani della scuola da affrontare»
Ben lo guardò con tanto d’occhi ed io non riuscì a trattenermi dal ridere, doveva ancora abituarsi a mio fratello.
«Bene, ottimo piano. Stamattina Amber, una ragazza del mio dormitorio, mi ha detto che i suoi sostengono ci sia una piovra gigante nel lago della scuola, voglio scoprire se è vero!»
Gli occhi del mio gemello si illuminarono mentre esclama all’unisono con Ben: «Una piovra gigante?! Voglio vederla!»
Tutti e tre entusiasti proseguimmo quasi trottando verso la Sala Grande. Mentre eravamo a metà di una rampa di scale, questa si mosse di colpo, quasi facendoci perdere l’equilibrio.
«Ma che diamine succede?!» esclamai io, mentre afferravo il corrimano per tenermi.
Allen si voltò verso Ben, nella speranza di ricevere spiegazioni. Lui sembrava sorpreso quanto noi, ma ci volle poco perché iniziasse a parlare: «Ieri sera, uno dei due prefetti ha detto che le scale hanno l’abitudine a cambiare»
Io e Allen ci guardammo imbarazzati: entrambi eravamo stati troppo impegnati ad osservare i quadri parlanti, piuttosto che ad ascoltare quello che ci veniva detto.
La scala si fermò e Ben fece spallucce prima di dire: «La Sala Grande è in basso, tanto vale scendere»
Noi annuimmo e proseguimmo verso il basso. Dopo un percorso di venticinque minuti, siamo finalmente riusciti a conquistare la Sala Grande. Domattina dobbiamo impiegarcene assolutamente di meno o rischiamo di fare tardi il primo giorno di lezione.
I tavoli erano già imbanditi con caraffe di succo, frutta, cereali, yogurt, latte freddo, salsicce, uova cucinate in tutti i modi possibili, bacon, porridge, budini e ogni pietanza che si potesse immaginare per la colazione. Allen mi guardò entusiasta e ricambiai l’espressione: di sicuro non faremo la fame a scuola e non abbiamo nemmeno mamma e papà a dirci di non esagerare.
Ci siam seduti a tavola entusiasti e subito mi son versata nel calice quello che pensavo fosse succo all’ACE, ma appena ne ho bevuto un sorso mi sono accorta di aver sbagliato: sapeva di zucca!
Ben doveva aver notato la mia espressione stranita, perché si mise a ridacchiare prima di dire: «È succo di zucca quello, ti piace?»
«Credo di sì, è strano» commentai, mentre ne prendevo un altro sorso.
Allen si è affrettato a versarsene un calice abbondante per berlo praticamente tutto d’un fiato: «È buono!»
Io lo guardai sorridendo. Sono contenta di condividere questa avventura con lui, sembriamo due bambini piccoli che stanno scoprendo il mondo: entusiasti per ogni cosa e impazienti di scoprire cose nuove.
Ci rimpinzammo per bene e, proprio mentre ci stavamo per alzare, ci raggiunse il professor Paciock.
«Buongiorno, ragazzi, spero vi stiate trovando bene qui. Son venuto per darvi i vostri orari, dopotutto mi tocca fare il lavoro da direttore della Casa» e dicendo queste parole ci consegnò un foglio di pergamena a testa con sopra scritto il nostro orario.

Tutti e tre rimanemmo alcuni istanti con il naso incollato all’orario. Quando alzammo lo sguardo Allen decretò: «Io non vedo l’ora di fare Incantesimi! Ma ora abbiamo un’esplorazione che ci aspetta!»
Ci alzammo dalle panche mettendo gli orari piegati in una tasca interna del mantello, tasca poco al di sotto di quella per la bacchetta, e uscimmo dalla Sala Grande.
Sia io che Ben ci ritrovammo d’accordo sul seguire il piano di esplorazione studiato da mio fratello. Siamo passati davanti a delle grandi clessidre con delle pietre preziose che ieri sera, vuoi per le emozioni, vuoi per le troppe cose da vedere, abbiamo completamente ignorato. Non ci è voluto molto per capire che si tratta del metodo per tener conto dei punti delle Case: sopra ogni clessidra c’è l’animale della Casa e le pietre sono smeraldi per Serpeverde, zaffiri per Corvonero, topazi per Tassorosso e rubini per noi Grifondoro.
Proseguendo nel nostro progetto risalimmo al primo piano per iniziare a esplorare la scuola secondo il piano ordito da mio fratello.
Il primo piano ci sembrava piuttosto tranquillo, sulle porte in legno massiccio sono fisse delle targhette ad indicare di che stanza si tratta, avevamo incontrato solamente aule, l’ufficio del direttore della nostra Casa e l’infermeria, almeno fino a quando non arrivammo ad un bagno per le ragazze sulla cui porta troneggiava un vistoso cartello con scritto: “Fuori servizio”.
Ci fermammo davanti alla porta e tutti e tre ci guardammo. Non potevo negare di essere curiosa, mi sembrava strano che in un castello straripante magia potesse esserci un bagno fuori servizio.
«Che dite, entriamo?» dissi, con tono decisamente incuriosito.
Allen e Ben fecero entrambi spallucce prima di annuire, così io aprì la porta e mi intrufolai all’interno, seguita dai miei due compagni.
L’interno era decisamente in ordine per poter essere un bagno fuori uso. Avevamo appena fatto pochi passi al suo interno quando una voce stridula si fece sentire nel silenzio della stanza: «Chi è? Andate via!»
Prima che anche solo uno di noi potesse pensare ad una risposta, davanti a noi spuntò un fantasma di una ragazza con gli occhiali, due codini decisamente fuori moda e la divisa della scuola. Tutti e tre facemmo un piccolo sobbalzo prima che Ben, esitante, prendesse parola: «Tu saresti…?»
«Giustamente non sapete chi sono, tanto a chi importa di Mirtilla Malcontenta? Il fantasma piagnone e malinconico che infesta il bagno!» e scoppiò in un pianto da ridurre in briciole i timpani.
Allen ci diede una gomitata e ci trascinò fuori dal bagno mentre io e Ben la fissavamo allibiti.
«Ora capisco perché è fuori servizio!» commentò mio fratello appena ci fummo richiusi la porta alle spalle «non credo che qualcuno voglia andare in bagno con quella che ti piagnucola intorno!»
 
Chiuso l’incidente con Mirtilla, salimmo al secondo piano e, dopo una veloce esplorazione al terzo. Il terzo si è rivelato decisamente più ricco dei due precedenti. Vi abbiamo trovato la biblioteca, la sala delle armature e la sala dei trofei, oltre ad alcune aule. Entusiasti siamo entrati nella sala dei trofei, ricolma di coppe del Quidditch, encomi a studenti, trofei di Gobbiglie, strappando a Ben la promessa di farci capire cosa sono, e moltissimi altri oggetti in oro e argento di cui non abbiamo letto le targhe. Arrivati in fondo alla sala dei trofei, oltrepassammo una porta, fiancheggiata da due armature, per ritrovarci in un corridoio con innumerevoli armature su entrambi i lati. Le fissai per qualche istante, aspettandomi di vederle muovere, fino a quando Ben non disse: «Se stai aspettando che si muovano, dovresti chiedere a qualcuno di incantarle»
Con una punta di delusione sul viso mio e di mio fratello, tornammo indietro per poi dirigerci verso la biblioteca. Appena entrammo ci si parò davanti un’anziana strega con l’aria da avvoltoio denutrito: «Cosa state cercando?»
Io presi parola per prima: «In realtà eravamo solo venuti a dare un’occhiata…»
La donna ci squadrò da capo a piedi prima di fare un passo di lato: «Se fate troppo rumore vi spedisco fuori di qua!»
Timorosi a causa della minaccia della bibliotecaria, iniziammo a percorrere gli scaffali in religioso silenzio leggendo titoli talmente strani che mai avremmo potuto immaginare: “Studio sugli Asticelli”; “Un anno con lo Yeti”, “Trattato sull’utilizzo dell’erba fondente in pozionistica”, “Biografia e affini di Anthony O. Circle” e altri titoli simili.
Ben presto, però, la biblioteca ci venne a noia e preferimmo proseguire nel nostro giro di esplorazione, avevamo ancora un piano prima di passare al parco.
Il quarto piano si rivelò una delusione, non celando nulla di interessante, così preferimmo iniziare a dirigerci verso la Sala Grande per il pranzo, per poi dedicarci all’esplorazione del parco.



Angolino di Dragasi
Scusate il lungo tempo per l'aggiornamento e vi ringrazio per la pazienza. In questo periodo sono finalmente stata al mare e condotto accurate ricerche sulla mappatura di Hogwarts perché avesse senso quello che andavo a scrivere. Anche questa giornata la divido in due parti, questo perché non voglio farvi avere capitoli troppo lunghi per non rischiare di annoiarvi. Ovviamente non tutte le giornate verranno divise in due parti, ma contando che è sempre Zelda che narra al suo diario i suoi primi giorni ad Hogwarts la sera quando si trova nel suo letto nella torre di Grifondoro, credo sia normale che si dilunghi su alcuni punti. Nel frattempo ho festeggiato anche gli anni (il giorno di Hermione Granger, per altro) ed un mio carissimo amico mi ha fatto uno stupendo regalo: la felpa di Grifondoro presa a Londra!
Spero abbiate apprezzato il capitolo e vi ringrazio per avermi seguito e, qualcuno di voi, lasciato recensioni alla storia.
   
 
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