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Autore: Nimiunee    27/09/2017    1 recensioni
Dopo la morte dei genitori, Thrain trovò Isil e si prese cura di lei; crescendo e vivendo insieme ai nani, divenne una brava guerriera. Viveva felicemente a Erebor ma la calma fu squarciata dall'arrivo di Smaug. Ella accompagnerà Thorin alla riconquista della montagna solitaria insieme a Gandaf, Bilbo e la compagnia di Thorin scudo di quercia.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia, Un po' tutti
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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Capitolo 1: Tutto ha inizio.
 
Isil si risvegliò improvvisamente, agitata a causa di un brutto sogno; L'odore di cenere invadeva le sue narici e i raggi del sole illuminavano la sua stanza, obbligandola a nascondensi tra le morbide coperte di seta.

“Non è possibile, neanche i ricordi mi lasciano dormire.." disse alzandosi lentamente dal letto, stropicciandosi gli occhi.

Con la mano tastò la parte di materasso accanto a se trovandola vuota e fredda, pensò, di essere da sola. Fece per alzarsi, ma una voce roca e profonda interruppe i suoi pensieri.

“Dovresti riposare... hai lavorato per giorni nel villaggio degli uomini”.

Isil si girò di scatto, spaventandosi.

“Thorin! mi hai messo paura.. quando sei ritornato!?”.

“Da un pò" rispose lui appoggiandosi sull'uscio “Ti guardavo dormire e non volevo disturbarti.. ti ho visto molto agitata!” alzando il dito, indicò, il coltello conficcato nella sedia vicino a letto.

Il suo viso divenne pressoché rosso dalla vergogna, stranita dal non ricordarselo.

“Devo stare attento quando dormo con te, Isil” ammise con tono divertito “I soliti incubi?" domandò entrando nella stanza con passo lento e fiero.
“Quelli, ormai, non mi lasceranno mai più andare.. li porterò sempre con me, per tutta la vita.. tu invece? dormire non fa per te?”
“Ormai l'insonnia la porterò con me per tutta la vita” rispose avvicinandosi e sedendosi accanto a lei "Sai che non corri più nessun pericolo.. ormai il passato è passato!".
"Certi ricordi non svaniscono, Thorin.. sopratutto adesso che hai deciso..".
"Faccio ciò che deve essere fatto..!.
"Lo so..".
"Ci riusciremo! fidati di me!".

Isil lo guardò, cercando di donargli il sorriso più sincero che potesse fare nascondendo le sue ansie.

Thorin le prese la mano e quando Isil l'afferrò, insieme si avviarono alla riunione che avevano organizzato con il resto del gruppo.

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Isil, ritrovandosi seduta a tavola ed ascoltando le parole di Thorin, ripensò a tutto quello che era successo prima e dopo che Erebor fù sottratta dal drago Smaug.
Thorin, aveva cercato di convincere il padre Thràin a portarla con se alla montagna solitaria. All'inizio Thràin era molto restio per ciò che aveva deciso il figlio, dopo aver visto che Isil era diversa da loro e  l'interesse del figlio, verso di lei, era quasi inaspettato; Alla fine accettò di prenderla con se per crescerla come una figlia, insieme a Dis. Lei era molto umile e non si lasciava mai viziare da Thràin, il quale si era molto affezionato a lei, nel corso del tempo. Solo dopo che si sentì pronta, Thorin le insegnò ad usare le armi per renderla più sicura di sé, divennendo, dopo molti anni, abile nel combattimento.

Thorin era l'unico a riuscir tenergli testa.

Durante gli inverni gelidi e le torridi estati, Isil, capì che si stava pian piano innamorando profondamente di lui, ma tenne tutto celato perchè  sapeva che una come lei, diversa e soprattutto senza nessun titolo, non poteva provare un sentimento simile per un futuro re. Quando Smaug colpì la montagna solitaria e Thorin vide Isil in pericolo, capì solo alla fine che lei che era tutto il suo mondo e mai avrebbe rischiato di perderla. Da quel giorno, furono inseparabili: insieme si aiutavano a far sopravvivere il loro popolo che, nel frattempo, si era spostato nei monti azzurri, in cerca di una nuova casa.

Ed alla fine erano qui, intorno ad un tavolo a parlare di un'impresa quasi folle; Conquistare la loro terra natia, conquistare Erebor!

“Le profezie sono state rivelate è giunto il momento e Gandalf è con noi!” disse Balin.
“Un drago occupa quel castello, come faremo ad ucciderlo o anche solo sfiorarlo?” domandò Thorin, camminando su e giù per tutta la stanza.

Gandalf, lo stregone grigio, rifletteva in silenzio fumando la sua lunga pipa con aria assente.

“Un modo lo troveremo, datemi del tempo, devo trovare solo uno scassinatore” rispose improvvisamente alzandosi senza dare nessun'altra risposta.

Avviandosi verso la porta, salutò Isil in lingua elfica facendole un enorme sorriso che scaldò il cuore di lei, capendo il significato di quelle parole.

Lei era molto affezionata a Gandalf, quando lo incontrò la prima volta lui notò subito che era diversa e le sue piccole orecchie elfiche non lasciavano alcun dubbio; L'aiutò a studiare la lingua elfica ed lei ne era grata di questo, perché, le faceva ricordare la madre.

'I ricordi tengono unito ciò che il destino ha diviso' questo era il suo motto; Le dava la possibilità di non dimenticare mai e di combattere per sopravvivere.

Quando Galdalf si ritirò Isil, con aria pensierosa, si avviò nelle sue stanze e Thorin notò subito qualcosa di strano in lei.

Quando arrivò nelle sue stanze, Thorin, la vide sistemare i suoi coltelli nelle fodere, con aria agitata.

“Cosa ti turba mia regina?”
“Non sono una regina, lo sai.. non è un titolo adatto a me e poi non ho niente.. sono solo.. preoccupata”
"Perché?".
"Lo sai il perchè.."
"Voglio sentirlo da te..".

Isil si girò di scatto laciandogli un occhiattaccia.

“Un drago sorveglia quelle stanze e brama quell'oro, io non voglio rischiare di perderti di nuovo.. devi lasciarmi venire con te perché, sospetto, che tu voglia lasciarmi qui vero?”.

Thorin fece un mezzo sorriso camminando a testa bassa verso di lei.

“Come hai fatto a capirlo? Sai cosa provo per te, non voglio che ti succeda niente.”
“Smettila!" disse gettando la sua spada sul letto "Lo sai benissimo che so difendermi da sola e sai che, se mi lasciassi qui, riuscirei a trovarti”.
“Questo è anche vero!” affermò lui.

Sapeva che era testarda e difficilmente sarebbe riuscito a fargli cambiare idea.

“D'accordo ma ad una sola condizione!” chiese Thorin avviciandosi a lei per afferarle le braccia.
“Quale?” chiese guardandolo con faro circospetto.
“Un dono solo mio e tuo”.

Isil incominciò a pensare a cosa potesse riferirsi.

'Non abbiamo mai avuto la possibilità di dichiarare il nostro amore al regno di Erebor e Thorin ha sempre aspettato di poter conquistare la montagna solitaria prima di poterlo fare' pensò lei.

Quando ella ritornò alla realtà, lasciò la mano di Thorin e corse dal fabbro più vicino. Thorin non gli insegnò solo ad ipugnare una spada ma anche come fondere ed lavorare ogni metallo e lega; d'altronde era pur sempre di stirpe nanica.

 Poco tempo dopo, fece ritorno con in mano una collana e un anello d'argento; una per lei e una per il suo amato. Thorin ne era felice, lui era quel tipo di nano forte e duro che non mostrava nessuna emozione a parte la lealtà e il coraggio ma con Isil no; Con lei, era estremamente dolce e l'amava veramente, anche se non glielo aveva mai detto.

Quando vide quel bellissimo anello lo indossò ed, avvicinando la sua mano sulla sua calda guancia, la accarezzò delicatamente.

“Riesci sempre a soprendermi.. ogni cosa che tua fai e sempre qualcosa di unico! sei la mia luna, Isil”.
Lei ribattè toccandogli la mano “Tu la mia oscurità”.
Ad un isolo dissero "E insieme, ci completiamo a vicenda”.


§§§§§ 


Il giorno seguente, Thorin partì per andare parlare della missione ai suoi parenti e Isil restò con il resto del gruppo per organizzare il viaggio. Era visibilmente preoccupata perchè, ormai, tutti loro erano diventati la sua famiglia, la prima dopo tanto tempo. Tendeva a stare in silenzio perché ogni sua emozione era amplificata come se qualcosa di brutto stesse arrivando e spazzasse via tutto quello che aveva costruito con il tempo.
Thorin era tutto ciò che aveva e preferiva perdere la sua vita pur  di non vederlo morire. Dopotutto aveva ormai rinunciato alla sua immortalità da molto tempo, per l'unico amore della sua vita.
Thorin glielo diceva sempre: Lei era la luna che illuminava la sua oscurità e piano piano si rese conto che ciò che diceva, era vero.
Tutto intorno a lei stava cambiando, anche preparare il viaggio stava risultando difficile. Si era occupata di affilare e foderare le armi; Era l'unico modo per rilassarsi e distrarre il suo pensiero da eventi catastrofici che li stavano aspettando da li a poco.

“Cosa c'è che non va, ammazza troll?” domandò Kili appoggiandosi, il braccio, all'angolo della porta con il suo bel sorriso da nano non ancora abbastanza adulto.

Kili era quel tipo di persona che riusciva a fiutare ogni dubbio da lontano e si preoccupava sempre che tutti stessero bene, un pò come faceva Fili, ma con meno battute comiche.

“Ohh.. questo nomignolo mi si addice particolarmente!” disse lei sorridendo “Non ho nulla sono solo concentrata sulla missione” rispose inserendo un cortello nello stivale.
“E sembri abbastanza agguerrita” la guardò divertito.
“Tu e tuo fratello non eravate ancora nati quando tutto è successo .. dopo quel attacco dei goblin, a Moria, sono diventata più prudente.. un coltello in più o in meno fa la differenza tra la vita e la morte”.
“Suvvia!! non essere cosi negativa, andrà tutto bene e solo un semplice e piccolo drago sputafuoco ...” a quella risposta Isil prese un cuscino e lo tirò verso Kili sorridendo con gusto, finalmente.
“Ohh!! finalmente! è cosi che ti voglio” disse sorridendo.

Lei si rasserenò ma il dubbio non la lasciava mai.

“Siamo pronti!” riferì Balin rivolgendosi a loro, interropendo quel momento “Ma a metà strada dovremmo dividerci, nessuno deve sapere della nostra impresa e sé ci riusciamo, dobbiamo viaggiare non visti. Il piano è recarci da un hobbit che vive nella contea, vicino a Hobbitville”.
“UN HOBBIT?? COSA DOVREMMO FARCI CON UN HOBBIT? DARLO IN PASTO AL DRAGO?" intervenne con voce alta Dwalin, entrando anche egli nella stanza di Isil ed  stringendo la sua ascia da guerra”.
"Sapete io qui ci dormo.." disse Isil con tono stizzito.
"Voi donne e i vostri spazi.." disse Dwalin roteando gli occhi "Balin,, non hai risposto alla mia domanda!".
“Sono gli ordini di Gandalf e Thorin! " intervenne, con voce ferma, Isil, fulminandolo con lo sguardo.

Dwalin, dopo quella risposta non disse più nulla e dopo aver borbottato qualcosa a bassa voce, uscì fuori dalla stanza facendo un gran rumore con gli stivali.

“Forza, partiamo la strada è lunga” proruppero Fili e Kili “Abbiamo una riunione che ci attende e una cena deliziosa”.

Kili afferrò il braccio di Isil e, insieme, presero a camminare ignari del proprio destino.
   
 
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