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Autore: Nimiunee    27/09/2017    1 recensioni
Dopo la morte dei genitori, Thrain trovò Isil e si prese cura di lei; crescendo e vivendo insieme ai nani, divenne una brava guerriera. Viveva felicemente a Erebor ma la calma fu squarciata dall'arrivo di Smaug. Ella accompagnerà Thorin alla riconquista della montagna solitaria insieme a Gandaf, Bilbo e la compagnia di Thorin scudo di quercia.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia, Un po' tutti
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Capitolo 3:  Luoghi inesplorati.
 

 Erano passati alcuni giorni da quando Isil si staccò dal gruppo di Thorin; Gli piaceva viaggiare da sola e la sua abilità innata, di nascondersi dagli occhi indiscreti, gli dava la possibilità di ammirare, in tranquillità, quei luoghi che non aveva mai visitato. Raramente si avvicinava ai villaggi dell'uomo, solo nei momenti in cui il cibo scarseggiava; Non voleva che altri sapessero della loro impresa, certa che li avrebbero ostacolati in qualsiasi modo.

Arrivando vicino alla contea, nel tardo pomeriggio, in cuor suo sentiva che gli hobbit non avrebbero reagito molto bene alla sua presenza, quindi preferì aspettare la buia notte per poter riprendere il suo cammino e trovare la casa del misterioso Bilbo Baggins, che tanto cercava.

'Gandalf, lascerà un segno nella porta del lo hobbit, cosi, saprete in quale casa vi rincontrerete.. Non vorrei andare ma abbiamo più bisogno di più spade possibili.. promettimi di stare attenta' si ripeté fra se ripensando alle ultime parole che le disse Thorin, prima di lasciarla.

Si fermò vicino ad un fiumiciattolo, per  poter riprendere le forze; Armandosi di arco e frecce, andò a cacciare per soddisfare l'impellente bisogno di cibo.

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“Non mi ero accorta di non aver mangiato da parecchi mesi” disse Isil ridacchiando, gustando il coniglio appena catturato e riscaldandosi vicino al fuoco.

“Avevo dimenticato cosa si provava mangiare da sola” Isil ripensava a quanto la famiglia di Thorin si era affezzionata a lei. Prima della morte dei suoi genitori non conosceva la montagna solitaria ne Erebor; I suoi genitori cercarono in tutti i modi di tenerla lontano da un mondo troppo violento ma, da quando Thrain la prese sotto la sua protezione, il significato di famiglia numerosa divenne ormai un abitudine per lei fino a farle nascere un senso di nostalgia, rendendola malinconica.

All'improvviso un rumore tra la selva la riportò alla realtà; Spense velocemente il fuoco, con i piedi, e si nascose tra l'erba alta della prateria.

Camminando lentamente, vide una torcia sorretta da due piccole figure; Avvicinandosi, notò subito che il loro tono di voce era simile a quello di Fili e Kili, che stavano riposando e discutendo.

Saltò fuori, salendo sopra una roccia poco più alta di loro.

“Se parlate a voce cosi alta, sarete facili prede e non ci vorrà molto scovarmi e farvi prigionieri!” disse Isil con un sorriso furbo.

Sentendo quella voce si girarono di scatto, impugnado le loro armi.

“M-ma come!! Sei già arrivata??? E noi che credevamo di essere i primi!!! Grazie di aver rovinato le nostre speranze!” affermò Kili tristemente.
“Bene!! grazie Isil di non essere un gruppo di orchi che poteva ucciderci o peggio ancora torturarci!” disse rimproverandolo.
"Scusaci.. e che Kili aveva scommesso con Oin.."
“Capisco.. bhe alzatevi forza! mettiamoci in marcia, dobbiamo trovare la casa del lo hobbit!”.

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Quando, finalmente, arrivarono all'interno della contea, Isil ne fù immediatamente rapita: era un luogo davvero incantevole, ogni casa era piccina e con un bel giardino ricco di fiori, le lucciole danzavano intorno agli alberi alti e pieni di foglie. Le torce, posizionate lungo i sentieri, illuminavano ogni sfumatura di quel luogo incantato e nonostante tutta quella luce, si riuscivano a vedere le brillanti stelle.

Gli orti erano pieni di alberi da frutta e verdura ed tutto intorno ad esso aleggiava un'aria di tranquillità, quasi soffocante; Non era preparata a tutto questo. I suoi occhi si illuminavano alla vista di quel piccolo villaggio, che non sapeva nemmeno l'esistenza.
Avrebbe incominciato a correre a piedi nudi tra quelle colline e distendersi sull'erba morbida, ma caccio via quel magnifico pensiero dalla sua testa ed, a malincuore, si accontentò di poterla ammirare fugacemente. 

 “Tutto emana odore di casa!” disse inconsciamente a voce bassa, camminando tra quei piccoli sentieri.

Girando e osservando, finalmente, trovarono il segno che tanto cercavano.

“Guardate e li!" indicò Isil la grande porta rotonda color verde.
"Dovremmo bussare!” affermò Kili, guardando il fratello Kili.

A turno si guardarono per capire chi avrebbe fatto il primo passo ma alla fine Fili pose fine a quella situazione, imbarazzante.

Bussò...

 Al suo interno si sentì una voce visibilmente contrariata; La grande porta si aprì e videro un giovane Hobbit con uno sguardo enigmatico.

“V-Voi.. chi siete?” domandò Bilbo.
“Fili e Kili al vostro sevizio!”.

Isil adorava il loro modo di pronunciare le frasi insieme.

"Lei deve essere il signor Boggins!" Affermò Kili, sorridendo.
 “Ohh!! no.. no.. no.. non vogliamo altri nani in casa mia, non c'è niente qui!”
“Come? È stata annullata? Non ci hanno avvertito!” chiese Fili alzando la voce, evitando che Bilbo chiudesse la porta.

Isil, spazientita, terminò quel momento.

“Che ne dite di entrare?”.

Bilbo sentì una voce femminile che sovrasto quella dei due nani. Era la prima volta che vedeva un'elfa in carne ed ossa entare in casa sua e non sapeva cosa dire o pensare, balbettando incessantemente.

“Salve, sono Isil.. Gandalf ci ha detto di recarci qui” entrò nella casa facendo un mezzo sorriso al lo hobbit; Si tolse il cappotto, appoggiò le sue armi e andò a sedersi vicino al tavolo con aria soddisfatta.

Poco tempo dopo arrivarono il resto della compagnia, accompagnati da Gandalf.
Solo un nano mancava all'appello.
Dopo una cena abbondante, ornata di risate e canti, qualcuno bussò rumorosamente alla porta.
Isil si alzò  di scatto, andando ad aprire.

“Sei in ritardo, Thorin!”.

“Ho perso la strada tre volte prima di poter trovare questa casa”  disse sorridendo timidamente, osservando la  piccola casa e colui che l'occupava.

Gandalf presentò Bilbo come scassinatore della  loro compagnia ma il suo interrogatorio, non andò nel modo migliore, scatenando il sottile filo d'incertezza di Thorin ma Isil sapeva che sarebbe riuscito ad aiutarli in modi in cui, ancora, non poteva ancora immaginarsi.
Durante la notte il sonno di Isil veniva disturbato dal forte russar di alcuni nani; Infreddolita, si avvicinò al camino, sedendosi  vicino al fuoco per riscaldarsi. Thorin, vedendola da lontano, si alzo dalla poltrona e l'avvolse con il suo cappotto sedendosi accanto a lei.

“Cosa pensi del mezzuomo?”
“Ogni persona, nei momenti di difficoltà, riesce a far uscire la sua forza interiore.. non credi? E poi sono sicura che sarà utile alla causa.. prova a fidarti di lui”.
“Lo sai che mi è difficile farlo”.

Rimasero in silenzio ad osservare il fuoco che scoppiettava.

Thorin, alzando delicatamente la sua mano, la porse vicino al mento di lei e le girò il viso; Erano giorni che non la vedeva e necessitava immergersi nei suoi occhi.
Ogni volta che lui la guardava il suo cuore si riempiva di un sentimento più profondo dell'amore; Non ha mai amato cosi tanto una persona e gli veniva difficile dirlo apertamente. Solo in alcuni occasioni riuscì a dire ciò che provava, non in modo molto chiaro, ma lei lo accettava cosi com'era.
Lo rendeva orgoglioso in ogni momento e gli mancava poter dormire abbracciato a lei proteggendola con il suo corpo.
Il viso di Thorin divenne rosso a causa dei suoi pensieri ma non riusciva far a meno di quello che provava.
Isil alzò il viso ed incrociando il suo sguardo, riuscì a capire cosa stava pensando.

“Alla fine sono qui... lo so che mi ami ma vorrei che finalmente che tu me lo dicessi” ammise accarezzandogli la folta barba e appoggiando la fronte contro le sue labbra.
Cullata dal suo abbraccio, finalmente riusci ad addormentarsi sognando la sua amata casa.


§§§§§


Alle prime luci dell'alba, silenziosamente, prepararono le provviste iniziando ad avviarsi lungo i sentieri del bosco; Fortunatamente l'avere dei pony rendeva il viaggio più semplice e meno faticoso.
Quando il sole incominciò ad illuminare la contea, tutto intorno a essa, si trasformò. La rugiada del mattino faceva brillare l'erba come se fosse ornata da piccole pietre preziose lasciate lì per ammaliate gli sguardi dei viandanti; La foschia proteggeva il loro cammino e Isil si sentì immediatamente al sicuro, grazie a essa. Cercava di memorizzare ogni particolare di quel incantevole, ignara se sarebbe mai ritornata li, ma dentro di se provava la sensazione di star lasciando qualcosa di importante e per la prima volta si sentì fuori posto.

Il forte grido di Bilbo fece cessare i suoi pensieri.

“Ehi!! Ehi!! vengo con voi! ho firmato il contratto” disse Bilbo con un gran fiatone. Balin controllò se fosse tutto a posto e Thorin gli diede un pony.
 “Non ne ho bisogno, camminerò a piedi!”.

“Avanti mastrobaggins.. non può camminare da qui fino a Erebor a piedi.. prendi il cavallo, ogni cavaliere ne ha uno e tu non sei da meno”.
Isil notò subito il disagio di Bilbo e, sorridendogli, gli fu inevitabile non accettare.

Il cammino fù tranquillo anche se una leggera pioggia li colpì facendoli raffreddare. Alle prime luci del tramonto, riuscirono a trovare un luogo adatto per accamparsi, protetti da una parete rocciosa.

“Ci vorrebbe un bel stufato” disse Bombur, aiutando Bofur ad accendere il fuoco.

Poco più lontano, Isil stava sistemando i cavalli e scendendo le coperte; Un grido interruppe il silenzio e Isil, sempre in allerta, sguainò la sua spada.

“Cosa è stato?!” domandò Bilbo con tono impaurito.

Kili, vedendolo nervoso, prese a dire “Sono orchi!” ridendo di nascosto e aumentando le paure del lo hobbit.

“Ti sembra divertente?!” disse Thorin con tono di rimprovero, allontandosi dal chiarore del fuoco.
“Era solo uno scherzo zio, non volevo fare nulla di male”.
“Tranquillo ragazzo” intervenne Balin “Lui, ha più motivi di tutti per odiare gli orchi”.

Avvolto nell'oscurità, lui ricordava quello che era successo anni addietro.

Gli orchi e i goblin, arrivarono per primi ad occupare Moria; Thron volle riconquistarla e schierò le sue truppe.

'Isil, tu non puoi venire, non posso assicurare la tua incolumità e non voglio che tu succeda qualcosa di cui io possa pentirmi' disse Thrain cercando di persuaderla, ma non ci riuscì.
'Non posso rimanere qui quando la mia famiglia va in guerra! io verrò con voi!'

Durante lo scontro Thron venne decapitato da Azog il profanatore, successivamente puntò su Thrain e su Thorin, intenzionato ad eliminare, definitivamente, tutti i re sotto la montagna. Il padre Thrain andò contrò di lui e quando Thorin non lo vide ritornare, marciò contro il suo nemico; Più volte, Azog, lo mise in difficoltà, distruggendogli lo scudo e la sua spada. Isil, vedendo quella scena, fece di tutto per avvicinarsi a lui, uccidendo tutti gli orchi che le sbarravano la strada ma, quando un goblin la spinse a terra minacciandola con il sua mazza chiodata, si sentì inerme di fronte ad un forza superiore alla sua. Armata di coraggio, velocemente, estrasse il suo coltello tagliando la gola di quell'essere e, con un calcio, lo spinse via; Quando cercò di rialzarsi, un'altro goblin con la sua spada, le fece una profonda ferita sul suo braccio destro.
 Un grido agghiacciante incombeva tra le schiere di orchi e nani. Sentendo quell'urlo e vedendo la testa di Thron mozzata in Thorin si scatenò una rabbia incontenibile: afferò un grosso ramo di quercia, che utilizzò come scudo, raccolse una spada e si scontro con Azog. Stanco e ormai soprafatto dal dolore, Thorin venne più volte colpito dall'orco pallido padroneggiando sopra la sua figura. Per lui, ormai, ogni speranza era svanita con la morte di suo nonno ma rivedere il corpo di Isil disteso a terra gli fece ricordare quanto può essere forte la casata dei Durin. Con un unico fendente tagliò il braccio ad Azog il quale sconfitto, ritornò nelle oscure grotte per morire a causa delle ferite. Thorin, insieme agli ultimi superstiti, uccise gli ultimi goblin che ancora resistevano e spianandosi la strada corse verso di lei. Fu in quel momento che si scambiarono il loro primo bacio.'


Ripensando a quei avvenimenti, una lacrima scese sulla guancia di Isil ed stato in quel momento che aveva promesso, a sé stessa, che lo avrebbe sempre protetto; Lui, era l'unico re della montagna solitaria, l'unico che aveva il suo cuore.

------

Di buon mattino, il picchiettar forte della pioggia interruppe il sonno della piccola compagnia, rendendo impossibile il continuar del viaggio. Come da sua abitudine, Isil si allenava aspettando che il tempo uggioso sparisse. Era molto abile con le spade e Fili accettò di esercitarsi con lei nonostante Balin lo avesse intimato di non farlo perchè era troppo pericolosa, per lui. 
Il giovane nano biondo non si intimorì ed, prendendola come una facile sfida, imbracciò la sua spada e diede il meglio di se. Raramente, riusciva a controbattere gli attacchi di Isil ma grazie alla sua velocità, riuscì a metterla in difficoltà in un paio di occasioni ma per lui non era ancora abbastanza.

“Non è giusto zietta.. non dai nessuna possibilità di buttarti a terra!” disse Fili.
“Chiamami un'altra volta zietta e vedrai come ti darò in pasto a qualche orco affamato!!" lo disse dandogli una gomitata sullo stomaco  "Se vuoi vincere facilmente, principino, vai da tuo zio Thorin... forse avrà molta più clemenza” lo avvertì abbassandosi e dandogli un calcio e facendolo cadere a terra.
“Non ci riuscirai figliolo.. è stata allenata da un re!” disse Balin girandosi verso Thorin che guardava la scena con aria divertita, fumando la sua pipa.
"Vacci piano, Isil.. è pur sempre un giovane nano.. ha ancora tempo per imparare..".

Isil fece finta di non ascoltare aumentando la dose.

"Un giorno sarà re deve imparare!" disse con un gran fiatone.
"Su avanti.. adesso basta! risparmiate le forze e venite a mangiare! La pioggia sta passando e fra poco riparteremo.." avvisò Thorin.

Fili e Isil ubbidirono senza contestare.

Dopo una fugare colazione animata dal litigio tra Thorin e Gandalf, dove quest'ultimo decise di lasciare la compagnia, dovettero proseguire il viaggio prima che qualchè orco di accorga della loro presenza.
Un inusuale silenzio cadde tra le file della compagnia, sicuramente animato dal pensiero se Gandalf avesse fatto ritorno o meno ma ciò che colpì Isil fu lo sguardo assente di Bilbo e la sua ansia che sfogava stringendo le briglie della piccola Mirtol. 

“Ritornerà Bilbo, non devi preoccuparti” disse Isil cavalcando vicino a lui.
“Come facevi a sapere a cosa stavo pensando?”
“I tuoi occhi.. ti ingannano e poi ho tirato ad indovinare” mentì lei.
“Posso farti una domanda?”
“Chiedi pure.”
“Tu non sei solo un elfa vero?”.
Pensierosa rispose “No, non lo sono.. mio padre era un nano e mia madre un elfa, sono morti quando ero piccola e Thrain mi prese con se”.
“AHHH! Ora ho capito!" disse facendo un lungo sospiro "Ecco perchè sei cosi bassa!!” disse lui ridacchiando.
“Ehyyyy! sono alta quanto te!! però si, hai ragione... a quanto mi ha spiegato Balin è raro vedere un'elfa della mia statura ma sono nata così e lo rimarrò per sempre”.
"Sai.. non è un male accettarsi per quello che si è!".

Isil non rispose a quella affermazione, limitandosi a guardarlo attentamente con aria interrogativa; Dopo un po' si allontanò da lui sorridendo incosciamente.
La giornata proseguì tranquilla e, fermandosi in un angolo nascosto della foresta, speravano che Gandalf facesse ritorno da lì a poco.
Dopo che Bombur e Bifur finironò di prepar qualcosa di caldo, Bilbo si offrì nel portar da mangiare ai giovani Fili e Kili, impegnati ad osservare i cavalli. Quando arrivò vicino a loro li vide guardare, con aria preoccupata, l'oscura foresta.

"Cosa è successo?"
"Bhe.. noi abbiamo il compito di badare ai pony.. ma ne mancano due.." finì di dire Fili. 

Pochi secondi dopo due orchi passarono davanti a loro e Bilbo riconobbe subito la sua Mirtol.

"Ehm.. avverti gli altri! noi li seguiremo.. fai veloce non voglio essere la loro cena!" lo avvertì Kili.
"O-ok.." rispose Bilbo con aria confusa e spaventata.

Corse velocemente verso l'accampamento arrivandoci con un gran fiatone.

"Bilbo..." lo richiamò Bifur.
“D-due pony sono stati rapiti!”
“RAPITI?? E DA CHI?” chiese Dwalin con voce alta.
“Da due troll, Fili e Kili mi hanno detto di avvertirvi... l-loro sono già andati a cercarli”.

Thorin vide subito Isil prendere le sue armi e la fermò immediatamente.

“Isil stai qui con Bilbo e aspettate il nostro ritorno” impose Thorin con tono autoritario.
"Ma.."
"Non è il momento di discutere.. non adesso.. non seguirmi e stai con Bilbo." ordinò nuovameante andandosene via.

Era, ormai, passato un po' di tempo da quando Thorin si incamminò in cerca dei suoi nipoti e non vedendoli ritornare, Isil si tolse il cappotto pesante e prese, con se, la cintura con la spada e i suoi coltelli.

“Non posso stare qui ad aspettare senza far niente..devo andare.. Bilbo! tu rimani qui, sarai al sicuro.”.

Bilbo la osservava con farò circospetto e lei lo notò subito.

“Cosa c'è?”
“Mi domandavo il perchè, una donna come te, di animo buono, debba brandire una spada!”

Lei alzò il viso e si girò verso di lui sorridendogli.

“Il mio compito è proteggere le persone che amo, questo comporta far il più possibile pur di farle sopravvivere..”.

Quella risposta lo schernì, facendolo pensare molto.

“Ti accompagno Isil!”
"No, Bilbo.. è pericoloso.."
"Non voglio rimanere qui e vederti rischiare la tua vita..anche io voglio fare la mia parte! " ammise Bilbo con voce coraggiosa.

Isil si stupì di quelle parole e capì subito che erano prive di qualsiasi traccia di paura; Gli sorrise dolcemente e insieme si avviarono nel folto della boscaglia.
   
 
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