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Autore: Sacchan_    28/09/2017    2 recensioni
Giorni, mesi, anni... non importa; anche se dovessi diventare vecchio e con la barba io rimango qui. Ti aspetto.
A No.6, l'utopica città stato, dove l'intelligenza umana prosperò nel modo sbagliato.
Perché sono certo che, quando farai ritorno, sarà anche il giorno in cui avrai accettato i miei sentimenti per te.
Ambientata durante gli ultimi dialoghi scambiati tra Nezumi e Shion alla fine del capitolo capitolo 4, volume 9 della novel.
Partecipa al contest "Mille modi per esprimerlo, senza mai dirlo. (Ti amo)" indetto da AleDic sul forum di Efp.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nezumi, Shion
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nickname sul fandom e su EFP: _Sacchan_ (forum) / _Flowermoon_ (Efp)
Pairing: NezumixShion
Momento scelto: Partenza di Nezumi da No.6 
Parole: 1162
Note autore: ...mmm, vediamoci in fondo a fine lettura, ok? ^.^ 

La fanfiction partecipa al contest "Mille modi di esprimerlo, senza mai dirlo (Ti amo)" indetto da AleDic sul forum di EFP.





Reunion will come


Sapeva che quel giorno sarebbe giunto.

Lo aveva sempre sospettato sin da quando si erano riuniti quattro mesi prima e a nulla erano valsi i suoi tentativi di persuaderlo; inconsapevolmente Shion ci aveva persino provato tantissime volte, dicendogli ad esempio: non diventerò mai un tuo nemico; per non parlare di quelle frasi stupide come: sono attratto da te; o ancora: per me il pensiero di perderti è qualcosa che mi fa una paura indescrivibile. 
Tutte frasi che portavano a un unico significato. 
Espressione che trovò poi culmine tre sere prima di suddetto giorno quando, realizzando che avrebbero dormito in un letto diverso - dopo quattro mesi di convivenza forzata nel Blocco Ovest -, Shion lo salutò prima con un classico "buonanotte", per poi abbracciarlo appena lo vide dargli la schiena. 
"Non voglio dormire da solo..." Sussurrò contro il suo maglione.
Se si fosse trattata di una situazione diversa probabilmente lui avrebbe sbuffato canzonandolo con qualche frase del tipo: "Cosa sei? Un bambino?"
Ma, in quell'occasione, lasciò semplicemente correre alzando le spalle.
Fu così che caddero addormentati, con i vestiti ancora sporchi di sangue, l'uno accanto all'altro. 

E se il giorno dopo, svegliandosi, Shion non lo trovò a letto con sé, ma in cucina intento a sorseggiare del caffè appena fatto, quella mattina fece sì di aspettarlo davanti alla porta dell'uscio di casa. 
"Ti accompagno..."
Riuscì solo a dire precedendolo fuori.
I due giorni trascorsi assieme furono piovosi e ventosi, ma quella mattina persino il tempo si mostrò contro Shion: le nuvole si erano dipanate, lasciando il sole libero di uscire, e pure il vento si era quietato. 
Nonostante si stessero allontanando sempre più, Shion volle rimandare il momento della loro separazione, però...
"Fin qui va bene, non avevi bisogno di accompagnarmi..." 
...lui non fu certo dello stesso avviso, riportandolo presto alla realtà.
Lui, che della realtà, ne era fin troppo al corrente. 

Perché te ne vai? Non capisci quanto io abbia bisogno di te. Il futuro mi spaventa, sarebbe così facile affrontarlo insieme. Sei l'unico capace di farmi capire i miei errori... e se farò un solo sbaglio sarà di nuovo la fine per tutti.
C'era così tanto da dire e così poco tempo a disposizione.
"Nezumi..." Lo afferrò per il braccio. Sapeva che sarebbe successo, ma non era psicologicamente pronto ad affrontare i giorni a seguire: giorni vuoti, in cui lui non ci sarebbe stato. 
Ironico che ciò che non abbiamo osato, abbiamo certamente perduto, citava Oscar Wilde, come monito a non nascondersi più dietro parole celate che di significativo avevano tutto e nulla. 
"Io..." Si morse il labbro inferiore per farlo smettere di tremare: ci volle coraggio nel dire certe cose alla persona amata, e anche se si sarebbe trattato di un ultimo, sterile, tentativo doveva farlo. Quel peso sul petto era troppo per essere sopportato. 
"Shion..."
Spalancò gli occhi a sentirsi chiamare per nome: Nezumi ebbe fin troppa abilità a infondere sensazioni nella sua voce; in particolare la sfumatura, con cui l'aveva chiamato, era triste e sofferente e i suoi occhi parlavano già per lui. 
Che cosa vorresti dirmi, ora, qui e adesso? Le parole hanno un peso, te l'ho già spiegato più volte. E anche se me lo dicessi cosa cambierebbe? Ho già preso la mia decisione e tu la tua. Finalmente sono libero dalla maledizione che No.6 mi ha imposto... perché vuoi impormene un'altra? 
Nezumi non aprì bocca dopo averlo chiamato, ma Shion udì ugualmente quei pensieri farsi strada dentro il suo cervello. 
Quante volte a Nezumi bastava chiamarlo per nome per fargli capire immediatamente cosa pensava? Ma poteva lasciar correre? Poteva andare contro alle sue emozioni pur di non pronunciare una misera frase? 
Forse riderai di me, forse mi prenderai in giro, ma questi sono i miei veri pensieri.
Shion ingoiò un boccone amaro: poteva essere davvero così egoista? Obbligare la persona amata ad accogliere i suoi sentimenti solo perché non riusciva a tenerli più sotto controllo? Tutto pur di non perderlo ancora una volta? 
Nezumi era dedito a una vita votata all'autoconservazione di se stessi, questa cosa non poteva cambiare da un giorno all'altro. Ci sarebbero voluti anni e anni di accettazione prima. 
Cambiò registro, da bravo stupido testa-vuota quale era. 
"Il mio mondo non significa nulla senza di te. Assolutamente nulla." 
Di nuovo, parole che significavano tanto e niente. Ormai era impossibile che una persona arguta, quale era Nezumi, non ci era già arrivata da sola. 
Quanto stupido, ingenuo, puerile e infantile posso essere? 
Nonostante Shion si era promesso che non avrebbe pianto non poté evitare che le lacrime uscissero dalla sua vista: era all'apice e solo nelle più liete favole ci sarebbe stato posto per un finale gioioso. 
Ma la loro non era affatto una favola; al contrario: Nezumi aveva spesso ironizzato, definendo il loro incontro l'inizio di una tragedia. 
Però speravo che potesse almeno trasformarsi in una commedia...
Improvvisamente due dita sottili gli alzarono il mento, facendo sì che i suoi occhi ametista si scontrassero contro quelli argento vivo di Nezumi. 
"Stai piangendo? Cosa sei un bambino? Sii maturo." 
"Sono serio, io..." 
Non finì la frase: le labbra di Nezumi erano già sulle sue, impedendogli di parlare ancora. 
Perché lo stava facendo? Nezumi non faceva mai qualcosa dettato dall'istinto... allora perché?
Durante la loro folle corsa dentro il Penitenziario Nezumi lo aveva rassicurato che, nel caso avesse perso il senno di sé, gli avrebbe dato un bacio d'addio prima di tagliargli la gola. Ma poteva essere quello il momento? Forse aveva davvero perso le facoltà di intendere e di volere e ora Nezumi stava solo rispettando quanto detto.

No, non può essere...
Quando si staccarono le loro bocche erano ancora aperte, con le lingue che a malapena si sfioravano. 
"Era un bacio d'addio questo?" Deglutì Shion abbassando il mento. 
Ti prego, se questa è la fine, fa che sia il più dolce possibile...
"Al contrario, era un giuramento." 
"Un giuramento?" 
Era vero? Nezumi non credeva nelle promesse: le riteneva vuote e prive di significato, tuttavia era il tipo di persona che le rispettava più di chiunque altro.
Quel ragazzo si dimostrava essere sempre una contraddizione dietro l'altra. 

"Sì, un giuramento." Ripeté. "Ci riuniremo, Shion." 
Le punte del mantello di Nezumi ondeggiarono appena, sollevate da un vento docile e gentile, esattamente come il suo sorriso in quel momento. Shion gioì fiducioso mentre le dita di Nezumi scivolarono via dalla sua mano, pelle contro pelle. 
Infine la figura di Nezumi divenne sempre più piccola contro l'orizzonte; sulle sue spalle Cravat e Hamlet squittirono l'uno contro l'altro. 
Lo stesso stridio Shion lo ritrovò ai suoi piedi, dove una piccola ombra color notte strisciò contro di lui; il ragazzo si chinò per raccoglierla sul palmo della sua mano. 
Giorni, mesi, anni... non importa; anche se dovessi diventare vecchio e con la barba io rimango qui. Ti aspetto.
A No.6, l'utopica città stato, dove l'intelligenza umana prosperò nel modo sbagliato. 
Perché sono certo che, quando farai ritorno, sarà anche il giorno in cui avrai accettato i miei sentimenti per te. 


 
 



Note d'Autore (Ora sì xD)
La fanfiction è ambientata alla fine della novel, più precisamente durante gli ultimi dialoghi tra Shion e Nezumi. 
Se avete visto solo l'anime temo che sia stato altamente spoiler per voi, ops! Tuttavia, ormai, il mio modo di riferirmi a No.6 è totalmente votato alla novel. 
Se l'avete letta avrete colto le numerosi citazioni, in più è doveroso dare qualche piccolo dettaglio. 
Nella novel non esiste una vera e propria timeline fornita di date se non per quella del compleanno di Shion. Si ipotizza quindi che gli avvenimenti della novel partano da dopo il 7 di settembre e che Shion viva insieme a Nezumi per un periodo di almeno quattro mesi. 
Ipotetizzando che il rapimento di Safu accada in dicembre, è piuttosto probabile che questa scena ha luogo agli inizi di gennaio.
Sempre tenendo conto quanto scritto dalla Asano nelle side story del Beyond, subito dopo aver debellato la minaccia di Elyurias Nezumi si ferma per un periodo a casa di Shion (suppongo per riprendersi dal colpo di pistola ricevuto), io stimo sui 2-4 giorni almeno. 
Il giochino sul bacio d'addio è un dettaglio presente solo nella novel. Nell'anime, ahimé, hanno tagliato un sacco di cose. 
Tsukiyo... sebbene alla fine dell'anime Shion dica: "andiamo, Amleto" (con quella tenerissima voce di quel patato di Yuki Kaji) nella novel è Tsukiyo, il topino nero, a restare a No.6 accanto a Shion. Cravat e Hamlet sono invece rimasti insieme al loro padrone. 
E nulla spero che abbiate gradita questa... "cosa" xD 
   
 
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