Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Amberly_1    30/09/2017    3 recensioni
Hans è un uomo di ventisette anni, e dopo una tragica perdita decide di entrare a fra parte di un programma di volontariato per tutori di ragazzi senza famiglia, spesso problematici. Anna invece è una ragazzina di sedici anni con lievi disturbi mentali abbandonata dalla sua famiglia e spedita in un orfanotrofio e successivamente in una casa famiglia.
Il caso vuole che Anna viene affidata ad Hans e per entrambi sarà un cambiamento radicale della loro vita. Anna avrà il fratello che non ha mai avuto e che si prenderà cura di lei e Hans avrà una "figlia" che lo aiuterà a superare la sua perdita e a far fronte a i suoi demoni.
Genere: Angst, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Hans, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Parte -4-





"Dove stiamo andando?" 

"Ti ho detto che è una sorpresa."

"Ma io mi sto scocciando, stiamo camminando da un sacco di tempo." Si lamentò Anna.

"Sono passati solo sei minuti, Anna! Devi cominciare a coltivare una qualità chiamata pazienza."

"Ma io non sono paziente!"

"E me ne sono accorto..." Sospirò Hans. Dopo un po' udì il fischio di whattsapp e controllò il cellulare, era Martina.

M: Aww che carini Anna e il pupazzo! Dovevi fartela anche tu la foto però...

"Chi è?" Chiese curiosa la ragazza.

"E' Martina, ha risposto alla tua foto. Ha detto che sei carina."

Anna sorrise soddisfatta. "Grazie, ma adesso quando arriviamo alla mia sorpresa?" 

"Due minuti e arriviamo, la vedi quella casetta lì infondo? E' lì che dobbiamo andare."

"Ok." Rispose Anna dubbiosa. 

Percorsero il piccolo vialetto in silenzio scalciando un po' di neve qua e là. Arrivarono fino alla porta, era piacevole l'atmosfera di quella piccola zona. C'erano piante innevate attorno agli stipiti con un quadretto di ceramica su cui era scritto il nome della famiglia, poco comprensibile a causa della brina spessa. 

"Bussa tu." Invitò Hans.

Anna lo guardò e poi suono incerta il campanello. Dopo pochi istanti udirono una voce ovattata. 

"Chi è?"

A che rispose Hans. "Polizia di Cleveland signora, abbiamo un mandato di perquisizione. Hanno detto che in casa vostra nascondete un grande carico di amore e affetto."

Passò qualche secondo finché sentirono dei passi, poi con un click si aprì la porta. Uscì una signora grassoccia, ma non troppo con un viso che sembrava una pasqua. La donna fissò un attimo prima di spalancare gli occhi.
"Westergard? Hans Westergard?!" 

Hans fece un inchino. "In persona. E questa ragazza è_"

"No, non è possibile." Lo interruppe la donna. "Tu sei... Anna?!"

Anna guardò Hans, poi la donna. "Ehm, si."
Appena parlato, Anna si sentì due braccia forti e morbide racchiuderla.

"Oh tesoro mio, da quanto tempo! Ma vi prego entrate!"

I due entrarono in casa, c'era uno zerbino con su scritto'Welcome to everyone'.

"Ehm, Hans... chi è questa signora?" Chiese a bassa voce. Prima che potesse rispondere però...

"Io sono Bulda tesoro, Bulda Bjorgman. Il nostro Kris parlava spesso di te sai?"

Anna la guardo. "Kris... Kristoff?

"Certo!" 

Anna era rimasta immobile, sembrava che per poco non svenisse. "Hans, tu mi hai portata da Kristoff?" Aveva gli occhi umidi.

Hans pensava di aver fatto qualcosa di sbagliato. "Scusa Anna, pensavo che ti facesse piacere, non volevo_" Fu interrotto nuovamente con un abbraccio goffo da parte di Anna. 

"Grazie! Graziegraziegraziegrazie." Anna si staccò per poi saltare addosso a Bulda. "Oh signora Bjorgman sono così contenta di conoscervi." 

Bulda stritolò Anna di rimando. "Piccola mia sono io che sono onorata di conoscerti, però chiamami Bulda cara." 

Dopo aver finito con gli abbracci Bulda fece sedere Anna e Hans sul divano. "Stavo proprio preparando i biscotti, a minuti saranno pronti, poi Anna mi aiuterà a prepararne altri." 

"Si!" 

Mentre erano intenti a chiacchierare non si accorsero dell figura che stava entrando nella stanza.

"Anna?" 

Si voltarono tutti. 

"Guarda un po' chi c'è mio caro." Bulda si rivolse al ragazzo.

"Kristoff?"

Kristoff fissò Anna e poi si avvicinò velocemente. "Non ci posso credere, sei proprio tu?!" 

"Si è proprio lei." Intervenne Hans mormorando nella tazza del suo tè.

Anna nel frattempo si alzò dal divano e gli andò incontro per salutarlo come si doveva ma mentre lo faceva Kristoff la sollevò da terra facendola roteare in un mezzo giro. "Oh Dio, pensavo che te ne fossi andata, che ti avessero adottata..." Kristoff non riuscì a formulare frasi sensate, balbettava mentre si grattava la nuca e metteva le mani sul petto. "Sei be... cresciuta! Sei cresciuta, quanti anni hai? Anzi no aspetta, lo so! Tu devi avere... sedici anni, giusto?"

"Si esatto! E tu invece ne hai_"

"Diciannove."

"Già, sono passati quattro anni. Io ho pensato che non ti avrei mai più rivisto." Ammise Anna malinconicamente.

"Però adesso sei qui, tranquilla io qua resterò per un bel po'." Sorrise Kristoff.

"Kris perché non porti Anna a fare un giro della casa e le fai incontrare Pabbie, sono sicura che le farà piacere rivederlo."

"Grand Pabbie è qui?!" Chiese Anna emozionata.

"Certo, è di sopra, sai lui lavora in soffitta vieni..." Kristoff tirò Anna per mano e uscirono dal salotto.


Bulda e Hans aspettarono che si allontanassero per poi cominciare una conversazione.
"Non ho mai visto Anna felice come ora." Disse Hans.

"Sono contenta che l'hai portata qui, ho sempre adorato quella ragazza. Ma sono ugualmente contenta che sei venuto anche tu. Allora Hans, come stai?"

"Sto bene." Affermò lui annuendo come per dare credibilità alla risposta.

"Sii sincero, come stai davvero?"

"Ok Bulda, non sto bene bene ma sto davvero meglio, dico sul serio."

"Mhm, beh mi fa piacere. Ma sbaglio o sei dimagrito? Da quanto tempo non mangi?"

"Io mangio! Non molto ma mangio."

"Sei pelle e ossa! Ok sai cosa? Stasera tu e Anna restate a cena qui, così anche Cliff potrà incontrarvi."

"Ti ringrazio Bulda, è molto gentile da parte tua ma non so se la direttrice accetta che Anna stia nuovamente fuori a cena." 

"Oh ma che dici! Aspetta che sia Pabbie a chiederlo e secondo me le daranno anche un'ora in più per rientrare."

Hans sospirò. "Va bene, non oserei mai contraddirvi."

"Bene! Ora... facciamo un po' di pettegolezzi, dimmi la signora Hubermann è sempre la stessa?"

"Oh anche peggio! E' la versione femminile di Hitler. Anna la odia... e anch'io." Ridacchiò.

Bulda sbuffò una risata. "E Martina e Millicent?"

"Sempre le stesse, sono indispensabili per Anna."

"Non puoi immaginare come sono contenta che ti abbiano affidato Anna, ho come la sensazione che le cose miglioreranno."

"Io lo spero." Rispose Hans. Avrebbe voluto parlare con Bulda dell'idea di progetto che aveva, in effetti chi meglio di lei poteva capirlo e consigliarlo. "Bulda?"

"Dimmi." Rispose lei intententa a tirare i biscotti dal forno.

"Io... avevo pensato di fare una cosa ma ho bisogno di confrontarmi con qualcuno."

"Sputa il rospo."

"Sai ci ho pensato molto, e avrei intenzione di..." Abbassò la voce cautamente. "... 'adottare' Anna."

Bulda lo fissò immobile con sguardo sconvolto. "Dici sul serio?"

Hans retrocesse un po'. "Beh io ho pensato che forse sarebbe una cosa giusta e altruista da fare, Anna stamattina stava male perché pensava l'avrei abbandonata anch'io, poi lei è una cara ragazza e merita di avere un punto fisso nella sua vita per cui l'idea mi è balenata per la testa e_"

"Oh Hans!" S'intromise Bulda. "Sarebbe una cosa meravigliosa!"

"Lo... pensi davvero?"

"Si! Se decidi adottare quella ragazza farai più di una buona cosa, finalmente darai una famiglia ad Anna, poi entrambi sarete un fratello e una sorella magnifici e inoltre realizzerai il sogno tuo e di Abigail di aiutare dei ragazzi che difficilmente potranno essere adottati a causa della maggiore età, questa sarà una svolta positiva nella tua vita!"

Hans era già l'uomo più ottimista della terra.

"Ma..." Cominciò Bulda.

"Ma?"

"Dovrai prima mettere a posto diverse cose."

"Cioè...?"

"Dovrai prima di tutto parlare con sua sorella, Elsa."

"Cosa?! No! Non esiste che parlerò con Elsa, quella donna ha abbandonato sua sorella, non ha mai chiesto di lei, non si è mai fatta viva. Elsa non ha più nessun diritto su Anna."

"Hans, lo so che può sembrare inverosimile ma sappi che Elsa ha molto più bisogno di aiuto di quanto pensi. Fidati, lei ama sua sorella ma è cresciuta con la paura di sbagliare per tutta la sua vita, quella donna sin da bambina si sentiva il peso del mondo sulle sue spalle. Elsa non fa visita ad Anna non perché è cattiva o menefreghista, lei non lo fa per paura di sbagliare con sua sorella. Ti chiedi come lo so, ecco io sono spesso in contatto con Gerda, la loro balia, e lei mi racconta tutto. Elsa soffre per Anna."

Hans ascoltava Bulda pazientemente. "Questo non lo sapevo." Ammise lui.

"Parla con Elsa di questa cosa, ragazzo mio. Dopotutto sono sorelle e dovrai accettare qualsiasi cosa lei ti dica, anche se non vuole affidarti Anna, lei ce li ha eccome i diritti su Anna."

Hans tamburellava nervosamente le dita sul tavolino. "Va bene."

"Ottimo! Però non parlarle così o sembrerà che la vorrai uccidere, la spaventeresti a quella povera ragazza."

"Già poverina." Ribadì sarcastico e Bulda gli diede un'occhiata di rimprovero.

"Sai, Elsa era molto amica di Abigail..."

"Cosa? Lei non me ne ha mai parlato." Oppure si, ora Hans riordava di quella volta che Abigail tornò a casa raccontando di aver fatto amicizia con una ragazza che lavorava in un'impresa importante, probabilmente gli aveva anche detto il nome ma lui non prestò attenzione.

"Elsa lo raccontò a Gerda e Gerda lo disse a me."

"Oh." Fu l'unica cosa che riuscì a dire.

"Non puoi certo trattare male un'amica della tua ragazza."

"Ok, parlerò civilmente con Elsa. Ma lo faccio solo per Anna."

"E' la cosa giusta da fare Hans."
Subito dopo aggiunse: "E trovati una fidanzata!"

"Cosa?!"

"Non voglio che resti solo per sempre e non ti innamorerai più! Inoltre ai single non danno gli affidamenti lo sai."

Hans gemette. "Troverò una soluzione."

"Sai, Elsa è libera ed è anche una bella ragazza." Bulda fece un sorrisetto.

"Bulda..." Disse in tono di avvertimento.

"Stavo scherzando." Rise di gusto.


***

  
In quel momento Anna si sentiva la ragazza più gioiosa del mondo, salendo pian piano le scale non riusciva a contenere il sorriso che si estendeva da una guancia all'altra, Kristoff parlava velocemente spiegandole delle cose ma lei non prestava attenzione, solo il fatto di rivedere Kris era sufficiente per spegnerle il cervello e poi, non vedeva l'ora di rivedere Pabbie! 


"E qui... è dove Grand Pabbie sta la maggior parte del tempo." Disse Kristoff concludendo il tour.

Anna provò a riaccendere gli ingranaggi del cervello e prestare attenzione. Si fermarono difronte ad una porta chiusa.
"E che fa sempre qui?" Chiese incuriosita.

"Beh lui lavora, cioè è più una distrazione per lui ma la sfrutta come lavoro. Intaglia piccole sculture in legno e fa delle belle collane di cristalli."

"Cristalli?"

"Si, lui li chiama cristalli di fuoco, entra ti faccio vedere!"

Kristoff aprì piano la porta. "Nonno, possiamo entrare?"

Poi si udì una risposta. "Entra pure Kris."

Quando Anna entrò e vide l'anziano uomo seduto ad un tavolo da lavoro spalancò la bocca. "G-Grand Pabbie?"

L'uomo si fermò dalla sua attività e alzò lo sguardo verso la ragazza. "Anna?"

"Si sono io!" 

"Oh santo cielo mia cara!" Pabbie si alzò immediatamente e corse ad abbracciare Anna. "Come stai bambina mia?"

"Bene, ti ringrazio. Però avrei tanto desiderato che tu non te ne andassi, mi sono sentita abbandonata."

"Anna, mi dispiace tantissimo ma purtroppo non potevo scegliere io chi mi affidassero e poi ho una certa età cara, era arrivato il momento che andassi in pensione." Concluse accennando un sorriso.

"Capisco, sono contenta che però Kristoff abbia avuto te, Bulda e Cliff."

"Già, ma poi... ho sentito che sei in buone mani, vero? Ho saputo che Westergard si occuperà di te, non hai idea di come sono contento che ti sia capitato Hans, è il migliore in campo. Come ti trovi con lui cara?"

"Beh mi sto trovando molto bene in effetti, ma inizialmente non lo sopportavo." Dovette ammettere lei.

"Mi sarebbe apparso strano se fosse il contrario." Rise Pabbie.

Dopo, Pabbie mostrò ad Anna tutte le sculture di legno che aveva fatto, erano sia mini sculture di persone e manichini che utensili e illustrazioni varie, Anna pensava fossero bellissimi. Inoltre le mostrò anche i cosidetti 'cristalli di fuoco' che menzionò Kristoff, in effetti lo sembravano davvero. Erano gemme colorate variamente ma con luci incandescenti proprio come se stessero prendendo fuoco. E quando Anna chiese rapita cosa fossero sia Pabbie che Kristoff ridacchiarono dicendole che fosse un segreto.

***

Anna, Kristoff e Pabbie scesero nel salotto dove si trovavano Hans e Bulda. I due stavano ancora chiacchierando sulla questione precedente, si fermarono solo quando videro arrivare gli altri.

"Ehi voi due, di cosa state parlando? Eravate così seri." Chiese Anna.

"Niente Anna, cose da adulti." Rispose Hans, e proseguì. "Comunque noi dovremmo tornare, devo anche avvertire la direttrice che stasera ceniamo qui."

Anna emise uno sbuffo scocciato. "Va bene."

"Ehi Pabbie, come stai?" Salutò lui.

"Io sto alla grande Hans, ho saputo che stasera cenate qui e a me fa molto piacere. Sono contento di avere dei miei cari amici come ospiti, anche Cliff sarà entusiasta di vedervi."

"Ti ringrazio." Sorrise Hans.

"E trattami bene questa ragazza."

Hans non riuscì a far a meno di ridere. "Oh io la tratto benissimo, piuttosto è lei che maltratta me."

"Ciao Kris." Anna salutò timidamente Kristoff. 


***

"Ciao Kris" Ripeté in macchina Hans per l'ennesima volta prendendo in giro Anna.

"Smettila." Sbuffò Anna.

Hans guardò Anna e sospirò. "C'est l'Amour."

"E andiamo!"

***

Hans accompagnò Anna alla casa famiglia e avvertì la direttrice Alexandra Privet della cena.

"Mi fa piacere che la fai uscire Hans, davvero. E' stata un'ottima scelta affidarla momentaneamente a te." 

"Direttrice Privet, a proposito di questo... volevo discutere con lei su una questione."

Alexandra aggrottò la fronte. "Certo, siediti."

Hans si sedette e prese coraggio a parlare. "Si tratta dell'affidamento di Anna."

La signorina Privet aveva uno sguardo interrogativo sul volto.

"Ecco, volevo consultarmi con lei riguardo una decisione importante. Vorrei chiedere all'associazione di 'adottare' Anna."

"Beh Hans sarebbe una cosa stupenda..."

"Ma?"

La direttrice sospirò. "Ma dovresti chiedere a sua sorella, Elsa Arendelle."

"Si ecco, a proposito di questo, non c'è un modo per evitare giri inutili? E per giri inutili intendo il dover parlare con Elsa."

"No Hans, lei è maggiorenne e in un certo senso ha i diritti sulla sorellina."

"Ma l'ha abbandonata!"

"Elsa era una ragazzina quando Agdar e Idun Arendelle sono morti, Anna era una bambina emotivamente instabile e lei non poteva prendersi cura della sorella piccola."

"Secondo me l'unica persona emotivamente instabile e con disturbi mentali è proprio Elsa." Sfuriò Hans.

"Purtroppo non abbiamo mai capito perché Elsa non abbia cercato di riavere la sorellina una volta compiuta la maggiore età." Disse Miss Privert pensierosa. "Sono contenta però che tu voglia prenderti sincera cura di lei. Sappi che questo comporterà delle grosse responsabilità. Dovranno indagare sulla tua vita privata, riportare alla luce eventi tristi e spiacevoli di cui tu fai tutto per dimenticarli solo per vedere se sei idoneo emotivamente."

"Lo so."

Passarono la successiva mezz'ora a discutere della faccenda, dopodiché Hans dovette andar via.

"Ripasso verso le sei e mezza per prendere Anna, grazie Miss Privet."

"Va bene. Ricorda quello che devi fare." Gli disse.

Hans annuì e andò via.

***

Tornato a casa diede da mangiare a Sitron, riordinò le stanze, lavò i sacrosanti pavimenti, si lavò, si vestì e si gettò poi sconsolato sul divano. E cominciò a pensare.

Brutta cosa.

Chiedere l'affidamento di Anna significava lottare, lottare contro Elsa, l'associazione, i servizi sociali, se stesso. Dovano chiedergli: "Hai mai avuti problemi con l'alcol?" E no, lui non ne aveva. A parte singolari episodi dopo... dopo la morte di Abigail. "Perché vuole prendere in affidamento Anna Arendelle?" Poteva rispondere semplicemente perché voleva bene a quella ragazza ma non sarebbe bastato e allora avrebbe dovuto dire per forza: 'Era il sogno mio e della mia quasi moglie prendere l'affidamento di ragazzi maggiorenni che non avevano più speranze di avere una famiglia e che fossero stati ragazzi sensibili e inesperti della vita' e ciò significava che avrebbe dovuto rivivere la morte di Abigail e_

NO. 

Lui era forte ora, voleva affrontare la realtà e andare avanti. Per il sogno di Abigail, per il bene di Anna, per il bene suo
Si stiracchiò per benino sul divano e provò a prendere sonno, stava dormendo solo dalle tre alle quattro ore a notte senza saperne il motivo. Chiuse gli occhi e dopo qualche minuto riuscì finalmente ad addormentarsi.

Come d'abitudine per ogni volta che si addormentava sul divano, il risveglio consisteva nel trovarsi la mano sbavata e il suo cane appoggiato con la testa in grembo.
Sitron era la sua sveglia personale. 
Hans guardò pigramente l'orologio e_

18:10!

"Ma porca-" Hans saltò dal divano, andò in bagno e si sciacquò la faccia. Afferrò il cappotto, salutò Sitron con un paio di carezze e corse verso la macchina.

Arrivò alle sei e venti alla casa famiglia a causa del traffico. Sarebbero poi andati a piedi dai Bjorgman con quel freddo glaciale dato che era una zona pedonale, avrebbero fatto sicuramente tardi.

"Martina ciao, ti prego dimmi che Anna è pronta."

"Uh... si, è pronta. La vado a chiamare."

***

"Anna! Hans è qui, dai infila il cappotto."

"Marty aspetta..." Anna la fermò.

"Cosa c'è?"

"Ecco io... non lo so, ho paura di andare dai Bjorgman."

"Ti senti ansiosa perché non stai molto con altre persone, è normale."

"No è che_"

"E' che c'è Kristoff?" Chiese Martina con un sorrisetto.

Anna arrossì. "No! Io..."

"Andrà tutto bene Anna, ricorda: stasera starai insieme a tutte persone che ti vogliono bene, ok?"

"... ok."

***

Quando Anna sbucò nell'ingresso Hans le andò incontro velocemente. "Ehi Anna, non ti muovevi più? Saremo in ritardo corri. Ci vediamo più tardi ragazzi!" Salutò gli altri e trascinò Anna fuori.

"Ehi! Perché corri?" Si lamentò Anna.

"Perché siamo in ritardo. Guarda che lo faccio per te, così puoi stare più tempo in compagnia loro anche prima di cena."

"Beh grazie." Rispose Anna in modo piatto.

"Ma che c'è?" Hans si fermò.

"Niente... camminiamo."

"Ehi, se c'è qualcosa che non va me lo devi dire. Gli accordi erano questi."

"In realtà non c'è niente che non va, sono solo nervosa. Ho paura che andrà storto qualcosa."

"Non andrà storto niente, Anna. Sono persone che ti vogliono tanto bene e stasera tu ti divertirai un mondo." Disse Hans deciso.

"Se lo dici tu."

Perché il genere femminile dev'essere così complessato?

Arrivarono in silenzio all'accogliente porta della famigliola.

"Pronta?"

Anna annuì e Hans bussò.

Dopo un istante la porta si aprì rivelando proprio Kristoff che si era bloccato non appena li vide.

"Kristoff hai aperto?" Urlò Bulda da un'altra stanza.

"Si mamma." Rispose lui. "Scusate, buona sera." Infine sorrise.

"Ciao Kristoff." Lo salutò Hans entrando.

"Ehi Anna." Kristoff continuava a fissare Anna ignorando completamente Hans.

Anna sorrise imbarazzata. "Posso entrare?"

"Oh! Certo perdonami, entra." Le fece un cenno galante col braccio.

Lei mormorò un 'grazie' ed entrò.

Dopo un po' il ragazzo diede il via ad una conversazione random e fu così che Anna e Kristoff cominciarono a parlare molto vivacemente come se non ci fosse un domani.

Intanto Hans, che aspettava Bulda seduto sul divano in salotto, osservava la scena con uno sguardo indescrivibile sul volto.

Sono consapevoli che ci sono anch'io? E Anna non era quella timorosa di venire qui?

"Non sto dicendo che io sia chissà che bravo a disegnare ma... mi piace molto."

"Scommetto invece che tu sia bravissimo Kris, perché dopo non mi mostri qualche disegno? Per favore." Chiese Anna con uno sguardo languido.

Da quando è diventata così civettuola?

Kristoff deglutì pesantemente. "O-okay."

"Meraviglioso!"

L'euforia e le risate di entrambi dissiparono non appena si voltarono e videro Hans che li osservava con un sopracciglio alzato.  

"Allora, Kristoff..." Cominciò lui. "Parlami un po' di te. Cos'hai intenzione di fare dopo il diploma."

"Beh io... in realtà avevo pensato di lavorare, voglio dire... di diventare un veterinario. Sai amo gli animali."

"Davvero?!" Chiese Anna entusiasta.

"Si."

"Waw, dev'essere un bel lavoro sai. Apprezzo chi lavora con gli animali, dopotutto anch'io ho un cane e_"

"Si chiama Sitron! Non ricordo il nome strano della razza ma è un cane bellissimo e molto simpatico!" Lo interruppe Anna.

Kristoff guardò Hans molto incuriosito. "Hai un cane?"

"Si, e prima che Anna mi interrompesse, volevo dire che è Norsk Elghund Grigio, una razza norvegese, ed praticamente il mio unico amico."

"Fantastico." Poi guardò Anna. "Allora ti piacciono i cani?"

"Certo!"

Kristoff fece un sorriso a trentadue denti. "Aspettate qui."

"Dove vai?"

"Devo farvi vedere una cosa." e poi sparì.

Hans aspettò qualche istante. "Kristoff è proprio un bravo ragazzo, vero Anna?" Chiese con un sorriso diabolico.

Anna provò a fare un broncio ma fallì miseramente. "Si lo è, e allora?"

Hans finse uno sguardo disinvolto. "Mhm niente."

"Dove sono i miei ragazzi?" Entrò Bulda con le braccia spalancate pronta ad abbracciarli.

"Bulda!" Esclamarono in coro.

"Scusate l'attesa ma stavo finendo di preparare."

"Non preoccuparti." Rispose Hans.

"Ma dov'è finito Kris?"

"Ha detto che doveva farci vedere una cosa."

Proprio in quell'istante entrò Kristoff con un fagotto tra le braccia e si avvicinò ad Anna. 
Tutti lo guardavano incuriositi finché non levò un lembo della coperta rivelando un cucciolo di labrador dal pelo dorato con occhioni curiosi.

Hans fu il primo a commentare. "E' bellissimo Kristoff." E non resistette alla tentazione di accarezzarlo.

Anna intanto era rimasta incantata.

"Ti piace?" Le chiese Kristoff.

"Oh mio Dio! E' così tenero che mi viene da piangere, posso prenderlo?"

Kristoff le sorrise. "Certo" E glielo porse. "Si chiama Sven."

Anna lo prese come se fosse un bambino.

"Lo abbiamo preso il mese scorso, Io e Cliff adoriamo i cani." Disse Bulda soddisfatta. "Ehi Kris perché non porti Anna a vedere la sua cuccia'"

"Certo! Andiamo Anna."

Quando i due si allontanarono Bulda iniziò la conversazione. "Cliff sta arrivando a momenti, perché non vieni in cucina. C'è anche Pabbie."

"Mi farebbe molto piacere."


***

"Oggi ho parlato con Alexandra." Finalmente parlò Hans, dopo essere rimasto pensieroso per i successivi venti minuti.

"Davvero? Le hai raccontato di Anna?" Chiese Bulda incuriosita.

"Si ma, anche lei, ha detto che devo parlare con Elsa." Rispose irritato. "Mi ha detto 'E' la cosa giusta da fare Hans.'" Terminò usando un tono femminile buffo.

A che Bulda si ostinò. "Beh mi pare anche ovvio! La signorina Privet è una donna intelligente, Hans. Sa cosa dice."

"Non ne dubito. Ma Bulda, se poi mi viene da picchiarla? Già il nome 'Elsa' basta ad irritarmi." Non fece in tempo a formulare altre scusanti quando sentì un pesante schiaffo dietro la testa.

"A volte ti comporti come un bambino Hans Westergard lo sai?! Elsa non è il tipo di persona che irrita, basta guardarla bene in faccia per farti provare pena per quella povera ragazza." Bulda singhiozzava melodrammaticamente mentre terminava la frase.

"Ok Bulda, adesso calmati però." Disse Hans massaggiandosi ancora la nuca dolorante.

"Oh scusa, sono troppo emotiva." 

Hans non fece in tempo a rispondere che sentì la porta aprirsi e Cliff che entrava allegramente.

"Beh ma buonasera ragazzo."

"Cliff!" Hans si alzò andando incontro a salutarlo. "Come stai?"

"Sto una meraviglia, ho le energie di un ventenne. Tu invece Hans, sembri un ottantenne a cui non hanno ancora dato la pensione."

"Ha ha sempre molto spiritoso Cliff. Comunque sto bene." 

"Mi fa piacere figliolo." Disse dandogli una pacca sulla spalla. "A proposito, dov'è la piccola Anna?"

Hans fece per rispondere ma Anna lo batté sul tempo. 
"Sono qui!"

Cliff si bloccò per un istante. "Buon Dio, altro che piccola. Sei una signorina Anna!"

"Grazie signor Cliff." Arrossì lei.

"Mia cara in questa casa ci diamo del tu."

Anna sorrise.


***


Quando finalmente l'intera famiglia si riunì in cucina Bulda cominciò ad apparecchiare allegramente facendosi dare una mano (con grande insistenza da parte loro) dal resto dei presenti.

Hans prese un momento Anna in disparte. "Ti sta piacendo la serata?"

"Si molto, Kristoff mi ha fatto vedere alcuni dei suoi disegni e anche piccole sculture in legno. E' davvero bravo."

"Mi fa piacere, però avresti dovuto truccarti un po'. Ti stai facendo rossa come un peperone." La istigò lui.

Anna lasciò un respiro irritato. "Ma perché mi prendi sempre in giro?"

"Andiamo Anna, è così evidente che ti piace. E anche tu gli piaci."

Anna spalancò gli occhi. "Che?!"

Hans sorrise. "Gli piaci, scema. Sembrate due stoccafissi quando vi guardate."

Anna fece un lamento e Hans scoppiò a ridere.


Il resto della serata fu molto piacevole, a parte la deliziosa cucina di Bulda, l'atmosfera era molto allegra e serena. Anna si stava divertendo molto e felice lei, felici tutti allora. 

***

Dopo mezz'ora di saluti e raccomandazioni, Hans e Anna andarono via.

"Ci torneremo la prossima volta Anna, te lo prometto."

"Va bene." Acconsentì lei.

"Intanto ti sei divertita stasera, noto che quando sei con persone la quale ti fidi stai bene e sei più sciolta. Però dobbiamo cercare di fare almeno buon viso a cattivo gioco anche con chi non sopportiamo."

"Ma io lo fare, lo faccio sempre quando sto con te." 

Hans alzò un sopracciglio. "Da dove viene tutta questa malizia ora?"

"Me l'hai insegnata tu." Ridacchiò Anna.

"Anna, ti do giusto tre secondi di vantaggio."

Anna allora cominciò a correre e strillare. "Adoro giocare ad acchiapparello."

"Ah si?" Disse Hans col fiatone. "Non credo che l'adorerai quando ti prendo però."

"Ma se sei un vecchietto!" Rise Anna.

"Questa me la paghi!"

Purtroppo la corsa non durò a lungo sulla neve scivolosa perché caddero miseramente sul parco, ma almeno Anna continuava a ridere.

"Hai ragione Anna, sono un povero vecchietto. Mi arrendo." Disse Hans oramai steso al suolo. Si alzò e aiutò anche Anna. "Dai torniamo a casa."

"Non vedo l'ora quando 'casa' non sarà più la casa famiglia per me." Disse Anna sorridente.

"Lo spero anch'io Anna, te lo auguro con tutto il cuore."

"Tanto hai detto che mi prenderai tu in custodia e diventerai il mio fratello maggiore!" Disse lei gioiosamente.

Hans le diede un sorriso colpevole. "Già, ti prometto che farò tutto il possibile."


***


Dopo aver accompagnato Anna, Hans tornò finalmente a casa trovando Sitron che dormiva beato.

"Dovevo chiamarti Nebbia." Mormorò ironico Hans. Dopodiché prese il suo cellulare. Era tardi per fare telefonate ma...

Adesso o mai più.

Compose il numero e aspettò diversi squilli.

"Pronto?" Gli risposa una voce molto rigida.

"Ehm salve, parlo con..." deglutì. "Elsa Arendelle?"

"Si, sono io. Spero si renda conto che sta chiamando a tarda notte."

"Ha ragione, mi scusi per l'orario ma le devo parlare. Sono Hans Westergard."

Ci fu un attimo di silenzio. "E allora?"

Hans sospirò. "Lavoro per i servizi sociali come tutore nella casa famiglia Young Angels."

"Perché sta chiamando ora?!" La sua voce si stava spezzando. "Ho mia sorella lì! E' successo qualcosa?"

"N-no! No signorina Arendelle, vede io al momento mi occupo di sua sorella ma lei sta bene."
La sentì espirare con sollievo. Era preoccupata per la sorella?
"Comunque le devo parlare, è abbastanza importante."

"... Va bene. Domani a mezzogiorno."

"Oh, va benissimo. Al parco?"

"Ok."

"Bene, la ringra_"

Elsa aveva staccato il telefono.

"...zio."

Una cosa era certa, questa Elsa Arendelle poteva essere sensibile quanto voleva lei ma aveva proprio un bel caratterino.

"Quella grandissima..."
  
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