Era venuto da lui un anno prima.
L’aveva avvicinato tra la folla, sconvolgente nella sua normalità.
Haymitch lo conosceva di vista, si stava facendo un nome come Stilista nella Capitale.
<<  Ho bisogno di parlarti, Haymitch. >> Aveva esordito, con quella sua voce pacata e morbida.
Si erano allontanati dalla gente che guardava i Giochi in diretta, rifugiandosi in un luogo più silenzioso.
<< Parla. >> Aveva sbottato Haymitch, le mani che tremavano intorno alla bottiglia ormai vuota.
I suoi Tributi erano stati uccisi ancora una volta.
<< Ho intenzione di unirmi a voi. >>  
Così, anche lui sapeva dei Ribelli, del Distretto 13, nascosto ma presente.
<< E cosa potresti fare? >> Era uno Stilista, come avrebbe potuto aiutarli?
Ma lui lo sorprese ancora una volta.
<< Posso darvi un simbolo. Qualcuno estratto per i Giochi, che unisca i Distretti contro la Capitale. >>
Aveva parlato tranquillamente, non c’era pericolo che qualcuno lo sentisse.
Haymitch aveva corrugato la fronte, pensieroso sotto lo stordimento dell’alcool.
Era quello di cui la guerra aveva bisogno per scoppiare e soppiantare Capitol City?
Un simbolo?
<< Un Tributo, eh? >>
Lui aveva annuito.
<< Esatto, un Tributo del Distretto 12. >>
Quella frase aveva avuto il potere di smuoverlo, e una prima avvisaglia di rabbia gli donò nuova lucidità.
<< Perché il 12? La maggior parte di loro è mezza morta di fame e stenti. >>
L’uomo aveva sorriso.
<< Perché nel Distretto 12 c’è gente come te, Haymitch. >>
Haymitch ricordava sé stesso da giovane come se fosse stato un’altra persona.
L’unico sopravvissuto in un’arena di 48 Tributi.
Colui che aveva trovato il modo di far sfigurare Capitol City usando il campo di forza.
<< Come hai detto che ti chiami? >> Domandò, burbero, seppellendo nuovamente quei ricordi.
<< Cinna. >>