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Autore: Notteinfinita    04/10/2017    2 recensioni
Martin e Diana, insieme ai loro compagni di classe, girano un film per il festival dei film horror.
Questa sarà l'occasione perché sentimenti a lungo taciuti vengano a galla...
*****
La ff prende spunto dalla puntata di Miraculous le storie di Lady Bug e Chat Noir intitolata ""Horrificator" ma non è un cross-over.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Diana Lombard, Jenny, Martin Mystère
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciak si gira!


«Il mostro della palude uno prima!» urlò Tom, addetto al ciak, assumendo un tono professionale.

«Agente Simons, mi ascolti, non può andare da sola. È troppo pericoloso!» recitò Martin con fare sicuro, trattenendo Jenni per le spalle.

«Non provi a fermarmi ispettore Mystere, quel mostro mi ha portato via la mia famiglia!» esclamò lei, fingendo di divincolarsi.

Jenni aveva appena finito di dire la sua battuta quando i cespugli in riva al lago vennero scossi e un ributtante mostro verde apparve dietro di essi.

Appena l'ebbe intravisto, Jenni lanciò un urlo e nascose il volto contro il petto di Martin che gongolò felice.

«Stop!!!» urlò Claire in veste di regista.

«Jenni ma che ti prende?» chiese avvicinandosi alla ragazza. «Quando hai accettato di fare la protagonista sapevi che il cortometraggio che dovevamo girare ci serviva per cercare di partecipare al festival dei film dell'orrore; sapevi che ci sarebbe stato un mostro.»

«Lo so.» rispose Jenni, sistemandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. «Mi ha solo preso alla sprovvista; te lo avevo detto che non era una buona idea non farmi sapere da dove sarebbe spuntato. Ripetiamo la scena, vedrai che stavolta andrà bene...e prometto di non sbirciare il cespuglio prima dell'apparizione del mostro.» la esortò, con rinnovata sicurezza.




«Il mostro della palude uno diciottesima.» biascicò Tom con voce stanca.

La scena si svolse normalmente, così come le precedenti diciasette volte finché i cespugli non presero a muoversi e Jenni lanciò un urlo stridulo prima ancora che il mostro apparisse.

«Stop, stop, stop!!!» sbraitò Claire gettando a terra il copione in preda alla disperazione. «Tanto vale rinunciare, non riusciremo mai a portare a termine questo film!»

«Claire sono mortificata. Pensavo di farcela.» mugolò Jenni, affranta. «Quando ero piccola la mia baby sitter, credendo che io dormissi si è messa a guardare un film dell'orrore su un mostro lacustre, io però ero sveglia, l'ho visto e temo di non aver mai del tutto superato il trauma, mi dispiace.» spiegò la ragazza ad occhi bassi.

«Ma perché non hai parlato prima di questo problema?» le chiese Martin, poggiandole una mano sulla spalla con fare comprensivo.

«Sono passati secoli da quell'episodio, da allora ho visto tantissimi film horror senza nessun problema, pensavo di averlo superato invece a quanto pare non è così.»

«Bè, ormai si è fatto tardi, per oggi sospendiamo le riprese. Ci vediamo domani pomeriggio. Per allora dovremo aver trovato una soluzione. Abbiamo pochissimo tempo, non possiamo sprecarne altro.» disse Claire, perentoria, facendo cenno a tutti di recuperare la strumentazione e andarsene.





«Ciao a tutti.» disse Claire, raggiungendo il resto della classe che l'attendeva ai margini del lago. «Allora Jenni, che mi dici, te la senti di girare?» domandò speranzosa.

«Non ce la faccio, mi dispiace.» ammise la ragazza, abbassando il capo.

«È la fine, ormai non potremo più trovare una sostituta, nessuno può imparare le battute in così poco tempo!» esclamò la regista, lasciandosi cadere a terra.

«In realtà io avrei una soluzione.» annunciò Martin, sfoderando uno dei suoi sorrisi sghembi. «Visto che Jenni non se la sente, potrebbe sostituirla Diana. Lei ha scritto la sceneggiatura, la conosce già a memoria.»

«Cosa!?» esclamò Diana, sconvolta. «Ma io non ho mai recitato in vita mia!» protestò.

«Diana, ti prego, sei la nostra unica speranza!» la pregò Claire prendendole le mani e guardandola con sguardo implorante.

«Non so se ne sono capace, mi impappinerò di certo.»

«Un ciak di prova, è tutto quello che ti chiedo.» rispose la registra supplichevole.

Diana alzò gli occhi in cerca di aiuto ma ciò che vide fu lo sguardo speranzoso dei compagni, così alla fine scrollò la testa, sconfitta.

«E sia, faremo una prova ma se va male fine della storia.» concesse.

Sorridenti e soddisfatti, tutti si accinsero al loro lavoro.

«Brava Diana! Ero disperata all'idea di aver rovinato il lavoro di tutti!» esclamò Jenni, abbracciandola stretta.




«Il mostro della palude uno diciannovesima!» annunciò Tom con rinnovata vivacità.

«Agente Lombard, mi ascolti, non può andare da sola. È troppo pericoloso!» recitò Martin con convinzione, stringendo il braccio di Diana e cercando di infonderle coraggio.

«Non provi a fermarmi ispettore Mystere, quel mostro mi ha portato via la mia famiglia!» ribatté lei, con voce leggermente insicura, fingendo di divincolarsi.

Dalla sua postazione di regia Claire sorrise soddisfatta, anche il lieve tremito della voce di Diana anziché guastare la scena sembrava rendere le emozioni della protagonista più reali.

Stavolta all'apparizione del mostro non ci furono urletti isterici né scene di panico ma tutto si svolse secondo il copione mentre Diana acquistava maggior sicurezza ad ogni battuta.

L'affiatamento tra i due era perfetto ed anche se ogni tanto uno dei due non ricordava perfettamente la battuta il loro feeling era tale da permettergli di rispondere a tono senza che il film ne risentisse.

Con somma gioia di Claire e di tutti gli altri il lavoro filò liscio e tranne per qualche volta in cui Martin se ne uscì con una delle sue facendo ridere Diana, quasi nessuna scena richiese più di un ciak.

In pochi giorni il film poté considerarsi quasi finito.

«Ragazzi, domani gireremo l'ultima scena, vi voglio belli carichi!» annunciò Claire, gasata. «Avete fatto un buon lavoro.» si complimentò, facendo poi l'applauso di rito mentre tutti si salutavano.

«Diana, aspetta. Se ricordi ti avevo detto che durante la riunione a cui sei mancata abbiamo modificato alcune battute del copione. Non so se tu hai avuto tempo di leggerlo ma ti consiglio di ripassarlo stasera.»

«Tranquilla Claire, non c'è problema. No, a dire il vero non l'ho ancora letto per evitare di confondermi ma per domani sarò pronta.» la rassicurò la ragazza prima di salutarla.




Era quasi mezzanotte quando qualcuno bussò in maniera concitata alla porta di Jenni che andò ad aprire stropicciandosi gli occhi.

«Diana, cosa fai qui?» chiese sorpresa.

«Jenni, io non posso girare la scena finale!» esclamò la ragazza, disperata.

Vedendola in quelle condizioni l'amica la fece entrare e la invitò a sedersi sul letto.

«Mi vuoi spiegare che ti prende?» le chiese Jenni, preoccupata.

«Ti ricordi quando io avevo la riunione del club di dibattito e non sono potuta venire a quella per il film? Voi mi avete detto che avevate leggermente cambiato qualche battuta del finale, io avevo dato a te la possibilità di votare anche per me perché tu mi avevi assicurato che non avresti permesso che stravolgessero la mia sceneggiatura. Dopo sono iniziate le riprese e non ho avuto tempo di rileggere il copione, oggi vado a ripassare la mia parte e mi trovo davanti una scena in cui devo baciare Martin!» esclamò con la voce che saliva di un'ottava ad ogni parola rasentando la categoria degli ultrasuoni. «Io non posso, tu sai che non posso.» aggiunse scoppiando in un pianto dirotto.

Jenni si sedette accanto a lei e l'abbracciò, sussurrandole parole di conforto per cercare di calmarla.

«Se lo baciassi lui capirebbe, so che capirebbe e lo perderei anche come amico.»

«Mi dispiace, purtroppo durante la riunione hanno insistito molto per dare una piega romantica al finale e alla fine ho dovuto capitolare. Ho pensato che in fondo era solo un bacio finto e che non ti saresti arrabbiata; so quanto lo ami e non ci proverei mai con lui e poi allora non sapevo che sarebbe andata così.» spiegò Jenni, dispiaciuta.

«Oh Jenni, cosa devo fare?»

«Ascolta, questa invece potrebbe essere la tua occasione. Tu saresti capace di continuare a soffrire in silenzio e magari di fargli anche da testimone al matrimonio ma non puoi continuare così!» la esortò, costringendola ad alzare il viso. «Domani invece lo bacerai e se lui capirà magari sarà l'occasione per dare una svolta al vostro rapporto, in caso contrario potrai sempre dire che sei solo una brava attrice.»

«...vorrei fosse così facile...» mugolò Diana, affranta.

Jenni la strinse nuovamente a se, nel vano tentativo di consolarla.

«Hey, mi è venuta in mente una cosa!» annunciò d'un tratto, facendo sobbalzare la povera Diana. «È stato Martin a proporre te come mia sostituta, lui conosceva il copione, il che vuol dire che a lui non dispiace l'idea di una scena in cui vi baciate.» affermò con sguardo ammiccante.

A quelle parole Diana arrossì di botto e nascose il viso tra le mani.

«Che dici, probabilmente quando ha proposto me per il ruolo non ha neanche fatto caso alla scena del bacio.»

«Dai, non può essere così stordito!» protestò Jenni, poco convinta.

«Con Martin c'è da aspettarsi di tutto.» ribatté Diana scoprendo il viso e sospirando pesantemente.

«Bé, se è così tonto allora non capirà nulla neanche se lo baci.» dedusse Jenni, incoraggiante.

«In effetti gli sto vicino tutti i giorni da anni e non ha mai capito nulla.» rifletté Diana.

«Quindi non hai nulla di cui preoccuparti.» la rassicurò l'altra, sorridendo.

«Forse hai ragione...»

«Su, fatti una bella dormita e persa solo a recuperare le energie.»

«Grazie Jenni.» disse Diana, gettando le braccia al collo dell'amica per poi salutarla e tornare in camera sua.




Diana dormiva già da un pezzo quando, nel cuore della notte, Martin si svegliò improvvisamente colpito da un pensiero: il giorno dopo avrebbe dovuto baciare Diana. La bambina a cui nascondeva le rane nel letto, la sua collega di avventure, la sua amica da una vita, la ragazza che aveva scoperto di amare quando durante una missione aveva rischiato di perderla.

Il ragazzo sentì la paura impossessarsi di lui.

Mille dubbi si affollavano nella sua mente.

Sarebbe riuscito a mantenere il bacio sul piano della finzione?

Diana avrebbe capito ciò che lui davvero provava?

Cosa avrebbe fatto se avesse scoperto ciò che provava per lei?

C'era anche solo la minima speranza che una ragazza seria come Diana prendesse in considerazione come boyfriend quello che lei spesso definiva “un bambinone mai cresciuto”?

Inutile dire che il sole aveva già fatto da un po' capolino all'orizzonte quando finalmente Martin cedette al sonno.

Per sua fortuna quel giorno era sabato e non c'erano lezioni.




Diana, invece, in preda all'ansia, si era svegliata alle prime luci dell'alba ed aveva trascorso la mattinata vivendo alternativamente momenti di speranza e di paura.

Se Jenni non fosse venuta a tirarla fuori dalla sua stanza probabilmente giunto il tramonto non sarebbe stata in condizioni di presentarsi per le riprese.

L'amica invece la distrasse portandola in giro per spese ed impedendole di rintanarsi in biblioteca dove lei aveva deciso di andare per essere certa di non incontrare Martin.

Ciò che lei non sapeva era che il suo amico, svegliatosi ad ora di pranzo, aveva trascorso tutto il tempo che lo separava dall'orario della riprese sul campo da basket così da non dover pensare a ciò che lo aspettava.




Ben presto il sole iniziò ad adagiarsi sulle cime delle colline all'orizzonte e tutti coloro che collaboravano al cortometraggio si ritrovarono sulle rive del lago.

«Coraggio ragazzi, oggi è il grande giorno! Manca solo un ultima scena e poi avremo finito. Domani monterò il film e lunedì i nostri compagni voteranno quale tra i cortometraggi girati qui alla Torrington parteciperà al festival.» ricordò loro Claire, con voce esaltata.

Mentre gli altri gridavano esaltati all'idea di partecipare al festival, Diana se ne stava in disparte a capo chino, troppo presa dai propri pensieri per partecipare all'allegria generale mentre Martin si esibiva in un'imitazione poco convincente di allegria autentica.

«Su ragazzi, non perdiamo tempo. Avremo la luce giusta solo per poco tempo. Martin, Diana, siete pronti?» chiese Claire, impaziente.

«Certo.» affermò Martin, cercando di apparire tranquillo.

Diana si limitò a mugolare senza alzare lo sguardo.

«Dai, ragazza mia, pensa che almeno avrai l'occasione di baciare Martin!» la esortò Jenni, spingendola verso la zona in cui si sarebbe svolta la scena.




«Non vincerai, per te è la fine!» gridò Diana, brandendo un'ascia e scagliandosi contro il mostro ormai a terra, inerme; cercando di apparire concentrata sulla scena in svolgimento e non nel pallone per quella che si sarebbe svolta di lì a poco.

«Agente Lombard, no, tu non sei un'assassina.» affermò Martin, entrando in scena trafelato e afferrandole il braccio.

Un gesto che normalmente non gli avrebbe procurato nessuna particolare emozione ma che in quel momento gli fece scorrere dei brividi di aspettativa lungo la schiena.

Il fatto poi che nella scena precedente lei avesse lottato in acqua col mostro e che quindi adesso aveva i vestiti zuppi che le aderivano al corpo non migliorava di certo la situazione.

«Ma questo mostro ha distrutto la mia famiglia.» rispose Diana, cercando di mostrarsi arrabbiata e non in preda al panico come era davvero.

«Non ti ho detto che non pagherà per i suoi crimini ma solo che non ti permetterò di diventare un'assassina.»

Detto questo, Martin finse di premere un bottone sul suo orologio, ci avrebbero pensato gli effetti speciali a fare apparire la rete che avrebbe imprigionato il mostro quindi portò l'orologio alla bocca come fosse una trasmittente per chiamare degli immaginari soccorsi.

«Stop!» gridò Claire, soddisfatta. «Perfetto, prepariamo tutto per la scena successiva.»

Una luce accecante invase la scena ad imitazione delle porte dimensionali viste nei film.

Istintivamente Martin rivolse un sorriso complice in direzione di Diana che però osservava la scena con sguardo inquieto.

«Agente Lombard, agente Mystere, grazie del vostro aiuto. State certi che questo mostriciattolo trascorrerà molto, moltissimo tempo nelle prigione interplanetaria.» affermò Nick, nei panni dell'agente intergalattico mentre altri due ragazzi scortavano il mostro verso il “varco dimensionale” ed una terza porgeva a Diana una coperta in cui avvolgersi.

Dopo aver salutato, anche Nick attraversò la luce lasciandoli soli.

Quando il riflettore si spense, a simboleggiare la partenza degli altri agenti, Diana sentì l'agitazione assalirla.

Martin deglutì a vuoto mentre l'afferrava per le spalle e la faceva voltare verso di se.

Non aveva mai sofferto di timidezza e di norma adorava essere al centro dell'attenzione ma stavolta avere gli occhi di tutti addosso lo stava facendo agitare.

«Adesso è davvero finita, puoi buttarti questa storia alle spalle e dimenticarti di quel mostro.» le disse, guardandola negli occhi e avvertendo su di se il suo sguardo spaurito.

Nonostante l'aria fosse fresca aveva le mani sudate e si sentiva come se si stesse davvero dichiarando alla sua migliore amica.

«Se vuoi però c'è un altro mostriciattolo, magari un po' meno brutto, ma piuttosto rompiscatole e disordinato che vorrebbe continuare a far parte della tua vita.» disse, dimenticando la recitazione e parlando con sincerità.

In preda all'emozione aveva leggermente cambiato la battuta finale ma per fortuna Claire non aveva fermato la scena.

Lentamente lasciò andare le spalle di Diana e portò una mano alla sua guancia accarezzandogliela delicatamente quindi le alzò il viso per guardarla negli occhi.

Lei si sentiva paralizzata dalla paura e ringraziava il cielo di non avere battute in quella scena perché non sarebbe stata capace di aprire bocca.

Lo sguardo di lei, così impaurito e titubante, lo intenerì e una piccola parte di lui si chiese se non poteva sperare di vedere i suoi sentimenti ricambiati.

Cintala alla vita con l'altro braccio, l'avvicinò a se e sfiorò le sue labbra con fare esitante. Non poteva fare a meno di chiedersi se forse con quel bacio stava per rovinare tutto.

Purtroppo ormai non poteva tirarsi indietro.

Lasciò che le loro labbra si unissero in un bacio appena accennato e l'avvertì sussultare sotto il suo tocco.

Per un attimo fu tentato di lasciarla andare ma sapeva che era impossibile, la scena doveva essere portata a termine, quindi tanto valeva approfittarne.

La videocamera era in posizione leggermente defilata rispetto al punto in cui si trovavano loro quindi non c'era possibilità che potessero zumare sulle loro labbra; era una precauzione che avevano preso perché non si notasse che il bacio era finto.

Rafforzata la stretta sulla vita di lei, Martin schiuse le labbra sfiorando quelle di lei con la lingua.

A quel contatto Diana sussultò e spalancò gli occhi, stringendo più forte le mani intorno alla coperta.

Si chiedeva il perché di quel gesto ma non sapeva darsi una risposta.

In quel momento anche Martin aprì gli occhi e lei poté leggervi quello sguardo, visto tante volte mentre erano in missione per il Centro, con cui lui le chiedeva di dargli fiducia.

Capì che non c'era altro da fare così richiuse gli occhi affidandosi completamente a lui.

Appena Martin avvertì Diana rilassarsi contro di se sentì il cuore mancargli un battito.

Con fare incerto tornò a toccare le labbra di lei con la lingua; stavolta però anche Diana schiuse le sue permettendo al bacio di farsi più passionale.

Era un lento conoscersi e scoprirsi mentre le emozioni li travolgevano al punto da dimenticare di trovarsi su un set.

Ben presto Diana mollò la presa sulla coperta che cadde ai suoi piedi mentre lei si stringeva al ragazzo portando una mano tra i suoi capelli e facendo aderire i loro corpi.

«Stop! Perfetta.» urlò d'un tratto Claire interrompendo la magia.

Diana si staccò da Martin, rossa in viso e con lo sguardo smarrito mentre una marea di fischi e esclamazioni misti ad applausi si diffondevano sul set.

«Hey, se il bacio fosse stato un po' più appassionato avremmo dovuto mettere l'avviso V.M.14!» disse Tom, ridacchiando e facendo l'occhiolino ai due.

«Ragazzi, voi andate a cambiarvi perché siete zuppi e infangati. Non posso mica rischiare che i miei attori si prendano un malanno!» esclamò Claire felice. «Ci vediamo al bar per festeggiare.»

Martin avrebbe voluto dire qualcosa a Diana ma, come un fulmine, lei aveva già raccolto la coperta da terra e si era dileguata.




Percorse i corridoi di corsa ignorando le occhiate stranite che le lanciavano quelli che la incrociavano.

Raggiunta la sua camera si chiuse la porta alle spalle e si lasciò scivolare a terra.

Non ci poteva credere, era successo davvero, aveva baciato Martin...e che bacio!

Non era stato un bacio a stampo e non aveva avuto nulla di cinematografico. Era stato un bacio vero e passionale al cento per cento.

Ogni volta che ci pensava sentiva il cuore esploderle nel petto.

Una parte di lei però non riusciva a fare a meno di chiedersi se lui non lo avesse fatto per la buona riuscita della scena mentre un'altra parte le ribadiva che era impensabile che lo avesse fatto solo per il bene del film.

Mentre rimuginava sulle due possibilità uno starnuto le ricordò che era ancora zuppa e rischiava di prendersi un bel raffreddore.

Scrollatasi dal suo torpore, Diana si alzò da terra, si tolse i vestiti infangati e entrò nella doccia anche se dubitava che stavolta l'acqua calda sarebbe bastata a schiarirle le idee.

Qualche stanza più in là, sotto un getto di acqua scrosciante anche qualcun' altro era impegnato in riflessioni simili.

Ad occhi chiusi, Martin sorrideva rivivendo ciò che era successo poco prima.

La dolcezza delle sue labbra, la morbidezza del suo corpo premuto contro il suo, la passione del bacio che si erano scambiati.

Purtroppo però non aveva avuto modo di parlarle e di chiarire cosa avesse significato quel bacio per lei e ciò lo tormentava.

Sapeva quanto fosse capace di lavorare quel cervellino e non voleva che giungesse a conclusioni affrettate.

Uscito dalla doccia si asciugò e si vestì velocemente.

Appena fu pronto raggiunse gli altri, non che ne avesse molta voglia ma sperava di avere così occasione di parlare con Diana.

«Hey, protagonista, ben arrivato!» esclamò Jenni, raggiungendolo sorridente.

«Ciao, vedo che la tensione si è allentata.» esclamò Martin, ridacchiando nel vedere la serissima Claire intenta a ballare su uno dei tavoli.

«Direi di si.» ridacchiò Jenni volgendosi a guardarla.

«Diana non si è ancora unita ai festeggiamenti?» domandò, cercando di apparire calmo e indifferente anche se il cuore, al solo nominarla, aveva subito una brusca accelerazione.

«No, non è ancora arrivata. Starà finendo di prepararsi. Magari le faccio uno squillo.»

«Mi hai fatto ricordare che ho lasciato il cellulare in camera. Vado a recuperarlo e magari ne approfitto per chiamare Diana.» affermò Martin, cogliendo la palla al balzo.

Mentre il ragazzo si allontanava Jenni si lasciò andare ad un risolino divertito.

Magari era bravo a recitare davanti alla videocamera ma la scusa del cellulare era davvero patetica.




Martin ripercorse la strada a ritroso con gli occhi ben aperti nell'eventualità Diana fosse nei paraggi.

Giunto davanti alla porta della camera della ragazza si bloccò, agitato.

Non sapeva come affrontare l'argomento né come lei avrebbe reagito.

La verità era che non aveva mai avuto tanta paura in vita sua.

Comunque fosse andata la sua vita non sarebbe più stata la stessa.

Fattosi coraggio, bussò.

La voce della ragazza che chiedeva chi fosse gli giunse attutita attraverso la porta.

«Diana, sono io.» rispose lui, sentendo il nervosismo aumentare.

«Martin sto finendo di prepararmi, ci vediamo tra poco al bar.» rispose Diana, in preda al panico.

«Diana, ho bisogno di parlarti.» affermò Martin, facendo scattare la serratura nel timore che lei potesse impedirgli di entrare.

«Ascolta io...» disse, entrando di corsa.

Qualunque cosa avesse in mente di dire andò perso perché nella foga di entrare non si accorse dello zaino poggiato a terra in cui inciampò irrimediabilmente trascinando Diana a terra con se.

Appena riaprì gli occhi, ciò che vide gli seccò ulteriormente la lingua.

Diana era finita a terra, sotto di lui, con indosso solo un accappatoio che si era parzialmente aperto lasciando in vista buona parte del suo décolleté che adesso si stava alzando e abbassando in maniera concitata all'altezza dei suoi occhi.

«Wow!» fu tutto ciò che gli riuscì di dire.

«Martin!» esclamò Diana, arrossendo violentemente e stringendosi addosso l'accappatoio.

«Scusami.» disse lui, rimettendosi in piedi e porgendole la mano per aiutarla.

«Si può sapere cosa avevi di così importante da dirmi da non poter attendere?» chiese Diana nervosamente.

Prima il bacio e adesso questo, non sapeva se sarebbe riuscita ad arrivare a fine giornata.

«Volevo parlarti del bacio.» affermò Martin, facendosi coraggio.

«Bè, è andata bene, Claire sembrava soddisfatta.» rispose Diana, cercando di sviare il discorso.

Sicuramente Martin voleva dirle che lo aveva fatto solo per la buona riuscita del film ma lei non era ancora pronta a sentirselo dire, aveva bisogno di cullarsi nella sua illusione ancora per un po'.

«Quindi è tutto ok, ci vediamo al bar.» aggiunse, spingendolo verso la porta.

Martin capì che se non avesse parlato adesso dopo sarebbe stato troppo tardi.

Certo il suo atteggiamento non aiutava ma ormai non poteva più tirarsi indietro.

«Diana, aspetta.» intimò, afferrandola per le braccia.

«Forse tra un minuto mi pentirò di quello che sto per dire ma non posso più stare zitto mentendo a te e a me stesso.» affermò con voce tremante di emozione. «Il bacio che ci siamo dati per me è stato importante. Tu per me sei importante. Non come amica, o almeno non solo. Quando durante la missione in Egitto ho rischiato di perderti ho capito che per me sei più di un'amica. Non voglio rovinare il nostro rapporto ma non potevo più tacere sui miei reali sentimenti.» spiegò tutto d'un fiato sotto lo sguardo scioccato della ragazza.

«Ora ho bisogno di sapere cosa ha significato per te. Se mi dirai che per te sono solo un amico cercherò di farmene una ragione.» aggiunse, timoroso nel vederla rimanere in silenzio.

«Martin io...io...» balbettò Diana, incapace di parlare per l'emozione.

Sentendola titubare Martin incassò la testa nelle spalle e ammorbidì la stretta sulle spalle di lei preparandosi ad andarsene, magari per rifugiarsi in camera sua a leccarsi le ferite.

Comprendendo che il ragazzo aveva frainteso il suo atteggiamento, Diana gli afferrò un lembo della camicia così da impedirgli di andarsene.

«Martin, io ti amo.» mormorò, senza il coraggio di guardarlo in faccia.

«Cosa?» chiese Martin, confuso, certo di aver capito male.

«Hai capito bene.» affermò, alzando finalmente lo sguardo e arrossendo nell'incontrare gli occhi di lui.

Martin risalì lentamente con le mani fino a raggiungere le sue guance quindi avvicinò il volto a quello di lei e la baciò lievemente.

«Anch'io ti amo.» le sussurrò a fior di labbra prima di baciarla di nuovo con passione maggiore di quella messa sul set.

Quando finalmente si staccarono riuscivano solo a guardarsi sorridendo increduli.

«Forse dovremmo raggiungere gli altri.» fece presente Diana, anche se a malincuore.

«Dobbiamo proprio?» domandò Martin cingendola alla vita e stringendola a se.

«Forse dovremmo almeno fare atto di presenza.»

«Ok, cinque minuti e poi ce la filiamo.» propose Martin, strizzandole l'occhio.

Una decina di baci dopo riuscirono finalmente a lasciare la stanza facendo attenzione a mantenere un atteggiamento amichevole, stavano insieme da meno di dieci minuti, non era proprio il caso di farlo già sapere a tutti.







Erano trascorsi due mesi dalla fine del film e finalmente erano arrivati i risultati del festival.

Emozionati, i ragazzi attendevano l'arrivo di Claire ai margini del lago.

«Allora?» chiese Jenni, avvistando la regista.

«Signori abbiamo superato il concorso distrettuale e siamo ammessi a quello di stato!» annunciò, allegra. Lasciandosi cadere a terra vicino agli altri.

«E c'è di più, abbiamo avuto una menzione speciale per la storia d'amore più emozionante e realistica del festival.» aggiunse sorridendo in direzione di Martin e Diana.

Ormai erano tutti a conoscenza della loro storia...e d'altronde sarebbe stato impossibile non accorgersene visto che Martin non perdeva occasione per stringere e baciare Diana mettendola terribilmente in imbarazzo.

«Allora in fondo ne è valsa la pena di cambiare un po' il copione.» affermò Jenni lanciando uno sguardo d'intesa in direzione di Claire.

«E di rinunciare alla parte di protagonista.» aggiunse l'altra. «Non solo abbiamo raggiunto il nostro scopo ma abbiamo ottenuto anche la menzione speciale.»

«Cosa intendente?» domandò Diana, in preda ad allarmanti sospetti.

«Si vedeva lontano un miglio che vi morivate dietro, solo voi due non ve ne accorgevate così abbiamo dato una spintarella al destino.» spiegò Tom, serafico.

«Diana, dai secondo te avrei mai accettato di baciare, anche solo per finta, il ragazzo che piace alla mia migliore amica?» chiese Jenni ridacchiando. «Per fortuna l'idea del bacio ti ha mandato nel pallone se no mi avresti sgamata subito.»

«Ma ragazzi, vi sembrano cose da farsi!» esclamò Martin, sbigottito.

«Oh tranquillo, non c'è di che. Al momento giusto vi dirò come ripagarci.» ribatté Claire, sbellicandosi alla faccia sgomenta di lui. «Su, lasciamo soli i piccioncini così possono festeggiare per conto loro. Noi andiamo al bar.» aggiunse facendo loro l'occhiolino.

Diana avrebbe voluto ribattere ma si limitò a scuotere la testa ridendo a sua volta.




«Che banda di matti.» disse Martin mentre loro si allontanavano.

«Si, ma gli dobbiamo molto.» fece presente Diana, accoccolandosi sulle sue gambe.

«Ok ma non facciamoglielo sapere, se ne vanterebbero troppo.» ribatté Martin sdraiandosi sull'erba e trascinandosela addosso.

Diana sorrise e si chinò a baciarlo.

I ragazzi al bar avrebbero dovuto attenderli a lungo...in fondo avevano anni di baci negati da recuperare....




Fine





  
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