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Autore: AllisonHermioneEverdeen    05/10/2017    0 recensioni
Una ragazza che vaga per il mondo, in fuga.
Il Capitano e la sua ricerca di Bucky.
L'HYDRA, davvero dura a morire.
Segreti mai svelati, dimenticati da chi li custodisce.
Se volete saperne di più, non vi resta che cliccare sul titolo.
Ma vi avverto: non si torna più indietro...
Genere: Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Movieverse | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
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Capitolo quattordici



Correva. Correva come non aveva mai corso in vita sua. I capelli erano zuppi di pioggia, la spalla ferita da una pallottola bruciava, i polmoni sembravano andare a fuoco e aveva il fiato corto. Girò a destra inoltrandosi in un vicolo secondario immerso nel buio. Lucidamente non si sarebbe mai addentrata lì, ma non era lucida: era ferita, sfinita dalle ore di fuga e messa alle strette dai suoi tre inseguitori. Avevano smesso di spararle dopo averla ferita, era ovvio che non avevano il permesso di ucciderla, ma ciò significava solo che volevano riportarla in Siberia, e Faith sarebbe morta piuttosto che tornare lì ad uccidere per loro.
La strada si rivelò essere un vicolo cieco. Faith si bloccò a pochi metri dal muro, ansante e stordita per la ferita. Si sarebbe messa a prendere a pugni il muro per la frustrazione, ma doveva rimanere più lucida possibile. Si voltò appena in tempo per vedere i tre inseguitori raggiungerla e puntarle addosso le armi.
- My vse znayem, chto vy ne mozhete strelyat'v menya ( Sappiamo tutti e quattro che non potete spararmi), - disse, cercando di mostrarsi meno debole di quanto non fosse.
- Eto ne ostanovit nas (Questo non ci fermerà), - ghignò uno dei tre. Rinfoderò la pistola e le sorrise sadicamente. Faith si ricordava di lui: era quello che la sottoponeva a scariche elettriche quando si rifiutava di obbedire a Papa.
- Davayte posmotrim, naskol'ko vy smertel'ny... ( Vediamo quanto sei letale...) - disse poi. Faith riuscì ad indietreggiare evitando il primo colpo, poi scattò: con un calcio ruotato colpì le gambe del nemico alla sua destra, buttandolo a terra, schivò un pugno da quello centrale, rotolò per terra recuperando la pistola di quello atterrato e si voltò di scatto, sparando a quello centrale, che cadde a terra, morto. Il terzo nemico, però, la disarmò con un gesto fulmineo e le attorcigliò le braccia attorno al collo. Faith si portò le gambe al petto, poi si gettò a terra con tutta la sua forza, trascinandosi dietro l'inseguitore e liberandosi dalla sua presa. Scattò all'indietro e tirò fuori il coltellino dalla tasca: non se ne separava mai. Schivò un pugno allo sterno, con una ribaltata si spostò dietro al nemico e gli tagliò la gola. L'uomo si portò le mani al collo, con gli occhi strabuzzati per la sorpresa, poi crollò a terra in una pozza di sangue. Faith si voltò... e la canna di una pistola la colpì in fronte. La ragazza sentì un dolore lancinante, ma scattò all'indietro per evitare di essere colpita di nuovo. Aveva la vista sfuocata per le lacrime e barcollava leggermente. Stringe il coltello insanguinato nella mano destra, asciugandosi frettolosamente gli occhi. Il terzo nemico le puntava una pistola alla testa.
- Yesli ty ub'yesh'menya, oni ub'yut tebya (Se mi uccidi, loro uccideranno te), - affermò Faith. L'uomo abbassò la pistola: sapevano entrambi che era vero. Un attimo dopo, la mano che prima aveva la pistola stringeva un coltello. L'uomo tentò un affondo fulmineo, e solo grazie agli anni di addestramento brutale Faith riuscì a schivarlo. La ragazza scattò e conficcò il proprio coltellino nel braccio dell'uomo, che gridò di dolore. Faith approfittò del momento di debolezza per disarmarlo, poi roteò il coltello e glielo conficcò nel petto fino all'elsa. L'uomo gemette, poi crollò a terra, unendosi ai suoi compagni.
Faith barcollò all'indietro, poggiò la schiena al muro e si lasciò scivolare a terra. La pioggia sferzante la faceva rabbrividire, ma la ragazza sembrava assente. Fissava i tre cadaveri con espressione vacua. Non riusciva a sentirsi in colpa: erano assassini, avevano ucciso un mucchio di persone per un ideale marcio. Ma il non sentire assolutamente niente di fronte a quei corpi vuoti la stava terrorizzando: dopo le missioni si sentiva sempre in colpa, anche se all'inizio non riusciva a capire perchè. Era stato solo dopo che aveva dovuto uccidere un bambino -
un bambino!!-che aveva capito che ciò che stava facendo era mostruoso. Quella notte aveva pianto.
Invece adesso davanti a quei tre cadaveri non sentiva niente.
Rimase lì per un tempo inedifinito; ore, giorni... o forse solo pochi secondi. Smise di piovere quando si rialzò e cominciò a zoppicare per andarsene... Ma si fermò a metà strada. Voleva lasciare un messaggio per i suoi inseguitori. Voleva che capissero che non scherzava, che dovevano lasciarla in pace, che non sarebbe tornata mai più... Tornò indietro e si inginocchiò accanto ai cadaveri.
Mezz'ora dopo stava zoppicando via, le mani spoche di sangue, la spalla ferita, i muscoli doloranti e i capelli zuppi; ma si sentiva meglio.
Dietro di lei, scritto a caratteri cubitali con il sangue dei suoi nemici, sul muro del vicolo cieco c'era scritto:
CHI MI SEGUIRA' FARA' LA LORO STESSA FINE

Faith si svegliò di soprassalto. Si guardò intorno: non riconoscendo niente, balzò fuori dal letto, presa dal panico. Nel farlò, urtò la lampada del comodino, che cadde per terra con un tonfo sordo. Mentre il cuore smetteva lentamente di martellarle nel petto, la ragazza cominciò a ricordare gli ultimi avvenimenti: Chicago, gli Avengers, l'HYDRA, il Soldato d'Inverno...
"Sono a New York" si disse. "Sono al sicuro con persone di cui posso fidarmi" . Aveva bisogno di ricordarselo ogni tanto.
La porta si aprì facendola sobbalzare, e ci mancò poco che non saltasse addosso a chi stava entrando. Riuscì a calmarsi appena in tempo: era la Vedova Nera.
- Buongiorno, - disse con un sorriso entrando.
- Buongiorno, - biascicò Faith. Natasha andò alla finestra, aprì la persiana e i vetri. La luce si riversò nella camera degli ospiti che la dottoressa Cho aveva concesso a Faith. La ragazza si sedette sul letto con un sospiro.
- Brutti sogni? - le chiese con delicatezza Natasha.
- Più che altro ricordo, - sussurrò Faith. Sentiva che la Vedova Nera era una delle poche che poteva capirla davvero: anche lei aveva ucciso per l'HYDRA, e anche lei ne era uscita. Però sembrava sempre così controllata... così... normale!
- Come fai? - sbottò allora Faith. Natasha si sedette accanto a lei sul letto.
- A fare cosa? - chiese.
- A dormire bene, a sorridere, a scherzare... - cominciò ad elencare la ragazza. Nat le sorrise.
- Anni di allenamento, - disse. - Ma non farti ingannare: il fatto che non mostri in giro le mie ferite non vuol dire che sono sana -.
- Allora non cambierà mai? - chiese Faith con un filo di voce. - Gli incubi, l'istinto di uccidere nelle situazioni di pericolo, la vigilanza costante... -
- Non cambierà, - affermò Nat. - Ma ciò non vuol dire che farà sempre così male: non è dimenticando il passato che il futuro si fa più chiaro. Accetta chi sei stata, e sii migliore. Un giorno ti svegliarai, e ti renderai conto che tutte quelle cose terribili, tutte quelle cose atroci che hai compiuto e subito, sono solo un ricordo -.
- Allora devo solo aspettare di essere una vecchietta incancrenita! - esclamò Faith.
- Visto? - le sorrise Nat. - Stai scherzando: è un miglioramento -. Faith le restituì il sorriso.
Bussarono alla porta: era Esther.
- Scusate se interrompo, - disse. - Ma la colazione è a tavola -.

In cucina c'erano solo Sam e la dottoressa Cho ad aspettarli. Sul tavolo rettangolare c'erano cereali, biscotti, un po' di latte e pane tostato. Faith si sedette accanto ad Esther e si versò subito del latte.
- Dove sono Steve e James? - chiese Natasha sedendosi accanto a Sam. James... pensò Faith. Non Soldato d'Inverno, e neanche Bucky, ma James. Nessuno lo chiamava mai così... A meno che non lo conoscesse da tempo. .
- Stanno nella seconda stanza degli ospiti, pare che Barnes abbia avuto incubi stanotte, - rispose con una scrollata di spalle Sam. Faith abbassò lo sguardo sul latte e prese una manciata di cereali dalla busta di fronte a lei. Non aveva nessuna voglia di tornare a pensare agli incubi.
- Quali sono i nostri programmi? - chiese invece.
- Tenervi al sicuro, - rispose subito Esther. Faith le sorrise, ma era un sorriso triste.
- L'HYDRA sa che siamo qui, non ci metteranno molto a trovarci, - spiegò.
- Allora ci trasferiremo, - affermò piccata Esther. - Se sarà necessario gireremo il mondo per il resto della nostra vita -.
- Vorrei fosse così semplice, ma una vita in fuga non è una vita, fidati. E poi, l'HYDRA non avrà pace finchè io e il Soldato d'Inverno non saremo di nuovo nelle loro mani - sospirò la ragazza.
- Potremmo rivolgerci alle autorità, - propose la dottoressa Cho.
- Lo SHIELD non esiste più, e per il resto del mondo Barnes e Faith sono degli assassini, - scosse la testa Sam.
- Allora non ci resta che fare una cosa, - prese parola Natasha. Era rimasta in silenzio fino ad allora, forse aspettando di poter sganciare la bomba. Tutti si voltarono a guardarla.
- Cioè? - chiese Esther. Natasha guardò i presenti con decisione.
- Riunire gli Avengers -.

ANGOLO MALATA DI MENTE
So che volete uccidermi, e avete tutte le ragioni per volerlo. Se mi conosceste bene, però, sapreste che io non abbandono mai le mie storie. A parte qualcuna dei miei esordi, e solo perchè mi si è rotto il computer e sono andate perse, io non lascio storie senza conclusione. Certo, ci metto qualche millennio a finirle, passando da periodi di aggiornamenti assiduti a periodi in cui neanche apro efp, o in cui sforno qualche nuova storia con cui dannarmi ancora di più, ma ci tengo troppo ai miei personaggi per lasciarli in balìa di una storia incoclusa.
Spero di avervi rassicurato almeno un po'! E magari che mi lascerete vivere, convinti dal mio buon animo... (Credici, credici... )
Allora, spero che il capitolo vi sia piaciuto, volevo un ritorno di fiamma!, e la scena iniziale mi è balzata in testa senza possibilità che la lasciassi ammuffire nel mio cervello fuso dalle troppe idee (e dalle cose da studiare, sopratutto!)
Grazie di cuore a chi ha ancora il coraggio di leggerla, a chi segue, preferisce o ricorda. Non mi sono dimenticata di Faith, e neanche di voi!
Spero di riuscire ad aggiornare entro il prossimo millennio...
Grazie ancora a tutti voi
AllisonHermioneEverdeen

   
 
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