Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
Segui la storia  |       
Autore: Mfelewzi    05/10/2017    0 recensioni
Cosa è Westeros? Ed Essos? E tutto il Mondo? E' un Mondo altro, creato dalla mente di qualche estraneo, che si diverte a mostrare la morte e il dolore nella Realtà e Racconti Incompiuti e Santi da un'altra? E se l'Età degli Eroi fosse veramente esistita, e non fosse solo una serie di Leggende, come dicono i Maestri della Cittadella? E se Prima dell'Età dell'Alba ci fosse stato qualcosa d'altro? E se certi mondi che noi, lettori, vediamo separati, in realtà appartengono alla stessa Dimensione? Ecco, da questa idea anormale e insana, è nato questo Crossover, dal nome orrido, ma che sistemerò. Troverete un crossover ambientato nel mondo di Martin, ma chi conosce il Professore, di certo avrete capito che ci sarà un Viaggio Inaspettato(Jackson li mortacci tua!). E per chi ama anime e manga, tipo io, anche quelli che ora sono brutti, vedrete cose da "Uscita di Matrix". Buona Fortuna!
Genere: Azione, Dark, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Incest
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Asshai.

Signore della Luce, guidaci e proteggici, perché la Notte è Oscura e piena di Terrori.

Sole. Sii tu mio Fratello. Luna. Sii tu mia Sorella. Anor hantis. Ithil Helas. Questo diceva il testo. Il Sacerdote Rosso volle infine prendere una pausa. Era da giorni e notti che scriveva su quel testo. Lo aveva portato lì un Maestro di Westeros. Diceva che vi era qualcosa di illogico, di incomprensibile per lui, ma che forse lui, un Prete Rosso, avrebbe potuto capirci. Rhodaur, dal alto dei suoi venti anni appena compiuti, non ci credeva minimamente. La prima cosa che aveva capito, ed al momento l’unica, era che quel testo era vecchio. Molto vecchio. Tanto che non credeva possibile l’esistenza. Quel immenso libro, dal rivestimento in una pelle sconosciuta, doveva avere troppi anni. Lo aveva tenuto fra le mani il Gran Sacerdote, e ringrazio Dio o gli Dei perché si dimenticò subito di quello. Aveva però cominciato a parlare a vanvera sull’età. Due milioni di anni. Due milioni. Era assurdo, non poteva essere così vecchio. Invece sembrava così. O almeno gli era parso. Certo, sempre meglio che leggere i continui libri richiesti dai Sacerdoti di Asshai. E che altro scopo aveva poi Asshai, se non Luogo di Scoperta dei Misteri? E si era impegnato. Aveva scoperto trattarsi di una lingua morta, citata in testi vecchissimi, in lingue ancora più inesistenti a causa del tempo. E allora cercò qui pochi testi, come tradurli, e con difficoltà, dopo un anno intero, stava riuscendo a tradurre il Titolo e le prime pagine. Lómënarn. Racconti del Crepuscolo. Il libro iniziava con preghiere e Benedizioni a dei dimenticati, nomi sconosciuti con aggettivi particolari, come “Ventoso”, o “Signore dei Venti”, non riusciva a tradurre bene l’aggettivo e Titolo Sulimo. Ma avanzò, cercando di tradurre il traducibile. L’alfabeto era complicato, senza parlare della lingua ormai morta. Di certo riuscì a tradurre qualcosa. Lómelindë, Cantore del Crepuscolo. O del Tramonto. O della Fine. Non capiva se voleva intendere la Fine del Giorno o del Mondo. Più o meno diceva: “Ascolta le parole del Cantore del Crepuscolo. Dagli Dei proviene la Verità, che sfugge alle tenebre. Giungerà il tempo, quando le Stelle Sanguineranno, ove i Giganti si uniranno alle tenebre che avanzano, un Freddo Vento sorgerà dal Nord, Sole Settentrionale, Inganno nel Giorno, mentre Fiamme ed Orrori giungeranno da Sud. E Oscurità sorgerà, con n Signore Oscuro che ricanterà.” Quelle parole erano strane. Stelle che sanguinano. Venivano pronunciate nelle Profezie dei Sacerdoti. Anche il Gelo del Nord. Il Grande Estraneo. Ma era il come veniva definito. Sole del Nord. Come fosse una Luce Ingannevole. E anche le parole di Fiamme dal Sud. Il Fuoco è Rhlorr, il Signore dela Luce. Ma in quel testo viene definito come negativo il Fuoco dal Sud. E un Signore Oscuro che ricanterà la canzone del nemico. Ricantare? < Come ricantare? E’ già stata cantata? > Si chiese Rhodaur. “Qui c’è qualcosa che non quadra. Non quadra per niente!” Continuò. Poche parole erano leggibili. Non solo perché il testo era complesso, e certi termini poteva solo terrorizzarli, ma andando avanti le parole sbiadivano. Le parole che si ripetevano erano Lómënarn, Lómë, thorno, sunda, sangwa. Ovvero Racconto del Crepuscolo, Crepuscolo, Aquila, Radice e Veleno. No, non era un testo poetico. O almeno non solo, perché pareva avere una certa metrica, come una poesia. O un testo religioso. < Un racconto religioso. > Disse Rhodaur. Intanto cercava di capire meglio, teorizzare attraverso gli studi sui libri in quella lingua simile, quella “Lingua d’Argento”, o “Grigia”. Ma non poté più tradurre. Qualcosa lo colpì. Sentì qualcosa affondare nella spalla, e l’osso spaccarsi, come una roccia colpita da un piccone, o la terra trapassata dalla pala. E infine dolore. Portò la mano alla spalla, ma quella cosa che lo aveva trapassato uscì, e colpì di nuovo alla spina dorsale. Un dolore lancinante lo riempì, ma prima che potesse urlare qualcosa gli passò davanti agli occhi, fino alla gola. La lama gli tagliò la gola, e infine lo pugnalò al petto mentre lo rovesciava a terra dalla sedia. Più volte fu colpito al petto. I polmoni erano ormai bucati, e vomitava sangue almeno quanto ne spruzzava dalla gola tranciata e ne sprizzava dal cuore. Guardò in alto, ma il sangue lo accecò. < Mi spiace ragazzo. Ma non posso permetterlo. > Mentre una parola oscura i formava fra le labbra. Due parole. “Abisso.” “Nemico.”
 
Guardò. Finalmente erano liberi. Finalmente il Mare! Mai avrebbero provato qualcosa di simile, se non li avesse spinti oltre le mura. E oltre vi erano quegli “esseri”. Piccoli, pelosi, ma abili a navigare. Trattare fu facile, visto che condividevano la stessa lingua. Sapere che oltre il mare, vi erano Uomini come Loro, riempiva il suo Cuore di Gioia. Sapeva che esistevano delle Città Libere a Sud Ovest, e ad Ovest vi era un Continente composto da Sette Regni, ed a Sud vi stava un Mare d’Erba. Già si immaginava il viaggio. Ma una voce lo fermò. < Eren Jaeger. > Eren si voltò. Il volto severo e inferocito di Levi lo avvertì subito. < Ringrazia che hai salvato la città, se tu e Mikasa non morirete. > Eren annuì. Armin lo guardò spaventato, ma dopo qualcuno glielo avrebbe spiegato meglio. Eren sapeva che quello che era accaduto era stato terribile. Ma non aveva importanza! Ora erano Liberi! O almeno sperava. Chissà dove si era diretto Berthold.
 
Bran si svegliò. Quello era un sogno strano. Lì lo aveva guidato il Corvo con Tre Occhi. Perché era sicuro, checché ne dicesse Maestro Luwin. Era un essere che entrava nei sogni. Non un demone. Forse un Dio. O un mago. Ma dopo quelle parole nuove, e dopo quei ragazzi sulla spiaggia, cominciava a pensare ad altro. Da tempo, il Corvo lo portava lontano, ad Est e a Nord. Aveva visto quei ragazzi, che combattevano contro un gigante. Proprio in quel momento. Aveva visto anche più a Est, cose che non credeva possibili. Un bimbo che aveva visto il proprio padre morire ed aveva ucciso il nonno, con una spada e una lancia ad accompagnarlo. Aveva il doppio dei suoi anni. E un villaggio, nascosto in una foresta. E una figura ancora incompleta, che sorgeva a Est, un Essere Possente, rivestito di un’Armatura Sacra e Antica. Ed a Sud, oltre la Spaccatura, era certo di avere visto un uomo. Un uomo nato sotto una maledizione fin dalla nascita, senza amore, che lo conosceva da poco. Nato dalle viscere e delle viscere aveva il nome. E ancora più a Sud, in un Continente abitato da mostri e basilischi, un regno ove Guerrieri Invincibili combattevano contro i mostri, e un’isola dove mettevano le carni di quei mostri. Non era chiaro, ma ormai si stava formando. Perché ogni volta, il Corvo lo guidava lì. Mentre guardava dalla finestra, lo vide. Si alzò allora, e si accorse di dormire ancora. E allora cercò di prenderlo, ma non ci riuscì. Finì contro il muro, spaccandolo e cadendo. Si risvegliò. Ormai una nuova idea si era formata. Non un mago. Un Semidio. E proprio quando tornò a dormire, il Corvo riapparve, e prima che il terrore lo costringesse ad urlare, sentì l’ultima parola. Maiar. Li riaprì, stavolta sveglio. Vicino vi era la Vecchia Nan. < Vi siete svegliato, piccolo signore? > Bran annuì. < Non facevi altro che dire una straa parola. > Chiese il piccolo. E la vecchia rispose: < Istari. Ma cosa vuol dire? > Ecco. Una nuova nacque, come a completare l’altra. Istari. Il Corvo con Tre Occhi si chiamava Istari. O era un Istari. Ma cosa voleva dire? Intanto si era stancato di stare a dormire, e chiamò  Hodor. E mentre veniva portato in braccio per uscire, Bran continuò a pensare a quelle parole. Istari. Maiar. Lòmeanor. 
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones / Vai alla pagina dell'autore: Mfelewzi