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Autore: Rcbs    11/10/2017    3 recensioni
Sasuke sta vivendo una delle giornate peggiori della sua vita, ha assolutamente bisogno di un caffè!
(Semplice Coffee AU Narusasu)
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto, Contesto generale/vago
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L’Amore ai tempi di Starbucks






“Dannazione!”
Che bel modo di iniziare la mattina, ma neanche il tempo di aprire appena appena gli occhi e abituarli alla luce che già Sasuke aveva capito che quella sarebbe stata una giornata orribile.
La sveglia segnava le 6.20 e il suo treno partiva tra esattamente 17 minuti.
Perché non aveva controllato la sveglia ieri? Che pessima decisione andare a letto tardi e non rispettare la propria routine.
Alzato in piedi di corsa si precipitò in bagno, trovandolo fortunatamente vuoto (suo fratello ci metteva 20 anni per pettinarsi i capelli, sarebbe stato un disastro se fosse entrato per primo). Il corvino si ficcò spazzolino e dentifricio quasi in gola iniziando a muovere l’oggetto a casaccio, mentre con l’altra mano tastava disperatamente i lati del lavello in cerca della spazzola.

“Otouto…”
“MPMMPPL”

L’urlo confuso scoraggiò Itachi dall’indagare sul casino che stava facendo il fratello quella mattina. 
Il maggiore non ebbe neanche il tempo di tornare sui suoi passi che il minore corse fuori dal bagno e si precipitò nella propria camera, quasi sbattendogli addosso la porta.

“Dannazione, dannazione, DANNAZIONE!”
Sasuke saltellava disperatamente da un lato all’altro della stanza cercando insistentemente di far entrale le gambe nei suoi skinny jeans neri preferiti. Per quanto fossero dei pantaloni stupendi forse non era proprio la scelta ideale metterli una mattina in cui si è in estremo ritardo. 

Itachi, nella sua solita estrema pacatezza, chiamò gentilmente il fratellino per chiedergli cosa volesse per colazione.

“Otouto vuoi del caffè o…”
“NON HO TEMPO! NON HO TEMPO!”

Urlò lanciandosi fuori dalla propria camera totalmente scompigliato con lo zaino nella mano sinistra mentre con la destra infilava malamente dentro dei fogli stranamente senza stropicciarli o strapparli. Non troppo almeno.

Itachi tentò di avvertire il minore, ma non fece neanche in tempo ad aprir bocca che Sasuke aveva preso la propria felpa blu ed era già uscito in strada. 
L’Uchiha maggiore poteva solo immaginare la rabbia del fratello quando se ne sarebbe accorto.


Una volta arrivato in stazione, posizionandosi sul secondo binario e iniziandosi a sistemare un attimo ebbe un brivido. E non solo per il freddo.
Alzò lo sguardo molto lentamente sul cartello luminoso che segnava l’orario di arrivo del treno e l’orario attuale… le 6.10.
E solo allora se ne ricordò.

La sua sveglia non funzionava più e doveva ripararla e per questo l’aveva messa sul telefono. 

Telefono che non aveva però suonato.

Si tastò le tasche e poi aprí lo zaino. Nulla.
Il suo cellulare era rimasto sul suo comodino. 

Nuove imprecazioni gli si formarono in testa, senza però essere espresse dalla bocca. Troppo volgari.

Sconfitto, il ragazzo si sedette su una delle panchine in marmo ai lati della banchina. Attendendo il treno, in silenzio e solo con i suoi pensieri non avendo nessun mezzo per svagarsi.

L’attesa gli sembrò infinita, tra lo stomaco che brontolava e il freddo che gli penetrava fin dentro alle ossa. Perché aveva preso la felpa e non la giacca? Quella mattina non gliene andava una giusta!

Il treno giunse con 3 minuti di ritardo e Sasuke, dato l’andamento della giornata, decise che era già un miracolo ci fosse il treno.
Appena salito naturalmente si rimangiò pure quel pensiero, dato che il mezzo era talmente pieno che era un miracolo fosse riuscito a metterci piede.

Si ritrovò spiaccicato contro una ragazzina con i capelli rosa ricoperta da due litri di profumo alla fragola e un uomo che, nonostante i capelli bianchi, sarà stato sui trent'anni che non faceva altro che sogghignare leggendo un libro. I pazzi doveva incontrarli tutti lui quella mattina? 


Nell’esatto momento in cui il treno arrivò alla sua stazione e lui tentò malamente di spingersi fuori. La folla, notando probabilmente il suo sforzo, lo sputò letteralmente fuori, facendolo quasi cadere rovinosamente a terra.

Non tentò nemmeno di risistemarsi, ormai gli sembrava inutile.


Si diresse nel primo bar che entrò nel suo campo visivo appena alzato lo sguardo. Entrò e andò dritto verso il bancone, accasciandosi sul primo sgabello disponibile. 
Poggiò la testa sulle mani, con lo sguardo perso nel vuoto.

A causa del fatto che aveva la testa tra le nuove, la voce del barista gli giunse quasi lontana.

“Lei cosa prende?”
“Una decisione per favore. Corretta grazie”

Una risata cristallina lo risvegliò dal suo torpore. Alzò lo sguardo e mise a fuoco il giovane ragazzo che lo stava servendo: biondo, occhi azzurri e fisico asciutto. 
Sasuke deglutì inconsapevolmente.

“Giornataccia immagino, non ti preoccupare! Ho io quel che fa per te”

Con assunto entusiasmo il biondo si voltò e iniziò a mettersi all’opera con i diversi macchinari.

Pochi minuti dopo davanti a Sasuke fu piazzata una grossa tazza a portar via.
Il moro inarcò un sopracciglio. Lui non voleva certo andarsene! Soprattutto non ora che finalmente sembrava stargli succedendo qualcosa di bello, ma forse era proprio la continuazione della serie di sfighe di quel giorno…

Il biondo, notato probabilmente la sua perplessità, si sporse verso di lui da dietro il bancone e gli sussurrò piano:
“Scusami, ma sulle tazze di ceramica non si può scrivere”

Detto ciò gli fece l’occhiolino e si allontanò per servire altri clienti.

Sasuke prese la tazza, ne bevve un sorso.
Subito gli uscì un gemito di piacere. 

Era un mocaccino con un po' di cannella e panna montata. Come diavolo aveva fatto il barista ad azzeccarci così bene?
A quel punto, con un po' di caffeina in circolo i neuroni dell’Uchiha ripresero a funzionare e realizzò una cosa: che intendeva il biondino con “sulle tazze di ceramica non si può scrivere”?

Allontanò così il contenitore dal viso e iniziò ad ispezionarlo. 

Con sua grande sorpresa trovò sul retro due informazioni molto interessanti. 
Per la precisione un nome e un numero di telefono.

Sorrise e alzò lo sguardo finendo per incontrare quello del barista che ora sapeva chiamarsi Naruto.

Appena l’altro gli si avvicinò non poté trattenersi dal dire
“Immagino sarebbe assurdo invitarti a bere un caffè”
“Abbastanza”
“Cena stasera alle 8?”
“Meglio domani, non vorrei rovinarti troppo la tua perfetta giornata di merda”
“Troppo tardi temo, a stasera”


Sasuke uscì dal bar e iniziò a incamminarsi verso la propria destinazione con un aria assolutamente soddisfatta. Adesso davvero niente avrebbe potuto distruggergli il buon umore!

Ovviamente non aveva previsto il pullman in arrivo che dopo aver preso una pozzanghera vicino a lui lo avrebbe sommerso interamente.

“DANNAZIONE”


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